A una prima occhiata, questa potrebbe sembrare una notizia di poco conto. Ma se riflettiamo ci rendiamo conto che è un altro passo verso la follia di una società di orrori.
VENEZIA. PARCO VIETATO AI BAMBINI PERCHÉ DISTURBANO I CANI
fonte: Corrispondenza Romana
La notizia ha dell’incredibile: a Venezia è stato vietato l’accesso al parco di Villa Groggia ai bambini di età compresa fra i due e gli otto anni perché i piccoli disturbano i cani. Il provvedimento è stato preso a seguito della veemente protesta di una signora proprietaria di un barboncino, la quale è andata su tutte le furie perché il suo cane è stato spaventato dallo scoppio di un palloncino colorato proveniente da una festa per bambini organizzata nell’adiacente ludoteca.
La misura restrittiva comminata dall’Ufficio relazioni col pubblico ha suscitato, ovviamente, sconcerto e incredulità: sia la responsabile della ludoteca che del Movimento popolo veneziano ricordano che il parco è pubblico e come sia assurdo costringere i bambini all’interno degli spazi della ludoteca impedendogli di giocare liberamente nel parco (www.tgcom24.mediaset.it, 11 giugno 2013).
Nel nostro Paese il numero degli animali domestici è in continuo aumento mentre la curva della natalità si abbassa sempre di più. Inoltre, le associazioni animaliste, spalleggiate dai media, premono affinché vengano riconosciuti gli pseudo diritti degli animali e teorizzano la pari dignità tra uomo e animale. In questo quadro di offuscamento della ragione e del buon senso si inseriscono episodi come quello di Venezia che allo stato attuale sono del tutto eccezionali ma che in un futuro non troppo lontano potranno diventare di routine: se l’animale ha gli stessi diritti dell’essere umano è logico supporre il verificarsi di situazioni in cui le esigenze degli uni vadano a confliggere con quelle degli altri.
Tali situazioni limite cominciano a venir fuori con una certa regolarità: non molto tempo fa, una sentenza del tribunale di Milano ha sancito il diritto dei gatti di aggirarsi liberamente per i condomini con la motivazione che essi sono animali socializzanti che si muovono liberamente e con loro pieno diritto. Il pronunciamento del tribunale si era reso necessario in seguito ad una causa intentata da un condomino contro una gattara che utilizzava gli spazi condominiali per dar da mangiare ai gatti del circondario.
(A.D.M)