Dall’interno il Sinodo è diverso da come lo filtra l’informazione. La larghissima maggioranza degli intervenuti ha convenuto su alcuni punti. La dottrina non è modificabile; è così chiara che non è pensabile toccarla, senza provocare conseguenze devastanti. Bisogna però saperla spiegare bene, in profondità, e soprattutto usare un linguaggio attento a fare sì che nessuno si senta offeso. Ma è imprescindibile insegnare quella che è la verità della Chiesa di sempre. Questo suona, o può essere interpretato, come una sconfessione del teorema Kasper, la cui attività prima del Sinodo è stata espressamente criticata da un vescovo non italiano.
di Marco Tosatti
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La scelta di non pubblicare i testi degli interventi dei partecipanti al Sinodo sulla famiglia sta avendo un effetto certamente non positivo sulla chiarezza dell’informazione; e contribuisce ad alimentare una situazione per certi versi mistificante. Il pubblico, sia cattolico che non, non è informato in maniera chiara ed esaustiva; il che vuole dire che dopo i primi tre giorni, in cui sono stati già pronunciati circa cento interventi, il panorama, a chi è fuori dell’aula, appare tutt’altro che chiaro.
Si fa interprete, giustamente, di questa atmosfera nebbiosa JohnThavis un esperto americano di cose vaticane, certo non sospetto di anti-papismo o di posizioni enti-ecclesiastiche, che sottolinea l’insufficienza del briefing quotidiano tenuto dai responsabili della Sala Stampa, in cui, scrive Thavis “Si fa l’elenco di alcuni dei temi sollevati dai vescovi, si evita con cura un resoconto dettagliato degli interventi e delle reazioni nell’aula. Non si fanno nomi, non ci si dice chi ha detto cosa”. Thavis fa qualche esempio dell’impressione “poco chiara e frammentata” che si ricava fino ad ora dal Sinodo. Chi vuole leggere l’intero commento clicchi QUI .
Se la deliberata cappa di vaghezza con cui si è voluto coprire (per la prima volta in una storia pluridecennale, è importante sottolinearlo) un Sinodo è originata dal timore che i partecipanti potessero fare chissà che o dire chissà che cosa per amore del palcoscenico, beh, allora lasciatemi dire che si tratterebbe di un atteggiamento di profonda sfiducia verso pastori di anime e responsabili di milioni di cattolici in tutto il mondo. Se il Papa e i suoi collaboratori non hanno fiducia in loro, come possono averla i comuni fedeli?
Esistono vari Sinodi. Uno, ne abbiamo già accennato, è quello dell’ufficialità dei briefing, tanto panoramici da essere quasi inutili, per comprendere posizioni e dinamiche. Poi, ci fanno notare dall’interno dell’aula, c’è quello dell’informazione più o meno diretta e pilotata. “Quanto dicono i telegiornali è fuorviante”, è un commento raccolto. “Si riporta l’opinione di tre o quattro”, che non è indicativa del panorama degli interventi. Un tipo di informazione diciamo così diretta – come già da prima che i lavori si aprissero – verso un generico “cambiamento”.
Quello propugnato dal cardinale Kasper. E qui bisogna notare come un vescovo non italiano abbia lamentato in maniera molto franca e senza mezzi termini il “danno pastorale” molto grande originato dal fatto che qualcuno ha fatto una propaganda ossessiva delle proprie idee in tutto il mondo. Il riferimento era all’attività di diffusione della propria visuale in tema di eucaristia ai divorziati risposati fatta dal cardinale Kasper.
Un vescovo asiatico ha detto che Gesù è stato chiaro, ma era 2000 anni fa. Gli africani in generale hanno dimostrato un grande attaccamento alla dottrina e alla pratica pastorale attuale, e hanno mostrato “grande buonsenso”.
La larghissima maggioranza degli intervenuti ha convenuto su alcuni punti. La dottrina non è modificabile; è così chiara che non è pensabile toccarla, senza provocare conseguenze devastanti. Bisogna però saperla spiegare bene, in profondità, e soprattutto usare un linguaggio attento a fare sì che nessuno si senta offeso. Ma è imprescindibile insegnare quella che è la verità della Chiesa di sempre.
Questo suona, o può essere interpretato, come una sconfessione del teorema Kasper. Ma allora perché l’immagine “esterna” appare così diversa? I malpensanti parlano di una tecnica non casuale, per creare un’opinione pubblica e far giungere questo messaggio a tutti i vescovi, i preti, i conventi gli operatori pastorali, per orientarli in una certa direzione. Quella voluta.
