Di Piero Vassallo
Nel numero 335 della rivista “Cristianità” (gennaio-marzo 2010), Massimo Introvigne ha pubblicato un robusto ed esauriente saggio sul pensiero e l’azione di Jean Ousset (1914-1994), che fu fondatore e animatore del movimento controrivoluzionario “Cité Catholique”.
L’attività di Ousset ebbe inizio negli anni Trenta con la partecipazione all’attività dell’Action Française di Charles Maurras. Durante l’occupazione tedesca della Francia, Ousset, collaborò con il governo del maresciallo Philippe Pétain e tuttavia non fece mistero di un’avversione all’ideologia nazista evidentemente ispirata dalle tesi di Henri Massis sulla Germania quale fomite delle suggestioni neopagane.
In ragione del suo dichiarato anti-nazismo, Ousset fu risparmiato dai tribunali dell’epurazione e, nel dopoguerra, diventò protagonista delle più importanti e contrastate iniziative finalizzate all’affermazione dei princìpi della destra cattolica.
La vicenda di Ousset riassume la tormentata storia dei rapporti tra l’animosa minoranza dei cattolici anti-moderni e la maggioranza, in cammino al seguito della cometa progressista .
La storia delle iniziative di Ousset, infatti, dimostra che l’insuccesso delle destre cattoliche, oltre che dagli ostacoli costituiti dalle illusioni diffuse dal clero modernizzante, fu causato dalla scelta di legare la buona causa ai rappresentanti di un passato irrevocabile, quali erano i discendenti delle famiglie reali di Francia.
L’insuccesso delle iniziative politiche non diminuisce il valore della critica di Ousset al pensiero moderno. Critica esposta in un saggio del 1959, “Pour qu’Il règne”, scritto per proporre una strategia culturale e politica conforme alla previsione (diffusa negli ambienti dell’avanguardia cattolica dagli scritti del card. Siri e di padre Meinvielle) della metamorfosi gnostica della filosofia moderna.
Nonostante l’insuccesso pratico, il pensiero di Ousset costituisce un valido esempio di strategia tradizionale. Forse il modello più intelligente fra quelli elaborati nella seconda metà del Novecento. Come tale va studiato e approfondito, cominciando dalla lettura dell’eccellente saggio di Introvigne.