I sacerdoti sono consapevoli del potere conferito loro, un potere che a me farebbe tremare i polsi? Cioè, quello di pronunciare una “formuletta”, in forza della quale l’ostia diventa il corpo, il vino diventa il sangue di Nostro Signore!!!???
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scusa se faccio seguito a quell’amaro sfogo di un vecchio cattolico, ma gli è, a causa di quanto accaduto a me e a mia moglie in una messa vespertina del sabato in una chiesa delle mie parti, e che non voglio nominare…
Ora, celebra un prete di colore (come si dice oggi) e in ciò nulla di male, ci mancherebbe. In altre occasioni, ho partecipato a liturgie celebrate da preti di colore, e nulla da eccepire.
Qui, invece…
Canti accompagnati da quelle che Philippe Daverio ha definito schitarrate, concetto che si affianca alle “canzonette”, così definite dal maestro Muti, e alle “musicacce”, secondo l’espressione di padre Papinutti per trent’anni organista in San Pietro.
Alleuljaaoo, battimani, un’omelia-sproloquio di 13 minuti da parte del celebrante – del quale poco o punto si è capito, e non per la pronuncia. Poi, dall’Offertorio in avanti, tutto di corsa, compresa la formula della Consacrazione, che, come osservato altre volte, non è propriamente una specie di filastrocca-cantilena per bambini (di una volta, come me), tipo “La vispa Teresa”!!!
Morale: non mi sono accostato all’Eucaristia e sono uscito di chiesa arrabbiatissimo!!!…
Io, laico e peccatore, consapevole di essere peccatore, del bisogno della confessione, e quindi del pentimento che devo provare per ottenere il perdono di Dio, non di meno mi sono sempre reso conto della mancanza di consapevolezza da parte di tanti preti. Ma sono consapevoli di quel che significa essere prete? Che cosa hanno letto nei seminari? I Padri della Chiesa, San Tommaso? Hanno avuto qualche dimestichezza con Manzoni, con Bloy, con Bernanos, per non parlare di don De Luca, di Domenico Giuliotti? Non credo proprio.
Sono consapevoli del potere conferito loro, un potere che a me farebbe tremare i polsi? Cioè, quello di pronunciare una “formuletta”, in forza della quale l’ostia diventa il corpo, il vino diventa il sangue di Nostro Signore!!!???
Io non pretendo che la Consacrazione sia quella che faceva padre Pio da Pietrelcina, che era un santo (e che santo!), ma buon Dio, un momento che non sia di pochi secondi, e una lettura della formula che sia partecipata, nella consapevolezza, appunto, di quel che avviene in quel momento in virtù di quel potere che Dio ha dato al sacerdote, e che è un mistero, il mistero!
Perché, non dovesse essere così, tanto vale che noi non andiamo a messa e che il sacerdote faccia l’animatore di una qualsiasi comunità giovanile e/o adulta…
Consolazione mi è venuta stamane, 16 maggio, Lunedì di Pentecoste, trovandomi a Padova nella Chiesa di San Francesco grande per l’apertura del Capitolo della neonata “Provincia Sant’Antonio dei Frati Minori” del Nord Italia, al canto del Veni Creator… da commuoversi.
P.S. Quanto ai tanti commenti al mio testo da te pubblicato, caro Direttore, devo dire che, certo, non dovunque le messe sono mal celebrate, per così dire, e i preti sono affetti da manie di protagonismo-esibizionismo, da vanità, ma come, da giornalista, so che a far notizia non è la “normalità”, bensì qualcosa d’altro, ecco il seguito che ti ho mandato dopo l’esperienza vissuta sabato scorso 14 maggio.
