Quattro parole chiare sull’Italia dell’immigrazione

L’Italia sta morendo, e con lei l’Europa; e allo stesso modo sta morendo la fede cattolica. Si
tratta, in primo luogo, di un suicidio: le forze esterne che stanno operando l’aggressione
non sarebbero sufficienti a finire l’opera, se non vi fossero delle potenti forze interne che la
favoriscono, l’affrettano e la benedicono. Nella cabina di regia mondiale, quella tenuta
dalla grande finanza ebrea americana – i Rothschild, i Warburg, i Rockefeller, eccetera –
tutto questo è stato deciso, pianificato, sovvenzionato con scrupolosa esattezza e con
metodica precisione.


Resta da capire cosa ci guadagnino quei milioni di italiani, di europei, di cattolici, i quali si
prestano attivamente al suicidio della loro civiltà e della loro religione: è questa la cosa che
deve essere spiegata al pubblico. Ingenuamente, qualcuno potrebbe pensare che si tratta,
semplicemente, di due diverse e opposte visioni del mondo: da un lato la tradizione, le
radici, la nostalgia del buon tempo antico, dall’altra la globalizzazione, il progresso, la
modernità; ed è ovvio che la vittoria finale spetta alla seconda prospettiva.
Ma per quale ragione milioni di persone, anche se ormai una minoranza, dovrebbero fare il
tifo per la propria scomparsa; perché dovrebbero adoperarsi attivamente affinché
scompaia tutto ciò che i nostri padri, i nostri avi, la nostra civiltà ha prodotto nel corso dei
secoli, e tutto ciò che di buono e costruttivo i nostri genitori e i nostri nonni hanno creato,
non tanto per se stessi, ma per noi e i nostri figli, i loro nipoti? Quale forza misteriosa
spinge milioni di italiani e di europei ad essere così ciechi, così superbi, così unilaterali nel
procedere lungo una strada che favorisce la sottomissione e la distruzione economica del
nostro Paese ai poteri forti della finanza, e, nello stesso tempo, che favorisce in ogni modo
una massiccia invasione di masse africane ed islamiche, del tutto estranee alla nostra
civiltà, del tutto refrattarie a ogni idea d’integrazione, e ben decise, al contrario, a
conquistare l’Europa con la loro forza demografica e, un domani, anche con la loro forza
fisica?


Questa è una cosa che, agli idealisti e a tutte le persone disinteressate e in buona fede,
riesce incomprensibile: le anime belle pensano che tutti siano simili a loro, cioè che
agiscano in base a motivazioni di tipo etico, non certo per motivi di bassa convenienza
personale. E invece la chiave di lettura del fenomeno di questi milioni di persone che fanno
il tifo per la sommersione e la scomparsa dell’Europa, nonché per la sottomissione
volontaria al potere delle grandi banche e delle lobby che nelle banche trovano espressione,
è proprio quella della convenienza personale: anche se molte di quelle persone sono così
stupide, o ciniche, da auto-ingannarsi e da credere esse stesse, almeno fino a un certo
punto, che la ragione delle loro scelte risieda in nobili principi di fratellanza, solidarietà,
inclusione.


Questo stesso discorso vale anche, e a maggior ragione, per quella brutta accozzaglia di
personaggi travestiti da preti cattolici, ma che preti non sono, i quali, abusando del loro
abito e strumentalizzando i loro crocifissi – dei quali peraltro si vergognano e che mostrano
in pubblico il meno possibile, al punto che alcune chiese post-conciliari non recano,
all’esterno, il benché minimo simbolo religioso, neppure una semplice croce, per ostentare
il loro carattere ecumenico e dialogante – si danno a una propaganda incessante,
martellante, ossessiva, per convincere i fedeli di ciò che è inaccettabile e del tutto contrario
al Vangelo: che c’è più merito ad esser peccatori che no; che si hanno più diritti quando si
violano le norme e le leggi, che quando le si rispetta (legge numero uno: non irrompere in
casa d’altri se non sei stato autorizzato a farlo); che i più deboli, veri o presunti tali, hanno
sempre e comunque diritto a un occhio di riguardo, a una corsia preferenziale: ad esempio,
che sinti e rom hanno diritto a una casa a spese del comune o dello Stato, non si sa bene
perché, forse perché i loro bisnonni vennero perseguitati da qualcun altro, e che loro sono
dispensati dal dovere di cercarsi un lavoro e portarsi a casa uno stipendio onestamente
guadagnato, come viene richiesto a tutti gli altri, che però appartengono alla categoria dei

