Robert Hugh Benson (1871-1914), figlio di un pastore anglicano divenuto arcivescovo di Canterbury, è stato un romanziere inglese che divenne inizialmente diacono nel clero anglicano ed attraverso una tormentata vita spirituale condotta alla ricerca della Verità, passando attraverso un ordine contemplativo della Chiesa d’Inghilterra (Comunità della Casa della Resurrezione), approdò alla Chiesa Cattolica Romana, che lo accolse e lo consacrò sacerdote nel 1904 nella basilica di San Silvestro a Roma. Furono le encicliche di Leone XIII, in particolare l’Apostolicae Curae e l’insegnamento del Beato Cardinale Newman, oltre ad altre vicende personali, come l’imbattersi sorprendentemente in una chiesetta cattolica a Luxor in Egitto, che lo fecero ulteriormente riflettere sul carattere davvero universale (e non solo nazionale) della Chiesa Cattolica.
Nonostante la breve vita (Benson si spense prematuramente all’ età di 43 anni per problemi cardiaci), egli scrisse altri libri, dei quali faremo ampia menzione in seguito. Nel romanzo Il padrone del mondo, che rese celebre il sacerdote-scrittore nel mondo, Benson paventò l’avvento dell’Anticristo (modellato nel personaggio di Giuliano Felsemburgh) non raffigurandolo con sembianze diaboliche ma, al contrario, proponendolo come un ingannatore messaggero di pace in un mondo dove le guerre, le malattie, il dolore erano stati progressivamente cancellati dalla scienza(non solo medica) con il trionfo dei valori umani e l’allontanamento dalla via salvifica costituita da Gesù Cristo e dalla Chiesa.
Drammatico e sconvolgente rimane a tutt’oggi l’interrogativo che, nel romanzo, il Santo Padre (Silvestro III) pone a Padre Franklin: “Che cosa è avvenuto, che cosa avviene, che cosa avverrà e che cosa si dovrebbe fare?” a cui risponde accoratamente il sacerdote, con le prime ed ultime cose da farsi: “La Messa, la preghiera e il Santo rosario”. Benson era solito indicare una via per portare i fratelli, soprattutto quelli più lontani, a Cristo e quella via era Maria ed il luogo era Lourdes.
Bisognava costituire, seguendo sempre le parole di Padre Franklin in risposta agli interrogativi del Papa, “un ordine di pazzi: pazzi di amore, pronti a tutte le battaglie, fino al martirio. Come Gesù”.
“Tutte le cose in Gesù Cristo: in Gesù Cristo, ora e sempre!”.
Benson ebbe modo di apprezzare San Pio X e fece proprio il suo motto Instaurare omnia in Cristo.
In un altro romanzo utopico L’alba di tutto, scritto da Robert Hugh Benson nel 1911, il sacerdote-scrittore inglese volle rassicurare un poco i lettori ipotizzando l’avvento di un mondo in cui Cristo trionfa. Nella prefazione al romanzo, che Benson scrisse a Roma nella Quaresima del 1911, l’Autore prende le distanze da certo moralismo (che non appartiene allo scrittore) per precisare lo scopo della sua critica, dicendo testualmente: “Nessun tempo può essere critico per i cattolici, dato che i cattolici non hanno mai alcun dubbio sul fatto che la loro parte vincerà”.
Benson credeva che ogni periodo storico recava in sé il conflitto di due forze non conciliabili: il Bene ed il Male. Lo smemorato Monsignor Masterman, segretario del Cardinale Bellairs, nell’incontro con un autorevole membro del governo (Mr. Manners), ha modo di conoscere come il mondo, ora apparentemente cristianizzato, abbia potuto superare l’irrilevanza della presenza pubblica dei cattolici.
Ecco le parole molto significative di Mr. Manners: “Ci fu un tempo in cui gli uomini cercarono di trattare la Religione come se fosse un compartimento della vita, invece del fondamento complessivo della vita di tutti e di ciascuno”.