Giovanni Lugaresi
32 commenti su “Un vecchio cattolico si fa altre domande amare… – di Giovanni Lugaresi”
Giovanni carissimo: ne potremmo raccontare! Domenica scorsa, celebrazione della Pentecoste, Santa Messa delle ore 8,00, durante la quale faccio cantare tutti i fedeli – quelli presenti, s’intende, non molti, in attesa dei villeggianti romani . Sono le 7,59. arriva trafelato un sacerdote “di colore” che attraversa la navata laterale smanettando sul cellulare “ultima generazione”. Giubbetto di pelle, scarpe ginniche, niente che lo qualifichi come persona consacrata se non per essere noto, oramai, perché assiduo nella mia parrocchia. Prepara l’altare e se ne va. Ore 8, 07: arriva un altro sacerdote “di colore”, che riesce ad mettersi i paramenti e ad iniziare il sacro rito. Omelia letta di corsa e, a fine rito, via a prendere un caffè. Mi domando: ma il celebrante non dovrebbe essere presente mezz’ora prima per la preparazione ed uscire mezz’ora dopo per il ringraziamento? Mi rispondo: certamente, ma questo avveniva nel Vetus Ordo, adesso però non più un “ordo” ma un’assemblea, sciolta la quale…
Scusate se lo inserisco qua, sono sbigottito e senza più parole.
Oggi Bergoglio ha detto in un’intervista a La Croix:
“L’IDEA DI CONQUISTA E’ INERENTE ALL’ANIMA DELL’ISLAM, è vero – argomenta il Santo Padre – MA la si potrebbe interpretare, con LA STESSA IDEA DI CONQUISTA, LA FINE DEL VANGELO DI MATTEO, dove Gesù invia i suoi discepoli in tutte le nazioni”.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-francesco-riflettiamo-sui-nostri-errori-si-pu-convivere-1259634.html
Ecco il testo originale del passaggio in questione
Pape François : Je ne crois pas qu’il yait aujourd’hui une peur de l’islam, en tant que tel, mais de Daech et de sa guerre de conquête, tirée en partie de l’islam.
L’idée de conquête est inhérente à l’âme de l’islam, il est vrai. Mais on pourrait interpréter, avec la même idée de conquête, la fin de l’ÉVANGILE DE MATTHIEU, où Jésus envoie ses disciples dans toutes les nations.
http://www.la-croix.com/Religion/Pape/Pape-Francois-Il-faut-integrer-les-migrants-2016-05-16-1200760525
Caro “una sola fede”, la sua segnalazione mi lascia allibita. Qui, cari miei si bestemmia, insultando Gesù Cristo per il mandato ad evangelizzare il mondo. Qui si mette il Signore sullo stesso piano di Maometto! Inorridisco per un sacrilegio di questa portata.
Si Tonietta, è esattamente ciò che ho pensato io. Alla fine fa un po’ il paio con quanto egli disse una volta due anni e mezzo fa: “IL PROSELITISMO È UNA SOLENNE SCIOCCHEZZA”. Però, come si vede da molti suoi atti e.dichiarazioni, sembra essere alla fine molto più di suo gradimento quello islamico, che sebbene egli ffacciaandare in questa intervista arbitrariamente e senza ritegno a braccetto con quello cristiano, tuttavia evidentemente lo preferisce a quest’ultimo. Il suo “Buon ramadan!” è infatti rimasto famoso.
Certo poi bisogna pur dire che i tour nelle moschee a piedi scalzi da ppparteanche di chi lo ha preceduto sul soglio di Pietro, di certo non potevano portare alla cristianità molto di diverso da ciò che successivamente poi abbiamo avuto. Da allora cioè una progressiva escalation verso no non solo il sincretismo conclamato, ma ad un preferire sempre in qualche modo la tradizione “religiosa” altrui e chi la perpetua.
Cari signori è solo una delle bestemmie ereticali del Sig. Bergoglio, non è stata la prima e purtroppo non sarà neppure l’ultima.
Come diceva il Santo citato, Padre Pio, parlando della Chiesa: il pesce puzza dalla testa.
