Dal piano Kalergi in poi, nulla potrà ancora stupire di una grande cultura che organizza, programma, pianifica il proprio suicidio. Tuttavia, ciò che manca agli europei è la coscienza di quanto accade, quanto meno per averne consapevolezza ed esprimere consenso o dissenso, lotta ad oltranza o accettazione.
di Roberto Pecchioli
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Un amico, attento osservatore della vita italiana, ci segnala che la quiete secolare di Vallombrosa, la meravigliosa località boschiva del Pratomagno aretino sede del famoso monastero, è stata rotta dalla presenza vociante di circa cinquanta giovani uomini dell’Africa centrale, ospitati a nostre spese in un albergo ristrutturato per l’occasione ed a tempo di record. E’ facile prevedere che i monaci, presenti in zona dal 1036, per iniziativa del nobile fiorentino San Giovanni Gualberto, si trasformeranno in albergatori e servi dei nuovi arrivati.
Novalis, il genio romantico morto a meno di trent’anni, scrisse il famoso “Europa ovvero Cristianità” (Chiristenheit oder Europa) nel 1799, dopo l’esilio francese di Pio VI, per rivendicare la spiritualità contro il razionalismo dei lumi che Napoleone andava veicolando nel continente con la forza delle armi. L’autore degli Inni alla Notte e dell’Enrico di Ofterdingen non avrebbe immaginato che una miscela esplosiva di neo illuminismo e di cristianesimo secolarizzato sarebbe stata, due secoli dopo, l’ultimo rantolo della nostra estenuata civilizzazione. Qualcun altro ha osservato che l’Europa, ovvero la Cristianità nel senso novalisiano, ha iniziato la propria decadenza allorché ha creduto universali i valori, le idee e i principi elaborati per se stessa.
Dal piano Kalergi in poi, inoltre, nulla potrà ancora stupire di una grande cultura che organizza, programma, pianifica il proprio suicidio. Tuttavia, ciò che manca agli europei è la coscienza di quanto accade, quanto meno per averne consapevolezza ed esprimere consenso o dissenso, lotta ad oltranza o accettazione. Un liberale d’altri tempi, Luigi Einaudi, esprimeva il concetto con la formula “conoscere per deliberare”. Difficile, se l’informazione è quasi totalmente non libera. Pure, qualcosa trapela, nel grande mare delle notizie. L’immigrazione selvaggia dall’Africa centrale è chiaramente un fenomeno organizzato da centrali potentissime, che hanno prima destabilizzato i paesi costieri del Mediterraneo meridionale e poi cinicamente messo in piedi il traffico di esser umani uno dei cui terminali osserviamo davanti ai supermercati ed i centri commerciali di paesi e città, oltreché nelle mille Vallombrosa allestite a tempo di record da un potere che sa essere rapidissimo nella distruzione.
Sappiamo che uomini come George Soros, l’ultraottuagenario speculatore, finanziano l’immigrazione in Europa con cifre da capogiro (mezzo miliardo di euro il solo galantuomo ungaro americano). La sua organizzazione, in grado di ottenere enormi agevolazioni fiscali ed ulteriori fondi internazionali, si chiama Open Society, società aperta, come il mediocre testo di Karl Popper, bibbia ed icona del progressismo liberale. Altre cupole mondialiste hanno creato e finanziano – sempre in barba alle leggi fiscali – Médecins Sans Frontiéres (MSF), Save the Children, Jugend Rettet e altre ONG impegnate sul fronte non dell’assistenza, ma della concreta invasione dell’Europa. Decine di imbarcazioni, una quindicina delle quali vere e proprie navi attrezzate di tutto punto incrociano nel Mediterraneo per dare man forte, più probabilmente per coordinare i barconi stipati di materiale umano (questo è) e collaborare, indirizzare con la Marina Militare – usiamo verbi neutri – che interviene, rifocilla secondo diritto internazionale e poi trae a riva italiana queste persone.
E’ dimostrato al di là di ogni incertezza dallo stesso Frontex, l’organo comunitario preposto, che la flotta armata da Soros e dagli altri finti operatori umanitari si spinga ben entro le acque territoriali dei paesi rivieraschi, ma non faccia nulla per riportare sul continente africano i barconi o per fermare gli scafisti. Al contrario, chiamano (comandano?) le navi militari per agevolare il tragitto verso nord. Poiché questo è ormai chiaro, troppe domande si impongono. Chi c’è e quali sono le ragioni profonde, gli obiettivi e le strategie, tenuto conto delle immense risorse economiche a disposizione di questi soggetti?
