Le ragioni delle dimissioni dal Comitato Marcia per la vita.
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Premessa
Tra i molti commenti inviati dai lettori dopo la pubblicazione dell’articolo Il Giubileo della misericordia. In cauda venenum, ne evidenziamo uno in particolare, scritto oggi, ore 10.51, dal lettore Egidio:
Gentile avv. Frezza, la ringrazio per il suo articolo, ha una chiarezza che mi è stata molto utile. C’è davvero nulla da aggiungere. Però mi permetto di chiederle una cosa, io ero tra i tanti alla Marcia per la vita lo scorso maggio. Con mio dispiacere e credo anche di tanti altri la marcia si era conclusa andando a dare omaggio a Bergoglio, e anche mesi fa sapevamo già che tipo era. Lei, se non sbaglio, che ha scritto questo articolo così chiaro e direi sferzante, fa anche parte del comitato organizzatore della Marcia. Allora mi scuserà ma io vorrei chiederle di capire come fa a essere tra gli organizzatori di una manifestazione che rende omaggio a Bergoglio e insieme essere una critica così efficace di Bergoglio e del disastro generale della chiesa. La ringrazio. Egidio
Abbiamo chiesto a Elisabetta Frezza di rispondere a questa domanda, perché ci pare di interesse generale. Qui di seguito riportiamo la sua risposta al lettore.
PD
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Gentile signor Egidio,
Lei tocca un punto dolente.
L’approdo della Marcia a San Pietro ha un grande significato simbolico, che nella temperie attuale è in grado di assorbire tutti i buoni propositi e le belle intenzioni di un evento che era nato sotto i migliori auspici.
Le posso dire che si è trattato anche per me di una circostanza dirimente, al punto che mi ha spinto definitivamente a dare le mie dimissioni dal Comitato.
La conferma della insostenibile contraddizione sottesa a quel gesto, la si è avuta, puntuale come un orologio svizzero, le ultime due volte della Marcia sotto il pontificato di Bergoglio.
A prescindere dal siderale disprezzo da costui dimostrato in diretta per la causa della vita, relegando un beffardo cenno di saluto ai suoi difensori, giunti a Roma da ogni parte d’Italia, in coda a un elenco interminabile di nominativi improbabili, dalla parrocchia di San Mamante al coro di Suzzara (e non è uno scherzo), va infatti registrata la sinistra coincidenza spazio-temporale con due eventi di grande impatto mediatico andati in onda in Vaticano negli stessi giorni della marcia (il Vaticano, come Lei sa, è mantenuto come sede di rappresentanza per le iniziative pseudo-umanitarie, ecologiste, transumaniste o variamente blasfeme utili a servire la nuova causa, più che mondana, mondialista, dell’inquilino di Santa Marta).
Ebbene, subito dopo la marcia del 2015, ha ospitato l’abbraccio in mondovisione tra Jorge Mario Bergoglio ed Emma Bonino al cospetto di migliaia di bambini per la Fabbrica della Pace (evidentemente scampati ai trattamenti della signora e alle sue pompe da bicicletta), come può vedere cliccando su ANSA; subito prima di quella del 2016 ha spalancato le sue porte al convegno transumanista internazionale in cui il fior fiore dei tecnoscienziati all’avanguardia ha potuto esporre i gloriosi traguardi raggiunti (cliccare su Corriere della Sera). Contro l’uomo e contro il piano della creazione di Dio.
Ad ogni buon conto, e per onor di verità, rendo pubblici qui di seguito alcuni stralci della lettera con cui ho accompagnato e motivato le mie dimissioni dal Comitato, all’indomani dell’ultima marcia.
«[…] Già da qualche tempo, in verità, avvertivo la marcia allontanarsi progressivamente dal suo integro spirito originario, quello spirito – per intenderci – che si respirava all’inizio perché tanto compiutamente era condensato nelle parole e negli scritti di Mario Palmaro, sia pubblici sia tra di noi.
