Sventola il rosso in quel di Spagna, ma non è il drappo del torero, bensì la porpora cardinalizia che tenta di trascinare nella triste arena del politicamente corretto, nientemeno che la Vergine Maria.
È uno di quei giorni che ti prende la malinconia che fino a sera e non ti lascia più. Era l’attacco di una canzone di Ornella Vanoni scritta da Giorgio Calabrese all’inizio degli anni 70. Il refrain ci risuona insistente quando, forse per farci del male, studiamo con più attenzione le notizie dal mondo. Quante se ne imparano di cose che si preferirebbe ignorare. E invece no, bisogna bere il calice amaro sino all’ultima goccia. Innanzitutto, siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di organizzazioni che diffondono la cosiddetta genitorialità condivisa. Ne parleremo, ma il sobbalzo più grande, la malinconia più profonda ci ha colto apprendendo che in Spagna, il prossimo 8 marzo si svolgerà in Spagna uno sciopero delle donne promosso da alcuni collettivi femministi. Niente di serio, a prima vista, se non fosse che, oltre all’appoggio di qualche partito di sinistra, la protesta è entusiasticamente sostenuta dal cardinale arcivescovo di Madrid, monsignor Carlos Osoro.
Il presule ha testualmente scritto, a proposito delle scioperanti: “Bisogna difendere i loro diritti. Lo farebbe anche, e lo fa già, la Santissima Vergine Maria”. Non vogliamo incorrere in blasfemia, ma ci sembra la prima volta che la madre di Gesù è ridotta a patrona di un’iniziativa di questo tipo. Magari il cardinale proporrà la costruzione di un santuario intitolato alla Madonna dello Sciopero. La manifestazione delle Erinni madrilene ha vari punti, una sorta di sette opere di misericordia corporale rovesciate: non portare i figli a scuola; non stirare, lavare e stendere; non preparare il pranzo; non prendersi cura dei malati, non recarsi con i familiari nelle strutture sanitarie e ospedaliere per cure o esami. Sant’Anna sussulterà di vergogna.
Noi non ci iscriviamo al partito di chi, per valutare i fatti del mondo, si chiede che cosa farebbe Gesù – l’acronimo americano diffuso dagli evangelici è WWJD, what would Jesus do. Il Salvatore non prende partito nelle misere dispute umane, soprattutto non deve essere invocato come testimonial delle posizioni a noi gradite. Tuttavia, qualcosa va pur detto. Il cardinale Osoro non ignora il programma delle gentili signore in agitazione, che riportiamo brevemente per conoscenza. Dopo aver ribadito l’assenso all’aborto libero e gratuito dai 16 anni di età garantito dalla legge della una volta cattolicissima Spagna, esigono che si faciliti la procreazione assistita, specie per lesbiche, invertiti e transessuali. Si battono per “un’educazione laica che superi la prospettiva di genere libera da stereotipi eteropatriarcali”.
Che cosa significhi concretamente eteropatriarcali non lo sappiamo, poco pratici del lessico dei sotterranei progressisti frequentati dalle nuove amiche di Sua Eminenza, impegnate “a sovvertire l’ordine del mondo razzista” e, appunto, eteropatriarcale, né ci è chiaro se sarebbe loro gradito un ordine omopatriarcale. Sappiamo però che esigono (queste distinte signore esigono sempre…) “un’educazione scolastica affettivo- sessuale che promuova il piacere sessuale e l’autoconoscenza del corpo” (l’ora di masturbazione? n.d.r.). Pretendono altresì “che si accolgano tutti i modelli di famiglia educando alla diversità”.
Valuti ciascuno se un cardinale può trovarsi dalla stessa parte delle femministe radicali della villa e corte di Madrid, le quali concludono il loro appello con “un grido transfrontaliero e transculturale”. Anche in questo caso, non chiedeteci il significato delle parole oscure: troppo avanti loro, troppo ignoranti noi. Ci basta sospettare di quel prefisso ambiguo trans: oltre, al di là. Certo lascia sgomenti la scelta di Osoro, primate della Chiesa iberica, responsabile della nostra malinconia odierna.
Attraverso di lui e le sue protette, abbiamo imparato cose nuove, ma restano scolpite le parole di un mistico spagnolo, San Giovanni della Croce: la scienza aumenta e si rimane senza sapere. Aumenta anche la sofferenza, come sapeva l’Ecclesiaste. Approfondendo le questioni, tra Italia e Spagna ci siamo addentrati, accennavamo all’inizio, nel mondo incantato della genitorialità condivisa.
