Calendario tradizionale. Giovedì 5 ottobre 2017 – Per il Martirologio clicca qui
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Gentili amici,
è importante mantenerci fedeli al nostro impegno per la preghiera di riparazione, perché gli oltraggi al Sacro Cuore di Gesù sono quotidiani e condotti a ogni livello. Altrettanto insistente e continua deve essere la nostra preghiera. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà. Possiamo rileggere, cliccando qui, le modalità della preghiera di riparazione. È prezioso anche l’ausilio del libretto con gli Atti di devozione al Sacro Cuore e le Litanie del Sacro Cuore (clicca qui).
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Per la nostra formazione, leggiamo alcune pagine di Sant’Efrem il Siro. Il testo potrà anche essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.
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NOTIZIE E AVVISI
– I sacerdoti della Fraternità San Pio X celebrano la Santa Messa in rito antico in diverse città. Per l’elenco completo delle Cappelle in Italia e orari delle celebrazioni, clicca qui.
– Tutte le domeniche e i giorni festivi a Bologna si celebra la S. Messa in rito antico alle ore 18.00 nella chiesa di Santa Maria della Pietà in via San Vitale.
– Ogni primo giovedì del mese a Bologna si celebra la S. Messa in rito antico alle ore 21.00 nella parrocchia di San Giuseppe Cottolengo in via Marzabotto
– Tutte le domeniche e i giorni festivi a Verona si celebra la S. Messa in rito antico alle ore 11.00 nella Rettoria Santa Toscana, in piazza XVI Ottobre n. 27.
– Tutti i sabati e nei giorni delle solennità a Brescia si celebra la S. Messa in rito antico alle ore 18.00 nella chiesa di San Zeno al Foro (piazza Carducci). Alle 17.30, recita del S. Rosario, esposizione del Santissimo Sacramento e benedizione eucaristica.
– Ogni domenica e festa di precetto a Pavia si celebra la S. Messa in rito antico, alle ore 9.30 nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, in via Luigi Porta (centro storico).
– Nella diocesi di Prato si celebra regolarmente la S. Messa in rito antico in latino, in seguito al Motu Proprio “Summorum Pontificum” del 2007 nelle seguenti chiese: la chiesa dello Spirito Santo a Prato (piazza del Collegio), ogni domenica e festa di precetto ore 17.00; la chiesa di Santa Cristina a Pimonte, ogni domenica ore 10.00; la chiesa di San Martino a Paperino a Prato la prima domenica del mese ore 16.00 e ogni giovedì ore 7.30; la chiesa del Sacro Cuore a Prato (Via Benincasa), tutti i primi venerdì del mese ore 21.00; la Badia di Vaiano, da febbraio a giugno, un sabato al mese. Per il calendario dettagliato clicca qui.
– Ogni domenica e festa di precetto a Firenze, alle ore 11.00 e alle ore 19.00, nella chiesa dei Santi Michele e Gaetano, viene celebrata la Santa Messa in rito antico. Al sabato le celebrazioni sono alle ore 7.30 e 11.00 e nei giorni feriali alle ore 7.30 e 18.30.
– Ogni domenica e festa di precetto a Belluno, alle ore 8.00, nella chiesa di San Pietro (parrocchia del Duomo), viene celebrata la Santa Messa in rito antico.
– In Alto Adige/Sud Tirolo viene celebrata la Santa Messa in rito antico: ogni prima Domenica al mese a Silandro in via Ospedale alle ore 18, ogni terza Domenica al mese a Bolzano in via Weggenstein alle ore 18, ogni quarta Domenica al mese a Bressanone nella chiesa Mariahilf/Zinggen alle ore 18, ogni 8 del mese nella chiesa parrocchiale a Cengles alle ore 17.
– Ogni domenica e festa di precetto a Bergamo, alle ore 9.00 e ogni venerdì alle ore 20,30, nella chiesa della Madonna della Neve, viene celebrata la Santa Messa in rito antico. Al termine della S. Messa del primo venerdì del mese, Adorazione Eucaristica e recita delle Litanie del Sacro Cuore di Gesù. Per essere aggiornati sulle celebrazioni in rito antico, cliccare su https://www.facebook.com/madonnadellanevebergamo/
– Ogni domenica e festa di precetto a San Lorenzo, frazione di Pizzoli (AQ), alle ore 18.00, presso l’Abbazia di Sant’Equizio, viene celebrata la Santa Messa in rito antico.
