Riflessioni per la politica dei cattolici
Tre avvenimenti di interesse politico culturale hanno caratterizzato lo scorso fine settimana: l’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i laici, l’Assemblea nazionale del PD e il Convegno dell’UDC a Todi per il lancio del nuovo partito della Nazione.
In Vaticano Papa Benedetto XVI ha riconfermato la necessità di “ politici autenticamente cristiani” in un’epoca in cui “relativismo e individualismo favoriscono il dominio dei poteri forti”.
Un’ indicazione netta per un’assemblea che aveva come tema: “Testimoni di Cristo nella comunità politica”.
Citando un passo della Gaudium et spes, il Papa ha ribadito che la missione della Chiesa è quella di “ dare il suo giudizio morale anche su cose che riguardano l’ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e della salvezza delle anime….., utilizzando tutti e solo quei mezzi che sono conformi al Vangelo e al bene di tutti, secondo la diversità dei tempi e delle situazioni”
Sottolineato come “il Vangelo è garanzia di libertà e messaggio di liberazione; che i principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa, quali la dignità della persona umana, la sussidiarietà e la solidarietà, sono di grande attualità e valore per la promozione di nuove vie di sviluppo al servizio di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”, Papa Benedetto XVI ha chiaramente indicato che: “ compete ancora ai fedeli laici partecipare attivamente alla vita politica, in modo sempre coerente con gli insegnamenti della Chiesa”.
Ho riflettuto a lungo su queste parole del Papa, mentre le agenzie battevano quanto stava accadendo, quasi nelle stesse ore, alla nuova Fiera di Roma, dove si svolgeva l’assemblea nazionale del PD e a Todi, dove gli amici dell’UDC, dopo l’azzeramento degli organi dirigenti, celebravano, con la conclusione dell’esperienza di quel partito, l’avvio di una nuova fase verso il partito della Nazione.
Di una “nuova fase” aveva anche parlato Massimo D’Alema nel suo intervento all’assemblea del PD. L’ennesima nuova fase di un partito in grave crisi di leadership e di strategia, alla ricerca di un rinnovato contatto con la realtà di base da cui far emergere le nuove proposte per la prossima legislatura.
Assemblea di transizione, dunque, quella del Partito Democratico, nel quale, superate le divisioni sull’interpretazione del regolamento in merito a primarie e norme per la selezione dei candidati, non sono mancate le solite dissonanti valutazioni della “pasionaria di Sinalunga”, On Bindi, nei confronti dell’ex ministro Fioroni, che reclamava indicazioni precise del partito sulla grave situazione economica e finanziaria internazionale e sui suoi riflessi per l’Italia. Indicazioni che non sono pervenute. Di fatto, rinviate a quando si conosceranno le decisioni del governo con la manovra finanziaria annunciata ; un governo verso il quale si continua a gestire una tattica di mera contestazione episodica, senza indicazioni strategiche di prospettiva.
Unica nota stonata l’infelice espressione utilizzata dal povero Bersani contro la ministra Gelmini, indegna per un leader del partito che ha nella sua storia, esponenti del calibro di Togliatti, Longo, Natta e Berlinguer.
Valutando quando stava accadendo all’assemblea del PD e in contemporanea al convegno dell’UDC a Todi, consideravo quanto sta verificandosi per molti cattolici di ispirazione popolare e democratico cristiana in questa fase della vita politica italiana. Lasciando ai superstiti ex popolari ancora presenti nel PD il compito di adeguare sui valori non negoziabili, i loro comportamenti e le loro scelte alle indicazioni pastorali pontificie, ero, soprattutto, interessato a cogliere i fatti nuovi che stavano emergendo nell’UDC.
A Todi, si è preso atto della conclusione di una lunga e sofferta fase della vita del partito e, intanto, si fa appello ad un nuovo governo di salute pubblica o, quanto meno, ad un rinnovato rapporto tra maggioranza e opposizione per affrontare insieme la grave crisi economico finanziaria. In realtà, con molto realismo, ci si sta preparando alla nuova situazione che si porrà al termine, se e quando avverrà, dell’esperienza quasi ventennale dell’età berlusconiana
Tema al quale non siamo indifferenti e che cercheremo di sviluppare compiutamente in una prossima nota.
Per ora ci limitiamo a sottolineare che guardiamo con molto interesse alla ripresa di positivi rapporti di governo in realtà come il Lazio, la Campania e la Calabria tra il Pdl e l’UDC e continuiamo a lavorare affinché, dall’interno e dall’esterno del Pdl, si ricerchino tutte le occasioni per ricostruire l’unità tra quanti si riconoscono nei valori sturziani e degasperiani, declinati secondo le indicazioni pastorali della “Caritas in veritate” e si ritrovano insieme nel gruppo parlamentare e nell’organizzazione internazionale del PPE. La presenza congiunta di Formigoni e di Pezzotta all’assemblea plenaria del pontificio consiglio dei laici è un buon segno che ci lascia ben sperare. Se possiamo dare un consiglio agli amici dell’UDC: non abbandonate il glorioso simbolo dello scudo crociato a noi ancora assai caro, considerando quanto, con puntuale saggezza, ha sottolineato Ciriaco De Mita a Todi: quel simbolo rappresenta la memoria e senza memoria non c’è futuro.
Don Chisciotte, Radioformigoni, 24 maggio 2010