Redazione
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Saronno è un comune in provincia di Varese; all’ultimo censimento ha registrato 39.419 abitanti. Non è certo una metropoli; difficilmente quello che succede a Saronno, come in tante altre cittadine, può avere una risonanza nazionale. E invece è ancora una volta una piccola città che ci fornisce pillole di speranza, testimonianze del fatto che il buon senso, la dignità, la capacità di ragionare, non sono ancora morti.
Finché resistono queste isole di civiltà possiamo sperare che il fenomeno divenga salutarmente contagioso e altre comunità esprimano politici seri, che anziché accodarsi al conformismo dilagante, omosessualista e distruttivo, agiscano realmente a difesa della pubblica salute, materiale ma soprattutto morale e intellettuale.
Con piacere pubblichiamo quindi il testo della mozione contro la teoria gender nelle scuole, presentata ieri in Consiglio comunale a Saronno, votata dalla maggioranza costituita da Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale e Lega contro la minoranza costituita da PD, Movimento cinquestelle e lista civica Tu@saronno.
Ringraziamo l’amico Alfonso Indelicato, Consigliere comunale per Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale, che ci ha inviato il testo della mozione.
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Al Sindaco di Saronno
Sig. Alessandro Fagioli
Al Presidente del Consiglio Comunale di Saronno
Sig. Raffaele Fagioli
MOZIONE COMUNALE DEL 24. 11. 2015
Premesso che:
- La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio (Cost. art. 29);
- alla famiglia compete il diritto-dovere dell’educazione e dell’istruzione della prole, come da art. 30: ”È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”;
- Tale diritto-dovere si rinviene tra l’altro, all’interno della legislazione scolastica, nel P.R. n. 235 del 21 novembre 2007 art. 3 co. 1(“Contestualmente all’iscrizione alla singola istituzione scolastica, e’ richiesta la sottoscrizione da parte dei genitori e degli studenti di un Patto educativo di corresponsabilità, finalizzato a definire in maniera dettagliata e condivisa diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma, studenti e famiglie”);
considerato che:
- La legge 107 del 13 luglio 2015, comunemente richiamata come “Buona scuola” recita al comma 16: ” Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119”;
- tale testo si presta di per se stesso a introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado iniziative extracurriculari ispirate alla teoria gender;
- l’articolo 5, comma 2, del decreto-legge14 agosto 2013, n. 93 ivi richiamato, con riferimento al “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” dichiara fra le altre la seguente finalità: “(…) promuovere l’educazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere nell’ambito dei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, al fine di sensibilizzare, informare, formare gli studenti e prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo” (sottolineature dell’estensore);
- anche i segnalati passaggi testuali suscitano allarme in ordine a possibili iniziative extracurriculari parimenti ispirate alla teoria gender;
- La Circolare del MIUR n. 1972 del 15.09.2015, emanata, come da oggetto, per fornire “Chiarimenti e riferimenti normativi a supporto dell’art. 1 comma 16 Legge 107/2015”, pur negando esplicitamente la possibilità di inserimento all’interno dei POF della “cosiddetta” (l’espressione è nel testo) “Teoria del gender” (il virgolettato è nel testo), in realtà afferma ciò che presume negare;
- tra i riferimenti normativi richiamati nella detta circolare si trova infatti citata la L. 128/2013 la quale all’art. 16 lett. D dispone lo stanziamento della cifra di 10.000.000 di euro destinati tra l’altro “all’aumento delle competenze relative all’educazione all’affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 5 del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119”;
- l’espressione “stereotipi di genere” è emblematica e rivelatrice della teoria gender, poiché presuppone che l’essere uomo o donna sia una condizione avulsa dalla base fisiologica e determinata da condizioni socioculturali nonché affidata alla soggettiva opzione del singolo;
considerato altresì
- la pervicacia e la pervasività con le quali uffici ed agenzie, anche costituiti presso istituzioni dello Stato, conducono la loro azione intesa ad introdurre nelle scuole la teoria gender (leggasi ad esempio il seguente passaggio testuale tratto da pag. 20 della “Strategia nazionale LGBT” pubblicata dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri: “(…) Ma dietro gli episodi di bullismo omofobico e transfobico vi sono altri problemi, quali quelli legati a una cultura che prevede soltanto una visione eteronormativa e modelli di sessualità e norme di genere. Le tematiche LGBT trovano spazi marginali nelle aule scolastiche, o sono relegate a momenti extra curriculari; gli insegnanti ed educatori sono a loro volta disinformati e impreparati ad affrontare questi temi. In questa prospettiva è di particolare importanza il ruolo della scuola e degli insegnanti nel cambiare e modificare attitudini e comportamenti specifici, nell’educare al rispetto delle differenze, che non sono soltanto quelle culturali o di provenienza geografica, nel rimuovere ogni forma di intolleranza, violenza, pregiudizio o discriminazione”.