– Ogni domenica e festa di precetto a Milano, nella chiesa di Santa Maria della Consolazione, in largo Cairoli, viene celebrata alle 10.00 la Santa Messa in Rito ambrosiano antico. Per informazioni:http://messatradizionalemilano.blogspot.it/ .
– Ogni domenica e festa di precetto, a Monza, viene celebrata la Santa Messa in rito antico alle 18.45, nella chiesa delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, via Italia 37. Per informazioni, cliccare “La Messa di sempre – Monza” .
– Ogni domenica e festa di precetto a Legnano, nella chiesa del S. Bambino Gesù di Praga (via Fogazzaro angolo via Leoncavallo), viene celebrata alle 17.30 la Santa Messa in Rito ambrosiano antico.
– Ogni primo venerdì del mese, al Priorato Madonna di Loreto, a Rimini-Spadarolo, alle ore 21, Adorazione Eucaristica notturna per riparare le offese e gli oltraggi al Sacro Cuore di Gesù.
– a Firenze, nell’Oratorio di S. Francesco Poverino, Santa Messa domenicale in rito antico alle ore 10 e tutti i venerdì, alle ore 18.30, Preghiera di Riparazione (S. Rosario, Litanie del Sacro Cuore, Atto di riparazione ed altre preci anche per impetrare l’aiuto divino alla Chiesa martire della ferocia islamica). Per informazioni: Dante Pastorelli, dante.pastorelli@virgilio.it, tel. 055.600804.
– Ogni venerdì un gruppo di fedeli si ritrova per la preghiera a Cremona. Per informazioni: Mauro Faverzani – mauro.faverzani@gmail.com
– Ogni primo venerdì del mese viene celebrata la Santa Messa in rito antico alle 19.30 a Modena nella parrocchia dello Spirito Santo in via Fratelli Rosselli. Vi partecipano alcuni aderenti alla Lega di riparazione secondo le intenzioni proposte dalla nostra iniziativa. Ricordiamo che nella medesima chiesa viene celebrata ogni domenica alle 17 la S. Messa (dal 2007) e, a richiesta, anche gli altri sacramenti.
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– Se altri sacerdoti fossero disposti a fare lo stesso nella zona in cui operano, ce lo facciano sapere e provvederemo a darne comunicazione.
– Ricordiamo che è possibile anche il semplice incontro tra laici che preghino secondo le intenzioni della Lega come già indicato. Anche in questo caso, sarebbe utile segnalarcelo in modo da poterne dare comunicazione. Rimane il fatto che lo strumento più efficace per la diffusione è il passaparola, che sarebbe meglio chiamare apostolato.
– Nei limiti delle nostre forze, siamo a disposizione per incontrare gli amici che intendono impegnarsi in questa impresa. Per questo, si faccia riferimento all’indirizzo di posta elettronica della Lega di riparazione, legariparazione@email.it , e troveremo il modo e il tempo per farlo.
Sia lodato Gesù Cristo
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LETTURA DI FORMAZIONE
Sant’Efrem il Siro
Brani scelti/I
per scaricare il testo in formato pdf, clicca qui.
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L’ordine della creazione dimostra la potenza del Creatore
Nessuno, pur applicandosi, può comprendere come sia grande la potenza del Creatore, e neppure può misurare ciò che egli ha creato e ciò che è in grado di creare. Queste creature, che egli ha fatto, e queste opere, che ha attuato, non manifestano affatto tutta la sua potenza. E non perché gli mancasse il potere Egli non ha creato più di così: la sua volontà non ha confini: se egli lo volesse, potrebbe creare ancora tutti i giorni, solo che ne sorgerebbe un guazzabuglio. Se le creature crescessero giorno per giorno, non potrebbero più, per il loro numero immenso, conoscersi a vicenda. Se dunque Egli concedesse loro di accrescersi in questo modo, esse non si accrescerebbero; a che utilità le avrebbe create allora, se dovessero restare straniere le une alle altre?
Ciò poi che il Creatore fece, non lo fece per rendere più grande se stesso: Egli non era più piccolo prima di creare, né divenne più grande dopo che ebbe creato. Le sue opere Egli volle che avessero una data grandezza, perciò le creò in misura. Certo, avrebbe potuto rendere grande all’infinito questo creato, ma avrebbe così gettato nello scompiglio i suoi abitatori, e alla confusione segue il danno.
