di Léon Bertoletti
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A malincuore, ecco, a malincuore. Nella controversia scritturistica tra due fondatori di chiese cartacee, tra due biblisti del giornalismo, tra due apostoli in comunità di fedeli lettori, tra due direttori magni, tra due dottori filosofi e teologi, sant’Eugenio da Civitavecchia e il beato Vittorio da Bergamo, tocca dare ragione al primo, purtroppo. Scalfari scrive di “quattro Vangeli sinottici”. Feltri lo bacchetta, spiegando che “i Vangeli canonici sono quattro, mentre i sinottici sono tre”. Ufficialmente è questo che s’insegna ai corsi dei chierici, ma a sproposito. Repubblica, si sa, è come la Bibbia: non sbaglia mai nemmeno quando sbaglia e non fa errori di distrazione. Libero, invece, è un manuale di magia nera. Forse per effetto di qualche strana pozione, per aver bevuto l’intruglio dell’amnesia al posto del caffè mattutino, il suo direttore dimentica il mito, la leggenda, la tradizione orale; cancella l’arcidiacono Pacifico, il manoscritto di Vivario, il monaco greco, fra Michele minorita, il convito di Lione, Pietro d’Artois, il cavalier Du Breil, il sacerdote Domenico De Lellis; tralascia, insomma, Mario Pomilio e il mistero del Quinto Evangelio.
Come l’araba fenice, “che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa”. Eppure esisterebbe, sarebbe stato scritto e tramandato “il testo d’un Vangelo che Giovanni avrebbe composto” dopo quell’altro a sua firma e “prima d’aver la visione della quale parla nell’Apocalisse”. Invenzione? Suggestione? L’incipit di una versione latina, tratta dall’originale greco, è giunto fino a noi: “Initium Sancti Evangelii Jesu Christi Filii Dei”. Si tratterebbe, dunque, di un Vangelo di Gesù, un secondo Vangelo di Giovanni, il Vangelo che ciascuno scrive nel suo cuore, nella sua coscienza, con le sue opere, un Quinto Vangelo. “Come cinque furono le piaghe di N.S. Gesù Cristo, e la quinta al costato, la più vicina al cuore, cinque sono gli evangelisti, e il quinto è il più sublime” scrive Filippo presbitero nella Gemma dell’Anima, scritto ascetico orientale dell’VIII secolo, secondo quanto riportato romanzescamente da Pomilio. Che fa dire al protagonista Peter Bergin (una vita spesa in ricerche e studi sull’ultimo, vero Vangelo) nella lettera al segretario della Pontificia Commissione Biblica: non si tratta di un canonico ma neppure di un apocrifo, dal momento che le sue pagine non inventano episodi nuovi o di colore ma richiamano, contengono e completano quelle degli altri quattro. Per questo è da considerarsi sinottico.
In conclusione, dunque: i Vangeli canonici sono quattro, e anche i sinottici sono quattro. Ha ragione Scalfari. C’è di più, e qui alla voce di Pomilio sostituiamo e aggiungiamo la nostra. Sant’Eugenio conserva e custodisce gelosamente, nella sua umile dimora, alcune pagine di questo libro nascosto, di questo Vangelo raro e segreto. Non l’ha rivelato, ma noi lo sappiamo da fonte certa. Essendo (anche grazie al possesso dell’inedito, come negarlo) il confessore personale, il direttore spirituale, il camerlengo prediletto da Francesco I, gli ha prestato i documenti in lettura. E dove credete che il vescovo di Roma abbia ricavato, altrimenti, frasi come “Gesù si è fatto serpente, si è fatto diavolo”, “La Madonna non è una postina”, “Meglio atei che credenti ipocriti”, “L’unico estremismo ammesso è la carità”? Non dai Vangeli secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni primo, ovviamente. Proprio dal testo sacro scalfariano, accidenti. Spiace che un commentatore solitamente scrupoloso come Socci non se ne sia accorto.
A beneficio dei lettori, per evitare ulteriori sviste e interpretazioni erronee, per arricchimento spirituale, per sostenere prossime dichiarazioni ecclesiastiche e solenni pronunciamenti vaticani, proponiamo (attraverso Pomilio) alcuni passi del Quinto Vangelo. Abbiamo scelto, naturalmente, soltanto quelli che si discostano in qualche modo dagli altri tre sinottici.
- “Beati coloro che sono liberi quanto alla Legge, e guai a chi è buono solo quanto alla Legge”.
- “Non v’è nulla di nascosto che non verrà rivelato e nulla di coperto che non verrà scoperto”.
- “E sul mare ci sarà tempesta dove voi passerete”.
- “Io sono il vostro deserto”.
- “Chi è vicino a me è vicino al fuoco, ma chi è lontano da me è lontano dal Regno”.
- “Anche se tutto ti dice no no, tu rispondi sì sì: non sono venuto per negare, sono venuto per affermare”.
- “Il regno del Padre è sparso sopra la terra, ma gli uomini non lo vedono”.
- “Padre, li ho salvati tutti”.
- “Nessuno andrà senza perdono”.
- “La santità è il tesoro dei poveri”.
- “Siate dei viandanti e non dei sedentari”.
- “Chiunque s’adira senza motivo col suo fratello sarà degno di condanna”.
- “Possiamo conoscere la luce finché restiamo nella grotta?”.
- “Dove muoiono i colombi? Avete mai veduto il cadavere d’un colombo per le strade delle città? Così sarà di voi che, sì, morrete, ma la vostra morte non si vedrà”.
- “Seguimi. Non sai che in me c’è amore abbastanza per tutti e due?”.
- “Guai a voi, dottori della Legge, perché siete simili al cane sdraiato nella mangiatoia, il quale né mangia lui, né lascia mangiare i buoi”.
- “Se non lasci anche te stesso, non hai fatto ancora nulla”.
- “Non siate contenti finché non saprete guardarvi con amore”.
- “Vi si misurerà secondo il vostro amore”.
- “L’amore non dice: questo è mio, ma dice: questo è tuo”.
- “Guai a chi è solo: e se cade, chi lo rialza?”.
- “Non sono venuto per dimostrare, sono venuto per mostrare”.
- “Noi viviamo sull’altra riva”.
4 commenti su “Svelata la fonte di Scalfari e Bergoglio: è il quinto vangelo – di Léon Bertoletti”
A parte ogni altra considerazione, il volume di Pomilio ha un indubbio valore letterario.
C’è anche ‘Il quinto evangelo’ scritto dal card. Giacomo Biffi già nel 1969. Consiglio di leggerlo o rileggerlo: è attualissimo, ci siamo dentro in pieno.
Verissimo, e’ esattamente quanto si va purtroppo predicando. Da leggere, assolutamente.
Fuori Tema, ma la notizia secondo me è importante. Fonte Radio Spada https://www.radiospada.org/2017/05/quattro-vescovi-zendejas-de-aquino-faure-e-williamson-consacrano-la-russia-al-cuore-immacolato-di-maria/