Abbiamo tenuto i figli a casa da scuola per motivi di sopravvivenza della specie.
Siamo famiglie unite dal desiderio di tenere insieme alcuni principi fondamentali, nella crescita dei figli, che fino a 70 anni fa erano condivisi dalla maggior parte delle persone. Questi principi appartengono tutti alla sfera del buon senso comune, oggi via di estinzione: l’educazione al vero, al giusto, al bene e al bello; la crescita secondo ragione retta e coscienza desta, che propizi la libertà di pensiero; la cultura secondo realtà e verità e non secondo ideologia, per un principio normativo del reale.
In questo senso la famiglia non può che essere protagonista assoluta dell’educazione e l’insegnante non può che rappresentare un autorevole e affidabile riferimento cui tutti, secondo appunto buon senso, ci si appoggi con fiducia e rispetto. Ma non basta. Occorre uno slancio affettivo da parte di tutti, vocazionale, direi, su cui poggiare i rapporti.
Nella società del tecnicismo radicale e nella scuola – come stretta conseguenza – questo è venuto a mancare. Per chi non è nuovo a questi argomenti si tratta di Rivoluzione. Un processo di antiche origini che nella storia dell’uomo ha corroso inizialmente i cardini della chiesa con il luteranesimo, dello stato in una seconda fase con la Rivoluzione francese, per arrivare alla famiglia nel ’68 e attaccando, oggi, la vita e l’individuo con il genderismo e l’eutanasia e molto altro.
L’avversario ha operato pedestremente nella storia per minare una sola cosa con tutte le altre: l’autorità.
Noi abbiamo scelto l’educazione parentale perché oggi questo sembra essere l’unico modo per assicurare ai giovani una crescita valoriale, in un’apertura di pensiero che superi il materialismo della nostra epoca e perché tutto ciò avvenga nel gruppo dei pari, luogo del confronto e della maturazione, al riparo dai conformismi ideologici e consumistici di questo tempo.
Per questi motivi non sarà difficile capire che, come famiglie cattoliche, non apparteniamo affatto a quella schiera di homeschooler che contestano alla scuola qualunque tipo di autorità, di default.
Noi crediamo nella scuola e la amiamo nella sua concezione più alta e più nobile. Crediamo nell’autorità dell’insegnante, quando questa lavora in conformità con i valori fondanti della civiltà cristiana orientati al riconoscimento della verità, alla legge naturale e ai principi evangelici. Questa bella immagine non è solo un idealismo. Una scuola così può ancora nascere e crescere quando sono le famiglie veramente cristiane, come corpo intermedio, a promuoverla.
Se i fatti di cronaca continuano incessantemente a sfornare notizie di insegnati aggrediti verbalmente e fisicamente dai genitori non ci si può che riagganciare alle premesse storiche accennate sopra: l’unica autorità sono IO, tutto è lecito, tutto è diritto, tutto è capovolto.
Da questo quadro, dove a decostruire l’autorità di Dio, della figura paterna, degli insegnanti siamo noi che abbiamo abbracciato le leggi del mondo e della rivoluzione, i bambini ne escono a pezzi e senza armi per ricostruirsi. Uomini senza anima, pieni di sé, arroganti e violenti, pronti all’ira e facili alla menzogna, schiavi dei propri peggiori istinti.
Orchi che avranno in mano il mondo e i suoi figli.
Nelle nostre piccole aggregazioni parentali le regole auree, applicate non senza qualche piccola fatica, sono la preghiera, l’amore, l’obbedienza, la calma, la ricerca della vera felicità ma anche l’accettazione delle prime piccole sofferenze e difficoltà, in offerta e in unione con Nostro Signore.
A lode e gloria di Dio!
10 commenti su “Perchè l’educazione parentale cattolica – di Nili Santoro”
Grazie di questa testimonianza.
Ieri a mia figlia, 3a media, è arrivata (dall’insegnante di motoria) la richiesta di imparare il balletto eseguito al link sottostante.
https://youtu.be/txlXnZZCZMA
Oltre all’assenza di bellezza e al tono aggressivo, che secondo me disturbano qualsiasi personalità equilibrata, vi scorgo volgarità ed elementi di oscenità non casuali.
Ho provato a protestare ma oggi mia figlia ha raccontato che il balletto piace a tutte le sue compagne di classe.
Questo è l’ennesimo episodio che mi spinge a valutare seriamente la possibilità di attuare l’educazione parentale.
Saluti.
Michele
Sicuramente è quanto di meno adatto ad una ragazzina di 13 anni…. non posso che comprenderLa appieno.
Potrebbe consolarsi comunque, per quanto può servire, pensando che sento che ai nostri adolescenti viene inculcato anche di decisamente peggio di questo balletto (se possiamo chiamarlo così….).
A costo di sembrarVi blasfemo, quando vedo gli istupidimenti ai quali sono soggetti i nostri ragazzi oggigiorno, posso affermare che fortunatamente non ho figli.
Grazie della solidarietà!
Sono d’accordo che avrei dovuto usale le virgolette, nel definire “balletto” quella porcheria.
Questo è solo un aspetto di un bombardamento che colpisce anche altri settori della vita (quelli più bersagliati concernono il razzismo e l’accoglienza).
Comunque, proprio stasera ho avuto notizia di altre due famiglie che hanno espresso dissenso per l’iniziativa, probabilmente allertate dal mio esempio. Speriamo bene!
Coraggio allora! Non bastano che due famiglie. Usate ogni mezzo lecito per incontrarvi e iniziate! Ammetto che per la fascia di età della scuola media è tutto molto più impegnativo che per la scuola elementare, ma l’idea di far scendere un figlio all’inferno deve muoverci a ogni costo! Saluti
Grazie!
Grazie per la testimonianza! Esiste un network di persone che fanno educazione parentale cattolica?
Stiamo lavorando per questo. Non è ancora definitivo ma può provare ad andare su http://www.parentalicattoliche.it. Lì troverà articoli e le mail per scriverci. A presto!
Grazie! Pensavo che potrebbe essere carino creare ad esempio una pagina facebook, in modo da potersi conoscere, fare rete, scambiarsi idee.. Noi abbiamo i bimbi ancora alla materna, ma non penso li manderemo alla primaria.. Ci piacerebbe non sentirci soli e condividere il cammino con altre famiglie cattoliche, anche per i bambini.. Anche la parrocchia qui è un disastro.. insieme ad altri, anche a distanza, sarebbe tutto più bello e semplice!
Ci sono alcune considerazioni da fare, riguardo FB, di cui preferisco parlare in privato. Mi scriva dal sito alla sezione Torino e così potremo conoscerci. Grazie!
Mi ha particolarmente colpito questa frase: ‘Questi principi appartengono tutti alla sfera del buon senso comune….’.
Dopo una fase della mia vita vissuta in totale contrapposizione al cristianesimo; ancora da non credente convinto, non posso che rendermi pienamente conto di come in questa religione (non quella di papa Bergoglio, intendiamoci) incarni appieno tutti gli aspetti del diritto naturale che dovrebbero essere patrimonio di ogni uomo civile, praticante o meno.