Memorie di un’epoca – rubrica mensile a cura di Luciano Garibaldi
biografie, eventi, grandi fatti, di quel periodo in cui storia e cronaca si toccano
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32 – mercoledì 30 novembre 2016
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IL TRADIMENTO SEGRETO DEGLI INGLESI CHE COSTO’ 185 MILA VITE UMANE
Una terribile vicenda dell’immediato dopoguerra dimenticata da tutti: i cosacchi e gli jugoslavi che avevano combattuto dalla parte di Hitler si arresero ai britannici, ma furono consegnati a Stalin e a Tito che li massacrarono in massa, comprese le loro famiglie
di Luciano Garibaldi
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Non ne parla più nessuno e sono spariti persino dai libri di storia. Ma è un fatto che decine di migliaia di soldati cosacchi (provenienti dal Kazakistan e da altre terre islamiche dell’URSS come l’Uzbekistan e il Kirghisistan) e ustascia (croati di fede fascista, capeggiati da Ante Pavelic), arruolatisi volontari e pertanto combattenti nelle file della Wehrmacht tedesca, e infine arresisi tra la fine di aprile e primi di maggio del 1945 ai vincitori inglesi, furono consegnati, per ordine di Churchill, all’esercito di Tito. Che, ovviamente, li sterminò con inimmaginabile ferocia. Non meno di ventimila, di quei poveri disgraziati, con le loro famiglie, vennero immediatamente massacrati nei pressi di Bleiburg, nella Carinzia meridionale. Gli altri ebbero la stessa sorte dopo essere stati consegnati dagli inglesi ai boia comunisti di Tito.
Ma perché non si parla mai di questi orrori? E’ semplice. Perché il parlarne getterebbe un torrente di infamia non soltanto sui comunisti massacratori (perché meravigliarsi? fa parte della loro natura l’esserlo), ma anche sugli inglesi ai quali i russi ucraini e delle altre nazionalità meridionali (Kazakistan, Adzerbaijan, Tagikistan, Uzbekistan) e gli ustascia croati che avevano combattuto agli ordini di Hitler si erano arresi, sicuri che l’esercito di Sua Maestà Britannica avrebbe rispettato le clausole della Convenzione di Ginevra. E’ di tutta evidenza che gli ordini di consegnare i vinti ai boia jugoslavi arrivò dall’alto, ossia direttamente dal capo del governo inglese. Non si può infatti neppure immaginare che semplici comandanti di prima linea quali il generale di Brigata Toby Low (in seguito nominato membro della Camera Alta con il nome di Lord Aldington) abbiano potuto decidere da soli una faccenda di quella portata. Molto più credibile che si siano limitati ad ubbidire ad ordini che magari ritenevano ripugnanti (e in seguito siano stati ricompensati, magari con il titolo di Lord). Salvo querelare, ottenendo rimborsi miliardari, quegli onesti ma ingenui giornalisti e storici inglesi come Nikolai Tolstoj che imprudentemente avevano osato addentrarsi nel mistero del «The secret betrayal» («Il tradimento segreto»), titolo, appunto, del libro che costò a Tolstoj una durissima condanna per diffamazione.
In proposito, proviamo a rifarci al famoso carteggio Mussolini-Churchill e soffermiamoci su una ipotesi assai verosimile, che spiegherebbe molte cose. Acclarato ormai (la dimostrazione – e chiedo scusa per l’autocitazione – è nel mio libro «La pista inglese: chi uccise Mussolini e la Petacci?», edizioni Ares, 2002) che fu il PCI ad impadronirsi del carteggio e a restituirlo, in cambio di ingenti «rimborsi spese», al premier britannico, non è da escludersi, tutt’altro, che il vertice del PCI abbia rivelato il contenuto del carteggio al suo padrone sovietico. Chi ha letto il mio libro sa che il contenuto veramente compromettente di quell’incartamento era costituito dalla prova dei tentativi esercitati da Churchill, tramite Mussolini, per convincere Hitler a rivolgersi, tutti assieme, italo-tedeschi e anglo-americani, contro la marea sovietica avanzante da Est.
Stalin potrebbe dunque avere preso visione delle copie del carteggio proprio negli ultimi giorni di aprile. In tempo per esercitare, nei confronti di Churchill, un terribile ricatto: il silenzio sullo sleale comportamento del premier britannico, in cambio del cedimento alle pretese sovietiche di inglobare l’Istria, Fiume e la Dalmazia ai danni dell’Italia, e della consegna dei prigionieri di guerra anticomunisti jugoslavi e russi che si erano arresi agli angloamericani. In effetti, null’altro può spiegare il tradimento compiuto dagli inglesi ai danni di 150 mila cosacchi (compresi 10 mila bambini, vecchi e donne) e di 35 mila jugoslavi anticomunisti arresisi agli Alleati sicuri di potere così salvare le proprie vite, e invece consegnati all’Armata Rossa e all’Ozna titina, cioè al patibolo.
E’ evidente che un carteggio che dimostrava la propensione di Churchill a tradire l’alleato sovietico, finito nelle mani di Stalin, non avrebbe potuto che consentire al dittatore russo qualsiasi tipo di ricatto. Churchill e l’Inghilterra ne uscivano con le ossa rotte, come indirettamente avvenne poi negli anni successivi, con la perdita delle colonie e il ridimensionamento della potenza mondiale britannica, mentre Stalin poté realizzare la sottomissione più completa alla Russia di tutto l’Est europeo (Germania Est, Polonia, Romania, Bulgaria, Cecoslovacchia e via dicendo). E soprattutto vendicarsi di quei cosacchi del Don, di quegli ucraini e di quei musulmani del Sud dell’Urss che, agli ordini del generale Andrej Vlasov, avevano indossato le divise della Wehrmacht e delle SS.