Nel frattempo, nell’oceano di notizie, una si è imposta, sia pure per un solo giorno, la drammatica denatalità dell’Italia, la percentuale impressionante – quasi un quarto del totale dei residenti – di ultra sessantacinquenni, e, forse per la prima volta, lo stesso Istituto Nazionale di Statistica, prudentissimo ed assai attento al linguaggio, ha usato il termine sostituzione riferito alla popolazione. Lo ha fatto in relazione alla diminuzione di italiani – oltre ottantamila- rilevata nel 2016, sostituiti, appunto, da quasi altrettanti stranieri. Ciononostante non vengono poste in essere politiche di alcun genere a sostegno della famiglia e della natalità. Al contrario, il dibattito è sull’opportunità o meno di consentire per legge la morte assistita, che produce nel solo Benelux oltre quindicimila decessi annui su una popolazione di 25 milioni di abitanti, e che, già estesa ai bambini, si vuole adesso “riconoscere” per semplice volontà a chiunque abbia compiuto 70 anni. La previdenza sociale e le assicurazioni contro le malattie ringraziano e prosperano.
Gettiamo somme per finanziarie l’Unar contro le discriminazioni razziali, altro denaro spendiamo per propaganda abortista o omosessualista, oltre, evidentemente ai miliardi gettati nell’assistenza a chi non è mai stato invitato nel nostro territorio, ma che non possiamo più chiamare clandestino per non subire denunce dalla polizia del pensiero e multe salate o condanne penali dalla magistratura. Se neppure un euro viene impegnato per promuovere i valori familiari e la nascita di figli, dunque per assicurare la semplice riproduzione della comunità, è segno che non si vuole e non si deve. Abbiamo un solo dovere: estinguerci, fare presto e non lamentarci troppo. Finora, tutti questi obiettivi strategici sono stati conseguiti.
I motivi profondi di tutto questo non sono certo facili da comprendere ed ancora più delicato è individuare nomi e volti degli artefici. Lo stesso Soros non è che una pedina, in fondo, per quanto assai importante. Il primo punto, tuttavia, resta quello del programma einaudiano: conoscere. Noi adesso sappiamo, e ci è sufficientemente chiaro lo schieramento delle forze in campo, cui, da quando Bergoglio è papa, la Chiesa cattolica fornisce attiva copertura etico ideologica e concreta collaborazione, peraltro ben remunerata.
Nel Mediterraneo girano navi di grande stazza come il Topaz Responder del MOAS , Migrant Offshore Aid Station legato a Soros, il Vos-Vestria di Save the Children o il Bourbon Argos di Medici Senza Frontiere. Sono piroscafi di ragguardevoli dimensioni. Armarle costa decine di milioni di euro ciascuna, mantenerle parecchi milioni all’anno. Follow the money, segui il denaro, ammoniscono gli inglesi, gente pratica, ed allora ci imbattiamo innanzitutto nell’ONU e nelle sue ramificazioni. Una è l’UNCHR, l’Alto Commissariato per i Rifugiati di cui era funzionaria una distinta signora italiana, Laura Boldrini, che da alcuni anni ricopre un ruolo molto delicato, quello di presidente della Camera dei Deputati. Tutto si tiene, e presso l’Onu sono accreditate e fornite di poteri, prerogative e denaro le Organizzazioni Non Governative che agiscono a supporto dell’invasione. Qualcuna non si vergogna di avere obiettivi palesemente illegali, come la tedesca Sea Watch che si batte affinché non sussistano più “arbitrarie distinzioni tra profughi e migranti”, in barba a confini, sovranità o interesse nazionale. Significativamente, tutte battono bandiera dei vari paradisi fiscali che l’universo ultra capitalista e liberale crea in giro per il mondo per nascondere le vergogne e tacere l’indicibile: Belize, Isole Marshall oltre all’immancabile Panama.
