Oggi le bombe sulla Libia e l’attacco alla Grecia, come allora, hanno un effetto: rafforzare il dollaro
Il conflitto in Iugoslavia distrasse dall’addio tragico alla lira
di Piero Laporta da ItaliaOggi – Gruppo Class
Neppure l’esecuzione di Osama ben Laden aveva risollevato il dollaro in caduta. Che fare? Der Spiegel, corazzata dell’editoria tedesca, spara: la Grecia molla Ue ed euro; ritorna la dracma svalutata del 30%. È una bufala, ma il danno è fatto: l’euro scende sul dollaro.
È finita? No.
Standard & Poor’s, che non si accorse dei bond argentini e cercò di fregare la Fiat mentre Sergio Marchionne acquistava Chrysler, abbassa il rating sul debito greco a lungo termine.
L’apparente astensione della Germania dall’aggressione alla Libia è come quando frantumarono la Iugoslavia: i tedeschi tenevano la cassa da spartire con la banda dei complici, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e i loro manutengoli nelle amministrazioni governative di qua e di là in Europa.
Marzo 1992. Morto Salvo Lima, parte la speculazione contro la lira. La Banca d’Italia brucerà 60mila miliardi di lire. Dove finiscono? La sensazione è che non pochi acquistano e rivendono marchi fino a tenersene una buona quantità in tasca. Depositatisi i fumi di Capaci e via D’Amelio, insediatasi la nuova classe dirigente, presenta il conto agli italiani.
4 settembre 1992. Il tasso ufficiale di sconto è 15%, il marco vale 765,40 lire. Giuliano Amato dichiara che l’Italia, d’accordo con Bruxelles, non svaluta. Dopo una settimana la lira svaluta del 3,5%. Il marco è a 802,488 lire; in due giorni il marco è quota 814,90. Ancora due giorni e il governo con 93.000 miliardi di tasse e tagli vara la Finanziaria 1993: è il sangue degli italiani, tranne naturalmente quelli che sapevano a marzo del 1992. Dopo pochi giorni la lira tocca il minimo storico sul marco a 940; il dollaro sale a 1.300.
Così entrammo nell’euro. Ricordate la soddisfazione di Romano Prodi, Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi? Chi aveva i risparmi in marchi, magari fin dal 1992, ebbe un Euro per ogni Marco. Voi, stupidi italiani all’euro siete arrivati con le lirette, avete pagato 1900 lire ogni euro, cioè il doppio dei furbi.
Nel frattempo le materie prime raddoppiavano, gli stipendi si dimezzavano e vi siete ritrovati con un reddito ridotto da un minimo del 50% fino anche l’80%, rispetto a quando vi pagavano in lire. Le pensioni di fame, la disoccupazione, le fabbriche chiuse, i vecchi con la testa nei cassonetti della spazzatura: tutto cominciò fra marzo 1992 e settembre 1993, quando, a lira svalutata, svendemmo tutta l’industria di stato.
I dettagli? Chiedeteli a Romano Prodi, Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi. Come avete fatto a non accorgervene, italiani, sempre così accorti? Molto semplice. C’era la guerra in Iugoslavia, poi ci si mise pure il terrorismo, non quello classico ma quello della mafia, e Der Spigel, ma anche la libera stampa italiana, la Rai, i ricattabili del comunismo, persino i guitti del cinema che adesso vogliono i vostri soldi, tutti insieme con la banca d’affari Goldmann & Sachs e Standard & Poor’s a martellare la lira e la prima repubblica.
Quando si dice la coincidenza! È più o meno quello che sta accadendo ai greci: la guerra in Libia e l’esecuzione di quel birbante di Osama fanno distrarre un po’ tutti, mentre la Germania e le banche d’affari bastonano Atene per comperarsi a due lire le isole, le aziende ittiche e quelle turistiche, i risparmi nelle banche, tutto, proprio tutto come facevano i briganti d’un tempo. E come i briganti spartiranno con Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, che combattono il terrorismo e per la democrazia, si sa.