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“Su quel ponte che attraversa il fiume Valuy, due chilometri circa ad ovest del terrapieno della ferrovia, nel gennaio del 1943 è passato un gran numero di alpini che dopo lo sfondamento e l’apertura del varco nella sacca di Nikolajewka continuava il cammino verso baita”…
Parole del presidente nazionale dell’Ana, il trevigiano Sebastiano Favero, e settant’anni dopo quell’evento rimasto scolpito nell’epica storia delle Penne Nere, quel manufatto era tornato di attualità.
Infatti, nel settembre del 2013, in occasione del ventennale della costruzione dell’Asilo Sorriso donato dall’Ana alla popolazione di Rossosch, opera di pace e di amicizia, per ricordare i caduti della campagna di Russia, il Sindaco di Livenka (allora Nikolajewka, nell’oblast, cioè territorio, di Belgorod), Bitjuckij, richiamandosi al suo predecessore, aveva rinnovato a Favero la richiesta di un nuovo ponte in sostituzione di quello traballante e fatiscente, ma necessario per la popolazione.
Gli Alpini, così disponibili con competenza e generosità a Rossosch, non potevano esserlo anche con l’antica Nikolajewka?
La risposta era stata affermativa in linea di massima, in attesa però dell’approvazione del consiglio direttivo nazionale dell’Ana. Approvazione accordata e quindi, via al progetto, ma… nel frattempo, crisi internazionale, blocchi di iniziative dall’Italia alla Russia, eccetera. Per cui, ecco il senso, oggi, di un’intervista a Sebastiano Favero.
Presidente, a che punto siete con la progettazione e la realizzazione del ponte richiestovi dal Sindaco di Livenka?
“Ai primi di maggio una delegazione tecnica composta da Giorgio Sonzogni, Lino Chies (ndr, uno degli artefici insieme a Favero dell’Asilo Sorriso di Rossosch), Antonio Munari, Gian Mario Rizzi, Gianna Valsecchi interprete, sarà sul posto per concordare modalità e tempistica”.
Avete incontrato difficoltà, stante la situazione politica internazionale da parte dei governi italiano e/o russo?
“Qualche preoccupazione c’è stata, ma ora tutto è superato dopo l’incontro avvenuto a Roma con l’ambasciatore russo in Italia”.
Come sarà finanziato il nuovo manufatto?
“Come sempre, le risorse saranno garantite dalle offerte dei nostri gruppi, delle sezioni e dei tanti amici che gli Alpini hanno in patria e all’estero”.
Costruzione in Italia e montaggio in loco? Può dirci qualcosa sulle tecniche di costruzione?
“Il ‘Ponte degli Alpini per l’amicizia’ (così si era deciso di chiamarlo) sarà in ferro e dopo l’incontro di maggio si deciderà se costruirlo in loco o in Italia (e poi montarlo là), a seconda delle disponibilità locali”.
Lunghezza e larghezza del ponte? E quanto alto sul livello del fiume?
“La lunghezza sarà di dodici metri, larghezza di sei, altezza quattro”.
Venendo all’attualità, e visto che la delegazione tecnica tornerà alla vigilia dell’adunata nazionale dell’Aquila, perché la grande kermesse scarpona in una città e in una regione che a distanza di tempo dal terremoto recano ancora ferite gravissime? Non si teme un flop?
“La scelta era stata fatta a suo tempo dal consiglio direttivo nazionale dell’associazione su richiesta delle amministrazioni locali per portare un segno di solidarietà e di fiducia a una popolazione così duramente colpita e che ancora porta, appunto, i segni di quella tragedia, e per condividere con quella gente un momento di amicizia e serenità in vista di un futuro migliore”.
Le due cose si tengono, per così dire, per mano: la solidarietà manifestatasi durante e dopo il sisma che colpì l’Abruzzo, e il ritorno in terra di Russia per fare qualcosa di buono, di bene, di utile, a favore di una popolazione bisognosa, avendo nella memoria del cuore i commilitoni non più tornati. Ed è questo un modo veramente cristiano che contraddistingue le Penne Nere: la fede e le opere. Senza suonare grancassa, senza proclami, ma nel fare, semplicemente, meravigliosamente, nel fare!
1 commento su “Il “Ponte degli Alpini per l’amicizia”. Intervista a Sebastiano Favero, presidente nazionale dell’Ana – di Giovanni Lugaresi”
Lodevole spirito di solidarietà e amicizia trà i popoli. Da prendere come esempio per meditare ma soprattutto imitare. Grazie