Si tratta di una corrente di pensiero tesa a oltrepassare (trans…) l’antiquato concetto di un padre e una madre per ogni bimbo. Preso atto che gay, lesbiche e più in generale uomini e donne nemici del matrimonio e della stessa convivenza desiderano però avere figli, appositi siti a pagamento (c’est l’argent qui fait la guerre) mettono in contatto chi vuol mettere a disposizione le ovaie, l’utero o il seme, orrenda conquista della gig economy il mestiere di venditore di sperma, forse con partita Iva. La novità è che altri volonterosi si prestano invece a diventare “genitori di supporto”, una specie di madri o padri bis o ter, se le parole antiche hanno ancora corso nella cittadella dei genitori 1, 2, 3.
Intanto registriamo l’indignazione progressista nonché politicamente corretta contro lo stato civile torinese oscurantista che ha rifiutato la registrazione di una coppia di gemellini figli – mi scusi il lettore se uso la terminologia arcaica- di due (!!!) omosessuali che hanno utilizzato all’estero la rivoltante pratica dell’utero in affitto. Tranquilli, troveranno una soluzione postmoderna e non eteropatriarcale. Il consiglio del cardinale Osoro sarà prezioso.
In tema di procreazione innaturale è infatti vigente in Spagna il metodo Ropa, caldamente consigliato dai fautori della genitorialità condivisa. La sigla significa recepciòn ovocitos de la pareja (coppia) e permette che una donna accolga nel proprio utero l’embrione ottenuto in seguito alla fecondazione in vitro di una seconda donatrice di ovuli. Il padre, è, come dire, a piacere. La tecnica è contenuta in una legge del 2016, votata sotto il governo del Partito Popolare di estrazione cattolica, lo stesso che aveva promesso, tornando al potere dopo le devastazioni di Zapatero, di rendere meno permissiva la legge sull’aborto senza mai portare in parlamento alcun progetto di legge della specie.
Laggiù e da noi non desta turbamento tanto l’iniziativa atea, femminista, laicista e transumanista, quanto il silenzio e spesso l’acquiescenza dell’ultima agenzia di senso morale rimasta, la Chiesa cattolica. Attestata unicamente sul bastione dell’accoglienza, impegnata ad “ascoltare” sempre le ragioni di chiunque senza esprimere giudizi, ha dimenticato di essere depositaria della verità rivelata attraverso la parola di Dio e la Tradizione, nonché il dovere di difenderla e diffonderla. L’apostolato, già derubricato a semplice proselitismo, è giudicato una sciocchezza da chi sta molto in alto, mentre la dottrina viene dimenticata a favore di un generico umanitarismo. La parola Dio non è pervenuta, come la temperatura di qualche remota località alpina.
Chi ci difenderà dal nichilismo antiumano imperante? L’impegno tenace di alcuni, la preghiera e soprattutto, la certezza che qualcuno, molto più in alto del portone di bronzo, alla fine scioglierà i cuori. Davvero, diventa essenziale la volontà di pregare nostro Signore e la Vergine, che, con buona pace del cardinale Osoro, non sarà mai la patrona del disgustoso carnevale vetero femminista ed anti eteropatriarcale.
11 commenti su “Nostra Signora dello Sciopero – di Roberto Pecchioli”
Papi, cardinalli, vescovi conciliari, dediti alla rincorsa del mondo, immersi nell’ideologìa dell’immanenza in cui ardiscono coinvolgere pure la Vergine Maria! Il tanto vituperato Alessandro VI, Papa Borgia, seppur di costumi corrotti, non si permise mai di stravolgere o cancellare il dogma a giustificazione della propria disonesta condotta,contrariamente a quesi moderni pastori che grondano misericordia e impegno, ma che non si peritano di inquinare le coscienze dei fedeli propinando loro una dottrina marcia e velenosa! Quo usque tandem Domine?
E’ vero, ci resta solo la preghiera, ché la situazione è troppo grave e ingarbugliata, i peccati enormi e i sacrilegi e le blasfemie innumerevoli. La Madonna (pur tanto offesa e privata ogni giorno di più delle lodi a Lei dovute) abbia pietà di noi.
Proprio venerdì scorso mi hanno apostrofato in questo modo: “C…o Emanuele! Gesù non è morto per i giusti integrali conoscitori della legge che si salvano da soli! E’morto per le p…..e i froci i caghini (sinonimo di gay) i ladri i ruffiani per i migranti che arrivano nei barconi puzzolenti”. Mi è stato dato del fariseo, del dottorismo, mi è stato detto di non usare la dottrina. Indovinate da chi? Da un “cattolico” praticante! Sapete perché? Perché ho sostenuto che il matrimonio è solo tra uomo e donna, la famiglia è quella formata tra uomo e donna, che i rapporti omosessuali sono sterili per natura. Mi è stato anche detto che non dovevo offendere il sentimento, l’affetto di coppia tra omossessuali. Che, per conseguenza, anche i matrimoni senza figli non erano matrimoni e i coniugi non formavano quindi una famiglia, come io sostenevo per gli omosessuali. Chi mi ha apostrofato in questo modo ha ricevuto il plauso di altre persone atee e miscredenti per loro stessa ammissione.