Ma la piega improvvisa presa dall’ultima edizione della marcia mi ha confermato per facta concludentia un cambio di rotta decisivo. Mi riferisco ovviamente al coronamento della manifestazione in San Pietro. In quel frangente l’essere parte del Comitato – anche se non direttamente responsabile della decisione, che ha colto me come altri del tutto impreparata – mi ha generato non poco imbarazzo. Resta comunque il fatto che anche in precedenza non ho mai compreso la premura di non alienarsi le simpatie di persone, di gruppi, di associazioni, di prelati assestati su posizioni eterodosse – e per il nostro tema eterodosse vuol dire, alla fin fine, cooperatrici di morte – pur di aumentare, o perlomeno non intaccare, i numeri dei sostenitori […].
Ho sempre ritenuto che, nel panorama odierno di confusione somma e sommo degrado morale e intellettuale, il ruolo che la marcia avrebbe dovuto avocare a sé – capitalizzando un successo già in qualche modo consolidato – fosse quello di tenere acceso un lume di verità, scarna ma scolpita, e di guidare i suoi seguaci sull’unica retta via, dove ormai manca ogni segnaletica senza che nessuno si prenda la briga di ripristinarla. E se ciò avesse comportato perdere per la strada alcuni (o tanti) tiepidi plasmati alla scuola democristiana, pazienza. Anzi, tanto meglio […]. Magari, col procedere implacabile del moto dissolutorio, qualcuno a un certo punto avrebbe aperto gli occhi, sarebbe tornato indietro, e avrebbe riconosciuto agli integralisti tetragoni una qualche ragione.
La Marcia per la Vita (vita tout court, non solo aborto), per come la concepisco io, ha il compito di risvegliare le coscienze alla sua difesa integrale, contro tutti i suoi nemici. Questi nemici – sappiamo – spuntano ora da tutte le parti e indossano le divise più varie. Soprattutto indossano le cravatte e i tailleur della politica (specie democristiana) e dell’associazionismo para-cattolico, indossano i camici bianchi della sanità necrofila e oggi – ancor più soprattutto – indossano i paramenti della neochiesa apostata e invertita. La saldatura tra tutti questi mondi è evidente, e i peggiori nemici della vita, i più insidiosi, appartengono all’ambito ecclesiale […].
Chi ha la sacrosanta ambizione di promuovere una vera cultura della vita e, in suo nome, di esortare un popolo a ritrovare il vigore per armarsi in difesa degli innocenti indifesi, non può non indicare chi sono questi nemici. E ancor più chi sono, tra questi, i traditori che nel corso degli ultimi decenni, dietro la maschera dei buoni, hanno lavorato giorno e notte per spegnere ogni resistenza allestendone una di mera facciata. Sì che il male potesse dilagare indisturbato […].
Non è concesso, per nessun motivo, fuorviare o ingannare le persone. Non si può essere latori di una doppia verità: una da professare ad intra, un’altra da spendere ad extra. Ricordo con disagio le due specie di volantini distribuiti negli anni scorsi a seconda dei destinatari: uno con la faccia di Jorge Mario Bergoglio, l’altro senza. O il tributo resogli con la immancabile citazione, estrapolata volta per volta dal corpo sconnesso di qualche suo intervento […].
Con la marcia era stato costruito un razzo dotato di grandi potenzialità, le quali oggidì avrebbero potuto manifestarsi persino oltre quelle iniziali. Ma quel razzo ha cambiato direzione in volo e sta mancando clamorosamente l’obiettivo.
Ne è prova il fatto che la sua rotta è giunta a lambire e addirittura a blandire il vertice di quel Movimento per la Vita in opposizione al quale era stato lanciato nell’orbita pro life. Il monopolio del Movimento di Casini e di Gigli, con la loro vergognosa promiscuità al male – la 194 è una buona legge, la 40 la loro cappella sistina e via aberrando – è, appunto, la causa dell’avanzamento prepotente e indisturbato di ogni teoria e pratica di morte nel nostro paese, sempre consumato all’ombra e al soldo della CEI. Questi signori, insieme ai loro complici, mandanti ed esecutori, hanno una responsabilità immane; per dirla in termini icastici, ma veritieri, hanno le mani grondanti di sangue innocente […].
