Lezioni sulla vita spirituale – di Don Marino Neri – Decima lezione

Lezioni sulla vita spirituale – Decima lezione

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zzzzCristoMaestroL’anima, purificata dalla terza conversione, ritorna con slancio fervoroso a Gesù Cristo, unendosi al suo Redentore con grande umiltà. Il primo frutto stabile di questa nuova condizione è proprio l’umiltà. Tutte le virtù teologali e l’umiltà si purificano e si accrescono grandemente. In modo particolare, quest’ultima virtù subisce un singolare accrescimento intensivo, secondo i gradi descritti da sant’Anselmo e ripresi da san Tommaso: l’anima

  1. Riconosce la propria condizione d’indegnità: si vede piccola, fallibile e fallita senza l’amicizia unitiva con Dio;
  2. Soffre di questa sua condizione di miseria, poiché se ne avvede con sincera oggettività;
  3. Tuttavia, ammette senza reticenze la sua condizione;
  4. Non lo nasconde agli occhi del prossimo, cosicché essa non intende apparire ciò che non è;
  5. Sopporta con pazienza le offese o le ingiurie che gratuitamente le vengono inflitte, ritenendo di meritarle per la propria piccolezza spirituale;
  6. Accetta di buon grado di non essere considerata;
  7. Ama essere trattata così, in riparazione per le proprie personali colpe e per i peccati altrui contro l’onore dovuto a Dio solo.

Annichilirsi, inabissarsi nel nulla: ciò bisogna fare con due occhiate di Fede, una all’immensa maestà di Dio, l’altra al nostro nulla e Operar da Santo e ritenersi cattivo, imperfetto e peccatore, è indizio che comincia a prendere possesso del nostro cuore la vera umiltà, amava ripetere san Paolo della Croce. Come ben si comprende è questo l’atteggiamento dei santi che ritenevano motivo di vanto l’essere bistrattati o ritenuti ignobili a motivo della testimonianza evangelica. Essi così ritenevano di assomigliare sempre più a Nostro Signore e compartecipavano alla sue sofferenze per la conversione e la salvezza del mondo. Così fecero gli Apostoli, dopo la Pentecoste, quando furono malmenati dai Giudei o da loro imprigionati per aver annunciato e testimoniato con prodigi Cristo morto e risorto. Nella medesima direzione andarono san Domenico, san Francesco, san Filippo Neri, san Francesco Saverio, san Giovanni Bosco, per citare solo pochi nomi di quella schiera immensa di cristiani che hanno vissuto l’umiltà fino in fondo, radicati nella Fede, appoggiati alla Speranza, ardenti di Carità. E oltre alla perfetta umiltà, come si diceva, altro frutto della terza conversione è la purificazione delle tre virtù teologali. La Fede diventa più penetrante, imprimendo in maniera assai profonda la Verità dei suoi articoli, così da far “pregustare” all’anima la vita eterna e la visione del Dio-Trinità. La Speranza si fa sempre più ferma e confidente nella Divina Misericordia che vorrà perdonare a un’anima che si pente e si riconosce nulla senza Dio. Ma il frutto più elevato di questa terza conversione sarà un Amore verso Dio purissimo e fortissimo, che non si lascia fermare da nessun ostacolo, che tutto sopporta e affronta a maggiore gloria di Dio. Neppure la persecuzione o la morte spaventano l’anima infiammata da cotanta Carità, tanto è l’anelito a onorare la giustizia di Dio.

Ormai le profondità dell’anima sono tutte di Dio e per Dio; essa adora e serve l’unico Dio in spirito e verità, con le parole e con le opere, con slancio soprannaturale. E poiché oggetto formale primario della Carità è Dio considerato come sommo Bene e sommamente amabile, nostro fine soprannaturale, accresce nell’anima il desiderio di Dio, che sarà tanto più appagato nella visione beatifica quanto più lo avremo amato, desiderato e servito in questa vita. Più si conosce Dio, più Lo si ama; più Lo si ama, più Lo si desidera; più Lo si desidera, più Lo si serve. È un vero e proprio circolo virtuoso! Si realizzerà, infine, nell’anima di ogni vero discepolo la parola paolina: Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella Fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2, 20). Possa lo Spirito Santo guidare i nostri passi sulle vie della conversione per poter godere della presenza di Colui Che ora contempliamo e serviamo nell’oscurità della Fede:

PREGHIERA DI S. PIO X – O Santo Spirito, Divino Spirito di luce e di amore, io Vi consacro il mio intelletto, il mio cuore e tutto il mio essere, nel tempo e nell’eternità. Che il mio intelletto sia sempre docile alle vostre celesti ispirazioni e all’insegnamento della santa Chiesa Cattolica di cui Voi siete la Guida Infallibile; che il mio cuore sia sempre infiammato dell’amore di Dio e del prossimo; che la mia volontà sia sempre conforme alla volontà divina, e che tutta la mia vita sia un’imitazione fedele della vita e delle virtù del Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, al Quale col Padre e Voi, o Spirito Santo, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

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(continua) 

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