Lo stesso discorso vale per il maresciallo Tito, che massacrò tutti gli jugoslavi fascisti (gli ustascia e i domobranzi) e monarchici (i cetnici) consegnatisi agli inglesi. In particolare, i cetnici avevano combattuto contro i tedeschi agli ordini del generale Mihailovic ma si erano trovati il più delle volte in rotta di collisione e in aperto conflitto con le bande comuniste. Consegnati a Tito dagli inglesi, finirono tutti nelle foibe o sulle forche.
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l’immagine è tratta da http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/44/cosacchi.htm
8 commenti su “Memorie di un’epoca – Il tradimento segreto degli inglesi che costò 185.000 vite umane – di Luciano Garibaldi”
Quando sarà scoperchiato questo “vaso di pandora” di ipocrisìa, che vede ancora gli angloamericani come eroi senza macchia, gli unici che secondo la vulgata comune, sono sempre stati dalla parte del bene, anzi che essi stessi sono l’incarnazione del vero bene?.Questo devo dire che è un mio pio desiderio. E a lei prof.Garibaldi, grazie per questo stupendo articolo che getta della luce ulteriore, come del resto i suoi scritti fanno sempre, sulla storia del novecento, che sicuramente dev’essere la più contraffatta. Comunque sia: nihil sub sole novi, quando si parla di Stati Uniti e Gran Bretagna, le cose non sono mai come sembrano, alla faccia del luogo comune, che vede sempre gli Italiani come esempi di doppiezza, come gente da cui guardarsi.
Incidentalmente il tema del tradimento degli inglesi nei confronti delle popolazioni cosacche è stato trattato, pur con tutti i limiti della sceneggiatura di un film, in “007 Golden Eye”. Ovviamente il tema storico viene diluito nella “action story”. Ma indirettamente conferma la veridicità di quanto scritto e riferito dal Professor Garibaldi.
Cit. da Wikipedia” Il leader di Janus: Alec Trevelyan 006 aveva finto la sua morte per tradire l’Inghilterra, deciso a vendicarsi della nazione da lui ritenuta responsabile della morte dei genitori di origine cosacca, eliminati dalle purghe staliniane”
Qualche “storico” ebbe l’impudenza di negare l’esistenza dei massacri ; peccato che subito dopo siano state scoperte le fosse comuni…….
Altro miserevole tradimento, l’operazione “Keelhaul”, ossia la consegna coatta a Stalin non solo di chi aveva combattuto coi tedeschi, ma anche dei prigionieri di guerra (per Stalin traditori a prescindere) e perfino degli emigrati dopo la rivoluzione d’ottobre. Nessuna considerazione di “Realpolitik” può giustificare tale infamia, che si cercò di tenere segreta e tale sarebbe rimasta se non fosse stato per storici onesti come Epstein e altri. Il nome stesso dell’operazione, tratto da una delle più crudeli pratiche della marineria a vela, dimostra che i governanti anglo-americani sapevano benissimo che sorte avrebbero avuto le vittime. Si trattò veramente di una “minestra con uno scarafaggio dentro”, per dirla con uno studioso israeliano che la analizzò.
La parola significa “Tirare sotto la chiglia”: cioè legare un marinaio da punire, buttarlo a mare, farlo passare sotto la chiglia e tirarlo su dall’altra parte. Vivo? morto? …
Un caro amico tedesco, il dott. Reinold Geimer,defunto pochi anni or sono, mi raccontò dei quasi due milioni di morti tedeschi, moltissimi fra questi civili, dopo l’occupazione della Germania da parte degli Alleati.
Credo che in proposito, esistano, pochissime pubblicazioni nella stessa Germania.
Sarebbe un altro capitolo dei fasti dei liberatori, che sarebbe bene illustrare.
Le sono infinitamente grato per questo Suo imperdibile contributo alla verita’,prof.Garibaldi.I nazisti erano portatori di un’ideologia folle e satanica,ma atroci sono stati i tanti,troppi crimini perpetrati dai cosiddetti Alleati,prima,durante e dopo la guerra.Gli inglesi ad esempio bombardarono con un diluvio di spezzoni incendiari la citta’ di Dresda,citta’ che non rappresentava alcun obiettivo militare degno di nota,facendone perire tra le fiamme quasi tutta la popolazione civile,ma mai bombardarono le linee ferroviarie che portavano i treni carichi di deportati ebrei e non solo verso gli infami campi di sterminio;lo avessero fatto,avrebbero rallentato di molto gli arrivi di poveri innocenti nella fabbiche della morte.Perche’?e’ certo che la storia la scrivono,purtroppo,i vincitori,ma la Verita’ e¡ li a condannarli senza sconti per le loro infamie.
Va anche ricordato che a svolgere l’operazione di deportazione dei Cosacchi dalla Carnia a Lienz dal 9 maggio al 2 giugno 1945, compreso l’arresto di un migliaio di ufficiali a Spittall e il caricamento forzato sui treni blindati per la Russia alla stazione di Lienz di 9.000 uomini, 6.000 vecchi, 4.000 donne e quasi 3.000 bambini e` stata la Brigata Ebraica preventivamente discolcata a Tarvisio dal 2 maggio per poter effettuare tale operazione. I Cosacchi vennero quasi tutti sterminati.