di Leon Bertoletti
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Santa fede, santa croce, santa pazienza! Anche nelle Lodi stamani ho impetrato per “il nostro vescovo”: assistilo, proteggilo, aiutalo, illuminalo, confortalo, benedicilo. Ho pregato per lui, sì. Non è la prima volta, non sarà l’ultima. Però ho un cruccio, dentro, che mi è rimasto da quando, camminando in piazza Duomo negli ultimi giorni dello scorso luglio, l’ho incontrato. Inconosciuto, mi ha tuttavia riconosciuto. E si è platealmente girato dall’altra parte.
Platealmente, insisto; ostentatamente. Mi dispiace, molto, ma comprendo. Non ero accompagnato da un gay, da un trans o da una profuga, ma da mia madre: particolare vergognosissimo quando non si hanno a icone Monica e Agostino, mamma Margherita e don Bosco, Brigitta e Domenico Savio, le innumerevoli sante madri che hanno messo al mondo figli alla vecchia maniera e li hanno cresciuti a pane e sacrifici, partorendo anche tante vocazioni; la Madre santissima. La mia, che a modo suo cammina anche lei su una via di santità, ha commentato “Signore, pietà” anche se io avrei preferito un kyrieleison. Fa lo stesso. Dopotutto, come annunciano i manifesti della diocesi in giro per la città, Padova è “oasi di misericordia”.
Dev’essere proprio così: per questo si nega un saluto, perfino uno sguardo. Da Roma, dai piani alti, è giunto il proclama che non bisogna voltarsi dall’altra parte quando ci si imbatte in un povero.
Ovviamente l’osservazione non vale quando si incontra una pecorella, più o meno smarrita, della media borghesia. Mi dispiace, molto, ma capisco. Il fatto è che ho scritto, tempo fa, questo: nel “Decameron” di Boccaccio (giornata sesta, novella decima), frate Cipolla è “un de’ frati di santo Antonio”, un arguto spacciatore di reliquie con un attendente cialtrone soprannominato Guccio Porco. Vi piaccia o no, è una curiosità letteraria. Ho pure annotato che essere disposti a rinunciare al presepe nel nome del dialogo con l’islam significa mettere la paglia nel cervello invece che sotto il Bambinello.
Condividiate o meno, è esattamente quello che penso. Oh, c’è di più. Confesso di preferire gli scritti puntuali di padre Richard Cipolla (parrocchia di St Mary, Norwalk, Connecticut), ospitati sul blog della tradizione cattolica Rorate Caeli, a certe uscite estemporanee di don Claudio Cipolla, lui, proprio lui, il vescovo (non premetto i titoli fuorimoda di monsignore o eccellenza per non sembrare anacronistico).
Trovo nelle lettere del diavolaccio Berlicche al nipote Malacoda: “Una volta che sarai riuscito a fare del Mondo il fine e della fede un mezzo, avrai quasi guadagnato il tuo uomo, e poco importa il genere dello scopo mondano al quale tenderà. Una volta che i comizi, gli opuscoli, le mosse politiche, i movimenti, le cause, e le crociate, saranno per lui più importanti delle preghiere e dei sacramenti e della carità, sarà tuo – e più sarà ‘religioso’ (in quel senso) e più sicuramente sarà tuo. Te ne potrei far vedere una gabbia abbastanza piena laggiù”. Che ci volete fare. A me la strada ecclesiastica intrapresa appare questa, nella stagione della Misericordia e dell’Amore. Forse non è così antropocentrica e orizzontale come la figuro, dal Giubileo al piano pastorale ai numerosissimi appuntamenti su ogni tipo di dialogo. Ma di sicuro in questi tempi misericordiosi e amorevoli il dialogo si porta avanti con tutti e un saluto non si nega a nessuno, eccetto che non si becchi qualche lebbroso conservatore o tradizionalista.
Vabbé. Buongiorno e buonasera, caro vescovo. Continuo a pregare per lei.
14 commenti su “(Non) ho incontrato il Vescovo… comunque continuo a pregare per lui – di Leon Bertoletti”
“un saluto non si nega a nessuno, eccetto che non si becchi qualche lebbroso conservatore o tradizionalista.” : caro Bertoletti, io sono sempre più convinto che le mancanze di rispetto e di accoglienza di questo clero modernista nei confronti di noi laici tradizionalisti (mi ci metto anch’io, e me ne vanto, me ne glorio nel Signore Nostro Gesù Cristo) siano un come gagliardetto da appuntarsi sul bavero della giacca, un punto d’onore, specialmente se subite in campo aperto, in luogo pubblico e quindi con l’aggravante della maleducazione manifesta. Dobbiamo andarne fieri, presentarle al Signore come offerta di affronto subito per amor Suo, sicuramente ne terrà conto. Quanto a loro, caro Leon, seguiamo il consiglio del sommo poeta “non ti curar di lor, ma guarda e passa”.