- i numerosi casi in cui – spesso disattendendo i passaggi formali previsti dalla normativa scolastica, quindi in assenza di consultazione ed assenso dei genitori e degli stessi docenti degli allievi interessati – sono stati introdotti in istituti scolastici di ogni ordine e grado progetti extracurriculari ispirati alla teoria gender, a volta corredati da manuali di conseguente tenore,
- la circostanza che tali progetti sono anche indirizzati ad alunni della scuola primaria e perfino della scuola dell’infanzia, dove con tutta evidenza la giovanissima età impedisce l’esercizio di spirito critico e rende indifesi di fronte a possibili azioni di persuasione e indottrinamento, oltretutto operati durate un segmento di vita in cui il soggetto è particolarmente recettivo e plasmabile (si veda l’opuscolo “Educare alla diversità nella scuola” dedicato alla scuola primaria sempre a cura dell’U.N.A.R.);
tutto ciò premesso e considerato,
pur nel pieno rispetto delle competenze attribuite dalla legge al Dirigente Scolastico, agli Organi Collegiali di Istituto nonché del principio della libertà di insegnamento garantito da Cost. art. 33, i firmatari della presente mozione impegnano codesta Spett. Amministrazione:
- ad indirizzare ai Sigg. Dirigenti Scolastici ed ai Sigg. Docenti degli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, statali come parificati, siti nel Comune di Saronno, una raccomandazione a considerare quanto l’eventuale diffusione della teoria gender nelle scuole di loro competenza sarebbe portatrice presso gli alunni e gli studenti di profondi confusione e sconcerto, essendo essa oggettivamente contrastante con dati antropologici naturali e non manipolabili;
- a rispettosamente sollecitare i Sigg. Dirigenti Scolastici affinché, nell’ambito dei poteri di indirizzo rispetto al Piano dell’Offerta Formativa introdotti dalla L. 107, evitino ogni indicazione che possa costituire occasione di ingresso di progetti ispirati alla detta teoria;
- a chiedere ai medesimi, nel caso in cui le istituzioni deliberino con le formalità di legge l’introduzione di progetti extracurriculari, coincidenti o non coincidenti con l’orario ordinario di lezione, ispirati alla teoria gender o questa richiamanti, che ne sia data informazione alle famiglie preventivamente alla loro attuazione, affinché queste possano manifestare assenso o rifiuto, e a quest’ultimo consegua per gli alunni la possibilità di fruizione di lezioni alternative o di uno spazio scolastico sorvegliato;
- a chiedere altresì che, in caso di studenti maggiorenni, sia loro demandata la possibilità di scegliere se partecipare o meno alle dette lezioni.
8 commenti su “Saronno. Un’altra voce di libertà contro la dittatura del gender”
E ora, i sostenitori dell’ “inesistente” teoria gender ricominceranno a frignare? E perché i consiglieri comunali del PD, del movimento cinquestelle e di lista civica si sono opposti, se quella teoria “non esiste”?
Certo, i sinistri sinistroidi ricominceranno a frignare! Mi sembra già di sentirli con la solita lagna lamentosa contro la destra “razzista, xenofoba, intollerante, bla-bla, bla-bla, bla-bla…”. …e i loro cuginetti catto-comunisti che fanno e faranno ancora le acrobazie per far conciliare il loro professarsi “cattolici” con il loro stare dalla parte di chi sostiene la teoria gender… ma non solo, perché per loro l’imbarazzo (ammesso che sappiano ancora arrossire, almeno nella coscienza) si ripresenta anche riguardo l’aborto, l’eutanasia, e tutte le altre malthusiane “conquiste civili” tanto care alla sinistra e sostenute dai “signori miei” del renziano PD!
