La censura ideologica ha fatto un altro passo avanti verso l’abisso. Non bastavano la manipolazione e la falsificazione mediatica in grande stile di tg e giornali, l’omertà e il silenzio su fatti del passato e del presente, le leggi liberticide approvate o in via d’approvazione nel parlamento, l’identificazione tra opinioni e reati, la via giudiziaria al conformismo. Ora, ci si mette anche Facebook e il meraviglioso mondo dei social. Lo chef Rubio, l’ex terrorista Etro, il giornalista Rai Sanfilippo fomentano l’odio contro Salvini e Meloni ma Facebook e Istagram fanno una retata e chiudono solo le pagine d’estrema destra ritenendo solo quelle e in generale fomentatrici d’odio. Sentivo parlare di censure, dopo il piccolo episodio capitato nella mia pagina e dopo la censura ideologica alle pagine e ai profili di casa Pound e Fronte Nazionale, e non relativamente a uno specifico episodio ma in generale, il discorso prende una piega preoccupante.

La censura si nasconde dietro l’impermeabile degli algoritmi, ma colpisce opinioni, idee, dissenso. È una piega bruttissima, potremmo chiamarla la boldrinizzazione dell’informazione, la confusione di social con soviet, la dittatura del politically correct. È davvero pericoloso che la censura si accanisca indistintamente su chi offende, insulta, falsifica la realtà e chi esprime idee e opinioni difformi dal conformismo imperante. È un precedente pericoloso, anzi un ennesimo segnale di quella riduzione di libertà che prende spunto dalle fake news e da piccoli gruppi radicali o nostalgici per fare carne da porco di tutto ciò che risulta sgradito e difforme al Potere. Non abituiamoci, e tantomeno rassegniamoci, a questo andazzo, alzando le spalle e dicendo: fatti tuoi. A uno a uno, come sempre succede nei sistemi di Polizia Culturale (vera traduzione del politically correct), si procederà per mutilazioni, intimidazioni, eliminazioni successive. Fino a che si proverà, orwellianamente, a espiantare ogni seme di dissenso e di pensiero critico. Sui social sta cominciando il trattamento Orwell, magari ottenuto dal potere anche tramite minacce fiscali: attenti, cari social, allineatevi al catechismo dell’establishment, altrimenti poi veniamo a vedere se pagate le tasse o variamo leggi restrittive della vostra sfera.

Se nessun presidente, nessun leader esprimerà sconcerto e solidarietà per questo attacco alla libertà, potrà essere considerato secondo i gradi di coinvolgimento complice, mandante o ispiratore di quest’aria fetente di censura che si respira in giro e che alimenta, anzi caldeggia, reazioni estreme delle menti più deboli per poter così allargare la criminalizzazione a tutti i pensieri difformi. E non distinguere tra fake news e idee difformi, tra opinioni e insulti, grida scomposte e simboli “proibiti” con argomentazioni e polemiche civili. Vietato pensare; chi pensa avvelena anche te, digli di smettere.

Fonte: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/se-facebook-censura-le-opinioni/ del 10 Settembre 2019

2 commenti su “Se Facebook censura le opinioni”

  1. Spero che ci sia una dura reazione di opinionisti, intellettuali, giornalisti, di destra (se ve ne sono ancora…) e no.
    Spero che Casa Pound e Forza Nuova diano corso a decise azioni legali da parte di tutte le organizzazioni coinvolte e dalle migliaia di utenti bannati.
    Spero che si formino comitati d’azione per protestare, denunciare, boicottare, costringere Facebook a chiudere, come ha già ignobilmente promesso di fare, migliaia di profili di utenti che osino offrire solidarietà ai censurati.
    Spero che deputati dell’opposizione rivolgano interrogazioni al Parlamento su questo miserabile bavaglio imposto da una multinazionale statunitense in spregio alle leggi italiane.
    Spero che la stampa libera non lasci cadere nel dimenticatoio quanto accaduto e informi, anche con interviste ai vertici di Casa Pound e Forza Nuova, sul seguito e su ulteriori reazioni.
    Spero…ma non ci credo.
    Silente

  2. Ottimo l’articolo di Marcello Veneziani, peccato che abbia dimenticato di citare Forza Nuova tra le vittime della censura “politicamente corretta” operata da FB.

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