Giornata internazionale contro la violenza sulle donne… Oggi fanno di tutto perché l’uomo si dimentichi di Dio, in tal modo si perpetrano violenze psicologiche e corporali inaudite… a cominciare dall’assassinio dei bambini in grembo, voluto proprio da quelle femministe in prima linea nella giornata del femminicidio. Col corredo di cattive letture, ricche solo di livore.
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Un tempo (non molto tempo fa), quando l’Italia era cattolica e i parroci al catechismo e dai pulpiti raccontavano fatti e insegnamenti dei santi, la gente era più buona o almeno cercava di esserlo… e se il “cattivo” – in famiglia chiamato «pecora nera» – era in circolazione scattava repentino il controllo sociale, ottimo ausilio sia per difendersi sia per cercare di redimerlo con carità tutta cristiana.
Un tempo (non molto tempo fa) la Chiesa tutta consigliava vivamente di leggere libri spirituali e in particolare la vita dei santi al fine di dare forza e coraggio alle anime. Le persone guardando a quelle esistenze tanto eroiche quanto umili, tanto belle quanto edificanti, potevano avere dei modelli di riferimento e dei protettori per la loro vita: sottolineiamo vita e non susseguirsi di esperienze e di emozioni.
Un tempo (non molto tempo fa), quando l’Italia era cattolica, esistevano i vespri, le processioni, le feste religiose, ovvero giornate speciali in cui il protagonista, degno di adorazione, era il Dio Uno e Trino, oppure protagonisti, degni di venerazione erano la Madonna e i Santi… Oggi, invece, esistono le giornate internazionali (promosse dalle lobby occidentali) dedicate a qualcosa, un qualcosa che torna comodo all’attuale dittatura relativista e radicale. Tutto prende il colore, nella giornata dedicata a…, del tema prescelto, perché la gente va “educata”. Ultimo esempio ieri: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Una pletora di libri dedicati a questa tematica sta inondando librerie e bookshop sul Web. «Una donna su tre, durante l’arco della propria vita, viene stuprata o subisce violenza» recitava la presentazione della campagna di sensibilizzazione One Billion Rising nel 2013, lanciata dalla drammaturga e sceneggiatrice statunitense Eve Ensler, personaggio più che discutibile e autrice del V-Day contro la violenza sulle donne.
Scrive «Panorama»: «Il termine “femminicidio” per qualcuno può anche sembrare riduttivo, come se l’utilizzo specifico della parola possa sottodimensionare la gravità dell’atto a un livello inferiore all’omicidio tout court. Ma la specifica, al contrario, serve per comprendere meglio la pericolosa diffusione del fenomeno, spesso mascherato da luoghi comuni difficili da sradicare» e l’articolo prosegue suggerendo cinque turpi libri Ferite a morte di Serena Dandini (Rizzoli), AA.VV. Questo non è amore (Marsilio), Mia per sempre di Cinzia Tani (Mondadori), Trauma di Camilla Grebe e Åsa Träff (Piemme), Regina nera. La giustizia di Mila di Matteo Strukul (e/o edizoni): http://www.panorama.it/cultura/libri/violenza-sulle-donne-cinque-libri/
La letteratura cristiana ha ben altri libri da consigliare… uno fra tutti vorremmo qui ricordare Le confessioni di Sant’Agostino, pagine nelle quali sia donne che uomini potranno trovare ristoro bonificante e costruttivo per sé e per gli altri.
«Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi», questo l’incipit de Le confessioni. Oggi fanno di tutto perché l’uomo si dimentichi di Dio, in tal modo si perpetrano violenze psicologiche e corporali inaudite… a cominciare dall’assassinio dei bambini in grembo, voluto proprio da quelle femministe in prima linea nella giornata del femminicidio. Uno sterminio senza precedenti nella storia dell’umanità. Si è imposta la cultura della morte, che arma madri e padri contro i propri figli innocenti: violenza genera violenza e le persone, chiamate alla famiglia monogamica secondo i disegni del Creatore, non hanno più pace e dalla spirale perversa che si crea escono altri omicidi, questa volta sugli adulti non innocenti. D’altra parte è sufficiente fare una statistica cinematografica e di filmografia televisiva per accorgersi quanta violenza e quanta pornografia vengono propinate, atteggiamenti morbosamente appetibili per una società che si scrolla la coscienza di dosso.
Pietra miliare, considerata opera fondamentale del movimento femminista è senza dubbio Le deuxième Sexe (Il secondo sesso). Il testo, che indubbiamente incita l’odio delle donne nei confronti degli uomini, uscì a Parigi nel 1949 (Gallimard editore) e giunse in Italia nel 1961 (il Saggiatore). L’autrice, Simone de Beauvoir, con velleità scientifiche scriveva postulati illogici e pieni di livore: «Donne non si nasce, lo si diventa, Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo; è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamano donna». Quelle idee, piene di bile e rabbia, hanno prodotto la rivoluzione sessuale del Sessantotto. Tuttavia le femministe non sono contente di essersi guadagnata “la libertà”, non sono soddisfatte della loro emancipazione: sono uscite di casa per andare a lavorare, rendendosi economicamente autonome, in tal modo la frustrazione dell’ “esistenza da casalinga” è cessata; ma è subentrata la frustrazione dell’essere considerate solo mogli e madri, che per di più hanno un secondo lavoro, fuori casa… e il divertimento? Hanno iniziato a scalpitare: la promiscuità sugli ambienti di lavoro ha favorito i tradimenti e con essi i divorzi, cresciuti di anno in anno.