Ci scandalizziamo per un “prete” africano che non sa fare altro che caciara, ma si continua a fare finta di nulla riguardo
il biancovestito che occupa la prima sede e va avanti a distruggere e la Santa Chiesa ed insultare Cristo.
Ripeto: sforziamoci di guardare i fatti senza continuare a volerci consolare con pie illusioni.
Se non si torna alla sana dottrina ed all’ordine gerarchico non può esserci altro esito se non il caos e la rovina compresa quella delle anime.
Obiettivo evidente del signor Giorgio Bergoglio è, evidentemente, quello di far apparire il Cristianesimo, e il Cattolicesimo in particolare, come una cosa cattiva, sporca e non misericordiosa, perché divide il mondo in buoni e cattivi, in santi e peccatori,invitando alla conversione a Cristo, Vero Dio e Vero Uomo, unico Salvatore del mondo (altro che storie, altro che tutte le religioni conducono alla salvezza eterna e l’interreligiosità è una grazia : tutte balle ! tutti imbrogli !) e invitando inoltre al pentimento, al ravvedimento operoso ed al cambiamento di vita (altro che avanti con le battaglie di Pannella, della Bonino, dei Leoncavallini !). Non caschiamoci, non facciamoci imbrogliare : Viva Cristo Re ! Viva Maria Regina delle Vittorie (sugli eretici, su chi ci vuol imporre false religioni con l’inganno e/o con la violenza).
Ma mica gli diceva di convertire tagliando teste!Oltre al fatto che il Corano è antitetico al Vangelo in tutto.Io l’ho letto, il papa, si vede, no. E guardate che non si può stralciare come si fa qui anche troppo con i nostri testi sacri perché gli islamici lo accettano in blocco!!Cristo non ha detto di andare e bruciare vivi o far saltare in aria, coloro che non lo accettano o che semplicemente non sono dei suoi!Ha anzi detto di amare i nemici.Ma questo papa è davvero l’Anticristo!
Caro Lugaresi, non pretendiamo che la messa venga celebrata come quella di P.Pio, ma almeno che venga celebrata.Perché se lei sabato ha vissuto la sua “bella” esperienza, io domenica non ne ho vissuta una migliore. Che simpatico il prete con le sue spiritosaggini! E che messa vivace! Solo un po’ di imbarazzo fra i presenti ogni tanto interpellati. Rispondevano, sì, ma a mezza bocca, e qualcuno, scoperto all’improvviso a mangiarsi le unghie, ripreso così davanti a tutti, si vergognava pure.
E che fortuna per un celebrante essere pieno di inventiva! Chè al momento della consacrazione, dopo aver poggiato per bene le mani sopra il calice, non raccapezzandosi con la preghiera eucaristica, per fortuna non gli è mancata l’immaginazione e subito se n’è inventa una. Insomma, una messa con i fiocchi.
E speriamo che il Padreterno abbia avuto pietà di me quando, nonostante tutto, ho osato accostarmi alla Comunione con una stranezza tale che solo Lui poteva sapere.
Cara amica, anche se uno non lo sa e beve latte di soia credendo che sia latte di mucca, quello resta latte di soia.
I sacramenti affinché siano validi ed efficaci richiedono corretta forma e corretta sostanza.
Nel caso della Eucarestia, la sostanza è rappresentata dalla materia del pane, mentre la forma dalle parole della consacrazione.
Dove non venissero usate le parole corrette della consacrazione essa non può avvenire per difetto di forma.
Se questo è avvenuto come Lei racconta, anche se i presenti non lo sanno (e magari manco il celebrante vista l’aria che tira),
avete semplicemente deglutito un pezzetto di ostia di grano, non c’è stato alcun sacramento.
Il difetto di forma infatti non può essere sanato né dalla ignoranza dei presenti, né dalla supplenza della Chiesa, né dalla intenzione
pure retta del celebrante. In questo caso infatti il sacramento non è valido.
Non so se questo può rassicurarla o no, ma questo è.
