di Lino Di Stefano
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‘Lessico di Casacalenda’, questo il titolo che, giustamente, l’Autore, Antonio Vincelli, ha inteso riservare al suo ultimo ponderoso lavoro – in tre volumi per un totale di 1088 pagine – riedito, dopo la prima apparizione dello scorso anno, in questi giorni, a cura di ‘Enzo Nocera editore’ (Campobasso). Il frontespizio dei tre tomi riporta inoltre, a colori, un celebre quadro che ritrae il paese nella vivacità della sua attività quotidiana, opera dell’artista Marco De Gregorio.
Questi aveva soggiornato in detto paese – ospite della famiglia Di Blasio – ma aveva, solo a Portici, completato la tela sicché il quadro, entrato nel Museo di Capodimonte con la dicitura ‘Strada di paese’, era diventato in seguito ‘Veduta di Portici’; solo l’intervento di Antonio Vincelli, studente allora all’Ateneo di Napoli, era riuscito, dati alla mano, a fare attribuire al dipinto il suo autentico titolo e vale a dire ‘Veduta di Casacalenda’.
Scrittore, avente al suo attivo diverse opere, con ristampe, che spaziano dal ‘Vocabolario ragionato del dialetto di Casacalenda’, con Prefazione dello scrittore kalenese – Kalena, nome latino del paese in questione – Giose Rimanelli (1991), a ‘Unità di Pesi e Misure Agrarie nei 136 paesi del Molise’ (2000), con Prefazione di Vincenzo Di Sabato.
Ancora, da ‘Grammatica descrittiva del dialetto di Casacalenda’ (1995), Introd. Di U. Vignuzzi, a ‘Tradizioni e rituali a Casacalenda’ (2005), con trad. in inglese di P. Corsi, da ‘Il Giro del Cigno a Casacalenda (2008), con Pref. di F. D’Episcopo, a ‘Giochi e giocattoli tradizionali a Casacalenda’ (2010), con Introduzioni di M. Gagliardi e M. Picciano, per limitarci solo ad alcune.
Com’è facile constatare, il paese natìo – località di nascita anche dello scrivente – dell’Autore della mastodontica fatica rimane sempre al centro delle sue indagini come denominatore comune di un itinerario letterario che ci auguriamo suscettibile di altri importanti e laboriosi scritti. Rilevanti risultano, altresì, la Presentazione, la Prefazione, la Testimonianza e la Premessa all’opera a cura, rispettivamente, di Letizia Bindi, Ugo Vignuzzi, Francesco D’Episcopo e Antonio Vincelli .
Tutti tesi a porre l’accento sui meriti del libro e sui fili conduttori che hanno consentito all’Autore di condurre a termine una prova così impegnativa: la prima, esperta linguista, affermando che “si tratta di un approccio a un paese che fornisce indicazioni preziose a chi cerca di ricostruire le reti profonde che determinano l’appartenenza a un luogo o a un gruppo”.
Il secondo, famoso dialettologo, osservando che siamo al cospetto di “un lavoro ricchissimo anzi ‘completo’, con informazioni di primissima mano”; il terzo, esperto di filologia moderna, rilevando che “dobbiamo ancora una volta ringraziare l’ingegnere Antonio Vincelli per aver regalato al suo e nostro paese, Casacalenda, questo nuovo monumento linguistico”.
Il quarto, infine, l’Autore medesimo, scrivendo che “il campo d’indagine è stato principalmente il mondo contadino, che più di altri ambienti, ha lasciato nei decenni passati segni indelebili nel vernacolo, nei lavori agricoli e nell’arte culinaria, povera e genuina, con prodotti amorevolmente ricavati dai campi”.
Ciò premesso, è giocoforza aggiungere che tutti i vocaboli, in rigoroso ordine alfabetico, e la grande totalità dei modi di dire e dei proverbi del paese sono stati passati in rassegna, con relativi traduzioni e commenti, dall’Autore il quale si è pure preoccupato di dotare le pagine iniziali del primo volume (A-M) di un capitolo di ‘Notazioni grammaticali’ atte ad agevolare i lettori nell’interpretazione dei segni, nella lettura degli accenti e nella pronuncia esatta delle parole, ivi compreso un indice delle abbreviazioni. Il tutto a conferma dell’acribìa con cui lo stesso ha concepito e portato a termine un lavoro che mancava alla cultura del paese quantunque, come abbiamo osservato, egli avesse già affrontato, con relativa stampa, tantissimi argomenti relativi al paese nativo.
Un’ulteriore ed utile guida per il lettore è costituita dal terzo volume del ‘Lessico’ formato dalle ‘Appendici’ le quali non sono altro che un elenco ragionato delle Contrade, delle Fonti e dei Corsi d’acqua del paese in questione e del suo territorio; elementi che si giovano, quasi sempre, del supporto delle immagini e delle opportune diciture esplicative. In particolare delle fontane, tutte d’epoca – Fonte del Duca, Fonte Pietra e Fonte Nuova – di cui conosciamo anche la data precisa, rispettivamente 1645, 1763 e 1868.
Qualche fontana è dotata anche di iscrizione latina come, ad esempio, quella della Fonte Pietra che così suona: “VI KAL., A.S. MDCCLXXXVIII D. CAIETANUS SIMONELLI D. AND. D’ANDREA DEP. DOMINIC. PERRAZZINI MAG. IUR. FONTE HUC CIVIU PECUNIA REPARARE CURAVERUNT. ISTIS DEBET QUISQUIS AQUAS EDULCERE QUAERIT – RATES SIVE BIBAT REDDERE, SIVE LAVET”.
(Il 26 giugno 1788 D. Gaetano Simonelli, D. D’Andrea, dep. Domenico Perrazzini (maestro di diritto) si preoccuparono di riparare col denaro dei cittadini questa fontana. Agli stessi deve essere grato chiunque chieda di attingere acqua sia che beva, sia che lavi).
Non manca, inoltre, alla fine del terzo volume (Appendici) un’ampia e bella carta topografica dell’agro di Casacalenda nell’ambito della Provincia di Campobasso, a conferma, e ve ne fosse bisogno, della pregevolezza di un’opera completa in tutte le sue parti, non esclusi l’indovinata veste tipografica e i caratteri sempre leggibili e in grassetto.
Un libro, in ultima istanza, imprescindibile per la posterità la quale dovrà, necessariamente, attingervi per conoscere le sue radici e la propria memoria storica considerato che esso resta un’impresa monumentale e, come tale, degno di viva approvazione. Non a caso, nella dedica, l’Autore ha scritto testualmente: “Ai casacalendesi tutti, residenti in paese o sparsi per il mondo, desiderosi di ritrovare nelle parole il dolce suono della terra natia”.
1 commento su “Lingua di un paese del Molise – di Lino Di Stefano”
Ringrazio Lino Di Stefano per la bella recensione all’opera in questione, edita dal benemerito editore Enzo Nocera, sempre puntuale nel promuovere la valorizzazione del nostro piccolo e bellissimo territorio. Opera ghiottissima per chi, come me, è sempre attento alla storia e alla cultura, soprattutto contadina, del Molise. Interessante la proposta di pubblicare un’opera riguardante il dialetto.
Piccoli borghi dove è ancora forte lo spirito identitario e l’amicizia si estende alle altre piccole realtà limitrofe.