più forti, dei privilegiati, quindi è giusto così, che si aggiornino sul Concilio e capiranno.
I piccoli albergatori meridionali, le cui pensioncine sono fuori mercato e sarebbero senza
clienti, ma che conoscono una nuova vita da quando sono piene di migranti collocati a
spese dello Stato, sono favorevoli alla “solidarietà” e all’”accoglienza” per ragioni
disinteressate e nobilmente umanitarie? I sindaci e gli amministratori di tanti paesi e
paesini, specie del Sud Italia, i quali invocano sempre più immigrati e si propongono da se
stessi come modelli di accoglienza, bontà e inclusione, non certo per rivitalizzare i loro
bilanci in rosso ma perché sono l’espressione dell’Italia migliore, quella solidale e
antirazzista: non hanno altra preoccupazione che quella di far posto a qualsiasi nuovo
venuto, a qualsiasi falso profugo, a qualsiasi fannullone o delinquente che si professa
discriminato perché gay, e ricambia ospitalità e accoglienza stuprando qualche donna o
qualche bambina italiana? I membri delle organizzazioni non governative che gestiscono i
centri di accoglienza, che forniscono un letto e un pasto ai cosiddetti profughi, magari
rifilando loro il cibo dei maiali e trattenendosi il grosso dei finanziamenti statali, agiscono
unicamente per ammirevoli scopi di tipo filantropico? I preti di sinistra che fanno politica
tutto il giorno e che, sicuri del proprio stipendio, predicano agli italiani, compresi cinque
milioni di poveri assoluti, di aggiungere un posto a tavola e mostrarsi generosi con chi è
meno fortunato e viene da lontano, e intanto sparano a zero contro la Lega, contro Salvini e
contro gli italiani egoisti e duri di cuore, sono tutti puri e disinteressati? I professori di
sinistra che invece di far lezione di latino o di matematica portano in classe i profughi,
fanno collette per i profughi, parlano sempre e solo del dovere di accogliere i migranti,
indossano la maglietta rossa e scendono in piazza ogni volta che una nave di
migranti/invasori viene trattenuta qualche ora davanti a un porto, possiedono un animo
più nobile e disinteressato di tutti gli altri lavoratori e padri e madri di famiglia che non
sono d’accordo con una politica di questo genere?


E i magistrati massoni che ipotizzano reati come l’abuso d’ufficio, l’istigazione all’odio
razziale e addirittura il sequestro di persona, ogni volta che un capotreno fa scendere un
migrante senza biglietto e ogni volta che un poliziotto, nel fermare uno spacciatore
nigeriano, oltre a prendersi la sua razione di calci, pugni e morsi, deve pure render conto
d’essere stato brutale e poco caritatevole, sono moralmente migliori del resto della
popolazione italiana, e migliori di quei capitreno e poliziotti che giudicano e condannano a
multe e risarcimenti vari?
E gli amministratori pubblici e i deputati e senatori del PD, quelli che passano il tempo a
escogitare sempre nuovi diritti per le minoranze e sempre nuove vessazioni nei confronti
della maggioranza; quelli che gongolano ed esultano ogni volta che viene approvata una
nuova legge per punire chi non è d’accordo né con l’invasione africana e islamica, né con la
sottomissione alle lobby gay; quelli che, pur non avendo mai lavorato un solo giorno nella
loro vita, si impancano a fari luminosi e modelli di civiltà e di progresso, e bacchettano
milioni di loro concittadini, e si schierano a spada tratta dalla parte dei delinquenti, ogni
volta che un rom o un albanese resta ferito durante una rapina, perché l’inquilino della
casa svaligiata ha osato opporre resistenza, e che denunciano la deriva verso il Far West e
levano alte strida contro la mentalità da sceriffi e da giustizieri di troppe persone: ebbene,
parlano e agiscono così perché il loro cuore è pieno di amore verso gli ultimi, e pieno di
compassione per i poveri?