Ribadendo il miglioramento dello stato sociale, Benson fa dire ancora a Mr. Manners: “Il Socialista vide chiaramente i diritti della Società; l’Anarchico vide i diritti dell’Individuo. Come dunque sarebbero stati riconciliati questi? La Chiesa s’inserì in quel punto cruciale e rispose, attraverso la Famiglia, domestica e religiosa”. Sembrerebbe un mondo cristiano ideale e desiderabile, tanto più che gli uomini (citando ancora l’opera) si trovarono, ancora una volta, a guardare il volto sereno e sorridente del Cattolicesimo. Viene però svelato il paradossale e intelligente inghippo nei pensieri di Mons. Masterman con le suggestive ed intense parole: “La croce era stata scaricata dalla Chiesa e messa sulle spalle del mondo” snaturandone l’essenza, poiché “la caratteristica divina del Cristianesimo è l’esser pronti a soffrire piuttosto che ad infliggere sofferenza”.
Un mondo che, sta qui il severo monito di Benson, anche se cristiano di nome, sembrava brutale nella natura; brutale com’erano gli imperi pagani, ma senza la scusante della loro ignoranza e passione. Nell’utopia di un mondo in cui Cristo trionfa era sembrato a Benson di trovare in ciò una negazione dell’essenziale dottrina cristiana poiché il “successo” cristiano può avvenire solo attraverso la sconfitta ed il trionfo con la Croce.
Merita ricordare ora il romanzo storico Con quale autorità? del 1904, con il quale Robert Hugh Benson descrive lo scenario succeduto allo scisma di Enrico VIII, ambientato nell’Inghilterra del 1569. A causa della nuova religione (anglicana) lo scrittore ci mostra il dramma vissuto in due famiglie dello stesso paese, Great Keynes, dapprima cattoliche e poi combattute da diversi sentimenti, in ragione del riconoscersi devoti a Roma (papisti) o della regina Elisabetta.
Stupenda è la caratterizzazione di un personaggio femminile, Mary Corbet, cattolica, dama di corte della regina Elisabetta. Messa a contatto con l’impoverimento spirituale e liturgico del reverendo anglicano Dent, Mary Corbet denuncerà con sarcasmo quel degrado: “Che aspetto triste ha quella piccola nicchia! Suppongo che la statuetta della Vergine sia in pezzi in qualche letamaio. Certo, signore, non può essere la stessa religione, visto che hanno ridotto in frantumi la statua della Madonna … M’accorgo pure che adesso in luogo dell’altare hanno una bellissima tavola … Anche Cristo in croce è sparito? Ma in nome di Dio, che cosa rimane allora? … Ma in che cosa crede lei, signor Dent?”.
Ciò che mancava, fa dire Benson a un altro personaggio, era il principio di autorità perdutosi col rifiuto del papato. Un altro personaggio femminile, Isabel Norris, ri-convertitasi al Cattolicesimo attraverso la catechesi di una suora ridotta allo stato laicale, Margaret Torridon, il cui ordine religioso fu soppresso dopo l’Atto di Supremazia del 1559, illustra il disordine che regnava nella chiesa anglicana: “Alcuni per ricevere le sacre specie si inginocchiavano devotamente, altri rimanevano seduti e altri invece lo ricevevano in piedi … alcuni erano seduti e discorrevano fra di loro, altri guardavano in giro come se fossero stati a un pubblico divertimento”.
L’apice espressivo del sentimento di trascuratezza della nuova religione viene magistralmente descritta da Benson nella figura di Hubert Maxwell, prima cattolico e poi anglicano, il quale commenta: “Sullo scaffale non c’erano più i libri di devozione … ma l’unico che si avvicinasse a un libro religioso era quello di un mistico botanico, il quale in modo strano e ingegnoso identificava le piante con la virtù. Anche l’inginocchiatoio era sparito, e al suo posto stava adesso un armadio”.
Non senza ironia, Benson fa esclamare a Hubert Maxwell: “Per chi ho rigettato questa fede tramandata di generazione in generazione, e che mio padre mi ha lasciato come la più preziosa delle eredità?”. Il romanzo storico Con quale autorità? ha il pregio di darci un prezioso affresco storico con le vicende dell’Invincibile Armada spagnola e Sir Francis Drake, della regina Elisabetta e di Maria Stuarda, dei cristiani torturati e martirizzati (in particolare la vicenda del martirio del gesuita Campion).
Non solo, l’Autore ci mostra, come nel già menzionato Padrone del mondo, che il nostro urgente compito è quello di predicare la carità come profeti e, come re, avere la croce sul nostro trono.