NASCITA DEL DENARO – di Giovanni Lazzaretti

di Giovanni Lazzaretti

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Il testo precedente “La matematica non è un’opinione” si chiudeva con questa frase.

Affermazione n.4: “Poiché l’ente che emette il denaro è il medesimo ente che presta quel medesimo denaro a interesse, il debito del mondo, per motivi matematici, e non per la buona o cattiva volontà dei popoli, è impagabile”.

Se chiedo all’italiano normale “Da dove nasce il denaro?” mi risponderà “Dal lavoro”. Poi, facendo mente locale, elencherà altre fonti minori: “Da eredità, vincite al gioco, regali, interessi sui BOT, vendita di beni, rimborsi di tasse, eccetera. Anche da furti, per certuni”.

La risposta però non descrive la nascita del denaro, ma solo passaggi di mano di denaro che già esiste, si tratti dello stipendio di uno statale, o del furto in una tabaccheria.

Ripeto quindi la domanda: “Da dove nasce il denaro?”. L’italiano normale mi risponderà “Dallo Stato” o “Dalla Banca d’Italia” o adesso “Dalla BCE”. Dove per “Banca d’Italia” l’italiano normale intende “la Banca dell’Italia”, “la Banca della Repubblica Italiana”.

Sgombriamo il campo dall’equivoco. La Banca d’Italia (Bankitalia) è un’azienda privata (vedere i proprietari in http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf) che detiene alcuni privilegi concessi dalla legge. Non è proprietà dello Stato, neanche in parte.

Poi elenchiamo i 5 modi con i quali, nella zona euro, nasce il denaro (dovrò semplificare alcuni passaggi).

A) Emissione di circolante cartaceo

B) Emissione di monete metalliche

C) Denaro scritturale emesso col meccanismo della riserva frazionale

D) Il “gira gira”

E) Emissione da parte di falsari.

CASO “A” – L’emissione del circolante cartaceo coinvolge 4 attori: lo Stato, Bankitalia, il signor X, la banca B del signor X. In realtà coinvolge anche la BCE, ma questo passaggio complica solo la spiegazione senza modificare la sostanza.

“La moneta è immessa nel mercato in base ad operazioni previste e disciplinate dalla legge, con le quali la Banca d’Italia cede la proprietà dei biglietti. Questi come circolante vengono registrati nel passivo nella contabilità della Banca che acquista in contropartita o riceve in pegno beni o valori mobiliari (titoli, valute, ecc.) che finiscono nell’attivo” (dalla memoria difensiva di Bankitalia in un processo intentato contro di lei, 20 settembre 1994). Questi i rapporti a livello “alto”, tra Stato e Bankitalia. A livello “basso” le cose sono note. Il signor X ha bisogno di 250 euro, va al Bancomat e li preleva dalla banca B.

Vediamo la situazione patrimoniale dei 4 soggetti:

– al signor X cresce un attivo (la cassa contanti, ossia il suo portafoglio) e contemporaneamente cala un altro attivo (il suo conto corrente)

– alla banca B cala un passivo (il debito di conto corrente verso X) e cala un attivo (l’entità dei suoi contanti); eventualmente potrà rivolgersi a Bankitalia per avere altri contanti

– a Bankitalia cresce un attivo (i titoli consegnati dallo Stato) e cresce un passivo (le banconote circolanti sono un passivo di Bankitalia)

– allo Stato cresce un passivo (i titoli consegnati a Bankitalia) e cresce un attivo (la sua disponibilità di Tesoreria).

Tutto contabilmente a posto. Con due stranezze. (1) I titoli consegnati dallo Stato a Bankitalia sono debiti e fanno partire il “contatore” degli interessi passivi. (2) Il cittadino è contabilmente creditore di 250 euro verso Bankitalia, ma, se va a Bankitalia e chiede di estinguere quella passività, o lo arrestano o lo mettono in manicomio.

CASO “B” – Molto simile al caso “A”, anche se in questo caso Bankitalia sta fuori dal giro. Lo Stato tiene le monete circolanti nelle sue passività. Il cittadino è formalmente creditore nei confronti dello Stato per l’importo delle monete che ha in tasca. Questa forma di emissione crea un piccolo attivo per lo Stato (pari allo 0,025% delle sue spese), modestissimo rispetto al caso “A”; le monete circolanti in Italia sono infatti (al 31/12/2010) 4,5 miliardi di euro contro 138 miliardi di euro di circolante cartaceo.

CASO “C” – La riserva obbligatoria europea è fissata al 2%, anche se alcuni istituti bancari la tengono più alta. L’italiano normale pensa che la riserva funzioni così: “verso 1000 euro in banca, la banca ne tiene 20 a disposizione, e ne presta 980”. Altri italiani normali ignorano l’esistenza della riserva: “verso 1000 euro non perché vengano prestati, ma perché la banca li custodisca e mi dia comodi metodi di pagamento; è per questo che pago le spese bancarie e ricevo interessi zero”.