E potremmo andare avanti per pagine e pagine. Migliaia, milioni di italiani hanno fatto
dell’accoglienza e della solidarietà la loro bandiera e il loro stile di vita, e si ergono a giudici
dei loro compatrioti che la pensano altrimenti: ma davvero a ispirarli sono i nobili
sentimenti che sbandierano tutti i giorni?
Un uccellino ci ha sussurrato come vanno le cose, tanto per fare un esempio, un esempio
fra i mille, nei corsi di lingua italiana per stranieri desiderosi di affrettare l’iter per
l’ottenimento della cittadinanza. Ci ha descritto come procede il professore in questione,
quali argomenti tratta, e ci ha mostrato il libro di testo, le schede, le fotocopie che adopera
in vista dell’esame che deve certificare la loro buona conoscenza della nostra lingua. È

emerso un quadro desolante di politicizzazione sfacciata, di propaganda mondialista
spacciata per attività didattica, di sciatteria e pressapochismo uniti a velleità progressiste a
spese dello Stato; e ci siamo chiesti cosa ci sia di etico, cosa ci sia di accettabile nell’attività
di professori che prendono uno stipendio per incitare gli stranieri a restare ignoranti delle
tradizioni del nostro Paese, ma a essere informati, in compenso, di tutto ciò che hanno
detto e fatto i profeti del Mondo Nuovo voluto dai signori del politicamente corretto.
Professori svogliati e fannulloni, che fanno assenze frequenti e ciattano in aula, col
telefonino, tutto il tempo, dopo aver distribuito le loro fotocopie ed essersi rifiutati di
rispondere alle domande dei frequentatori del corso, con la scusa che devono provare a far
da soli; professori che, per insegnare la lingua e la grammatica italiana a quelle persone,
non sanno far di meglio che presentare loro testi di medicina, di biologia, di sociologia, fitti
di parole scientifiche che gli stessi italiani adoperano raramente e che, spesso, non
conoscono affatto; professori che a fine mese prenderanno comunque il loro bravo
stipendio, pagati dalla comunità, e per i quali più stranieri arrivano in Italia e meglio è, così
i loro posti di lavoro non saranno mai a rischio e loro potranno seguitare una vita
comodissima, fatta di poco lavoro mal fatto e, nello stesso tempo, riempita dell’orgoglio di
essere progressisti, accoglienti, molto più aperti e generosi dei loro rozzi e stupidi
compatrioti che votano Lega o Fratelli d’Italia.


E si badi che queste categorie di persone sono pur sempre quelle dei gradini più bassi,
quelle che, nel grande business dell’accoglienza, guadagnano di meno, giusto la pagnotta
per vivere. Ma che dire dei giornalisti di grido, delle Gruber che sono invitate al Bilderberg,
dei Fazio che guadagnano quasi nove milioni di euro in quattro anni (nove milioni di euro!,
una cifra difficile persino da immaginare) per trasmissioni come Che tempo che fa, dove si
predica a tutto spiano il verbo della santa accoglienza e si rimproverano aspramente
gl’italiani cattivi che vi si oppongono, per egoismo e ignoranza.
Ecco: come sarebbe bello se una gigantesca e santa scopa ci liberasse di tutta questa inutile
genia, di questi parassiti di alto e basso bordo, di tutti questi signori e signorini e signorine
che predicano, cinguettano, starnazzano da mane a sera per dirci come dovremmo essere,
cosa dovremmo pensare, per chi dovremmo votare, dall’alto dei loro pulpiti sicuri e ben
retribuiti, mentre milioni di italiani impoveriti, rapinati, derubati, impauriti, stuprati,
taglieggiati, assediati nelle loro case e nei loro quartieri degradati, devono inchinarsi
davanti alla loro saggezza e rendere lode alla loro grande umanità.


