Caro Direttore,
sono il primo a non nutrire eccessiva considerazione per la nostra categoria (quella dei giornalisti), ma mi pare una esagerata prevenzione quella di chi, leggendo il mio intervento sulla triste vicenda dei preti padovani, asserisce che gli intervistatori abbiano tagliato le dichiarazioni di persone in controtendenza, per così dire. Mi pare un giudizio temerario o quanto meno una opinione azzardata. In mancanza di prove è d’obbligo la prudenza, che è richiesta non soltanto ai giornalisti, ma pure ai lettori.
Un’aggiunta, se mi permetti. Certo, ci sono tanti degni sacerdoti, tanti degni religiosi e religiose, e a quelli bisogna guardare, come ha detto il vescovo di Padova Cipolla in un messaggio rivolto ai fedeli della diocesi; ciò non ci esime peraltro dal guardare in faccia la realtà. Non si può tacere e non si può girare il capo dall’altra parte per non vedere il marciume che c’è nella Chiesa, a tutti i livelli. Quella sporcizia che a suo tempo l’allora cardinale Ratzinger aveva denunciato e che di quando in quando emerge per casi clamorosi come quello di Padova…
Non ci salviamo tutti per la misericordia infinita di Dio; siamo liberi di salvarci o di dannarci, perché della libertà che Dio ha dato all’uomo è l’uomo stesso a decidere come impiegarla.
Giovanni Lugaresi