La situazione però è più complessa. Infatti i 980 euro prestati dalla banca finiscono in un altro conto corrente. E quindi di questi 980 il 2% = 19,60 euro verranno trattenuti e 960,40 prestati. I 960,40 andranno in un altro conto corrente, e il gioco si ripeterà.

Al susseguirsi delle transazioni versamento à riserva à prestito à versamento il meccanismo della riserva si trasforma in moltiplicatore di denaro. Tendenzialmente con una riserva del 2% si moltiplica il denaro per 50: i 1000 euro “veri” iniziali diventano 50.000; 1.000 sono veri, 49.000 sono debiti.

Considerato che le riserve europee 2010 erano a 212 miliardi di euro, potete facilmente stimare il castello di debiti che si regge su questa riserva.

CASO “D” – Sono grato al signor D.B. Ha un cugino che lavora in una banca d’affari in Lussemburgo. Gli ha chiesto qualche ragguaglio divulgativo sull’emissione di denaro, ha ricevuto vari riferimenti, e in mezzo c’era questa frase, che mi ha girato.

[…] La nostra mission è quella di rompere il limite del “multiplier” [nota mia: si riferisce al meccanismo che ho descritto prima al caso “C”]. Hanno stabilito che si possa moltiplicare il denaro per cinquanta? Noi vogliamo riuscire a moltiplicarlo per sessanta, o per settanta. Lo Stato, così ricco di leggi e di regole, fornisce involontariamente gli strumenti adatti. Noi studiamo le regole del gioco decise da politici e funzionari, e cominciamo a giocare al “gira gira”, mettendo semplicemente in pratica quelle regole. […] [nota mia: frase che ho fatto tradurre dal francese, ma l’espressione “gira gira” era già in italiano].

In pratica ci sono grandi aziende che, aiutate da banche speciali, sfruttano le differenze di legislazione fiscale tra gli Stati per togliere liquidità dallo Stato X e farla apparire nello Stato Y, non a vantaggio dello Stato Y, ma a vantaggio delle grandi aziende. E’ il “gira gira”. Non è evasione fiscale, non è elusione fiscale, è indebitamento di uno Stato per un’imprevista perdita di liquidità, liquidità che appare altrove sfruttando le differenze di legislazione fiscale. Il cugino di D.B. lo chiama “giocare”, ma è un “gioco” un po’ pesante.

CASO “E” – Non necessita di spiegazioni. L’entità dell’emissione di denaro falso non è trascurabile (nel 2011 sono state sequestrate 145.000 banconote per un valore di circa 7 milioni di euro), è un’emissione illegale e immorale, ma è un’emissione che non genera debito.

Quanto pesano i 5 casi A B C D E ? Nell’ordine il più corposo è C, poi A, poi D (col dubbio che D prevalga su A); B ed E sono largamente in coda. L’ente che emette denaro nei casi C + A è direttamente il sistema bancario; nel caso D sono le grandi aziende che costringono gli Stati a indebitamenti extra col sistema bancario. L’ente che emette il denaro è quindi sempre il sistema bancario, e il medesimo ente presta quel medesimo denaro a interesse.

Ossia l’emissione di denaro crea sempre un debito, e questo debito è di entità superiore al valore del denaro emesso.

Il debito quindi, per motivi matematici e non per la buona o cattiva volontà dei popoli non potrà mai essere estinto. Potrà solo gonfiarsi e sgonfiarsi qua e là per il globo, secondo i capricci dei mercati, per dare un’illusione di “movimento”, ma in realtà globalmente sempre cresce e mai potrà estinguersi.

Un debito che non si estingue produce una mungitura permanente da interessi passivi. E questi interessi passivi sottraggono liquidità a chi produce beni reali, costringendo a nuove ricerche di denaro “fresco”: nuove emissioni, che sono nuovi debiti, che generano nuovi interessi passivi.

Inutile piangere, quindi: la matematica non è un’opinione. C’è un errore matematico a fondamento del nostro mondo, e questo errore va rimosso per via culturale, senza inscenare inutili manifestazioni di protesta o assalti a filiali di banche.

I meccanismi C + A + D devono estinguersi, e devono rimanere solo B + E. Faccio l’elogio dei falsari? Ma no, chiedo allo Stato di agire legalmente come fanno i falsari illegalmente: gli chiedo cioè di emettere il denaro gratis, senza debito e senza interesse, a vantaggio di tutti. Solo in questo modo la matematica non sarà violata.

L’ente che emette il denaro non può essere lo stesso ente che lo presta a interesse. E’ così difficile da capire per i tecno-politici persi nell’iperuranio?

E guardate di non spaventarvi per l’emissione di denaro gratis. Solerti economisti vi terrorizzeranno dicendo che innescherà “una spaventosa iperinflazione”. Non credeteci, non è così. Chissà che non trovi il tempo di raccontarvelo un’altra volta.

 

San Martino in Rio,

1 aprile 2012, Sant’Ugo di Grenoble – 2 aprile 2012, San Francesco di Paola – 3 aprile 2012, San Riccardo di Chichester

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