Lo “schema Soros” e l’immigrazione indotta – di Giampaolo Rossi

di Giampaolo Rossi

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1, 2, 3… TANA PER SOROS!
Per carità, sarà solo un caso, una coincidenza di quelle che servono agli scettici per dimostrare che non c’è un senso nelle cose. Fatto sta che ogni volta che la società civile, gli umanitaristi della domenica, le sentinelle democratiche scendono in piazza contro il cattivo di turno (che si chiami Putin, Trump o Marine Le Pen), dietro a loro fa capolino la faccia di Soros o meglio, il suo portafoglio.

Anche nell’ultimo caso, quello del Decreto esecutivo sull’immigrazione voluto da Trump, le proteste inscenate in tutta America sono state organizzate da gruppi mantenuti con i soldi del filantropo miliardario.
Come ha evidenziato Aaron Klein su Breitbart, gli avvocati che hanno messo in piedi le azioni legali contro il Decreto Trump, appartengono a tre associazioni per i diritti degli immigrati: la ACLU (American Civil Liberties Union), il National Immigration Law Center e l’Urban Justice Center. Tutte e tre sono finanziate, per milioni di dollari, dalla Open Society di Soros (la ACLU addirittura ha ricevuto 50 milioni solo nel 2014).
Una delle avvocatesse in prima linea nella battaglia legale, Taryn Higashi, è componente dell’Advisory Board dell’Inziativa per l’Immigrazione Internazionale della Open Society.

Dopo le manifestazioni di protesta all’indomani del voto e la Marcia delle Donne, questa è la terza iniziativa anti-Trump che vede la ragnatela di Shelob/Soros dispiegarsi contro quella parte dell’America colpevole di non aver votato la sua candidata in busta paga, Hillary Clinton.
Come direbbe Poirot: “una coincidenza è solo una coincidenza, due coincidenze sono un indizio, tre coincidenze sono una prova”; e se ci aggiungiamo anche la famosa battaglia contro le “fake-news” che inquinano la purezza dell’informazione mainstream (salvo poi scoprire che a produrre fake news è proprio il mainstream), diciamo che abbiamo la quasi certezza che a Soros non è andata molto giù l’elezione di Trump.

SOROS E L’IMMIGRAZIONE ILLEGALE
Tra tutte le cause “progressiste” che Soros finanzia, quella per agevolare l’immigrazione clandestina è forse la più curiosa (ed anche la più rivelatrice).

Nel 2014 il New York Times rivelò che la decisione di Obama di modificare la legge sull’immigrazione per facilitare il riconoscimento degli irregolari, fu spinta dalla campagna delle associazioni pro-immigrati divenute una “forza nazionale” grazie all’enorme quantità di denaro versato nelle loro casse dalle ricchissime fondazioni di sinistra tra cui, appunto, la Open Society di Soros (oltre alla sempre presente Ford Foundation); “Negli ultimi dieci anni – scrive il NYT – questi donatori hanno investito più di 300 milioni di dollari nelle organizzazioni di immigrati” che lottano “per riconoscere la cittadinanza a quelli entrati illegalmente”.

Ora, Soros, che di mestiere fa lo speculatore finanziario, è uno che con i soldi non produce ricchezza ma povertà. Il suo lavoro è, di fatto, scommettere sulla perdita degli altri; lui vince se il mondo perde.
Soros appartiene a quella aristocrazia del denaro per la quale, crisi economiche e guerre, sono linfa vitale per il proprio portafoglio (e per il proprio potere).
E infatti i suoi miliardi li ha fatti (e continua a farli) mettendo in ginocchio le economie di mezzo mondo; ne sappiamo qualcosa anche noi italiani che nel 1992, subimmo l’attacco speculativo orchestrato dal suo fondo “Quantum” che bruciò il corrispettivo di 48 mila miliardi di dollari delle nostre riserve valutarie, costringendo la Lira ad uscire dallo Sme (insieme alla sterlina inglese).