Voi, per esempio, lo sapevate che il 2 giugno non è la festa della Repubblica (di Pulcinella)
ma la festa dei migranti, dei profughi, dei rom, dei sinti e degli omosessuali ingiustamente
discriminati? No…? Non lo sapevate? E che bisogna tagliare le spese alle forze armate,
umiliare gli uomini e le donne in uniforme per poter aggiungere posti a tavola per
chiunque voglia venire dall’Africa in Italia, e per mantenerlo gratis almeno un paio d’anni,
in attesa che, se non risulterà avere diritto allo status di profugo, possa tranquillamente
passare in clandestinità, spacciare e delinquere a piacere, visto che, come ha sentenziato
un certo magistrato, non avendo altre fonti di reddito, bisogna capire se vive
commerciando eroina?


E poi, bisogna pur pagare lo stipendio ai professori dei corsi di lingua italiana, ai preti che
s’improvvisano ristoratori e pizzaioli per sfamare i poveri migranti, ai sindaci e alle
amministrazioni del PD che accolgono più stranieri possibile e che si propongono quali
modelli di un’Italia futura multietnica e multiculturale, naturalmente più inclusiva e più
civile. E le cooperative di sinistra, e le o.n.g. che mandano le navi a far servizio taxi fin sulle
coste della Libia, e gli albergatori fuori mercato, e le aziende che forniscono il cibo e il
materiale per allestire l’accoglienza, i letti, le mense, le docce, i servizi igienici, le coperte, le
lenzuola e tutto il resto?


Altro che lotta contro il debito pubblico! Se si cominciasse da qui: se si tagliassero gli
stipendi e le commesse a tutto questo carrozzone speculativo che ha la sfrontatezza di
spacciarsi per umanitario; se si facessero pagare i 320.000 euro di bollette dell’energia
elettrica al cardinale Krajewski e al signore travestito di bianco che lo ha mandato e che,

come al solito, ha scagliato il sasso e nascosto la mano; se i fedeli cattolici smettessero di
versare l’otto per mille a una “chiesa” che si dice cattolica, ma che cattolica non è, semmai è
la sinagoga di Satana, piena zeppa di cardinali pervertiti e di vescovi arruffoni, politicanti e
frammassoni, nonché di preti chiacchieroni e senza fede, che non parlano mai di Dio e non
esortano mai alla conversione e alla preghiera, ma spacciano la moneta falsa di un
“vangelo” che non è affatto quello di Gesù Cristo, ma una versione rivista e aggiornata, in
senso turbo-capitalista, del Capitale di Marx (strano connubio; ma i gesuiti, a simili
alchimie, ci sono abituati…), ebbene, è certo che le casse dello Stato comincerebbero a
rimpinguarsi.
Ma, cosa ancor più importante, è certo che la piovra dei parassiti di professione che soffoca
il Paese e costringe i giovani migliori a espatriare in cerca di lavoro, con le loro brave lauree
nella valigia, comincerebbe ad allentare i suoi tentacoli. E allora, forse, l’Italia inizierà a
essere un Paese normale.

Su gentile concessione dell’Autore: accademianuovaitalia.it

3 commenti su “Quattro parole chiare sull’Italia dell’immigrazione”

  1. Salvini riesce ad arginare un po’ l’invasione, ma ha contro tutti i poteri forti ben descritti in questo articolo (giornali,vaticano,massoneria,sinistra,magistratura)…ci vorrebbe un governo altrettanto forte composto solo da Lega e Fratelli d’Italia che quindi non litigasse ogni giorno ma agisse con decisione in tutti i campi.

  2. Magari fosse! Ma diluvi o tsunami non distinguono tra cristiani veri o falsi! Alternative?
    Fare fronte comune e conquistare un metro per volta. Tra cinquant’anni in Italia la maggioranza sarà di musulmani ebrei e neocatecumenali. Allora potremmo silenziare i sinistri di oggi.

  3. sono pienamente d’accordo con Camerata; purtroppo, come diceva la mia saggia nonna:cento galli a cantare nn fà mai giorno”.
    Ci vorrebbe SOLO al comando Salvini e Fratelli, fuori quel ceramizzato di Berlusca.

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