Egli non creò dunque quanto poté. Egli non opera quanto può, ma quanto si conviene. Se avesse continuato a creare e non avesse limitato il suo agire, ne avremmo avuto un parto smisurato, privo certo di saggezza. Lo si sarebbe potuto paragonare a una fonte che scorre continuamente senza interruzione. Il Creatore sarebbe una sorgente che è legata alla propria natura e non può perciò arrestare il proprio corso: Egli non avrebbe potere sulla propria volontà. Ora, come egli ci rivela la sua volontà solo lasciando libero corso alla sua opera creatrice, così egli può rivelarcene la potenza solo interrompendo tale opera. Egli comincia a creare per attuare le creature; Egli cessa di creare, per realizzare l’ordine. Se Egli ogni giorno creasse cielo, terra e altre creature, la sua opera sarebbe un guazzabuglio senza ordine, ed egli non sarebbe grande nel suo agire, per essere in esso privo di saggezza. Anche la bocca che parla deve parlare secondo un certo ordine. Perché può parlare, infatti, non è tenuta forse anche a cessar di parlare? E le parole non escono dalla bocca tanto facilmente come l’opera creatrice esce dal Creatore. Le creature sono molto più facili al Creatore che le parole a chi parla; ma per questo, perché Egli può creare, non crea continuamente nuove realtà. Per il discorso dell’uomo c’è un certo ordine; tanto più dunque Egli si controlla, quantunque possa creare ogni ora. Perciò cessò di creare, per dare ordine a ciò che aveva creato. Chi sarebbe in grado di riferire quanto Egli potrebbe creare? Molto è ciò che ha creato; molto è anche ciò che ha tralasciato di creare. Quello che ha creato, è incommensurabile; quello che non ha creato, è imperscrutabile. Tutto ciò che Egli produce al suo cenno, viene dal nulla. È perciò del tutto nascosto a chi lo indaga, sia esso visibile o invisibile. Tu non puoi sapere quanto egli ha fatto, e neppure quanto Egli può fare. Solo l’Unigenito, che è nascosto nel suo seno, conosce il come e il quanto.
(Da: La fede)
I peccati sono la causa delle tribolazioni
È certo che colui, il quale è buono, non ha piacere per le tribolazioni che ci visitano in ogni tempo, quantunque Egli le mandi. Causa dei nostri dolori sono i nostri peccati. Nessun uomo può accusare il Creatore; è lui che ci può accusare: noi infatti abbiamo peccato, e lo abbiamo costretto ad adirarsi, quantunque Egli non lo volesse, quantunque non ne avesse nessun piacere. La terra, la vite e l’ulivo devono venir trattati duramente. Solo se l’ulivo viene bacchiato, ci dà i suoi frutti; solo se la vite viene potata, i suoi frutti si fanno più belli; solo se il terreno viene arato, ciò che produce è buono. Il bronzo, l’argento e l’oro splendono, solo se vengono levigati. L’uomo migliora tutto ciò che tratta con asprezza, mentre tutto intristisce e abbruttisce se egli cessa nel suo impegno; così noi possiamo conoscere, quando Dio tratta qualcuno con asprezza, che egli lo prende in sua cura. Mentre ogni altro che ha cura di qualcosa lo fa per proprio interesse, colui che è buono educa i suoi servi perché essi diventino padroni di se stessi.
Le tue tribolazioni potrebbero così diventare per te una cronaca, un promemoria… Perché tu hai stimato troppo poco i due Testamenti non cercando in essi la tua salvezza, perciò Egli ti ha scritto tre libri severi (ossia ha lasciato venir su di te tre grosse disgrazie), perché tu possa studiare in essi le tue tribolazioni. Cerchiamo dunque di impedire il futuro, pensando al passato. Cerchiamo di imparare dalla nostra esperienza a evitare ciò che verrà. Riflettiamo a quello che se n’è andato, per andar incontro a quello che verrà. Perché noi abbiamo dimenticato il primo colpo, ci ha colpito un secondo; perché noi non abbiamo riflettuto neppure su questo, ce n’è caduto addosso un terzo. Chi dunque se ne dimenticherà ancora?
(Da: Inno per la nascita di Cristo)
Non lasciamoci ammaliare dal mondo fugace
Il mondo è simile alla notte e tutte le sue realtà sono sogni. L’anima si sprofonda in essi e si lascia sedurre dalle apparenze. Come il sogno di notte ci inganna, così ci inganna il mondo con le sue promesse. Come il sogno ammalia l’anima con le sue immagini e le sue visioni, così il mondo la ammalia con le sue gioie e i suoi beni. Il sogno inganna di notte, perché con le sue larve ti fa ricco, ti innalza al potere, ti fa ricoprire un posto importante: ti ammanta di panni splendidi, ti pervade di possanza e ti fa vedere perfino, con le sue illusioni, che gli uomini vengono a celebrarti. Ma quando la notte se n’è passata, quando il sogno è svanito, quando ritorna la realtà effettiva, tutti questi sogni, che hai vissuto, mostrano il loro inganno.