Non mi resta che prendere atto, quindi, della nostra divergenza nell’interpretare la realtà attuale, della società e della chiesa, che si proietta nel modo di concepire la buona battaglia e la marcia per la vita in particolare. Sicché, per onestà e in coscienza, non posso sostenere oltre un compito che sento non corrispondere più alla mia sensibilità e alle mie esigenze più profonde».
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In conclusione, gentile signor Egidio, è necessario prendere atto della assoluta veridicità della seguente amara constatazione, la cui paternità mi sfugge: «Un tempo si facevano le battaglie con la Chiesa; poi le abbiamo fatte senza la Chiesa; alla fine ci ritroveremo a farle CONTRO la Chiesa». E del fatto che oggi siamo arrivati, indiscutibilmente, alla terza e ultima fase della trilogia.
In questo scenario da vertigine non c’è più lo spazio né il tempo per la diplomazia.
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Elisabetta Frezza
27 commenti su “Misericordia et misera e la Marcia per la Vita. Il commento di un lettore e la risposta di Elisabetta Frezza”
anche se il vicario di Cristo ci ha abbandonato (sperando che ritorni al sacro ovile),ricordiamoci di rivolgerci a colei che solo il nome fa tremare tutto l’inferno… ……ave Maria ora pro nobis……….
Indimenticabile l’intervista al card. Ruini la sera della “vittoria” nel referendum sulla legge 40, nel 2005 (il quorum non era stato raggiunto, secondo l’auspicio della CEI): “Eminenza, pensa di utilizzare questo successo per cercare di far modificare la legge sull’aborto?” – “No”.
Non erano ancora tempi di “cerea” fra la piemontese e il piemontese d’oltre mare, ma era già chiarissimo che i Vescovi non fremevano di sdegno né di angoscia perché uno stuolo di innocenti veniva gettato nella spazzatura, da decenni, e uno stuolo di Battezzati aveva scelto e sceglieva la propria scomunica
Precisiamo: «Un tempo si facevano le battaglie con la Chiesa; poi le abbiamo fatte senza la Chiesa; alla fine ci ritroveremo a farle CONTRO certi (pochi o tanti, alla base e/o al vertice, poco importa) UOMINI che pensano di essere la Chiesa, ma che possono anche indossare tuniche NON LO SONO».
Contro la Chiesa non credo, a meno di non confondere la Chiesa con la chiesa.
Sconosciuto/a: “Un tempo si facevano le battaglie con la Chiesa; poi le abbiamo fatte senza la Chiesa; alla fine
……………………..ci ritroveremo a farle CONTRO la Chiesa”……………..
L’Autore/trice di questa mirabile trilogia penso abbia davvero raggiunto i limiti estremi della sintesi espressiva del tragico capovolgimento che stiamo vivendo in questi nostri giorni!
“Non esiste solo il bianco e il nero”, asseriva recentemente bergoglio, come ad insinuare il concetto che non esiste solo la Chiesa di Dio, ma esiste anche la chiesa di satana: due poli estremi – non più intesi e presentati come il secondo essere il punto estremo della progressiva degenerazione DAL Primo – ma intesi come poli racchiudenti l’intera realtà Umana che, per il solo fatto di “esistere”, ha sempre e comunque il DIRITTO di appartenenza alla Chiesa di Dio.
A rifletterci sopra, non è poi così difficile confondere ed imbrogiare le masse. Un genio satanico, questo, di cui bergoglio – come un tal lutero – è superbamente dotato!
l’OTTAVA SFERA, dove è pianto e stridore di denti, li sta aspettando. La Misericordia di Dio li perdona, sempre che riconoscano le loro colpe. con il proponimento di non peccare più…
Mi sembra che non lo abbiano fatto e si sono condannati da soli. Per cui la “misericordia” senza doveri va a farsi friggere.
infatti i discorsi di Bergoglio sono impregnati di misericordia sterile,fatto di ecumenismo new age …. ……dimenticando che ogni peccato può essere perdonato solo con sincero pentimento e proponimento di non peccare più!! ……il problema e’ che molti si confessano senza sapere quali sono i peccati mortali………
La Verità non è mai diplomatica.
Un plauso e vera profonda stima alla Dottoressa Frezza.
