NASCE A GENOVA IL “COMITATO ITALIANO INSIEME PER LA VERITA’ ” – intervista a Maria Teresa Carta, presidente

E’ nato a Genova, per inziativa di un gruppo di amici determinati e fedeli, il COMITATO ITALIANO INSIEME PER LA VERITA’  –  pubblichiamo l’intervista a Maria Teresa Carta, presidente del Comitato. Con l’augurio di ogni bene da parte di Riscossa Cristiana



Come le è venuta in mente la costituzione di questo Comitato?

La Costituzione del “Comitato Italiano Insieme per la Verità”, è un’idea molto recente e un mezzo col quale ho intravvisto la possibilità di avviare un progetto di più vecchia data. Era il 23 novembre 2008 festa di Cristo Re dell’Universo. In quella domenica, che chiudeva l’anno liturgico, rivolsi un’accorata preghiera a Gesù affinché non si legalizzassero, anche in Italia, quelle anormalità che avvenivano all’estero. Da qualche anno ne ero venuta a conoscenza e, nel mio piccolo, mi attivai per informare persone conosciute e sconosciute, su quanto si celava dietro certe devianze sostenute da leggi e ammantate di “solidarietà”. Decisa a combattere ad ogni costo queste iniquità, mi misi a scrivere un “appello alla popolazione” e che sviluppai attraverso la preghiera, l’impegno e la sofferenza. La preghiera costante per fortificare lo spirito, non demordere e arrivare alla meta. L’impegno nella lettura di libri, articoli vari e la partecipazione a conferenze, per essere costantemente aggiornata sugli avvenimenti. La sofferenza per lo stato di degrado morale e materiale in cui versa la nostra amata Patria, acuita, via via, dalla conoscenza del piano originario che ha portato a tale imbarbarimento. Sempre più si è fatta sentire dirompente quella “fame e sete di giustizia” di cui parla il Vangelo. Ogni giorno assistiamo a qualsiasi genere di iniquità, come dimostra il silenzioso grido di dolore dei bambini indifesi – da sempre vittime innocenti della crudeltà e dell’indifferenza degli adulti – … Ma anche per i giovani…maria ausiliatrice


Perché è stato dedicato alla memoria di Giuseppina Ghersi?

L’atroce storia di questa ragazzina di soli tredici anni e che risale all’epoca della Liberazione, mi ha profondamente scossa: “La piccola aveva scritto un tema e la maestra l’aveva inviato al Capo del Governo, ricevendo i complimenti della segreteria particolare del Duce. A tredici anni, di quale colpa avrebbe potuto macchiarsi? Collaborazionismo, la sentenza del Tribunale Partigiano. Dopo inaudite violenze, rasata a zero, il capo imbrattato di vernice rossa, fu uccisa con un colpo di pistola e gettata davanti al cimitero di Zinola, su un cumulo di cadaveri. Il corpo

rimase disteso nella fila per diversi giorni. Avevano anche infierito in maniera brutale su di lei, senza riuscire a cancellare la sua giovane età. Una mano pietosa aveva steso sul suo corpo una sudicia coperta grigia”. Come mai questa terrificante vicenda per sessantaquattro anni è stata occultata? I più feroci criminali nazisti, prima di essere condannati a morte, hanno subito un regolare processo, come non chiedersi: “Con che diritto quei partigiani hanno seminato terrore e morte e sono rimasti impuniti?”. Si continua a chiamare “guerra civile”, quella che fu solo una “ottusa barbarie”, come l’ha definita un noto giornalista (cfr. G. P. Pansa). Di qui la necessità di dedicare a Giuseppina Ghersi il Comitato. Giuseppina essendo una bambina, è simbolo dell’innocenza violata e, in quanto donna, esprime la dignità oltraggiata che non può non ammonire tutti noi e le generazioni future.


Quale sarebbe lo scopo o gli scopi di questo Comitato?

