La violenza delle canzoni di Paolo Pietrangeli
“E’ comodo per voi che avete in mano tutto, dire che siamo uguali davanti a Dio. E’ un Dio tutto vostro, è un Dio che non accetto e non conosco”.
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Le strofe della canzone “Uguaglianza” (in corsivo), scritte da un partigiano anarchico, forse sarebbero state circoscritte ad un certo piccolo mondo rivoluzionario se non fossero state rese note da Paolo Pietrangeli, autore della celebre “Contessa”, vero e proprio inno del ’68. Anche se ovviamente sarebbe preferibile non udire né ancor meno cantare quelle canzoni violente di protesta, tuttavia dobbiamo conservare la memoria per non dimenticare le devastazioni che quelle canzoni hanno prodotto sul piano sociale e culturale e soprattutto riguardo quello che è primariamente il fine della vita umana, cioè la salvezza dell’anima (misconosciuta da chi gridava di non accettare né conoscere Dio).
Cantore acerrimo della rivoluzione violenta (basti pensare ai soli titoli di alcuni dei suoi album incisi: “Mio caro padrone domani ti sparo”, “Karlmarxstrasse”), Paolo Pietrangeli ha incarnato, da studente comunista, la rivoluzione dei costumi sessantottina tutt’altro che pacifista, come attestano i versi della summenzionata e celeberrima Contessa: “Voi gente per bene che pace cercate, la pace per far quello che voi volete; ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra, vogliamo vedervi finir sotto terra”. Icona della rivolta studentesca, culminata negli scontri di Valle Giulia del 1° marzo 1968, Pietrangeli ha incarnato la lotta di classe che ha portato al clima di “guerra di piombo” dei successivi anni’70: “No alla scuola dei padroni! Via il governo, dimissioni!”, ritornello della canzone Valle Giulia, a ricordo dei drammatici avvenimenti di quegli anni.
Figlio del regista cinematografico Antonio, Paolo Pietrangeli ha seguito le orme del padre portando anche sul grande schermo le idee rivoluzionarie atee e comuniste con il famoso Porci con le ali del 1977, trascrizione cinematografica del libro omonimo scritto da Marco Lombardo Radice, aderente a Lotta Continua e figlio del prestigioso matematico Lucio e da Lidia Ravera, divenuta in seguito Assessore alla Cultura della Regione Lazio.
In quel film, che ebbe un buon successo di botteghino, il coro degli studenti inneggiava in questo modo: “Viva Mao Tse Tung e il suo pensiero, quello di Lenin fu sincero, quello di Stalin fu severo, mentre Trockij si vendette allo straniero ma il piccone su di lui non fu leggero”.
Precedentemente Paolo Pietrangeli aveva lavorato al fianco di registi come Mauro Bolognini, Luchino Visconti, Federico Fellini. Nel 1974, quando ancora l’onda lunga del sessantotto non si era arrestata, Pietrangeli cantava con veemenza ancora in questo modo: “E’ finito il ’68, è finito con un botto. Tutti a casa siam tornati, gli ideali ripiegati in tasca…Ora questa filastrocca che m’è uscita dalla bocca, io vorrei che fosse intesa come vituperio, offesa da coloro che al potere sopra canottiere nere vestono abiti azzurrini e son pieni di santini”. Candidato (non eletto) alla Camera dei deputati nel 1996 con Rifondazione Comunista, nel 2009 ha aderito al SEL (Sinistra Ecologia Libertà) di Nichi Vendola.
Forse non tutti sanno che un cantautore di protesta e regista rivoluzionario come Paolo Pietrangeli, di inossidabile “fede” comunista, sia stato lo stesso regista di programmi come Maurizio Costanzo Show e Amici della De Filippi sulle reti Fininvest. Forse non tutti sanno che l’egemonia culturale di sinistra, che ha pervaso ovviamente anche il mondo della canzone italiana, ha potuto permettere che testi così violenti e duri (“Compagni dai campi e dalle officine prendete la falce portate il martello, scendete giù in piazza picchiate con quello, scendete giù in piazza affossate il sistema”) fossero talmente apprezzati che un professore universitario come Alberto Asor Rosa, saputo che l’allievo Paolo Pietrangeli era l’autore di Contessa, in segno di approvazione gli rifilò un bel 30 e lode. Forse non tutti sanno che lo stesso Asor Rosa fu tra i primi firmatari della lettera che impedì a papa Benedetto XVI di partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico alla Sapienza di Roma nel 2008.