E se “destabilizzare le economie” è il suo lavoro, destabilizzare i governi è il suo hobby; e così Soros finanzia da anni rivoluzioni colorate (dall’est Europa alle Primavere Arabe) che altro non sono che guerre civili all’interno di Stati sovrani per sostituire governi legittimi con replicanti a lui rispondenti; e adotta (finanziando campagne elettorali) candidati particolarmente inclini a fare le “guerre umanitarie” con cui stravolgere intere aree del mondo.

LO SCHEMA SOROS: POVERI-PROFUGHI-IMMIGRATI
Per semplificare (anche troppo) lo chiameremo “SCHEMA SOROS” anche se in realtà è un preciso disegno dell’élite tecno-finanziaria per costruire il proprio sistema di potere globale.

Lo “Schema Soros” funziona così: l’élite prima produce i poveri, poi trasforma alcuni di loro in profughi attraverso una bella guerra umanitaria o una colorata rivoluzione (in realtà i profughi sono meno della metà degli immigrati) e poi li spinge ad entrare illegalmente in Europa e in Usa grazie alle sue associazioni umanitarie, ricattando i governi occidentali e i leader che essa stessa finanzia affinché approvino legislazioni che di fatto eliminano il reato di immigrazione clandestina. Il tutto, ovviamente, per amore dell’Umanità.
In questo schema un ruolo centrale ce l’ha il sistema dei media e della cultura nel manipolare l’immaginario simbolico e costruire il “pericolo xenofobo e populista” contro chiunque provi ad opporsi a questo processo.

E francamente fa uno strano effetto vedere la sinistra americana di Obama e della Clinton solidarizzare con i profughi dopo aver lanciato sulla loro testa 26.000 bombe solo nel 2016 (quasi 50.000 in due anni) e venduto ai loro governi più armi di qualsiasi amministrazione americana, nel rumorosissimo silenzio di Soros e dei benpensanti che oggi scendono in piazza contro Trump.

A COSA SERVE L’IMMIGRAZIONE INDOTTA?
L’immigrazione in atto non è un processo naturale ma indotto per consolidare un modello incentrato non sulla ricchezza reale (produzione di beni e consumo) a vantaggio di tutti, ma su quella “irreale” del debito e dell’usura, a vantaggio di pochi.
La globalizzazione non è altro che il processo di concentrazione della ricchezza mondiale nelle mani di un numero sempre più ristretto di persone (quel famoso 1% che detiene il 50% della ricchezza globale).

Per l’Occidente il vero sconvolgimento è la dissoluzione della classe media, l’erosione ormai costante di quella che è stata il motore trainante dello sviluppo economico e civile dell’ultimo secolo e mezzo.
Non è un caso che “l’abbattimento della borghesia” (sogno di ogni ideologia totalitaria di destra e di sinistra) va di pari passo con i tentativi di smantellamento delle democrazie in atto in Occidente attraverso l’ascesa di governi tecnocratici e revisioni costituzionali scritte direttamente dai banchieri.
Per Soros e per l’élite tecno-finanziaria, “la democrazia è un lusso antiquato” (come scrisse il Financial Times, la Bibbia del gotha finanziario); e i meccanismi di sovranità popolare e rappresentanza parlamentare sono un intralcio alla gestione diretta del potere.

Il processo d’immigrazione indotta serve proprio a questo: disarticolare l’ordine sociale e culturale, generare conflitti endemici (guerra tra poveri), imporre legislazioni più autoritarie, alterare l’equilibrio demografico e generare un’appiattimento della stratificazione sociale per ridurre il peso di quella classe media, elemento da sempre in conflitto con le élite.

Per Soros e i suoi amici è molto più funzionale una società a due livelli: una élite con in mano grande potere economico (e decisionale) in grado di gestire anche i flussi informativi (e formativi) e una massa sempre più povera, dipendente da questa élite e dall’immaginario che essa costruisce; e nel progetto globalista, le identità nazionali e religiose (proprio perché pericolose costruttrici di senso) devono essere annullate all’interno di una massa indistinta e perfettamente funzionale al sistema di dominio.

