Può essere considerato “normale” un Paese nel quale l’autore di un libro teme possibili ritorsioni per le sue opere? Non siamo al tempo dei Gulag e delle persecuzioni contro il dissenso nell’Urss, né siamo di fronte all’ennesima epurazione nei confronti di qualche editore/autore di libri non conformi, come si è visto recentemente al Salone Internazionale di Torino.
Al centro della querelle c’è addirittura il vincitore del Premio Strega, il riconoscimento letterario più prestigioso d’Italia, quest’anno toccato ad Antonio Scurati, autore di M. Il figlio del secolo, la biografia romanzata dedicata agli anni (1919-1924) dell’ascesa di Mussolini: un librone di ottocento pagine, che ha superato le 150.000 copie ed è arrivato alla decima edizione.
Scurati – sia chiaro – è tutt’altro che un “nostalgico”. Il suo è un “romanzo documentario”, perché nessuno degli avvenimenti, dei personaggi e dei dialoghi sono stati inventati. La Bompiani è una casa editrice “perbene”. Lo stesso autore ha dichiarato di essersi sentito investito di una “responsabilità etica, estetica e sociale” nello scrivere M, dedicando la sua vittoria letteraria “ai nostri nonni e ai nostri padri, che furono prima sedotti e poi oppressi dal fascismo, soprattutto quelli che tra loro trovarono il coraggio di combatterlo armi alla mano. Vorrei dedicare il premio anche ai nostri figli, con l’auspicio che non debbano tornare a vivere quello che abbiamo vissuto cent’anni fa, in modo particolare a mia figlia Lucia”. Diciamo che così il Confiteor della liturgia antifascista è garantito.
Malgrado queste premesse, ecco emergere nell’animo dell’autore i “demoni della superstizione”, il timore inconscio di dovere fare i conti con i mostri dell’intolleranza ideologica. A confessarlo è lo stesso Scurati che, in un’intervista a Mirella Sereni, de “La Stampa”, parla di una notte tormentata da incubi e fantasmi: “Queste ore post Strega sono state turbate dalla visione angosciosa di trovarmi in un cinema affollatissimo dove mi si contestava di aver alimentato il mito di Mussolini”.
Al di là di tutte le dichiarazioni contro l’epica del capo carismatico, alimentata dal “romanzo documentario”, e delle denunce contro le recenti derive populiste (“Mussolini esercita un grande appeal perché la sua figura incarna l’archetipo del populismo”) gli incubi notturni del vincitore del premio Strega la dicono lunga sul terrorismo psicologico che aleggia sulle nostre teste, inquieta gli animi, si insinua perfino in intellettuali raffinati come Scurati, studioso, a livello universitario, dei linguaggi della guerra e della violenza, docente di teorie e tecniche del linguaggio televisivo. Uno insomma che con le manipolazioni della comunicazioni e con il dispotismo del pensiero dominante dovrebbe essere in grado di cimentarsi, sconfiggendo fobie antistoriche e faziosità storiografiche. Ma qui evidentemente il potere dell’inconscio è ben più forte delle ragioni culturali e storiche.
Non basta insomma leggere e documentarsi. Qui ci vuole una grande opera di purificazione di massa dalle tossine dell’intolleranza. L’intolleranza dei finti amanti della libertà, dei figli del pluralismo taroccato, dei cultori dell’ignoranza. Insomma di quell’antifascismo superstizioso che tormenta, paradossi di un’Italia “libera”, perfino le notti del vincitore del premio Strega.
7 commenti su “Scrivere di Mussolini, vincere il Premio Strega e passare notti da incubo. Non è un Paese normale”
ANCHE DE FELICE FU CRITICATO DAI SINISTRATI PER LA SUA MONUMENTALE OPERA SUL DUCE E SUL FASCISMO IN DIECI VOLUMI (IO L’HO ACQUISTATA TUTTA COL BONUS DOCENTI….MI E’ COSTATA 400 EURO) SOLO PERCHE’ ERA UN’OPERA OBIETTIVA CHE METTEVA IN RISALTO ANCHE GLI ASPETTI POSITIVI DEL VENTENNIO.
Purtroppo Scurati non ha capito molto di politica, cioè del dramma costituito dal governo dei popolo. Lasciando da parte il fascismo, di cui è impossibile parlare obiettivamente (chi sono anche leggi che lo impediscono), la fetida palude in cui annaspiamo e in cui deve annaspare anche la figlia di Scurati si deva fatalmente alla corruzione di questo sistema politico occidentale. Viceversa furono possibili regimi non decadenti come quello di Salazar.
Lettera a Quintilio
Quintilio, ombra tra le ombre, parli e sparli di tutto
Preda del mondo , urli contro il mondo,
come uno schiavo contro un padrone troppo saggio o crudele.
Sei la tua eredità, non lasci altro;
parli, giudichi, ti inalberi, lotti credendo di lottare
ma come tutti, sconti la colpa dei tuoi padri
ragazzi senza grazia ne pudore,che, come te,
si sono abituati a tutto ,l’arida pena
del distruggere per non essere distrutti
Insegui lupi e sciacalli, misuri l’orrore
con l’orrore, unica forza che riconosci
e ti guida, il ricatto del bene già calcolato
e misurato che non chiede sforzi ne virtù
Ad ogni momento non si può dire
se in te parla la ferocia o la pietà
falsa di chi accetta il male e lo mette a nudo
senza il dolore necessario di chi sa
di dare agli altri un dolore,
con un cenno zittisci, liquidi chi non è
all’altezza della tua fama
perché chi ti smaschera è un servo od un’idiota
non conosci la fiera innocenza di sentirsi
inutile o smarrito e ciò ti condanna
fa di te ciò che sei, un santo stupido,
un fiacco prodigio, per chi ti acclama e segue
paladini del bene globale
amici e servi del grande capitale
A mio avviso Scurati non ha superato il complesso della pretesa superiorità morale della SX e forse teme di essere messo al bando proprio da quest’ultima. Ha addosso un ancestrale complesso di colpa solo per aver fatto un ritratto storico anche se in forma di romanzo,di un personaggio di cui non si può parlare a meno che non lo si faccia per demonizzarlo o mostrandolo a Piazzale Loreto.
No,non siamo un Paese normale e non lo siamo mai stati,mi sembra del tutto ovvio.
Al Prof. De Felice fu impedito di entrare in aula e fare lezione,se ben ricordo!
Panda è stato coperto di insulti di ogni tipo,ridicolizzato e minacciato fisicamente.
Il tutto per aver osato svelare porcherie,magagne e delitti di appartenenti al PCI e non solo al PCI.
Ma di cosa parliamo? l’Italia è un paese malato e soprattutto inguaribile.
e.c. Pansa.
E’ molto evidente che i conti non sono stati pareggiati bene: dopo la caduta del fascismo la sinistra si è ritagliata un parte che non le spetta; non paga della posizione di ingiusto privilegio ritagliatasi sin dal primo momento, con l’uso, l’abuso e l’idolatria del mito della resistenza; poi con la violenza dei moti di piazza, vanificando gli stessi principi ispiratori della democrazia e della costituzione, e condizionando e annullando le scelte emerse dall’urna; e ancora, non bastandole tutte le posizioni ottenute nello “stato” e nell’informazione, vorrebbe distruggere completamente ciò che è altro da se. Di fatto ha realizzato una dittatura con altro nome; cioè si è incolpata di ibris in un delirio di onnipotenza. Questi ultimi due in particolare, sono segni evidente dell’inizio della sua rovinosa fine.