Questi sono i cattolici cresciuti a Vaticano II e bergoglismo.
No, caro Emanuele, questi non sono cattolici, e nemmeno cristiani, sono gli aderenti (più o meno consapevoli, sicuramente ingannati dal maligno e dai suoi, Bergolio & C.) della fasla chiesa vatcansecondista, ua diabolica contraffazione (gnostica e massonica) della vera Chiesa di NSGC, che adesso è nella diaspora, perseguitata e inseguita da lupi rapaci. a questi finti cattolici possiamo solo dire VADE RETRO SATANA, ANATEMA !
Verissima l’osservazione del prof. Pranzetti. Nessun papa del passato, nemmeno il più moralmente corrotto, è arrivato a tanto: a piegare la fede a somiglianza della sua depravazione.
Caro Emanuele. come disse Gesù? “Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. E’ questa la dolorosa verità a cui il moderno clero preferiisce il plauso del mondo.
Di fronte a queste notizie mi prende una infinita tristezza e stanchezza, mi sembra di avere 120 anni e di avere vissuto abbastanza. Che DIO ci aiuti e ci dia la forza di resistere. PREGHIAMO, PREGHIAMO, PREGHIAMO!
Carissimo Roberto Pecchioli, mi creda, io conosco due sacerdoti focolarini, italiani, che sostengono e diffondono le più “avanzate” teorie LGBT, da lei descritte; fan sfegatati del sig. Bergolio, giustificano tutto con la parola magica “misericordia”, riscuotendo un grande successo tra i fedeli delle loro parrocchie. Per preservare la mia fede cattolica e la serenità della mia anima, non li frequento più, da oltre quattro anni.
Purtroppo anch’io o dovuto disertare le parrocchie ed i sacerdoti, anche quelli con cui ero in amicizia da lunghi anni. Preti ultraottantenni, più anziani di me, quindi sicuramente catechizzati, cresimati e comunicati da sacerdoti cattolici preconciliari, che difendono a spada tratta il “pro omnibus” (invece del “pro multis”), che farfugliano di salvezza e misericordia per tutti, “a prescindere”, direbbe Totò, dall’accennare al pentimento, al ravvedimento, al cambiamento di vita; che chiudono il discorso con un bel “per fortuna che abbiamo avuto la grazia di papa Francesco”; ma saranno sinceri? mi sorge il dubbio che non lo siano.
“Ai tempi della Serenissima, un Protestante inglese entrò in una chiesa di Venezia durante la messa. Siccome stava in piedi, un senatore lo invitò a inginocchiarsi; ‘ma io non credo alla transustanziazione’, si giustificò lo straniero; ‘nemmeno io’, replicò l’altro, ‘ma inginocchiatevi come me, oppure uscite’ (riportato da Cesare Marchi nel suo libro “Siamo tutti latinisti”, BUR, 1986).
Di fronte ad un simile esempio di rispetto e di civiltà del senatore veneziano, come non pensare, vedendo Bergoglio sempre dritto in piedi (quasi a mo’ di sfida) dinanzi al SS.mo Sacramento, mentre tutti gli altri sono in ginocchio, come non pensare, dicevo, che nemmeno lui ci creda? Però lui, a differenza di quel civilissimo e rispettoso senatore della Serenissima, non ha nemmeno la buona creanza di inginocchiarsi anche se non ci crede (cosa impensabile per un pontefice, se legittimo). Ma forse vuole sfidare Cristo Eucaristia, rassicurando luterani, anglicani & C. della sua perfetta fede protestante. Come non concludere in tal senso, avendo anche appreso dell’esistenza della commissione segreta,…
….. da lui istituita, per cambiare le parole della Consacrazione, così da renderla invalida, in modo da rendere possibile la partecipazione dei protestanti alla Santa Messa, a quel punto divenuta veramente una commemorazione comunitaria, una cena luterana pura e semplice, senza più niente di cattolico (del resto, già Montini ci aveva provato, nella prima stesura del N.O.M., ad abolire la Presenza Reale, ma le proteste suscitate nel clero ancora cattolico lo avevano indotto a più miti consigli, dando vita ad un ibrido rito catttoprotestante). Se non è un piano diabolico, questo, come altrimenti definirlo?