Nelle cosiddette scuole “cattoliche” paritarie di Saronno, ma presumo in qualsiasi altro posto d’Italia, fra i testi fatti leggere da cosiddette “suore”-prof alle fanciulle sedicenni, figurano edificanti titoli tipo “Dammi mille baci. Veri uomini e vere donne nell’antica Roma” -autrice l’ufficiale al merito (!?!) Eva Cantarella- , un compendio pornografico e mistificatorio che ritrae la civiltà romana e classica attraverso le scritte oscene dei cessi e dei postriboli di allora e del meglio del repertorio omoerotico del tempo. Ciò ad esempio ed edificazione delle giovani fanciulle “cattoliche”. Di cosa ci meravigliamo? L’unica cosa di cui dovremmo meravigliarci è che i genitori cattolici mandino i propri figli a scuole paritarie “cattoliche” credendole cattoliche; anzi, che li mandino a scuola tout court! L’educazione parentale(home schooling)presso istitutori fidati è l’unico rimedio in questi tempi distopici di tirannia luciferina,affinché i figli non vengano corrotti e plasmati da…
Diego…quelli sono come quelle persone che ci dicono ogni giorno “Io non credo in Dio”…e io rispondo sempre: ok, dici che non ci credi, ma la tua è comunque una affermazione, cioè sai che Dio esiste ma che tu non ci credi!!! rimangono sempre di stucco quando gli si risponde così…
Ottima risposta: coloro che negano Dio, cercano di convincere soprattutto loro stessi!
I VERI atei a Dio non ci pensano neppure, non cercano più di negarlo: la negazione (soprattutto se esternata in modo continuo ed ossessivo) è la prima fase dell’ateismo, fase nella quale SI VORREBBE non credere ma, come minimo a livello inconscio, si crede ancora!
In effetti di Eva Cantarella(bella penna,questo sì)molte cose non le condivido e non approvo(apprezzo invece molto gli scritti di suo padre Raffaele Cantarella,filologo di ispirazione cattolica);ricordo poi _molti anni fa_un intervento della stessa al Maurizio Costanzo Show che “gelo'”la sala,con l’idea che la cultura Cristiana avrebbe censurato i classici…Detto questo,faccio presente che quel titolo viene da Catullo,poeta a volte licenzioso,ma comunque grande,che è sempre stato studiato a scuolacome altri poeti _fra l’altro_d’amore e tanti classici latini e greci(e nell’originale,da tradurre,a volte anche da imparare a memoria…eh,che ricordi!)che non mi pare abbiano avuto cattiva influenza sugli studenti.Se per qualche “scabrosita’”ci scappava la risatina maliziosa significava pur sempre un approccio sano senza morbosità; ee in fondo l’erotismo può essere arte,la pornografia no,qui sta la differenza.Insomma,gliAutori latini e greci vanno studiati certo…cum grano salis!
La ringrazio di aver difeso catullo e la sua bellissima lirica
Ma infatti qui non si sta parlando delle liriche del sommo poeta Catullo, il titolo del summenzionato testo è uno specchietto per le allodole; il sottotitolo “vere donne e veri uomini nell’antica Roma” lascia invece intravedere molto di più le intenzioni dell’autrice, come chiunque può constatare leggendo libro. Il fatto discutibile è il messaggio veicolato e il linguaggio da latrina che si usa per farlo, estrapolato dal peggio del poeta e che nulla a che fare con il vero lirismo dello stesso. L’autrice seleziona il peggio della romanità, stravolgendolo, per far passare il messaggio che in fondo l’omosessualità e altre pratiche perverse sono sempre esistite e perciò ipso facto legittime; invece per ciò che attiene al meglio dei valori degli antichi,questi sono rottami di epoche buie che la modernità deve superare!E’ questo che trovo personalmente discutibile: che in una scuola”cattolica”si facciano leggere testi che oscurano ogni bellezza e valore della classicità per pervertire i giovani,non…