Il nostro Statuto ha molteplici scopi tesi a mettere in luce la Verità e a contrastare le devianze dell’attuale società. Nel suo primo punto viene difesa l’identità sessuale: quella stabilita dalla natura. I seguaci di Lucifero, non essendo riusciti ad abbattere la Chiesa, hanno messo in atto la “rivoluzione sessuale”, la più micidiale. Questa, infatti, mira a distruggere l’uomo al suo interno e punta – attraverso l’amoralità – al suo dissolvimento spirituale e umano. Il “gender” – in italiano “identità di genere” – che nega la realtà della natura umana introducendo gli “orientamenti sessuali”, disorienta le persone e disgrega la famiglia naturale cellula fondamentale del tessuto sociale.


Quali iniziative intendete prendere?

Una è già stata presa: scrivere ai giornali per farci conoscere. Abbiamo inviato una lettera ai quotidiani, per esprimere il nostro dissenso alla “legalizzazione della droga” voluta dai movimenti antiproibizionisti. La gioventù è la forza di una Nazione, allora: ha senso proporre la droga? I familiari delle vittime – 22mila dal ’73 al 2005 – come possono difendersi da questa ulteriore legge pro-morte? Contro il flagello della tossicomania è dovere di ciascuno agire responsabilmente, per questo il nostro Comitato vuol raccogliere la voce di tutti e condividere delle proposte concrete: incontri, iniziative editoriali, conferenze, manifestazioni…


Pensate di avere possibilità di ottenere risultati?

Quando si fa qualcosa in cui si crede, si spera anche di ottenere risultati conseguenti. Siamo consci, però, che l’impresa non è facile: la società è cambiata e la confusione regna a causa dei messaggi fuorvianti dei mass-media. Certamente un mezzo è quello di riappropriarsi del linguaggio. Elaborando questo appello si è costatato come certa democrazia alterata dal progressismo, oltre ad aver sovvertito i valori connaturati alla persona umana, calpestato quelli relativi all’etica e tradito quelli costituzionali, abbia stravolto il significato delle parole. A questo argomento dedicheremo ampio spazio.

Racconti cosa è avvenuto il giorno della costituzione del Comitato.

Il 25 marzo, festa dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria, alle ore nove, è stata celebrata la Santa Messa di affidamento a Maria Ausiliatrice. Il progetto che desideriamo realizzare è grandioso e la lotta impari, perché il Maligno ha lavorato alacremente per scardinare la fede dal cuore della gente. Non potevamo quindi che affidarci a Lei “aiuto meraviglioso dei Cristiani” come si legge nella preghiera composta da San Giovanni Bosco. Lei che ci ha difesi a Lepanto, ci sosterrà in questa battaglia ancor più insidiosa di quella combattuta con le armi. Le parole del sacerdote ci hanno corroborato e dato tanta serenità. Si è complimentato per la scelta del patrono: il beato Pio IX, ricordandoci che fu strenuo difensore della Verità, della Santa Chiesa e che proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione. Al termine della celebrazione abbiamo recitato insieme la breve ma forte invocazione a Maria Ausiliatrice che ha rinvigorito il nostro fervore.


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DEVOTA INVOCAZIONE (composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente:

Tu grande ed illustre presidio della Chiesa:

Tu, aiuto meraviglioso dei Cristiani :

Tu, terribile come esercito schierato a battaglia :

Tu sola, hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo:

Tu, nelle angustie,

nelle lotte, nelle strettezze,

difendici dal nemico, e nell’ora

della morte accogli l’anima

nostra in Paradiso. Così sia

 

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“LA FEDE E LA RAGIONE sono come due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso”. (Beato Giovanni Paolo II, Fides et ratio).

 

 

IL COMITATO ITALIANO – INSIEME PER LA VERITÀ

Costituitosi per la difesa dei valori cristiani e contro le devianze dell’attuale società è formato dai seguenti componenti:

Maria Teresa Carta (presidente) – Rino Tartaglino (segretario)

Fiorella OttriaCarlo Barbieri

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