Caro Catholicus, concordo completamente con te!
Anche io concordo con lei caro Catholicus, però non si può ugualmente negare, che l’amarezza resta, per come si sono detteriorate le cose e non solo a Padova, anche a Cagliari le cose non vanno meglio !
Concordo con te, caro Stefano (Scusami il tu, ma essendo io non più giovanissimo – soltanto 75 anni e mezzo – e per di più un cagliaritano che non riesce a ingoiare il “rospo” propostomi/ci dal nostro vescovo nella faccenda di Don Puxeddu, mi sento fraternamente solidale con te!). Giorni scorsi ho partecipato a una celebrazione tenuta dal detto vescovo e ti assicuro che l’amarezza di cui parli tu ha dominato su tutto. Solo la preghiera mi ha consentito di arrivare alla fine della … cerimonia (una Santa Messa in stile neo-chiesa). Saluto te e tutti gli amici che seguono questa amara discussione.
Vogliono (il Biancovestito e il gruppetto che lo contorna) SOSTITUIRE Dio con “la Misericordia”.
Non è questione di parole – è che vogliono sostituire un Eseere Personale (Tripersonale) con un concetto.
E quello sgorbio, come già si diceva, ha forse dei contenuti esoterici, ma anche se non li ha è un’irrisione di Dio sommamente Bello, sommamente Umano e Umanizzante, sommamente Profondo e Alto. Allo stesso modo in cui le schitarrate sono un’irrisione di Dio che Si sacrifica per redimerci (il professor Vassallo -se ben ricordo- ha scritto che sono “il raglio dei demoni durante la Messa”)
mi dispiace… che tristezza comunque… non conti nulla se non ti prendi gioco della Parola di Dio..
Solidarietà all’estensore dell’articolo. Suggerisco al Vescovo Cipolla di non sottovalutare l’insegnamento più profondo del suo biancovestito capo: “buonasera”. Almeno quello.
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome………anche dai vescovi che sono usciti nel buio della notte assieme a Giuda. Questo il destino degli eletti, questa è la caparra della vittoria dei salvati.
la cipolla fa piangere
Voglio davvero sperare che il vescovo Cipolla, a luglio scorso, non abbia veramente riconosciuto l’autore dell’articolo, magari perché prostrato dal caldo torrido (cosa significa “inconosciuto, mi ha tuttavia riconosciuto?”).
Se invece le cose fossero andate come dice l’autore, la situazione è veramente grave.
E credo che, con l’andazzo inaugurato di promuovere a vescovi dei preti più o meno ‘di strada’ (nel senso di tanta attività nei confronti dei bisognosi, molto nobile ci mancherebbe, ma studi pochini), i vescovi dallo stile ‘ruspante andante’ aumenteranno di molto.
Gentile Marisa, mi sostituisco a Bertoletti e le rispondo che secondo me, “inconosciuto” voglia significare “non conosciuto personalmente, mai presentatisi fra di loro”, tuttavia Bertoletti conosciuto dal vescovo.
Nessuna meraviglia : ho scritto a “don” Renato Marangoni (non gradisce il , secondo me , doveroso titolo di Monsignore) ,che come noto proviene da Padova ed ora è Vescovo di Belluno e Feltre, ma non mi ha degnato di alcuna risposta ! La motivazione ? Semplice : nella mia missiva a lui diretta ho affrontato il tema della Messa Tridentina . Tutto chiaro , no?
alcuni giorni fa, nel confessionale, un sacerdote mi ha detto che non devo avere lo spirito fondamentalista. Avevo chiesto un consiglio e l’argomento era..una coppia di conviventi, di cui io conosco la donna.
“Lo hanno già condannato”, mi ha detto, riferendo al vdr, “ma su amoris laetitia c’è scritto che dobbiamo accompagnare e vedere caso per caso…” e che io avevo già condannato quella coppia, bollandoli come peccatori mentre potevano benissimo vivere in castità. Sono uscita dal confessionale turbata (e non è da me…) perchè mi ha dato della condannatrice.
Che altro è, se non precisamente “antropocentrica e orizzonale”, una Diocesi sul cui sito Maggio è definito “Mese del Lavoro” e non “Mese della Madonna”?