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fonte: La Stampa
Vedi anche: Sinodo: Muller > la censura
8 commenti su “Sinodo, i più contro Kasper – di Marco Tosatti”
Tosatti e’ caduto in pieno nella trappola . Innanzitutto , se i prelati ‘ ribadiscono ‘ la dottrina di sempre e basta , non c’era alcun bisogno di convocare il Sinodo , e certo Bergoglio e Kasper farebbero una figura terribile , cosa che certo vogliono evitare . Se poi questa e’ la verita’ su cio’ che avviene ‘ dentro ‘ , la segretezza non ha assolutamente alcun senso . Bisogna saperla spiegare bene ?? Ma se le parole dette da Cristo sono fra le piu’ chiare e dirette del Vangelo ! Si’ si ‘ no no deve essere il nostro parlare , e l’ unica verita’ da ribadire chiaro e tondo e’ che questa e’ questione di vita o morte eterna , e che l’inferno esiste .Nessuno deve sentirsi offeso ? Ma per piacere , la Chiesa non e’ un’associazione di bon ton . e’ militante , cioe’ un esercito schierato in battaglia , e la Bibbia non e’ Topolino ! La vita’ e’ dura , il matrimonio e’ SEMPRE difficile , essere e rimanere cristiani ancor di piu’ . Dove vivono questi signori ? Leggono…
Sono d’accordissimo: SI’ SI’, NO NO. Grazie Alex.
Questo sì che si chiama relativismo, ed è ancora peggiore di quello etico portato alla ribalta dal grande Papa Benedetto XVI. Ho l’impressione che qualche cardinale, per non dire qualcun’altro, voglia annacquare piu’ di un sacramento solo ed unicamente per piacere al mondo. Spero vivamente di sbagliarmi ma ho paura che stiamo andando in questa direzione. Cosa sperano, che il mondo li ringrazi? Assolutamente no, il mondo gli sputerà in faccia e come minimo gli rinfaccerà che si sono sbagliati per 2000 anni. Un sacramento è vitale, è fondamentale per le anime, e le perle sono fatte per le collane e non per essere gettate ai porci, come nella parabola di Gesu’ Cristo; oppure è già vietato nominare le parabole del Vangelo?
Questo è un tempo da brividi per la Chiesa. Il problema non è solo se si possono nominare più le parabole, ma che stranamente il Custode della nostra fede ha anche affermato che la moltiplicazione de pani e dei pesci non è stato un miracolo bensì una parabola, con un bello sberleffo dato indirettamente anche all’eucarestia, che evidentemente non è più una perla da dare ai porci ma è direttamente mangime. Poi verrà il secondo momento in cui quella che da miracolo è stata sminuita a parabola, sarà ignorata, sottaciuta o ritenuta pura invenzione. Il grimaldello è all’opera già da parecchio e squadre specializzate, dotare dei più moderni strumenti di smantellamento, sono ormai all’opera e non si fermeranno finché la nostra Chiesa non sarà rasa al suolo. Altro che Attila, altro che Vandali e Unni. E mica abbiamo più un San Gregorio Magno? Abbiamo solo ciechi guide di ciechi, o, peggio, lupi travestiti da agnelli.
Un consiglio per tutti, la nuova Chiesa condona-peccati sta nascendo. Il Signore negli ultimi 2000 anni ci ha mandato una sfilza di santi per indicarci qual è la via da seguire. Personalmente a me piace tanto una beata, beata Catherina Emmerich
“Un vescovo asiatico ha detto che Gesù è stato chiaro, ma era 2000 anni fa”: secondo i modernisti ciò che ha detto Gesù avrebbe la data di scadenza!
Questi signori si rendono conto che Dio stesso ha parlato? Si rendono conto che Dio sapeva ALLA PERFEZIONE come sarebbe stato il mondo di oggi?
Si rendono conto che NON HANNO IL POTERE di modificare le Sue Leggi?
Fortunatamente i Vescovi africani hanno capito che ciò che Gesù ha detto è ETERNAMENTE VALIDO!
Voglio sperare che ciò che dice Tosatti sia vero, nel senso che in realtà la maggioranza dei vescovi contrasta il pensiero di Kasper &Co e le loro contorsioni misericordiose. Ma mi impensierisce il fatto che poco esca fuori da questa assise e che venga impedito ai fedeli di conoscere le posizioni dei partecipanti, gli eventuali dibattiti, i presumibili contrasti, i nomi di chi sostiene l’una o l’altra tesi. Se la Chiesa è il cosiddetto popolo di Dio, perché questo popolo, anzi, questo gregge che ha bisogno del suo pastore viene tenuto all’oscuro di quanto al suo interno avviene?
Un detto antico così suonava: “Qui gatta ci cova”…
Il Sinodo sulla famiglia, attualmente in corso, per le premesse che abbiamo potuto apprendere dal documento introduttivo redatto da S.Em. il Card. Kasper e vista, soprattutto, la Dottrina plurisecolare della Chiesa, fondata sulle inequivocabili parole di N.S.G.C., che ne inficia, secondo me, la necessità stessa, mi fa pensare ad un ipotetico, o meglio, fantastico congresso di matematici che si riuniscano intorno al quesito se la somma: due più due, debba ancora, visti i tempi che cambiano, avere per risultato, quattro. Preghiamo Nostro Signore che da questa Assise esca una Chiesa che con forza annunci la Verità sul sacramento del matrimonio, combatta gli abusi che, si dice, abbiano luogo in molte parrocchie (non solo nel “progressista” centro-nord europeo), custodisce intatto il Deposito della Fede.