Saluti
…e anche se uno non lo sa e beve veleno credendo che sia vino, quello resta veleno… E MUORE!
Gentile Matteo, mi sono espressa male: la consacrazione è avvenuta con le parole giuste, ma è stato il seguito della preghiera eucaristica ad essere raffazzonato alla meglio (per intenderci: …Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del Tuo Figlio, ecc.). Grazie a Dio, perché altrimenti avrei avuto anche il coraggio di protestare ad alta voce. Rimane comunque il fatto di quelle mani appoggiate sopra il calice al momento dell’epiclesi, cosa che non si deve assolutamente fare, ma che ora alcuni hanno cominciato a mettere in atto sull’esempio del vdr.
Saluti a lei
Risposta assolutamente perfetta!D’altronde mi ha sempre colpito come sta la gente in Chiesa, chi tosse, chi guarda in aria, chi pensa ad altro…ma se credessero davvero che Dio arriva lì con la transustanziazione , starebbero così?Mah!
Mi si perdoni se ritorno ancora sul mio episodio di New York, ma provo ancora i brividi nel ricordare che il momento dell’annuncio della Parola di Dio nella più importante cattedrale degli USA fu equiparato a una serie di gag degne di uno show TV di terz’ordine. Ne discussi poi con gli amici americani, tutti cattolici ferventi, Per loro non c’era nulla di strano perché infarcire l’allocuzione, di qualunque genere fosse e quindi anche un’omelia durante la S. Messa, era solo uno stile oratorio finalizzato a catturare l’attenzione dell’uditorio, come infatti si vede spesso nei breefing dei presidenti, trasmessi anche da noi.
Di questo ha bisogno la Parola di Dio per essere ascoltata? Aggiungo che nella mia parrocchia la proclamazione del SANCTUS avviene al suono di chitarre e di tamburi che mi farebbero venire la voglia di ballare, se non provassi la voglia di piangere. Ma tutta la chiesa moderna (lo scrivo con la minuscola) mi fa piangere.
E’ vero, ci sono ormai dei preti che durante l’omelia adottano una specie di dialogo coi fedeli, con domande e risposte,alle quali i fedeli rispondono con dei sommessi “sì” e “no”….poteva andare bene durante i discorsi del Duce che, a volte, dialogava con la folla, ma durante la Messa no!
Caro Giovanni, la prego: smetta di tormentarsi. Occorre guardare in faccia la realtà, ed accettare che la S.Messa sia tutto, ma proprio tutto, tranne che la più sacra delle liturgie. Il mondo, ed il suo spirito, non ne vuole sapere di Ss.mo Sacrificio salvifico per l’espiazione, la salvezza, la redenzione e la giustificazione di coloro che in Lui credono. Occorre quindi essere nel mondo senza essere del mondo, ossia (e tradotto in parole povere), è necessario accostarsi alla Ss.ma Eucaristia preparandosi con adorazione, timore e gioia interiore. Le do un consiglio: prima della Messa, reciti la preghiera di sant’Ambrogio (le chiedo scusa per la mia sfacciata milanesità); la trova facilmente in google, basta che scriva “Ad mensam dulcissimi convivii tui”, e la può recitare sia in latino che in italiano. Le assicuro che dopo, anche la Messa peggio celebrata, ritornerà ad essere la scala del Paradiso, turibolo dei santi, sacro pegno della gloria futura.
Caro ” una sola fede” ma di cosa più dobbiamo meravigliarci con questo papa massone seguace di maometto!!!!!!!!!!!!
oramai è senza controllo!
quello che mi spiace è che purtroppo c’è molta gente (superficiale e populista) che continua a seguirlo.
Per quanto mi riguarda e spero di interpretare anche i pensieri degli amici di Riscossa, cerco sempre più di aderire alla Parola del Vangelo, unica Verità assoluta.
