di Piero Vassallo
.
Nel dramma intitolato Spettri, Erik Ibsen ha narrato magistralmente la sciagura che insorge quando l’ipocrisia e il perbenismo tentano di occultare la verità intorno ai devastanti esiti del peccato e/o dell’umana debolezza.
Quasi in uscita dai drammi di ibseniana memoria, la risposta della politica italiani ai terremoti, che tormentano aree dall’ovvia scienza giudicate vulnerabili, tradisce l’intenzione di nascondere, dietro il paravento della fatalità, le colpevoli, annose omissioni del potere pubblico.
I terremoti non sono del tutto imprevedibili, vero è che se ne possono contrastare e limitare gli effetti sciagurati mediante leggi e accorgimenti, come quelle vigenti in Giappone. Si tratta di leggi che obbligano i costruttori edili al lavoro in aree specialmente soggette a dissesti geologici, a rispettare le ragioni che contemplano l’esclusione dell’impiego di materiali pesanti, in altri ambienti usati senza problemi. Non per caso il Giappone è orgogliosamente all’avanguardia nell’azione finalizzata a contenere e riparare i danni causati dai terremoti.
Nel recente passato italiano, la volontà di soddisfare la pressante richieste di abitazioni ha purtroppo attenuato la sorveglianza delle istituzioni sulle imprese edili, aumentando (a vantaggio di costruttori disinformati, incapaci o addirittura disonesti) le occasioni del risparmio insensato sulle materie prime.
Di qui l’incremento del rischio di crolli, eventi purtroppo genericamente prevedibili data la strutturale instabilità di vaste aree del territorio nazionale, aree abitate ed esposte al rischio dei terremoti.
Non per niente la magistratura ha avviato, un questi giorni, una indagine sulle presunte responsabilità dei costruttori degli edifici recentemente crollati in alcuni comuni del Centro Italia.
Inappuntabile e degno dell’ammirazione e della riconoscenza della popolazione italiana è il prezioso lavoro (spesso altamente faticoso e sempre logorante e rischioso) compiuto dai benemeriti corpi dello stato: militi della Croce rossa, carabinieri, poliziotti, militari, pompieri ecc.
I soccorritori sono l’aristocrazia del paese reale, che manifesta la sua vitalità nelle più drammatiche situazioni. Di tali volontari gli italiani devono sentirsi profondamente orgogliosi.
La dignità di cui gli scampati al terremoto hanno dato prova dopo la consumazione della tragedia dimostra infine il valore e la compostezza della gente italiana e la insostenibile vanità delle leggende intorno alla debolezza del carattere italiano.
La ricostruzione del Friuli rammenta l’attitudine degli italiani a riparare i danni causati dai disastri naturali. L’irrealizzabilità di un progetto inteso a prevedere data e luogo dei terremoti non esclude anzi contempla l’opportunità e l’utilità di un censimento dei comuni e/o dei quartieri a rischio e il conseguente avvio di programmi intesi a facilitare l’accesso alle vie d’uscita dalle abitazioni situate in zone esposte al rischio di ulteriore sisma. Un problema che si è manifestato in questi giorni nelle ore successive al sisma.
Estraneo alla mediocre e quasi desolante comparsata dei politicanti, esiste (miracolosamente) un popolo di italiani generosi e intrepidi, capaci di accorrere nei comuni disastrati per affrontare, con cuore solidale, i gravi rischi che incombono intorno alle spaventose e imprevedibili catastrofi naturali. L’esistenza di un popolo solidale e coraggioso desta la speranza in un futuro migliore di quello contemplato nelle leggi del politichese, finalizzate a limitare le nascite italiane e a giustificare il progetto ecumenico, che prevede la liquidazione dell’identità nazionale nel brodo delle religioni aliene.
Gli accadimenti di questi giorni drammatici rammentano infine l’ostruzione delle porte, un problema apparentemente marginale, che diventa incuboso e angoscioso, quando ostacola l’abbandono degli edifici pericolanti a causa dei danni causati dal sisma.
12 commenti su “Uomini e spettri – di Piero Vassallo”
A proposito di “mediocre e quasi desolante comparsata dei politicanti”, Alfano, in visita ai terremotati ha parlato di “miracolo laico”. Cosa volesse esprimere non si capisce, ma si capisce bene ancora una volta che sarebbe stato meglio che avesse tenuto la bocca chiusa.
Già. lo volevo segnalare anch’io. Sono tutti esaltati ed eccitati dal concetto di stato laico e di averlo finalmente raggiunto: tanta corruzione, miseria ed ingiustizie. C’é da esserne fieri. E cara Tonietta, mi duole dirlo, più diranno tali scempiaggini più vedremo rovine nel nostro paese. Chi vuol intendere……..
Questo stato laico barcolla sempre più ogni giorno che passa.
Ed esiste, caro professore, un delinquenziale ceto di giornalisti, impegnati a sottolineare che una famiglia è morta per il crollo di un campanile (messaggio: senza il campanile, sarebbero vivi), a mostrare libri e immagini sacre tra le macerie (messaggio: i devoti sono morti, non sono stati salvati dai Santi), persino a dire che è vano ringraziare il Cielo per i salvataggi, quando tanti sono periti.