Cerchiamo allora di andare all’origine, che è il principio liberale estremo delle quattro famose libertà amate da chi comanda: libera circolazione di merci, capitali, servizi e persone, il “dolce commercio” dell’ingenuo Montesquieu, che ingentilirebbe l’animo ed allontanerebbe dalle guerre. Lasciamo al libero giudizio di ognuno la valutazione delle tesi dell’autore dello Spirito delle Leggi. Il fatto è che la realizzazione del programma liberista necessita un mondo di schiavi. Per realizzarlo, essenziale è distruggere le frontiere, quelle fisiche e giuridiche che separano ed insieme mettono in comunicazione i popoli, poi quelle delle differenti visioni morali, religiose, civili, etiche. Non c’è spazio, nella distopia libertaria, per nulla che non sia misurabile e compravendibile, o che non risponda alla più volgare estremizzazione dell’ideologia materialista, declinata in rigorosa chiave utilitarista. Dall’ invenzione della “macchina sociale” e da quando l’economia ha preteso lo statuto di scienza, l’utilitarismo si è fatto largo con brutalità sempre maggiore, nonostante gli avvertimenti di filosofi (Hegel), religiosi, moralisti.
Ciò che è utile è bene, ed i giudici inappellabili siedono nei consigli di amministrazione delle banche, delle multinazionali, della nuova industria digitale, di chi controlla le biotecnologie. Tutti costoro hanno bisogno di un’umanità di scala per realizzare un’economia di scala. Uomo a taglia unica, né maschio né femmina, né bianco, né nero o giallo, privo di qualsiasi fede ed estraneo ad ogni causa. Il tipo antropologico più distante da tale diabolico modello è l’europeo, creatura pensante, complessa, aperta alla trascendenza, problematica, nutrita di differenze, sfumature, costruttrice di modelli distinti, amante di tutti i colori dell’arcobaleno e delle mille gradazioni di ciascuno di essi.
Il principio liberale ebbe un avversario, non un nemico, nel collettivismo di ascendenza marxista. Condividevano, i due cugini, l’identico materialismo e la tensione universalista, che gli uni chiamavano internazionalismo proletario e gli altri definiscono globalizzazione. Hanno in comune l’idea di libertà come emancipazione dai vincoli e dai legami, di cui primo coerente banditore fu Friedrich Engels. La vittoria del modello Coca Cola sta portando a compimento il progetto marxista dell’uomo ad una dimensione, quella pulsionale emotiva slegata da ogni appartenenza, e questo spiega l’entusiastica adesione dei progressisti di sinistra al modello multiculturale ed al meticciato etnico, tappa verso “l’internazionale futura umanità”.
Il braccio è a sinistra, la mente a destra, se valessero ancora le categorie del trapassato prossimo. Intanto, giorno dopo giorno, gli europei spariscono in una eutanasia di immense proporzioni, ed il tragico è che proprio loro hanno elaborato le idee che oggi li stanno perdendo. E poiché la massima aspirazione del mondo nuovo è il melting pot, la pentola bollente in cui il minestrone cambia continuamente sapore e colore, anche la religione degli europei, per quel che ne resta, si regola di conseguenza. Cristianità ovvero Europa era il grido profetico di Novalis, Cristianità anziché Europa, o senza Europa, è il disegno sempre più evidente degli uomini in tonaca.
Per realizzarlo, si sono posti a servizio del nemico di ieri. Partecipano felici all’invasione, incidentalmente è un affare lucroso, e dato che il gregge dei fedeli, sempre più esiguo, è recalcitrante, ecco le nuove scomuniche, ogni tempo ha le sue. Chi non accoglie non è cristiano, tuonano vescovi, chierici e monache, ma chi organizza l’invasione lo è ancora meno. O dovremo credere alla conversione delle logge, dei circoli esclusivi, dei banchieri, dei padroni delle accademie, dei privatizzatori del mondo ai vangeli dell’uomo di Nazareth?
I conti li sanno fare, i nemici. Evidentemente, le campagne a favore della natalità costano troppo, e rischiano di interferire con il progetto dell’identico oltreché con il superamento dei fastidiosi limiti della natura. Avere figli comporta la relazione, più o meno stabile, tra un uomo e una donna, l’assunzione di responsabilità, ingenti costi sociali. Per di più, il Creato (o il creatore…) l’ha fatta grossa, riservando al sesso, pardon genere femminile, la gestazione, la procreazione, la cura dei cuccioli di uomo. Poi c’è la questione della “realizzazione” professionale (mai esistenziale!) che avere figli impedisce od ostacola nelle madri, e, per i padri, il mettere al centro non il consumo o il successo, ma la crescita della prole.
