RECENSIONI
Alberto Rosselli, “Islam nazismo fascismo Storia di un’intesa ideologica e strategica che avrebbe potuto modificare l’assetto geopolitico mediorientale e euroasiatico”, Solfanelli, Chieti,www.edizionisolfanelli.it, 2010, 150 pagine, euro 12.
Di Piero Vassallo
Si conoscono solo tre categorie di storici: i giallisti faziosi ed elucubranti, i cattedratici magniloquenti e servili, e gli scrittori, che, rinunciando agli stilemi della vana e oscurante erudizione, divulgano le nozioni vere e nuove, che hanno faticosamente strappato alle biblioteche fumose e ai monumentali archivi.
I giallisti producono centoni per il consumo fantasticante delle sette ideologiche. I cattedratici fanno uscire fumi incomprensibili dal cappello a cilindro, in cui giace l’atteggiamento sussiegoso ma servile nei confronti dell’opinione al potere. I divulgatori colti, invece, attuano la felice estrazione e la comprensibile scrittura delle notizie certe, che ora sono nascoste nei documenti ufficiali, ora addomesticate dai memoriali ora gonfiate e affumicate dai libri accademici.
Solo i divulgatori colti, pertanto, appartengono alla ristretta categoria degli storici propriamente detti, cioè obiettivi e comprensibili.
Alberto Rosselli ad esempio. Prima di mettere mano alla macchina da scrivere consulta i libroni giacenti nelle collezioni dell’illeggibile, li libera dalla polvere accademica e dalle croste spocchiose, li confronta e ne estrae le verità compatibili con i documenti consultati scrupolosamente.
Infine scrive con lo stile agile e sobrio, che è adatto a produrre un discorso accessibile al lettore medio, propone saggi rispettosi delle verità diffuse a macchia nell’indigesta mole dei documenti d’archivio e nelle cronache verbose.
La puntuale ricostruzione delle ragioni dell’alleanza che si stabilì tra la politica nazista e fascista e l’insorgenza islamica, opera uscita in questi giorni dai torchi dall’editore Marco Solfanelli in Chieti, ad esempio, è il risultato della faticosa consultazione dei documenti emersi dagli archivi tedeschi, italiani, americani, inglesi, francesi, israeliani, serbi, croati ed ex-sovietici e dalla lettura critica della conflittuale biblioteca sull’argomento.
Il merito di Rosselli è la esatta ricostruzione delle idee che mossero i nazisti e gli islamici del Medio Oriente ad un’alleanza finalizzata alla rivolta contro gli anglo-francesi e contro gli immigrati ebrei. Il collante di un’amicizia fra due culture diverse per temperamento e per storia, e per giunta fanatizzate dalla presunzione della propria superiorità, fu infatti l’odio cieco e furente contro gli ebrei. L’antisemitismo facilitò un patto tra tedeschi e arabi mediorientali finalizzato a suscitare e a far trionfare la rivolta – la guerra santa – degli islamici contro i colonialisti francesi e inglesi. Finalità che non alterava le mire espansionistiche della Germania nazista, mire che non erano rivolte alle terre colonizzate dagli europei.
Più cauto fu l’atteggiamento dell’Italia fascista, non indenne dall’orgoglio nazionalistico ma estranea al torbido misticismo soggiacente alla mitologia razzista. Oltre tutto l’Italia doveva difendere il potere instaurato in tre importanti aree musulmane: la Libia, la Somalia e l’Eritrea.
Molto interessante è la biografia del Gran Mufti di Gerusalemme, Muhammad Amin al-Husayni, che Rosselli ha aggiornato, per un verso eliminando le leggende inventate dal giornalismo metropolitano per l’altro ricostruendo fatti dimenticati o censurati dai buonisti, ad esempio l’appartenenza del Mufti alla ristretta cerchia dei collaboratori di Adolf Eichman e la sua aperta condivisione del piano per lo sterminio degli ebrei. Notizie che consigliano l’applicazione di un ragionevole freno agli slanci ecumenici indirizzati alle mitezze palestinesi.
Curiosa è infine la storia della solidarietà e degli aiuti strategici ottenuti da un parente ed estimatore di Husayni, Yasser Arafat. Consigliato e istigato da Husayni, Arafat decise di arruolare diversi membri delle SS e della Gestapo, mediante un’operazione di “sdoganamento” che fu attuata grazie alla collaborazione dei sovietici.
I brevi cenni di cui sopra dimostrano la qualità di un saggio che si raccomanda a coloro che desiderano esplorare gli oscuri retroscena della questione palestinese.
]]>