Piero Vassallo – Memoria e progresso – Fede e Cultura, 2009
Il progresso non rappresenta la fondazione della civiltà sopra le rovine dell’esistente, ma è il risultato della selezione e del perfezionamento delle nozioni trasmesse dalle generazioni passate. Per dimostrarlo, lo storico della filosofia Piero Vassallo ripercorre il deragliamento gnostico e antirealistico della “ragione” moderna, mostrando l’essenza tenebrosa e dissolutoria delle pseudofilosofie di Cartesio, Kant, Hegel, Nietzsche, Heidegger, Simone Weil, Bataille, Kojève, Guénon, Evola e della Scuola di Francoforte. A questi autentici mostri della ragione Vassallo oppone le luminose rivisitazioni del pensiero tomista, vichiano, rosminiano e kierkegaardiano operate nel Novecento da veri e propri geni metafisici quali – per nominare solo i più rappresentativi – Michele Federico Sciacca, Cornelio Fabro ed Étienne Gilson. Costoro hanno saputo confutare magistralmente le calunnie all’essere e le staffilate alla razionalità umana che hanno fatto il disonore dei maestri del sospetto e dei “pensierodebolisti” assisi sulle cattedre della banalità e dell’immoralismo. Il preconcetto secolarista, si è oggi trasformato in strumento di perdizione, cioè di quel totalitarismo della dissoluzione (Del Noce) che ultimamente sussurra perfino dai pulpiti, consacrati alla teologia conformistica. Unico rimedio ad una tale situazione di crisi è non tanto uno sterile e mummificato “tradizionalismo”, ma una riscoperta attiva e dinamica della “tradizione viva e perenne” della filosofia occidentale. Infatti, come scriveva Francisco Elias de Tejada, “La posizione che suole contrapporre la tradizione al progresso è assurda, giacché non esiste progresso senza tradizione né tradizione senza progresso”.
Piero Vassallo è nato a Genova nel 1933. Laureato in filosofia è stato docente nella sede genovese della Facoltà teologica del Nord Italia. Giovanissimo ha iniziato l’attività di pubblicista sotto la guida di Giano Accame, è entrato nella redazione della rivista Lo Stato diretta da Baget Bozzo. Di seguito ha collaborato con Guido Gonnella (Il Centro), con Nino Radano (Il Quotidiano), con Antonio Livi (Studi Cattolici), Silvano Vitale (L’Alfiere) e nuovamente con Baget Bozzo (Renovatio). Negli anni Settanta ha fatto parte dell’associazione dei giusnaturalisti cattolici (fondata da Francisco Elias de Tejada) ed ha collaborato con la Fondazione Gioacchino Volpe. Tra il 1997 ed il 2003 è stato editorialista del quotidiano romano Il Tempo. Fra le sue opere “Pietro Mignosi e la Tradizione” (Palermo 1989), “Introduzione allo studio di Vico” (Palermo 1992), “La filosofia del regresso” (Napoli 1996), “La restaurazione della metafisica” (Genova 2006) e “La cultura della libertà” (Genova 2007).
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