Come diceva P. Pio, non tormentiamo il nostro spirito ,Dio guarda nei cuori…
Dobbiamo per questo essere forti nella fede, Dio ci protegge dalle tenebre di questo mondo, perchè noi lo amiamo.
Cara Vittoria, il suo nome è foriero di speranza. Anzi è una certezza perché sappiamo bene che Nostro Signore ha già vinto, purtuttavia è vero anche che ognuno dei Suoi “servitori inutili” che siamo noi e che Egli ama svisceratamente, è chiamato a fare la propria parte in questa “valle di lacrime”. E tra i compiti cui siamo chiamati c’e pure quello di professare e ribadire fermamente la sana Dottrina, specie quando – anche a causa di comportamenti e dichiarazioni irresponsabili e aberranti di pastori persino supremi con l’avallo del silenzio-assenso praticamente di tutti gli altri eccetto qualcuno – tale sana Dottrina rischia di essere scalzata da “favole” buone solo a solleticare la curiosità e le voglie di chi va in giro bramoso di sentire qualcosa di nuovo e che abbia soprattutto l’inconfondibile gusto dolciastro (ma mortifero) dell’eresia…
Vado alla santa Messa vetus ordo. Finisce la celebrazione. C’è un forte odore di incenso in tutta la chiesa. Arriva un seminarista e dietro di lui, in tenuta da idraulico!, un sacerdote. Il seminarista con forte accento dialettale(siamo in Umbria) ci chiede: “Ete cotto il pollo? Co’ tutto sto fumo…”.Non contento ripete la domanda. Io saluto e me vado. Sono passate due settimane ed ancora non mi capacito!
Credono di essere “spiritosi”, ed invece un giorno si accorgeranno che lo Spirito (mi scuso per il gioco di parole) di queste irriverenze, oltretutto espresse in piena chiesa con il sacro rito appena terminato, gliene chiederà conto. Salato.
Dalle Rubriche del Messale Romanum:
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“Se qualcuno diminuisse qualcosa, o mutasse qualcosa dalla forma della consacrazione del Corpo e del Sangue,
ed in questo cambiamento di parole le nuove parole non significassero la medesima cosa, il Sacramento non è valido.”
Se inoltre fosse aggiunto (ovvero cambiato) qualcosa, che non muti il significato, il Sacramento è certamente valido
ma peccando in modo massimamente grave.
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Con Preti che fanno cose del genere è meglio non comunicarsi, anzi è meglio cambiare aria.
Ma scusate non è meglio evitare di andare a queste messe? Meglio fare qualche KM in più, ed andare dalla FSSPX, no? O non potendo andare ad una messa tridentina, che onori il buon Dio si rimanga in casa a dire con devozione un S.Rosario, certamente si onora di più Dio così e si santifica meglio la festa. che andare a messe protestanti che raggiungono il ridicolo, se non l’orrido. perchè farsi del male, mica si può offrire al buon Dio il pattume, no?
Purtroppo no, Mah! La partecipazione alla S.Messa è un grave obbligo del credente, cui non può sottrarsi neppure denunciando tutte le irriverenze, le manchevolezze e le pagliacciate del clero (mal)celebrante e dei fedeli. Occorre sempre rammentare che, per quanto possa essere celebrata male, essa è e rimane il Ss.mo Sacrificio Eucaristico, cui nessun può sottrarsi senza incorrere in peccato mortale (fatto naturalmente salvo uno dei gravi impedimenti). Naturalmente, nulla vieta che, di fronte ad un sacerdote che trasforma la Liturgia sacramentale in una festa dei folli, si partecipi ad una celebrazione degnamente officiata in un’altra chiesa, cappella, parrocchia, oratorio, etc., purché sia in comunione con la Santa Sede apostolica (“una cum”).
Mi perdoni, Mah, ma non sono d’accordo. Bisogna pur sempre soddisfare il precetto festivo.