Il sogno di un mondo governato da pochi plutocrati passa per la dissoluzione dell’Occidente come lo conosciamo e l’immigrazione di massa costruita a tavolino e legittimata persino nelle dichiarazioni ufficiali dei tecnorati sulla “Migrazione Sostitutiva”serve a trasformare il loro sogno nel nostro incubo.

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Su Twitter: @GiampaoloRossi

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fonte: Il Giornale 

10 commenti su “Lo “schema Soros” e l’immigrazione indotta – di Giampaolo Rossi”

  1. E soprattutto, i non-battezzati sono CHIAMATI perché “ricoprano” -numericamente e culturalmente- la Cristianità e le Cristianità, cioè le identità nazionali nate, forgiate e consolidate nella Chiesa, o comunque in ambiente cristiano.

    In parole povere: non siamo ancora abbastanza dimentichi e nemici di Cristo, dopo 250 anni di “catechismo” massonico? Anche un Italiano che non va mai a Messa è comunque “impastato” di Croce, di Madonna, di Roma? Con questo abbiamo firmato la nostra condanna: dobbiamo SCOMPARIRE

    1. Credo che prima scompariranno loro : a Dio non la si fa, nemmeno tutti i demoni ed i massoni di questo mondo possono niente contro di Lui e la sua SS.ma Madre e Madre nostra, la Beata Sempre Vergine Maria. Sappiamo che è piaciuto al Cristo lasciare a Sua Madre il compito di schiacciare il capo al serpente infernale, per ricacciarlo assieme a tutti i suoi servitori, nell’abisso infernale, e ormai ci manca poco, veramente poco. Quindi non avrà nessun successo il piano Kaletrgi, o piano Soros che dir si voglia. Per ora godono nell’ebbrezza del potere assoluto sul mondo occidentale (e oltre), ma proprio quando penseranno di aver vinto su tutti i fronti, allora saranno schiacciati. Laudetur Jesus Christus !

      1. Sì: siamo condannati a morte, ma il diavolo fa le pentole, non i coperchi.

        Ricordiamoci che come Italiani siamo il fulcro del mondo, perché qui si è compiuta l’Implantatio decisiva della Chiesa (con il Martirio dei Santi Pietro e Paolo) e l’unione fra le tre Civiltà di significato più-che-terreno: quella del Golgota (del Sacrificio), quella dell’Acropoli (della filosofia) e quella del Campidoglio (dello Jus).
        Concetto di papa Benedetto – non mio

        1. Raffaele e Catholicus, grazie per questi bellissimi interventi. Da scolpire nella pietra e nella memoria.
          Voglia il Signore non chiamare a se’ il grande Papa Benedetto, tuttora a mio parere regnante, prima dell’antipapa Francesco, per non consegnare il Suo soglio all’abominio della desolazione.

          1. Cari saluti e …Viva il Papa !!
            L’attuale figurante non può farci dimenticare la strepitosa “amicizia per la persona umana” di papa Benedetto, né l’iscrizione dei Papi in quanto tali nella lista dei “Nemici del Popolo”, avvenuta -come già ricordato- l’ 8 dicembre 1854: il giorno in cui il beato Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata, rimandando al mittente le profferte e le minacce massoniche perché nascesse una “Chiesa Liberale”, cioè massonica

  2. Anche Mr. Soros è un comune mortale, anche lui non è eterno, anche per lui verrà il momento di andare “di là” e dovrà lasciare “di qua” tutta la sua ricchezza ed il suo potere.

  3. luciano pranzetti

    Certamemte, Ioannes: tanto è vero che “Soros”, in greco antico, significa “sarcofago, tomba, bara” a testimonianza che, spesso come in questo caso, “nomen omen”. Soros, bara di se stesso.

  4. A quando una visitina di Soros in Vaticano? Verrebbe dipinto come il benefattore dell’umanità che non si irrigidisce in rigidi precetti ma il cui cuore vuole gettare ponti …

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