Parimenti il mondo inganna con i suoi beni e le sue ricchezze, che svaniscono come un sogno notturno ed è come se mai fossero stati. Quando il corpo si addormenta nella morte, allora l’anima si sveglia, ripensa ai sogni del mondo, ne rimane afflitta e abbattuta. Presa da improvviso stupore, resta imbarazzata, sconvolta, rabbrividisce e trema, perché le si manifesta ciò che era celato. Assomiglia all’uomo che, svegliandosi dal sogno, inutilmente si strugge d’affanno, perché il bel tempo se n’è passato. L’afferra l’angoscia, vedendo nei suoi pensieri che le sue colpe la circondano come ombre dense; tutte le sue azioni perverse le si presentano: non sa dove fuggire, dove rifugiarsi e celarsi di fronte ai suoi delitti.
Giunge allora il Maligno e comincia a sollecitarla. Le sollecita il chiarimento di tutti i sogni mondani. Le sollecita il rendiconto delle ricchezze che essa ha ammucchiato e che l’hanno privata della gloria. La pone nuda dinanzi a sé, la deride e la disprezza. Le sollecita il rendiconto dei crudeli atti d’ingiustizia che la precipitano nell’inferno; le sollecita il rendiconto delle ruberie, che la cacciano nelle tenebre; le sollecita il rendiconto dell’odio e dell’inganno, che le fanno battere i denti; le sollecita il rendiconto dell’ira e della vendetta, che la trascinano tra le pene. Tutte le sue colpe egli le presenta, gliele espone davanti agli occhi e gliele chiarisce, senza trascurare errore alcuno. Son ben dolorose le spiegazioni che il Maligno sollecita dall’anima: si è lasciata ammaliare dai sogni e i sogni ora sono il suo strazio.
Non lasciamoci ammaliare dal mondo fugace, non lasciamoci infatuare dalle sue parvenze! Non amiamo i suoi inganni, perché se ne vanno come un sogno notturno! Il giorno presto sparisce, le ore si affrettano e non indugiano, perché in breve tratto di tempo il mondo tende alla sua fine. Nessun giorno permette all’altro giorno di accompagnarlo, nessun’ora attende un’altra ora per trascorrere insieme con essa. Come l’acqua non si lascia afferrare con le dita standosene inerte, così fin dal seno materno defluisce la vita di chiunque è nato. È pesata e misurata la vita di chi entra nel mondo e non vi è possibilità alcuna, non vi è nessuna speranza che egli possa oltrepassare i confini stabiliti. Dio ha stabilito una misura al vivere di ogni uomo, e ogni giorno ne sottrae un pochino. Ogni giorno toglie una particella alla tua vita, senza che te ne accorga; nessun’ora rinuncia alla sua porzione, mentre se ne corre e svanisce sulla sua strada. I giorni divorano la tua vita, le ore ne abbattono l’edificio; così tu ti avvicini alla fine, perché sei un alito solo. Come ladri, come briganti, i giorni rubano e le ore depredano, e così il filo della tua vita a poco a poco se ne passa e giunge al fine. I giorni comandano il tuo vivere, le ore sono tuoi becchini; tra giorni e ore la tua vita svanirà dalla terra. La vita che tu trascorri oggi, se ne va e svanisce con la fine di questo giorno, perché ogni giorno si porta via dalla tua vita ciò che gli compete e lo fa svanire con sé. Ogni giorno seppellisce ciò che gli appartiene, ogni ora dispone di quel che è suo, e se ne vanno nel corso veloce del tempo, svaniscono e più non sono. I giorni esigono e prendono, le ore afferrano e trascinano, così la tua vita si dissecca e si avvicina veloce alla fine. Dio ce l’ha misurata, ponendoci sulla terra; ciascun giorno se ne prende una porzione e il flusso del vivere tuo si esaurisce. Come se ne vanno i giorni, così la tua vita passa veloce, perché non c’è pausa e non vi è possibilità alcuna che si arresti e riposi. Quando il sole si fermerà in cielo e la luna si arresterà nel suo percorso, allora anche la tua vita si arresterà e non si affretterà più alla sua fine.
(Da: Tutto è vanità e afflizione di spirito)