Per fortuna mi sembra che siano ancora in maggioranza le messe celebrate in maniera seria, anche se col rito post-conciliare e quindi vale sempre l’obbligo di “santificare le feste”
In effetti, posso confermare quanto scritto sia da Tonietta che da Camerata; a titolo d’esempio, questa mattina alle 7,10 in Duomo (di Milano) non solo il sacerdote ha officiato con devozione (era percepibile la concentrazione nel recitare le formule), ma oltretutto sta (lentamente) aumentando il numero dei fedeli che si genuflette al momento di comunicarsi. Piccolo, ma è un buon segno.
L’obbligo del precetto impegna, ma se lo stesso non può essere assolto a causa di grave incomodo si è dispensati secondo il diritto canonico.
Anche se ci si trova in una zona dove si insulta Dio anziché onorarlo col culto a Lui dovuto, (ad esempio dove vi siano celebrazioni in cui
non si consacra validamente) allora la causa sarebbe gravissima.
Per questo invito a cambiare chiesa, ma spesso questo non si può fare perché si debbono sopportare gravi difficoltà, (incomodo) quali lunghe distanze in auto, magari difficoltose trasferte con parenti anziani o bambini piccoli o malati etc…
In tali casi si è dispensati dalla partecipazione alla celebrazione eucaristica e si può, anzi si deve ricorrere alla preghiera personale anche in famiglia.
Dal CCC 1997- cp 2183: Se per mancanza del ministro sacro “O PER ALTRA GRAVE CAUSA” diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica,…(omiss ) (i fedeli) attendano per un congruo tempo alla preghiera personalmente o in famiglia,
Caro Lugaresi, sto apprezzando molto le sue domande giustamente amare, e vorrei aggiungerne una: l’omosessualità è sempre un peccato grave o sarà necessario riformare il Catechismo? Forse questo argomento meriterebbe una trattazione a parte.
L’omosessualità non è un peccato, ma una condizione di disordine che va contro natura, la sodomia è invece peccato.
Un omosessuale che resiste alle sue pulsioni sregolate e vive in castità non fa alcun peccato, mentre il gay (quello che fa della sodomia una forma di militanza pubblica) fa peccato gravissimo, ma andatelo a spiegare al biancovestito???!!???
Riformare il catechismo? E’ una cosa ridicola, anche riformando il catechismo (visto l’andazzo) i peccati restano peccati, al massimo il catechismo diventa carta straccia, come le “esortazioni apostoliche” o le interviste di recente diffusione.
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA su OMOSESSUALITA’
2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
(segue)
segue da “CATECHISMO su OMOSESSUALITA’
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
Grazie per le informazioni, che (in tutta modestia) mi erano già note. Mi dispiace che la” pointe” della mia domanda sia sfuggita.
In nome della coerenza, mi aspetto che chi contrae unione civile con persona dello stesso sesso sia invitato alla castità dalla Chiesa.
Al sig. Matteo rispondo che, se, ovviamente, l’omosessuale che vive in castità non pecca, il peccato subentra quando passa dalla tendenza alla pratica, indipendentemente dal fatto che faccia o meno propaganda ovvero militanza omosessuale; e che riformare il catechismo non sarebbe cosa ridicola ma assai peggio. Né io lo stavo auspicando con il mio quesito, peraltro rivolto all’Autore: ma come si fa a non capire ciò? Al signore che si firma “Una sola fede” consiglio di apprezzare la chiarezza del catechismo di San Pio V circa i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, di cui il secondo è denominato: peccato impuro contro natura.
Gentile ” una sola fede” porto il nome della mia carissima nonna!
Ne vada fiera (perché è il nome di nonna!) e poteva essere anche un altro (nome).
Purtroppo oggi, ai nuovi nati solo nomi che sanno di gossip e di modernità(sic).
Diceva bene papa Benedetto XVI ” date nomi cristiani ai vostri figli”.
macchè… in giro…sento Samatha, deborha… con la H mi raccomando:-)