Lasciare la pletora bergogliante alle sue nefandezze per seguire Cristo è l’unica via possibile oggi ed è una via
amara che va percorsa senza girarsi a guardare indietro, come accadde con l’antica Sodoma.
Sono con lei, Dottoressa Frezza e ammiro moltissimo la sua fermezza. Il clima è diventato irrespirabile e non avrei mai immaginato che si dovessero far battaglie contro la Chiesa, proprio quella nel cui seno sono stata educata fin dalla più tenera età e in cui, fino a un certo punto della mia vita, ho visto una guida e un faro di luce. Ma sono le persone come Lei, con la sua rettitudine e con la sua fede inscalfibile che fanno ben sperare. Facciamoci forti, soprattutto con la corona del rosario in mano, come faceva P.Pio, pregando ininterrottamente. La Madonna ci aiuterà.
Con profonda stima
Tonietta
E, carissima signora, con profondo dis-prezzo dei Novatores (= considerarli di valore infimo).
Se veramente -come essi panteisticamente sostengono- il mondo andasse avanti per CICLI infiniti di affermazione/negazione/sintesi, allora qualunque bestemmia da essi pronunciata sarebbe “pregevole” e “utile”.
Invece, a livello naturale e molto più a livello soprannaturale, il grano e la zizzania sono sementi diverse. “Chi non raccoglie con Me, disperde”
Che dire? grazie per questo articolo diamantino. Non ci resta che giocarci la partita con o senza l’ammonizione promessa dai 4 Cardinali,Teniamoci forte che si ballerà non poco..
Completamente daccordo, se possibile anche di piu. Brava, bravissima ottoressa Frezza!!!!!
Vorrei dare un contributo economico ad un ente che si adopra, senza infingimenti e compromessi, nella lotta contro l’aborto. Potete comunicarmi, in risposta pubblica o privata, quale? Grazie
Sì , Monica :il comitato No194 che mira ad abrogare la legge che ha introdotto l’aborto in Italia. http://www.no194. org
Grazie per le chiarificazioni. Confesso che quando ho visto la foto di B & B ho immediatamente pensato: “ecco la coppia più nefasta del mondo”.
gia in passato quando ho visto Giovanni Paolo II,stringere la mano a Pannella e Bonino,sentivo puzza di zolfo……. ……
Dramma senza confini. Si calpesta se stessi sperando che l’altro capisca di stare calpestando tutti gli altri.Ma l’altro non capisce, perchè non è lì per capire ma, per calpestare tutti gli altri, come sta facendo ed ha sempre fatto. Forse non c’è prova migliore per dimostrare che questa finta misericordia porta il male a dilagare invece che contenerlo ed estrometterlo. Una prova del nove perfetta. Un po’ tutti dobbiamo imparare.Sono tra quelli di piazza San Giovanni e del Circo Massimo, per intenderci. Sono andata, dando fiducia e ben sapendo che il rischio che questa potesse essere in parte o in toto tradita, era reale. Non rimpiango nulla, conosco gli uomini. Non mi dispiace per me, mi dispiace per tanti che non l’avevano messo in conto e per i non pochi che hanno tradito.Mi auguro che, quanto prima, comprendano.
La foto su riportata (Bonino / Bergoglio) è la sintesi visibile dell’atteggiamento del Porteño verso una delle più acerrime promotrici dei circa 6 milioni (5.642.070 dal 1978 al 2014, fonte del Ministero) di omicidi) di bambini in Italia.
Dall’espressione gaudente della Bonino si può dedurre l’affettuoso omaggio offertole da Bergoglio.
Visto la sua passione, non dubito che el Porteño avrà altre occasioni di miserabile gentilezza con altri promotori di morte e di scelleratezze. Tanto, per lui nessun problema. l’Inferno – se c’è – è vuoto. Quindi li troveremo tutti in paradiso?! Pentiti o meno?!
Mi meraviglio solo del fatto che ci sia ancora gente alle sue adunanze stile Plaza de Mayo.
