Il giallo, se vogliamo dire così, inizia l’anno scorso a maggio…
di Andrea Moretti
18.000 ?
Al Lifeday convocato nel 2011 da Piero Pirovano e dall’onorevole UDC Carlo Casini, partecipano 70 persone circa. Lo testimoniano diversi presenti, con gradi di dirigenza nel MpV stesso, e le fotografie postate in internet dagli organizzatori. Eppure al Papa viene fatto leggere un saluto, redatto da altri, in cui viene citato il “folto gruppo” del Movimento per la Vita. Fatti analoghi si ripetono quest’anno. Per questa domenica 20 maggio 2012, Carlo Casini, rieletto presidente del MpV per altri 3 anni, dopo esserlo stato per 21, aveva convocato il suo movimento per un grande raduno in sala Nervi. In competizione con l’altro evento pro life, quello del 13 maggio, che ha raccolto circa 15 mila persone, tra cui non pochi del MpV, Casini ha cercato in ogni modo di coinvolgere i movimenti ecclesiali, da Cl ai Focolarini, ai neocatecumenali, per poter affermare, come recitano gli slogan della manifestazione, che “tutto il popolo della vita” segue il suo “magistero”. Ma la manifestazione in sala Nervi si è rivelata un flop. Lo raccontano i partecipanti stessi, sui blog e sui siti, alludendo alla presenza di due o tremila persone. Lo testimoniano ancora una volta le fotografie, che ritraggono la sala Nervi, che ha oggi una capienza di 7 mila persone, in buona parte vuota. Dal palco la presentatrice annuncia: “siamo in tremila”. Non è un gran numero, in verità, per una manifestazione che a dire degli organizzatori avrebbe dovuto raccogliere “tutto” il laicato cattolici “per la vita”. Soprattutto, Casini non può dirsi soddisfatto, anche in relazione ai numeri della manifestazione del 13, che ha fatto il possibile per boicottare e denigrare, anche perché in aula sono presenti i vertici dell’Udc, non certo soddisfatti dalla scarsità dei presenti. Senza contare il malumore di molti dirigenti del Movimento per la Vita stesso, che non avevano apprezzato la volontà di Casini di trasformare l’evento in una prova di forza .
Ma ancora una volta accade l’imprevisto. Benché la sala Nervi abbia la capienza che ha, benché il web sia pieno di fotografie implacabili, con troppe sedie vuote, i responsabili stampa del MpV annunciano la presenza di 18 mila partecipanti (stipati non si sa dove, in una sala, mezza vuota, che ne tiene meno della metà). Al Papa viene fatto leggere un testo, redatto ante eventum, in cui si accenna “alle migliaia di aderenti… riuniti in aula Paolo VI”. Ci si può chiedere chi ha interesse a far dire al Papa cose non vere, mettendo l’accento su una presunta forza numerica dei partecipanti al Lifeday?
Fatto sta che Avvenire, quotidiano della Cei, nel celebrare l’evento del 20 maggio, porta titoli trionfali (ad esempio: “Movimenti schierati e compatti…”) e racconta di 18 mila presenti, con due sapienti incisi. Riguardo alla cifra di 18 mila presenti, si aggiunge prudentemente, forse vergognandosi della menzogna: “come informano gli organizzatori..:”, mentre, per parare le possibili obiezioni (come farli stare in un’aula Paolo VI mezza vuota?) si aggiunge: “distribuiti tra Piazza san Pietro e Aula Paolo VI”. E perché non contare anche le persone presenti nelle altre chiese di Roma? Le fotografie della sala Nervi o sala Paolo VI, di corredo all’articolo, prendono, prudentemente, solo le prime file, lasciando fuori le sedie vuote. Crescete e moltiplicatevi, è un motto che per il MpV può andare bene… Se non si tratta, però, di moltiplicazioni virtuali. Se invece si vuole costruire una cultura per la vita, occorrerà affidarsi meno alle furbizie dei politici e dei giornalisti e fare un lavoro culturale che, purtroppo, manca da troppi anni.