di Giovanni Lugaresi
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Casumaro, popolosa (quasi duemila abitanti) frazione del comune di Cento, in provincia di Ferrara, è stato uno dei luoghi più colpiti dal sisma del 2012, ma anche uno dei paesi ai quali sono stati dedicati il pensiero e l’opera degli Alpini. Che in quattro mesi di lavoro (gratuito, come sempre) hanno costruito una scuola materna, ridando il sorriso a famiglie e bambini. Una struttura che verrà inaugurata sabato 1 giugno alle 10 e che porterà il nome di un eroico cappellano medaglia d’oro al valor militare: don Enelio Franzoni, di San Giorgio in Piano (Bologna), prigioniero in Russia e sempre vicino ai soldati che con lui erano stati catturati dalle truppe sovietiche.
Don Enelio non era alpino, ma amico degli Alpini sì, a incominciare da Giulio Bedeschi, l’autore di “Centomila gavette di ghiaccio”, e da Enrico Reginato, l’ufficiale medico che di prigionia in Russia subì ben dodici anni. Il prete bolognese rappresenta ancora oggi un esempio di virtù sacerdotali e umane che manifestò appieno proprio nella condizione di prigioniero, rinunciando ben due volte al rimpatrio per non lasciare soli i “suoi” soldati. Quei bambini ospiti della struttura, cresceranno quindi nella conoscenza di quel santo cappellano militare dichiarato “alpino ad honorem” da un altro importante personaggio reduce di Russia: il generale delle Penne Nere Franco Magnani…
Dopo il terremoto devastante dalla primavera dello scorso anno, gli alpini andati andate a soccorrere e a lavorare nei campi di accoglienza erano stati diverse migliaia. Da maggio a novembre, instancabilmente, la presenza dell’Ana aveva dimostrato a questa popolazione quanto intenso sia per gli alpini il sentimento della solidarietà. Ma la cosa, come spesso succede, non si era limitata a quel lavoro.
Ecco, infatti, l’avvio di una raccolta di fondi per la costruzione di una struttura sul territorio della frazione. Alla fine, fra Penne Nere e persone sensibili al loro appello, la raccolta ha fruttato oltre 900mila euro e, dati i tempi di crisi, non si tratta di una somma dappoco – comunque bastevole per la realizzazione del progetto.
Ma ecco dati e numeri che parlano con una eloquenza straordinaria. Il terreno sul quale sorge la scuola materna (progettata dall’architetto Renato Zorio, presidente della commissione grandi opere dell’Ana) è di settemila metri quadrati, mentre l’edificio prefabbricato ha una struttura in legno ad alta resa termica ed energetica e occupa una superficie di circa 700 metri quadrati. La scuola materna ospiterà bambini e assistenti di tre sezioni e si presenta anche all’esterno in una veste, per così dire, accogliente: marciapiedi, parcheggi, un’area verde dove i piccoli ospiti potranno giocare e sviluppare fantasia e creatività. La struttura si sviluppa solamente sul piano terra, è priva di barriere architettoniche e prevede due entrate laterali su un atrio con al centro un grande cubo.
Come per l’Abruzzo (e come per altre località e regioni colpite da terremoti o da altre calamità naturali), un suo segno profondo l’Ana lo lascia dunque anche in terra emiliana. Nel nome della solidarietà alpina in primis, e poi nel nome di un valoroso cappellano militare di questa terra.
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La Voce di Romagna – 31 maggio 2013