Sempre meno, caro Umberto, sempre meno.
http://www.lalucedimaria.it/alle-udienze-di-papa-francesco-si-registra-un-forte-calo-di-presenze/
“Per rendersi conto della portata di questa emorragia è utile fare il calcolo delle presenze medie per udienza: nel 2013 l’ udienza papale media è stata seguita da 51.617 persone, nel 2014 da 27.883, nel 2015 da 14.818. E il trend sembra essere in ulteriore contrazione, dato che dal Vaticano fanno sapere che all’ ultima udienza l’ affluenza si è attestata in circa sulle diecimila persone. In ultima analisi, da quando è diventato Papa Jorge Bergoglio ha perso per strada poco meno di due fedeli su tre.”
Nota: nel 2016 va anche peggio.
L’abusivo travestito di bianco piace solo ad atei convinti, massoni, ebrei e protestanti che oltre ad essere pochi non vanno certo a perdere tempo ad ascoltare
pagliacciate in diretta, avendo a disposizione l’enorme apparato mediatico-propagandistico dei media di massa allineati e coperti alle direttive massoniche.
Le boutade da circo questi preferiscono seguirle in TV oppure sui bollettini di stampa massonici da Repubblica a l’Osservatore Romano.
Ormai ha riempito le tasche anche ai modernisti infognati nella CEI che sono stufi dei suoi insulti, prese in giro uscite a vanvera.
Il sudamericano rischia di ammazzare la gallina dalle uova d’oro (8 per mille) con le sue sparate sulla chiesa povera in uscita e la sua immigrazione senza controllo.
La CEI è in subbuglio e non certo per problemi di fede, ma solo perché la pretagna modernista ha capito che continuando così
non conteranno più niente e la gente li prenderà a pernacchie altro che salamelecchi.
Finiranno nel dimeticatoio e senza un soldo, dimessi e sciatti come postini in pensione.
monica, la clinica mangiagalli di milano è alla canna del gas…paola bonzi, credo sia lei la signora che sta compabttendo per non far chiudere il centro aiuto alla vita alla mangiagalli…
Pienamente d’accordo. Fatte le dovute proporzioni, quell’articolo e, soprattutto, la replica, nella sostanza, avrei potuto scriverli anche io. Con il maggior limite espressivo ed incisivo, che mi caratterizza, quello riportato dalla Dottoressa Frezza coincide con la mia esperienza personale in modo impressionante. Anch’io ho dovuto troncare di netto con gruppi e persone che, proditoriamente, mi hanno dimostrato, inaspettatamente, questo “amore” e dedizione , sottomissione e “accapraggine” per un bergoglio simbolo ed artefice del disfacimento totale della morale Cattolica. Grazie ancora, Dottoressa, e a tutti coloro che, in queste pagine, mi dimostrano che non sono un pazzo isolato, ma una persona di buon senso che soffre per ben fondati motivi. Un saluto a tutti.
Elisabetta Frezza, intrepida e coraggiosa come Giovanna D’Arco.
Gent.ma Avv. Frezza,
La Sua lettera, denunciando in modo inequivocabile, la scandalosa, flaccida temperie dei tempi e di tanti nostri contemporanei, nella sua schiettezza evidenzia la Sua tempra, morale, intellettuale e la Sua di ferma Fede.
Avremo bisogno di capi di stato e di governo della Sua qualità.
Certo, pur restando il dovere di continuare a propugnare la Verità, ci incombe il preciso dovere di perseverare nella preghiera e di intensificarla secondo i dettami
della nostra augusta Regina.
Non Disperiamo! Colei che ci sprona ci ha dato anche l’esempio, stando sotto la Croce, di sperare veramente contro ogni umana speranza.
Complimenti vivissimi, coraggiosa Signora.
Non immaginavo. Le divergenze sono dolorose ma possono essere appianate, perché lavoriamo tutti nella vigna del Signore. L’ingratitudine passa, il bene compiuto resta per sempre.
Forse è un commento un po’ diretto, ma credo riassuma bene la situazione:
http://opportuneimportune.blogspot.it/2016/11/misericordia-et-misera-cui-prodest.html
Conoscevo e apprezzavo come meritano la persona e l’opera della dottoressa Frezza; ora, leggendo queste sue considerazioni le apprezzo ancora di più. Congratulazioni, e che Dio la benedica sempre!