La nostra è una strana società che non vuole neonati, infastidita dai bambini, e contemporaneamente ha orrore della vecchiaia e della malattia. Poi deve fare i conti con la realtà, prendere atto del suo fallimento, che può solo calcolare in termini di utilità e di cifre. Manca chi ha cura degli anziani, ma anche chi manda avanti le industrie ed i centri commerciali, i conti previdenziali ed assistenziali risultano drammaticamente negativi. Bisogna continuare a tenere puliti gli angoli bui della società e svolgere mansioni pesanti, moleste o pericolose. No, non i miei figli, bercia l’europeo, quando ne ha. Meglio l’immigrazione. Sono già adulti, per ora si accontentano, domani è un altro giorno, si vedrà.
Proprio questa è la tragedia nostra: malati di “presentismo “, enfatici ammiratori del carpe diem oraziano per semplice consumismo, abbiamo smarrito la dimensione storica. Abolito il passato, noioso ed inservibile, siamo altrettanto disinteressati al futuro. Una volta si costruiva per il domani, si piantavano alberi, l’architettura era, tendenzialmente per sempre, o almeno un ponte verso i discendenti. Ora ci basta il presente, e comici come Groucho Marx prima, poi Woody Allen, hanno interpretato perfettamente lo spirito dell’occidentale contemporaneo meglio di filosofi e pensatori: Ma perché dovrei curarmi dei posteri? Cosa hanno fatto i posteri per me?
Ecco perché i dati dell’Istat sulla demografia in fondo non interessano nessuno, neppure chi governa. Ecco perché hanno già vinto i fautori della sostituzione etnica degli italiani e degli europei. Essenziale è non dirlo, e continuare con le litanie umanitarie. Lasciatemi fare i fatti miei in pace, e chi se ne frega se a Vallombrosa i monaci sono sostituiti dai giovanotti neri con cuffie e smartphone. Che importa dell’immensa eredità che abbandoniamo al vento, agli ignari, ai nemici di ieri; importante è consumare, appagare desideri e capricci sempre nuovi, ogni volta l’asticella più in alto, ma sono diritti, perbacco. Gòmez Dàvila scrisse una bestialità, probabilmente, quando affermò che le cattedrali non sono state fatte dall’azienda del turismo. E’ proprio così, invece, in joint venture con i produttori di apparecchi fotografici, telefonini e l’inventore della strepitosa bacchetta che fa da prolunga per i “selfie”.
Ma sì, diamo questo benedetto ius soli agli immigrati. Tanto, noi non sappiamo che farcene, del patrio suolo. Meglio Soros, le ONG, la chiesa di Bergoglio e la grande sostituzione. Balene e delfini vanno a morire inspiegabilmente ed in gruppo su certe spiagge. Saranno anche loro vittime di un misterioso nichilismo dei cetacei, come i bianchi europei eterosessuali lo sono del cortocircuito morale teso alla grande sostituzione. Aveva capito tutto, quarant’anni fa, Jean Raspail nel suo romanzo Il Campo dei Santi. La flotta degli invasori, nel libro, era guidata da un oscuro personaggio detto il Coprofago e favorita dai governi di destinazione. Soros, i governi, persino, in qualche misura, le Organizzazioni Non Governative, c’era già tutto.
Ma non c’ è peggior cieco di chi non vuol vedere. Ci resta un’ultima consolazione, l’aristocratica conclusione di Nicolàs Gòmez Dàvila, un sudamericano più europeo di quasi tutti noi, come il Borges di Aleph: “Non c’è cosa più deprimente dell’appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell’appartenere a una moltitudine nel tempo.”