Illudendosi, però, che non esistano differenze fra donne e uomini, le femministe hanno ignorato e continuano ad ignorare che sessualità maschile e sessualità femminile sono assai diverse fra di loro, e a seconda dei comportamenti, più o meno casti – a cominciare da come ci si veste -, si verificano effetti direttamente ad essi proporzionali. Non è complicato, è molto semplice. Una volta (ma non troppo tempo fa) le nostre buone mamme, a differenza di quelle che già negli anni Settanta mettevano nella borsetta delle figlie la pillola, dicevano: «vuoi essere rispettata? Fatti rispettare! Sarai contenta tu e il tuo fidanzato». Così si arrivava al sacramento del matrimonio puliti davanti a Dio, a posto con se stessi e sereni nei reciproci rispetti: lei nei confronti di lui e lui nei confronti di lei. Un rispetto che proseguiva nel tempo, dove i sentimenti venivano solidificati dalla serietà delle persone. Così il mistero dell’amore prendeva una piega non solo carnale, ma spirituale e la fedeltà era il mirabile pegno fra i coniugi, corroborato dalla fedeltà ai disegni divini.
«Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità» sentenziava Simone De Beauvoir, esponente dell’esistenzialismo e compagna di Jean-Paul Sartre. Le femministe come lei hanno contribuito a svirilizzare e ad effeminare la nostra civiltà. Anche nella Chiesa è cresciuto il numero degli omosessuali. Le eredi della scrittrice francese che oggi lamentano il virilismo della gelosia e del sentimento della possessività – proprie dell’uomo – quando si riappacificheranno con loro stesse? Una loro conversione permetterebbe un riequilibrio sociale, in un armonico rispetto dei reali ruoli femminili e maschili.
Oggi molte donne credono che sia possibile usare e gettare gli uomini come niente fosse (ricordate quando sulle piazze gridavano di non voler essere considerate «donne oggetto»?). Lo fanno con i propri mariti o compagni, con i quali sono magari divenute madri. L’innamoramento, dicono, passa, così, per dare sapore alla grigia esistenza occorre innamorarsi di nuovo… questa cultura esasperatamente femminista ha portato lontano, molto lontano, dove i bambini vivono spesso a metà, divisi fra padre, madre, amante dell’uno e/o dell’altra. Nuclei allargati dove i compiti materni e paterni sono saltati e con essi la stabilità affettiva e psichica della prole.
Invece di adoperarsi per la giornata del femminicidio, occorrerebbe riappropriarsi dei valori familiari. L’educazione cristiana, quando funziona, è un deterrente eccezionale per salvaguardare l’incolumità di anime e di corpi, sia di donne che di uomini. Ma la saggezza è considerata un’acerrima nemica in questi orridi tempi di scarpe rosse a spillo, scarpe che un tempo (ma non troppo tempo fa) le indossavano soltanto le prostitute.
12 commenti su “Scriptorium – Recensioni. Rubrica quindicinale di Cristina Siccardi”
Grazie, Sig.ra Siccardi ! Leggere queste considerazioni, fatte da una donna, nella giornata dedicata all’ennesima “verità” ereticalmente parziale (che si vuol imporre come verità assoluta), ci rasserena l’animo.
Ho celebrato da poco il 50° anniversario di matrimonio e devo la grazia di questo evento, vissuto in un clima di amore sempre più intenso con mia moglie, prima di tutto al Signore e poi a quella donna eccezionale che fu mia suocera. A lei devo l’altrettanto eccezionale educazione impartita a sua figlia; un’educazione che ha fatto sì che nel nostro matrimonio i ruoli non fossero specularmente invertiti sia sul piano sociale che sessuale.
Di nuovo tante grazie.
Italo Amitrano
La cosa peggiore è, che la chiesa di ultima generazione si è accodata “toutcourt” a questo circo mediatico, senza il benchè minimo esame critico di quanto si stà propagandando, infatti anche il Papa ieri si è accodato al trenino in partenza dal primo binario morto !. E chissà quanto ancora dovremmo subire queste purghe politicamente correte.
Davvero quando c’era il Duce la famiglia e la maternità erano ancora considerate sacre ed inviolabili sotto tutti gli aspetti!
Lei ha tratteggiato uno stupendo e preciso ritratto di questa società decaduta. Bellissimo articolo, splendida analisi, giusta riflessione.