Lo schema “massonico da sbarco” è uno solo: “Ci interessa solo un Mondo Perfetto, senza dolore né morte (cioè il famoso “Paradiso in terra”); siccome questo mondo non lo è, resta solo il Solve et Coagula. Raderemo al suolo i paesi (proclama odierno) e li ricostruiremo perfetti, come sappiamo fare noi”. Soprattutto, senza chiese
….è desolante…non c’è molto da dire…Bruceranno tra le fiamme dell’inferno continuando così…possiamo solo pregare per loro perché si convertano
Egregio e carissimo Sig. RAFFAELE la ringrazio di cuore; Lei ha espresso pienamente quello che penso e il mio stato d’animo.
È un onore poter avere un contatto spirituale con persone come lei.
Cari saluti
Caro Piero: hai sottolineato la presenza del volontariato e la “comparsata” dei politici. Almeno costoro si son sentiti, specialmente i primi, in dovere di intervenire. Ho cercato invano, tra le cronache e le immagini, la figura di un sacerdote benedicente le vittime e confortante i sopravvissuti. Al loro posto ci sono postazioni di psicologi, freudiani e/o junghiani, portatori di una pseudoscienza atea e priva di caritas cattolica. E questa situazione mi ha fatto venire in mente quella cialtrona snob della principessa di Belgioioso che, durante la vergognosa “repubblica romana” del 1848, sostituì le suore di San Vincenzo con stuoli di puttane. Ti immagini che tipo di conforto costoro seppero dare a malati, feriti e moribondi? Le rogazioni, nella nuova pastorale bergogliana, non sono ammesse ma almeno un qualche ministro di Dio. . .d’altra parte, Amatrice e luoghi, non è Lampedusa!
Articolo esemplare.
Sì, gli italiani, pur non privi di difetti restano un gran popolo.
Pare contraddire questa affermazione, la parata dei nostri politicanti, di vario calibro, ma pur sempre retorici e inaffidabili come dimostrano le testimonianze dei terremotati dell’Emilia e della Lombardia meridionale
che già da molti anni sono in attesa di quegli aiuti indispensabili per la ricostruzione e la ripresa, di cui i nostri ‘ominicchi pubblici’ furono prodighi di promesse a vuoto sin dalle prime ore successive al sisma.
Ciò che è stato fatto lo si deve ai cittadini che si sono rimboccati le maniche, soprattutto in provincia di Mantova.
I chiaccheroni del politichese, smettano le loro concioni e diano il via ai fatti. Altrimenti si vergognino e scompaiano, finalmente, dalla nostra vista.
Riconosco di aver scritto qualcosa di analog o………parechi anni or sono. Vive cordialità
di costruttori italiani ultimamente se ne vedono pochi, sono ormai rimpiazzari da rumeni ed albanesi, dei quali vorrei vedere il criterio di lavoro usato. Se si pensa poi che si danno in mano i lavori a chi fa pagare meno…..Pare inoltre che i nostri politici attendano il prossimo terremoto, così avranno una scusa per non dare mai i giusti finanziamenti. In Emiilia sono 4 anni che si attende di poter fare i lavori di ripristino, ora i finanziamenti ce li scordiamo, tanto ogni 4 anni c’è un disastro a cui far fronte e alla fine non si fa fronte a nulla, solo promesse e chiacchiere e ladrocinio di stato. Gli italiani sono ormai abituati ad attendere invano, Gli italiani sono malgovernati altrimenti saremo come un tempo il Bel Paese, a cui tutti aspirano, per accrescere la propria cultura. Potremmo vivere di turismo se non ci fosse chi ruba soldi, come se all’Inferno servissero a qualcosa. Purtroppo non passano più per le strade i monaci a ricordare che dobbiamo morire: ricchi e poveri.
Annaré parla di politici. Ora politico deriva da polis, città. Al potere in Italia non sono politici ma apolidi, vagabondi, menagramo reali e buffoni patentati. I “media” d’altra parte promuovono l’ateismo al potere nelle scuole e nelle università e la stupidità politicante. Credetemi, cortesi amici: la volgarità mediatica è lo specchio della volgarità del potere del suo elettorato. E’ la democrazia in atto lo spettacolo che ci turba. Forse il senso comune si rifugia nella maggioranza non votante. Forse si nasconde nella Chiesa preconcliare. Forse…
ps rigettati dalla Romania (e dalla savana) i rinoceronti emigrano in Italia – il futuro italiano ha un naso roccioso
a proposito di ricostruzioni, perchè non iniziamo a costruire piccole colonie di belezza e di Fede? se si potesse unendo i mezzi, le competenze, i soldi, la preghiera, costuire piccoli ragruppamenti di cattolici intenzionati a ricostruire come facevano i monaci benedettini, luoghi di preghiera, lavoro, sapienza, studio, bellezza, arte, per salvare al meglio i vari semi da coltivare, per il futuro dei nostri figli.