18 commenti su “L’invasione organizzata dai Superiori – di Roberto Pecchioli”
Ho visto personalmente come diventano coloro che in Africa vivono in zone di guerra con relativa carestia, in quanto i nemici bruciano le coltivazioni col napalm. Quelli che giungono con i barconi da zone di guerra e carestia sono grassi come maiali, insieme a donne in cinte e qualche bambini (e che fai? respingo donne incinte e bambini?). Anzi, li vanno a prendere dai gommoni fin sulle coste della Libia. Le navi sono organizzate dai ONG umanitarie e sono finanziate. L’obiettivo è il Piano Kalergi. Che formerebbe gli Stati Uniti d’Europa eliminando gli stati nazioni e costruendo una razza “negroide euroasiatica”, priva della identità europea secolare e quindi inferiore, facilmente manipolabile, guidata da una élite massonico finanziaria. A questo piano si lega il Papa in carica, con uno schieramento clerico-marxista di cardinali, vescovi, parroci e preti. Da questa invasione ci guadagnano le cooperative cattoliche e rosse. Ci sarà uno scontro con chi non vuole questa omologazione massonico finanziaria.
Mi permetto di dire: il disegno degli uomini in tonaca (di quelli che si riconoscono al volo, perché dovrebbero essere in tonaca o abito religioso e invece sono in maglione e scarpe da tennis) non è “Cristianità senza Europa”, bensì “Chiesa senza Cristianità”. E in particolare, per eccellenza, “Chiesa senza Romanità”.
Gli Inglesi eretici perché “Chiesa Nazionale sottoposta al Re”, cioè gli Anglicani, sanno benissimo che Roma è il cuore pulsante della Civiltà/Cristianità/legittimità di ogni istituzione. Chiamano le figlie “Lavinia, Cecilia” e simili, se di alta classe, e sospirano “Rome, sweet home”.
Oggi vengono chiamati dagli attuali okkupanti del Vaticano a perfezionare la consacrazione della Basilica di San Pietro a una neo-pseudo-religione, e ovviamente non si fanno pregare.
Ma il fulcro resta quello: il fatto -storicamente evidente- dell’intima continuità fra Romanità antica e Chiesa Cattolica, cioè Universale, è stato voluto da Dio o no? La risposta SI’ è evidente. Da essa nascono tutti gli sforzi antiromani dell’Ovest e dell’Est
Perché scrive che è da Dio la romanità nella Chiesa?
Ed è una tappa (Roma non c’è più) o un destino eterno?
Noi Cattolici crediamo che a guidare la Storia è la mano di Dio. Cosa ha rappresentato il grande capitolo del formarsi della potenza romana, che ha portato pressoché tutto il mondo allora conosciuto ad essere pacificato e retto sotto un unico imperio? Nient’altro che la preparazione alla “pienezza dei tempi”, cioè la creazione delle condizioni necessarie alla venuta di Cristo in terra, alla fondazione della Chiesa ed al rapido diffondersi del Cristianesimo.
La “Pax Romana” è durata dal 29 a.C. (fine delle guerre civili) a circa la fine del secondo secolo d.C. Nessuna epoca precedente o successiva sarebbe stata propizia al verificarsi di tali eventi.
E il principe degli Apostoli stabilì la sua sede a Roma. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e dopo qualche vicissitudine il Papato ne raccolse l’eredità su Roma anche in senso temporale. Ed è ancora lì. Attualmente è scossa da profondi turbamenti ma noi confidiamo nel ritorno allo splendore che spetta alla Sposa di Cristo.
Ritengo che in questo senso è giusto parlare di “romanità nella Chiesa”.
Grazie Pecchioli. A sostegno di quanto desolatamente ella afferma mi sento di dirle che un normalissimo autobus con una cinquantina di studenti italiani in gita scolastica sarebbe altrettanto devastante per il silenzio, la sacralità e la pregnanza spirituale del luogo. Il danno risale a tanto tempo fa…e la sua analisi ce lo spiega con drammatica chiarezza. Nel frattempo chi ha capito non ha avuto il coraggio o i mezzi per fare qualcosa…..ma che cosa?
Grande articolo. Il dramma dell’uomo di oggi, che ha deciso di considerare la finitezza della vita un valore, e che sta estremizzando il materialismo piu’ sfrenato, porta a questo. Chi detiene il potere ha interesse, in chiave materialistica, ad eliminare tutte le identità, perché rappresentanti di valori opposti ai suoi interessi. Tutti uguali e tutti in fila, contenti di finire la vita con una fiala di cianuro, ficcata in bocca da qualcun altro, pagato per farlo. Nemmeno il coraggio di suicidarsi hanno gli uomini di oggi !!!! Che scarsa considrazione di se hanno !!!