11 commenti su “MA CHE MUSICA MAESTRO – rubrica quindicinale di Fabio Trevisan”
I comunisti sono la peste della società!!!
“M.Costanzo Show” e “Amici” sono stati e sono la “predicazione massonica quotidiana e obbligatoria” in tutte le case.
Comunisti e Massoni insieme… come in Sudamerica, in Spagna (anni ’30), nel mondo durante la guerra del 1940-’45, in Italia per il Divorzio e l’Aborto, in Vaticano oggi
Caro Raffaele, hai ragione da vendere. Costanzo, poveraccio, si è spinto alla nuova avventura relativa alla sua creatura, il MCS, ma non riesce neanche a parlare. Suo ‘marito’, la De Filippi, si ostina a corrompere una gioventù di frustrati e abbagliati, vere vittime del quarto d’ora di celebrità di famosa memoria. Solo propaganda. Propaganda che comincia a fare acqua. Si, perché, McLuhan non lo disse in questi termini, vi è l’effetto boomerang, così lo definisco io. Augusto Del Noce parlò di eterogenesi (o eterogeneità) dei fini. L’unica speranza e strumento contro l’impalcatura massonica. Si romperanno le corna tra loro, sperando che non arrivino a questo dopo averci annichilito.
E’ bene ricordare, perchè si dimentica. Spesso sembra inutile ricordare, perchè si crede il passato finito e non tornerà più. Qui vediamo che fino ad oggi il passato nel presente parla, pontifica ed agisce. E’ l’ egemonia culturale che va conquistata, rivitalizzata, mai lasciata al nemico e sempre cristiana. Questo blog, come tante altre iniziative, a questo si è votato. Siamo però agli inizi della riconquista, il campo cattolico è stato invaso, contaminato, snaturato. Un compito immenso è davanti ad ognuno. Mi auguro che a tutti quelli, che videro innescarsi e lo svilupparsi e il consolidarsi della egemonia culturale sinistra da posizioni antitetiche, Nostro Signore Gesù Cristo conceda lunga vita per poter testimoniare l’odio, la corruzione seminati e la presa di potere sistematica sempre perseguita dagli atei senza Dio, Uno e Trino, e senza patria e senza famiglia, meglio salvaguardando la loro e distruggendo quelle degli altri.
Due piccole precisazioni, cara Irina:
1- la Massoneria non è interessata alla “verità” -fosse pure “la sua”- ma a pontificare incessantemente reprimendo La Verità, cioè “Gesù Cristo venuto nella carne” (1Gv 4, 2). Il massone è sempre in ceca di “cattolicucci da ri-catechizzare”
2- il concetto di “egemonia culturale” non è nostro.
Per i pagani: “Tot capita, tot sententiae”.
Per i Massoni: “Ognuno deve farsi la sua verità; se qualcuno afferma la capacità dell’uomo di conoscere la verità, con l’aiuto di Dio… sia privato della testa”
Per i Cattolici: “È bello vedere Dio/Verità nelle opere Sue e nei Suoi Santi”
Caro Raffaele,ha ragione “egemonia culturale” non è termine nostro. Ci siamo però dentro ancora, in maniera più soft. meno pressante, più suadente, più ipocrita. Tutta, o quasi, la Chiesa ne è stata invasa. E la tragedia sta che gran parte degli invasi non se ne rende conto perchè, fondamentalmente, non si aspettano che la chiesa tradisca se stessa. Come tanti non si aspettavano dai professori un inganno, come in genere nessun adolescente se lo aspetta da alcun adulto. I genitori stessi,non educando più come Dio comanda, hanno smesso di essere i primi educatori dei propri figli per diventarne i primi manipolatori.
