Se non arrivano i soldi dalla spending review, il governo dovrà tagliare fondi a enti locali e aumentare accise. E pure per le imprese…
Siamo alle solite: il governo fa finta di dare da una parte e toglie dall’altra. Così, perché alcuni abbiano 80 euro al mese in busta paga, a tutti vengono aumentate le tasse per 4 miliardi.
di Chiara Sarra
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Secondo quanto raccontaLibero, infatti, lo ha ammesso anche Pier Carlo Padoan in un’intervista al Corriere della Sera. Se i 4,5 miliardi attesi dalla spending review non dovessero arrivare “ci sono clausole di salvaguardia misura per misura, altrimenti il provvedimento non potrebbe ricevere il visto della Ragioneria generale. Clausole che prevedono, secondo i casi, utilizzo di risorse accantonate per altri fini, tagli lineari, aumenti di imposta”. Detto in parole povere, a pagare saranno – al solito – Regioni e Comuni, che si vedranno ridurre il budget per scuola e sanità, ma anche – probabilmente – i consumatori che potrebbero assistere a ulteriori aumenti di iva e accise su tabacchi e carburanti.
Non solo. Salvo modifiche dell’ultim’ora, anche le imprese saranno beffate: se da una parte Palazzo Chigi promette la riduzione dell’Irap, dall’altra taglia alcune agevolazioni fiscali, come la limitazione dell’esenzione Imu per le aziende agricole, l’eliminazione del regime di esonero per le cosiddette imprese marginali e la riduzione degli sgravi per le imprese agricole che utilizzano energia da fonti rinnovabili. Oltre a ben 600 milioni derivanti dall’eliminazione della rateizzazione di una imposta sostitutiva introdotta dal governo Letta e che doveva essere pagata in tre anni. Risultato? Complessivamente nelle tasche degli imprenditori arrivano 700 milioni di euro, ma ne esce un miliardo. Insomma, alla fine le aziende perderanno comunque 300 milioni di euro.
Tutto ciò va ad aggiungersi, ovviamente, all’aumento delle aliquote per le rendite finanziarie, che passano dal 20% al 26%. Norma che potrebbe essere persino retroattiva, se non ci si avvale del cosiddetto “affrancamento” entro il 30 settembre e solo per le plusvalenze maturate entro il 30 giugno.
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fonte: Il Giornale
3 commenti su “Tutte le tasse nascoste che ci impone Renzi – di Chiara Sarra”
Terribile notizia: ricevo adesso questo link relativo ad un impegno preso il 13 giugno scorso da PD e PDL con l’UE, che rischia di ridurci ancor più sul lastrico di quanto non lo simo già. Leggere per credere, grazie.
http://ilprof.com/2014/04/17/il-fondo-di-redenzione-del-debito-la-mossa-ue-dietro-langolo-post-elezioni/
Uscire dall’euro e dalla UE è sempre più impellente e necessario, se vogliamo sopravvivere come società civile, altrimenti sarà la fine, per noi italiani. Sarebbe la terza volta che i tedeschi ci mettono nei guai, dopo le due guerre mondiali.
sono d’accordo con te cattolico uscire dall’euro secondo me è la cosa migliore.
girano e rigirano e alla conclusione danno le briciole e ci tolgono …
Va bene (cioè no, è esattamente il contrario…) supponiamo che nella fanta-economia l’Italia riesca ad uscire dalla perversa moneta che la BCE emette a strozzo nei nostri confronti, qualcuno mi spiega con quali politici seri e credibili sarebbe possibile ricostruire un sistema economico stabile e adatto alle nostre reali esigenze? Purtroppo non c’è in giro uno straccio di politico in grado di guidare una presa di coscienza del popolo italiano in questi termini. Berlusconi è stato una grande illusione, che si è trasformata gradualmente in una cocente delusione…
150 anni di lento e graduale indottrinamento anticattolico dell’Italia non si ribaltano in poco tempo…questi l’hanno trasformata in una nazione (come ormai il resto d’Europa ormai…) totalmente priva di principi e di speranza. E la Chiesa da dopo il CVII ha la sua bella fetta di responsabilità…gli unici che potevano opporsi a questa deriva eravamo noi cattolici ma abbiamo tirato i remi in barca: ci accontentiamo dell’accoglienza e del dialogo, del compromesso al ribasso…non conosciamo la nostra Tradizione, la nostra storia, i nostri martiri. Siamo come anestetizzati e intontiti dal compulsivo mutare dei tempi!
Io penso che purtroppo dovremo toccare, anzi raschiare con le unghie, il fondo prima di riuscire faticosamente a ricostruire un’Europa cattolica dove al centro della nostra civiltà sono presenti i principi non negoziabili, senza i quali nessuna società umana può definirsi “libera” (non dico “giusta”perché su questa terra la vera giustizia non ci sarà mai…)!
Tutto quello che succede non è per puro caso e se siamo arrivati a questo punto è perchè qualcuno, un po’ con le buone un po’ con le cattive, fin qui ci ha condotto…il problema dell’euro è serissimo e gravissimo ma esso non ne è che soltanto una triste e prevedibile conseguenza della secolarizzazione avviata dalla rivoluzione francese (e forse ancor prima dalla rivoluzione luterana e calvinista) fino ad oggi…