Grazie Pecchioli. Analisi completa e lucida. C’è una miccia che si sta accorciando rapidamente. Capire è il primo passo, verissimo. Ma poi? Vedere le persone sui mezzi pubblici, immerse nei loro smart-phone; vedere le persone che gremiscono i centri commerciali, assorbite dallo shopping… è non vedere proprio nessuna via di scampo.
Scendo per limiti miei dalle altezze illuminanti di un eccezionale Pecchioli e racconto un pezzettino di trasmissione televisiva di ieri pomeriggio(ultimamente mi capita di informarmi sulle schifezze che circolano in tv), tutta sulla c.d. festa della donna (RAI 1, conduttrice Parodi Cristina). Ebbene, presente come ospite Bianchetti Lorena, conduttrice di programmi nauseabondi a sfondo religioso (si fa per dire), la Parodi lancia un filmato sulle conquiste delle donne in Italia: si parte dalle votazioni del ’46, si passa attraverso le rivendicazioni del ’68 e poi, ovviamente, si arriva al divorzio e alla legge sull’aborto; fino alle conquiste più recenti, tipo quote rosa ecc. ecc.
Belle conquiste, dunque. Ce n’è da gloriarsene. E che dice Bianchetti, l’ammiratrice sviscerata di tal Galantino Nunzio? Niente dice, ma sorride a tremila denti. Grazie, mamma rai. Per questo ti regaliamo fior di quattrini.
Mia madre -sempre positiva e conciliante con tutti e tutto- disprezzava la “festa della donna”, carissima signora.
La Bianchetti, romana, fa ciò che l’ambiente dei preti settentrionali o illuminati dal Settentrione (mons. Paglia) le dice di fare: “i Radicali sono molto meglio degli ipocriti che vanno a Messa e non adorano Francesco? Benissimo… sicuramente sarà così”
Dicono che fino al 2018 non potremo votare,quindi questo “governo” infame dovremo tenercelo ancora per più di un anno!Ve lo immaginate quanti clandestini arriveranno ancora in tutto questo tempo in Italia?Se città e paesi traboccano già adesso di negri nullafacenti,in che situazione saremo fra un anno?La situazione rischierà di diventare irrimediabile quando andrà al governo il centrodestra (se ci andrà).Solo allora finalmente,se Salvini manterrà le sue promesse,bloccherà le frontiere marittime e non arriverà più nessuno ed allora inizieranno anche i rimpatri fatti in maniera seria e non fasulla come avviene attualmente.Ma sarà davvero Salvini il capo del governo oppure un altro che sarà di nuovo di manica larga con gli immigrati?Vediamo quanto Salvini sia odiato dalle sinistre extraparlamentari e dalle zecche rosse dei centri asociali.In occasione della manifestazione leghista di Napoli sabato,hanno creato i cartelloni con Salvini a testa in giù (ci piace di più ci piace di più).Proprio come facevano un tempo con Almirante.Odiano Salvini e Trump come odiavano il grande Giorgio.
Grazie Dr. Rapanelli….
le sue informazioni sono preziosissime.
Che Dio la benedica.
Mi permetto di sottoporre a voi tutti una frase rilasciata recentemente da Rotondi, politico che ritenevo estinto, ma si sá, i democristiani (braccio operativo del modernismo in ambito politico e sociale) sono come Highlander. Rotondi pare abbia fatto un nuovo partito, Rivoluzione Cristiana, se non erro. Il nome è tutto un programma. Comunque, dicevo, Rotondi si è espresso più o meno così (cito a memoria con qualche variante, ma il succo è quello): noi ci rifacciamo ai principi e valori liberali perché non si può essere cristiani senza essere liberali. Qualcuno può ricordare a Rotondi che il liberalismo è stato condannato da Santa Romana Chiesa? Ora, sempre se ci faranno votare, può un cattolico degnare della sua fiducia questa gente? Come dicono a Roma, una certa cosa che non nomino, più là si gira e rigira e più puzza!
