di Marisa Orecchia
Non disturbare il manovratore.
Sembrerebbe questa la parola d’ordine nei confronti di un governo tutto teso a scongiurare il default incombente , o almeno, a farcelo credere.
E vale evidentemente per tutti, ma proprio per tutti: opposizione in parlamento ridotta praticamente a zero, sacra trimurti della carta stampata, Repubblica Corriere Stampa, allineata, cattolici in ossequioso silenzio per la presenza nella compagine governativa di ben tre ministri in quota cattolica, ai quali si sottintende demandata la tutela dei principi non negoziabili.
Se non che, a ben guardare, c’è da chiedersi se tali principi siano in buone mani.
Atteniamoci ai fatti.
Il ministro Riccardi ha da pochi giorni deciso di stanziare la considerevole cifra di cinquecentomila euro a sostegno dei programmi ONU per la salute riproduttiva. Non ignorerà certo il cattolico Riccardi che sotto l’accattivante termine di salute riproduttiva, l’ONU e le sue affiliate esportano nei paesi destinatari delle loro politiche, aborto e contraccezione, non esclusa quella cosiddetta d’emergenza, cioè abortiva. E allora? Non è forse in rotta di collisione tutto il lodevole interesse che Riccardi dimostra per immigrazione e povertà in genere, con questa cooperazione alle politiche da sempre neomalthusiane dell’ONU? Forse che i bambini nel grembo materno cui viene in tal modo impedito di nascere, sono meno poveri dei poveri che Riccardi da sempre tutela con le sue benemerite iniziative?
Ancora, andando a ritroso.
Dal primo di aprile di quest’anno è in commercio nelle farmacie italiane EllaOne, la pillola dei cinque giorni dopo.
Appartiene alla categoria dei preparati chimici – non chiamiamolo farmaco, per favore – che il genetista Jerome Lejeune, oggi in via di beatificazione, aveva definito “pesticidi umani” messi a punto solo per uccidere. EllaOne è a base di Ulipristal, un preparato simile a quello attivo nella RU486, usata oggi nei nostri ospedali in alternativa all’aborto chirurgico. E’ quindi un abortivo spacciato per contraccettivo, non impedisce infatti l’incontro tra ovocita e spermatozoo, ma l’annidamento dell’embrione in utero. Viola il diritto alla vita, il primo, sorgivo e fondativo, dei diritti non negoziabili. Il gruppo dei Parlamentari per la Vita, da poco costituito per iniziativa del Senatore De Lillo, ha presentato interrogazioni in merito al Ministro della Salute, ma non risulta che il cattolico Balduzzi le abbia prese in considerazione né che abbia fatto alcunché per impedire, ritardare, ostacolare la vendita di tal preparato. Eppure EllaOne è in contrasto con la stessa legge 194/78 che impone che l’aborto volontario abbia luogo nelle strutture ospedaliere autorizzate e in quanta considerazione il costituzionalista Balduzzi tenga la legge apprendiamo da Avvenire, che il 22 giugno scrive “La 194 è una legge dello Stato, e quindi va applicata in tutte le sue parti. L’ha affermato ieri il ministro della Salute Renato Balduzzi commentando la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha respinto mercoledì il ricorso del giudice tutelare del Tribunale di Spoleto sulla norma che depenalizza l’aborto a ben precise condizioni.”
E se davvero la 194 va applicata in tutte le sue parti, bisogna dire no a EllaOne, se non si vuole cadere in contraddizione.
Ma, contraddizione della contraddizione, da cattolico Balduzzi, esperto giurista, dovrebbe aver ben chiara la tradizione cristiana sulle leggi ingiuste, magistralmente compendiata da Giovanni Paolo II in quella parte dell’Evangelium vitae ai paragrafi che vanno sotto il titolo di “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini:la legge civile e la legge morale” Ogni legge posta dagli uomini in tanto ha ragione di legge in quanto deriva dalla legge naturale. Se invece in qualche cosa è in contrasto con la legge naturale, allora non sarà legge, bensì corruzione della legge”scrive Giovanni Paolo II citando San Tommaso d’Aquino e aggiunge “ Ora la prima e più immediata applicazione di questa dottrina riguarda la legge umana che misconosce il diritto fondamentale e fontale alla vita, diritto proprio di ogni uomo” (n.72). La legge 194, appunto, che, in quanto legittima l’aborto “cessa per ciò stesso, di essere una vera legge civile, moralmente obbligante”. E’ ancora parola di Giovanni Paolo II.
Ma Balduzzi afferma il contrario.
Se questi sono i ministri cattolici, non abbiamo proprio da rallegrarci. Possiamo accettare tutto con santa pazienza, un governo di personaggi che dall’oggi al domani si sono insediati a Palazzo Chigi al di fuori di ogni regola democratica, l’arroganza di una finanza che fa e disfa a suo piacere, l’imposizione di tasse e balzelli che neppure lo sceriffo di Nottingham, ma non possiamo tacere di fronte a sedicenti cattolici che rinuncino a comportarsi come tali, separando quelli che dovrebbero essere principi radicati e irrinunciabili, da una prassi politica che va in tutt’altra direzione.
Torna a proposito quanto Mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino, qualche tempo fa su Opportune et importune, la sua bella rubrica che impreziosisce il mensile Studi Cattolici, scrisse citando il filosofo Augusto del Noce, sui catto-laicisti, questo incrocio devastante, “dove il prefisso contribuisce soltanto a rendere granitica la fiducia nella realtà sociale e nelle istituzioni, come la magistratura, e a incaricarle di fissare i valori sociali e quelli non negoziabili della persona”.
Purtroppo questa è la realtà.