Grazie
Concordo.
Saranno anche vittima di crimini, ma i sei milioni di bimbi uccisi in Italia dal 1974, sono stati uccisi prima di tutto dalle madri ossia da donne.
Sono quindi solo vittime, le donne?
Forse innanzi ad un uomo di un quintale, ma davanti ad una tenera vita…
Sfido chiunque a contraddirmi.
Bravissima, Dottoressa Cristina! Condivido tutto e credo che sono certamente la sua sensibilità e la sua dolce femminilità supportate da una fede inattaccabile e profonda che le fanno fare certe considerazioni piene di senso e di saggezza. La donna moderna, imbottita di ideologia, coi suoi atteggiamenti, con la moda provocante, con un linguaggio che spesso è da bettola (fa impressione imbattersi in ragazze che dicono parolacce con la più sfacciata naturalezza), col rifiuto del privilegio più bello che il Creatore ha pensato per lei, da se stessa si è infilata in un vicolo cieco. Le sarà difficile uscirne in questi tempi in cui il nulla spadroneggia e non si volge più lo sguardo al cielo; guarda caso, proprio ciò che in particolare, proprio le donne di una volta, con la loro fede e il santo timor di Dio sapevano fare e insegnavano a fare.
Concordo..grazie ..quando il Signore verrà …troverà ancora la fede sulla terra? Spero nella sua misericordia …e anche sulla possibilità della nostra conversione.
“Eppure questa donna brillante e volitiva divenne la schiava di Sartre quasi fin dal primo incontro,e tale riimase per il resto della vita fino alla morte di lui.Gli fu amante,moglie,cuoca ed amministratrice,guardia del corpo ed infermiera,senza mai acquisire diritti legali ed economici…..la tradiva scopertamente.Negli annali della letteratura sono pochi i casi di un simile sfruttamento della donna da parte dell’uomo.La cosa è tanto più sorprendente perché Simone de Beauvoir non era una donna qualunque,bensì una femminista convinta.
…….Insomma la Beauvoir è stata l’antesignana del movimento femminista e dovrebbe a buon diritto esserne la santa patrona.Eppure,nella sua vita privata,è venuta meno a tutti i suoi prencìpi.”
Paul Johnson
GLI INTELLETTUALI
Giuseppe
Per quanto mi riguarda, sposo totalmente la concezione latino-romana di UOMO. I nostri padri avevano due termini per definire Uomo: uno era Homo, da humus, richiamante la telluricità, la bassezza, tutto ciò che Roma vedeva e considerava come obbrobrio; e Vir, che non ha nulla da condividere con la normale propensione sessuale. La radice di Virtus, cioè magnanimità, sobrietà, onore, semplicità, parsimonia, onestà, compiere il proprio dovere senza pretendere nulla in cambio (la parabola dei servi inutili del Vangelo). Insomma, una dimensione concreta e spirituale che implicava una totale dedizione in nome di valori assoluti. Oggi diremmo una ‘schiena dritta’. Cristo Gesù ebbe un rapporto stupendo con i romani e con Roma, lo si evince dalla Scrittura, come anche i discepoli. Credo che solo un Vir possa non solo rispettare incondizionatamente la donna ma ricevere da ella un compimento definitivo. San Paolo lo capì benissimo e lo scrisse in modo chiaro. Il femminismo è solo un aspetto della violazione del Logos.
Una donna che abbocca alle diaboliche fantasticherie partorite dalla massoneria giudaica – alias, la chiesa di lucifero – altro destino non ha se non quello di diventare una femminista tossica DISPERATA. Come avviene, terribilmente, con i tossico-dipendenti, bassissimi sono i valori di reversibilità della loro condizione. Per quanto responsabili della loro incontestabile “libera scelta”, sono anch’esse vittime quanto lo sono i loro bambini abortiti in nome dell’utopica loro libertà femminista.
Facciamo noi tutti spesso l’errore di mancare l’identificazione dei responsabili “primari” di questa immane tragedia. Auguriamoci di essere in futuro più allerti a non ripetere mai più questo errore perchè, nel perpetuarlo, noi siamo di fatto, seppure inconsapevolmente, corresponsabili di questo e di tutti i disastri umani e sociali.
Non ultimo quello della nostra Chiesa Cattolica la cui voce – e reazione – ad oltre 50 anni dall’OCCUPAZIONE massonica del Concilio Vaticano II – resta ancora SILENTE!
Vergognosamente silente!
Grazie Dr.ssa Siccardi, splendido il suo articolo,ha colto nel segno.
La passeggiata che le femministe ( io le chiamo maschi travestiti) si sono fatte ieri a RM, è solo una ridicola parodia di se stesse: di quando sflilavano per dire che “l’utero è mio”
C’erano pure ( a passeggiare) 4 poveri uomini che gli facevano da spalla…che squallore,come al solito la cultura sinistrosa atea NON ha MAI capito NULLA di cosa voglia dire coppia fondata sull’Amore per Cristo.