C’è un convitato di pietra in tutto questo, e mi dispiace sia non leggerne un minimo accenno, sia doverne ribadire ancora una volta l’ormai acclarata responsabilità. Ed è precisamente e compiutamente – essendo questi i tempi in cui si disvelano molti arcani disegni, e i cosiddetti “complottisti” vengono riconosciuti per i profeti che sono – la responsabilità del popolo eletto, dei “fratelli maggiori”, alla cui genìa (ma non etnia: i semiti attuali nulla condividono con gli antichi) va ascritto ogni disegno contro la morale, la cultura, la civiltà e la religione cristiana cattolica romana dell’occidente europeo. Chi è Soros? A quale gruppo appartengono i detentori del potere finanziario? E di quello mediatico (informazione e spettacolo)? E i grandi uomini politici d’apparato, impermeabili ad ogni cambio di stagione e tutti rigorosamente europeisti, globalisti, anti-sovranisti, “antifascisti”? Chi sono i “superiori”?
Torneranno mai i popoli d’Europa ad aprire gli occhi?
Pare che la cosa sia nata in Inghilterra, secoli fa (400 anni fa), dall’ambiente dei giudaizzanti inglesi: Inglesi cristiani -eretici-, completamente inglesi di discendenza, che si vestivano come gli Ebrei, studiavano ciò che gli Ebrei studiavano e cercavano di farsi accogliere dai rabbini nell’ambito del “popolo eletto”.
Questo è, d’altronde, un normale corollario del Protestantesimo, che si configura come tentativo di trasformare la Chiesa in “circolo di studio delle Scritture, in attesa che si compiano (all’Apocalisse)”. Sostanzialmente, NO all’Incarnazione di Dio, NO all’ Immacolata Madre di Dio (proprio come gli Ariani), NO alle opere fatte in grazia di Dio… sì alla “fede”, nel senso di “ciò che SENTO io”.
Qualcuno -non so chi- ha scritto che “il Massone è colui che, non essendo ebreo, vorrebbe esserlo”.
P.S. Gli “English Jews” venivano costantemente respinti dai rabbini
Caro Alessandro2, hai detto molto bene una “grande verità proibita”.
Grazie. Sinceramente, le argomentazioni che riportano tutto alla massoneria mi sembrano limitative. La massoneria, come i governi locali e quelli transnazionali, sono il livello (sempre più) palese degli esecutori; i mandanti stanno più in alto e sono alleati a un nemico (nostro) che a sua volta li usa, illudendoli con le tentazioni esaudite. Le stesse tentazioni cui fu sottoposto Nostro Signore, come da Vangelo recente.
“Il principio liberale ebbe un avversario, non un nemico, nel collettivismo di ascendenza marxista. Condividevano, i due cugini, l’identico materialismo e la tensione universalista, che gli uni chiamavano internazionalismo proletario e gli altri definiscono globalizzazione.” Questo è un vecchio leit-motiv del pensiero “reazionario” o di un mal inteso tradizionalismo. La sua fallacia sta nella sua reticenza: infatti non dice che una incoercibile “tensione universalista” entra nella storia – senza alcun dubbio – proprio col Cristianesimo (anche se i semi di questa tensione si trovano già nell’Antico Testamento”. In realtà un ben inteso universalismo e una ben intesa libertà rispettano sempre la storia delle nazioni e anzi la vivifica. E’ falso che si debba scegliere tra Kultur e Zivilisation: è vero invece che da sole queste due s’inaridiscono e muoiono.
Ottimo commento, Zamax! I Cristiani sono il sale della Terra, ma a cosa serve il sale se perde il suo sapore?
Altro naturalmente è la verniciatura superficiale di cattolicesimo che spesso si passa sulla ruggine del pensiero politico post-comunista o post-capitalista, come specchietto per le allodole dei fessi che poi vanno a votare e si ritrovano cornuti e mazziati.
Inserire nel pensiero politico il kerigma cristiano: questo si deve tornare a fare, come da insegnamento di molti maestri, dall’evo antico dei Padri della Chiesa, attraverso i grandi pensatori credenti dei secoli più recenti, fino ad un Don Giussani (attenzione: non i suoi decaduti epigoni) ed alla feconda operazione politica ruiniana degli ultimi due pontificati, improvvidamente abortita dal presente antipapa.