Un concetto delle virtù umane è sempre esistito ed è stato sempre perseguito, ora ci si accontenta della sola facciata. Dietro ed intorno rimangono le rovine, come a Norcia.
Cara Irina, sono più pessimista di lei.
Per essere molto pratico: moltissimi preti italiani che oggi hanno 40/50 anni hanno alle spalle una ventina d’anni (fino al 2013) di sistematico “dirottamento nella spazzatura” del Magistero Pontificio.
Dal 2013, ma specialmente da quando il regime ha incominciato a “spezzare le reni” ai non-omologati (iniziando dai Francescani dell’Immacolata), gli stessi sono “francescani” a servizio permanente.
Sempre per essere pratico, faccio presente ancora che l’esposizione della foto o della gigantografia del “caro leader” in chiesa è eresia… lo sarebbe anche se il leader fosse un immenso Santo.
Un esempio non clericale, per alleggerire: a Celle, presso Savona, l’acquedotto fu inaugurato solo nel 1916. Gli abitanti, entusiasti, volevano fare un monumento al Senatore che aveva operato perché fosse costruito. Risposta: “Dovete aspettare la mia morte”. Contro-risposta: “No, te lo facciamo subito: siccome la legge lo vieta, facciamo un Mosè che fa sgorgare l’acqua”.
Conclusione: il Clero odierno è colpevole; il popolo, “poco colpevole”
In quanto la Chiesa dovrebbe essere Madre e Maestra, sì ha ragione lei, è più responsabile.
La decadenza della nostra società e la sua inesorabile deriva si deve proprio a personaggi di questo tipo che a quei tempi spadroneggiavano nelle università intimidendo chi non la pensava come loro e creando un clima irrespirabile che ancora ricordo tristemente. Ero appena entrata all’università, ma capii subito che quella non era una buon’aria e che purtroppo anche da parte di certi docenti c’era benevolenza verso quegli individui e che bastava essere di sinistra, contestatori, occupatori degli atenei per farsi avanti e di conseguenza, per prendere tanto di lauree alla faccia di quei fessi fra gli studenti che studiavano per davvero. Paolo Pietrangeli non l’ho mai conosciuto perché da questa gente mi sono sempre tenuta lontana e non mi è mai piaciuta, ma non mi meraviglio che in questo vero immondezzaio che è la televisione (tutta) abbia ricoperto posti di rilievo (si fa per dire).Quanto ai programmi di Costanzo e consorte: olezzano come olezza il loro regista.
Grazie, caro Trevisan, chi non conosce la Storia, è condannato a ripeterla. E non è trascurabile la storia dei parassiti culturali (li rispetto come persone, ma tale è la loro professione, quella da scrivere sul CV e sui documenti). La peste che ci affligge è causata dalle loro ripetute e diffuse punture. Ci vorrebbe una cultura cattolica, cioè cattolici che non si vergognano di esserlo. Comunque, siamo tutti uguali davanti a Dio, per quanto molti (v. proteste anti-Trump), “non accettandoLo né conoscendoLo” si ritengano molto, molto più uguali degli altri.
Ricordate quella bella canzone dei Nomadi, anno 1974 (solo per chi è almeno sopra i 60 anni) che si intitolava “Tutto a posto”? ebbene, la prendo a prestito per rivolgere al Santo Padre (?), dopo la cerimonia di Lund ed il contro-concilio di Trento, le seguenti parole : “Ma tutto è a posto oramai / anche se ho capito che / il mio posto nel suo mondo più non c’è…” . Ovviamente mi riferisco al “nuovo mondo” protestantizzato tanto caro a Bergoglio; Lutero si-Fatima no : quando Putin, nel dicembre 2013, gli ha ufficialmente chiesto di consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria SS.ma, lui ha rifiutato; Ravasi, lì presente, ha rincarato la dose dicendo “distruggeremo Fatima!”. Recentemente ha affermato che coloro che lo accusano di voler protestantizzare la Chiesa “non gli tolgono il sonno”. E allora, caro papa (?) Francesco, la “sua” Chiesa luterana se la tenga pure, ma sappia che in essa io non mi ci riconosco, né mai l’accetterò, né in questa vita, né nell’altra.