Calendario tradizionale. Giovedì 11 gennaio 2018 – Per il Martirologio, clicca qui
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Gentili amici,
è importante mantenerci fedeli nel nostro impegno per la preghiera di riparazione, perché gli oltraggi al Sacro Cuore di Gesù sono quotidiani e condotti a ogni livello. Altrettanto insistente e continua deve essere la nostra preghiera di riparazione. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà. Possiamo rileggere, cliccando qui, le modalità della preghiera di riparazione. È prezioso anche l’ausilio del libretto con gli Atti di devozione al Sacro Cuore e le Litanie del Sacro Cuore (clicca qui).
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Per la nostra formazione, iniziamo la lettura della “Vita di Martino”, di Sulpicio Severo. Il testo potrà anche essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.
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NOTIZIE E AVVISI
– I sacerdoti della Fraternità San Pio X celebrano la Santa Messa in rito antico in diverse città. Per l’elenco completo delle Cappelle in Italia e orari delle celebrazioni, clicca qui.
–Tutte le domeniche e i giorni festivi a Savona, alle 17.30 si recita il S. Rosario e alle 18.00 si celebra la S. Messa in rito antico. Nelle solennità il S. Rosario viene sostituito, alle 17.15 dal canto dei Vespri.
– Tutte le domeniche e i giorni festivi a Bologna si celebra la S. Messa in rito antico alle ore 18.00 nella chiesa di Santa Maria della Pietà in via San Vitale.
– Ogni primo giovedì del mese a Bologna si celebra la S. Messa in rito antico alle ore 21.00 nella parrocchia di San Giuseppe Cottolengo in via Marzabotto.
– Tutte le domeniche e i giorni festivi a Verona si celebra la S. Messa in rito antico alle ore 11.00 nella Rettoria Santa Toscana, in piazza XVI Ottobre n. 27.
– Tutti i sabati e nei giorni delle solennità a Brescia si celebra la S. Messa in rito antico alle ore 18.00 nella chiesa di San Zeno al Foro (piazza Carducci). Alle 17.30, recita del S. Rosario, esposizione del Santissimo Sacramento e benedizione eucaristica.
– Ogni domenica e festa di precetto a Pavia si celebra la S. Messa in rito antico, alle ore 9.30 nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, in via Luigi Porta (centro storico).
– Nella diocesi di Prato si celebra regolarmente la S. Messa in rito antico in latino, in seguito al Motu Proprio “Summorum Pontificum” del 2007 nelle seguenti chiese: la chiesa dello Spirito Santo a Prato (piazza del Collegio), ogni domenica e festa di precetto ore 17.00; la chiesa di Santa Cristina a Pimonte, ogni domenica ore 10.00; la chiesa di San Martino a Paperino a Prato la prima domenica del mese ore 16.00 e ogni giovedì ore 7.30; la chiesa del Sacro Cuore a Prato (Via Benincasa), tutti i primi venerdì del mese ore 21.00; la Badia di Vaiano, da febbraio a giugno, un sabato al mese. Per il calendario dettagliato clicca qui.
– Ogni domenica e festa di precetto a Firenze, alle ore 11.00 e alle ore 19.00, nella chiesa dei Santi Michele e Gaetano, viene celebrata la Santa Messa in rito antico. Al sabato le celebrazioni sono alle ore 7.30 e 11.00 e nei giorni feriali alle ore 7.30 e 18.30.
– Ogni domenica e festa di precetto a Belluno, alle ore 8.30, nella chiesa di San Pietro (parrocchia del Duomo), viene celebrata la Santa Messa in rito antico.
– In Alto Adige/Sud Tirolo viene celebrata la Santa Messa in rito antico: ogni prima Domenica al mese a Silandro in via Ospedale alle ore 18, ogni terza Domenica al mese a Bolzano in via Weggenstein alle ore 18, ogni quarta Domenica al mese a Bressanone nella chiesa Mariahilf/Zinggen alle ore 18, ogni 8 del mese nella chiesa parrocchiale a Cengles alle ore 17.
– Ogni domenica e festa di precetto a Bergamo, alle ore 9.00 e ogni venerdì alle ore 20,30, nella chiesa della Madonna della Neve, viene celebrata la Santa Messa in rito antico. Al termine della S. Messa del primo venerdì del mese, Adorazione Eucaristica e recita delle Litanie del Sacro Cuore di Gesù. Per essere aggiornati sulle celebrazioni in rito antico, cliccare su https://www.facebook.com/madonnadellanevebergamo/
– Ogni domenica e festa di precetto a San Lorenzo, frazione di Pizzoli (AQ), alle ore 18.00, presso l’Abbazia di Sant’Equizio, viene celebrata la Santa Messa in rito antico.
– Ogni domenica e festa di precetto a Milano, nella chiesa di Santa Maria della Consolazione, in largo Cairoli, viene celebrata alle 10.00 la Santa Messa in Rito ambrosiano antico. Per informazioni:http://messatradizionalemilano.blogspot.it/ .
– Ogni domenica e festa di precetto, a Monza, viene celebrata la Santa Messa in rito antico alle 18.45, nella chiesa delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, via Italia 37. Per informazioni, cliccare “La Messa di sempre – Monza” .
– Ogni domenica e festa di precetto a Legnano, nella chiesa della Madonnina, in via Sempione angolo via Ronchi, viene celebrata alle 17.30 la Santa Messa in Rito ambrosiano antico. Per informazioni: http://www.ambrosianeum.net/ .
– Ogni primo venerdì del mese, al Priorato Madonna di Loreto, a Rimini-Spadarolo, alle ore 21, Adorazione Eucaristica notturna per riparare le offese e gli oltraggi al Sacro Cuore di Gesù.
– a Firenze, nell’Oratorio di S. Francesco Poverino, Santa Messa domenicale in rito antico alle ore 10 e tutti i venerdì, alle ore 18.30, Preghiera di Riparazione (S. Rosario, Litanie del Sacro Cuore, Atto di riparazione ed altre preci anche per impetrare l’aiuto divino alla Chiesa martire della ferocia islamica). Per informazioni: Dante Pastorelli, dante.pastorelli@virgilio.it, tel. 055.600804.
– Ogni venerdì un gruppo di fedeli si ritrova per la preghiera a Cremona. Per informazioni: Mauro Faverzani – mauro.faverzani@gmail.com
– Ogni primo venerdì del mese viene celebrata la Santa Messa in rito antico alle 19.30 a Modena nella parrocchia dello Spirito Santo in via Fratelli Rosselli. Vi partecipano alcuni aderenti alla Lega di riparazione secondo le intenzioni proposte dalla nostra iniziativa. Ricordiamo che nella medesima chiesa viene celebrata ogni domenica alle 17 la S. Messa (dal 2007) e, a richiesta, anche gli altri sacramenti.
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– Se altri sacerdoti fossero disposti a fare lo stesso nella zona in cui operano, ce lo facciano sapere e provvederemo a darne comunicazione.
– Ricordiamo che è possibile anche il semplice incontro tra laici che preghino secondo le intenzioni della Lega come già indicato. Anche in questo caso, sarebbe utile segnalarcelo in modo da poterne dare comunicazione. Rimane il fatto che lo strumento più efficace per la diffusione è il passaparola, che sarebbe meglio chiamare apostolato.
– Nei limiti delle nostre forze, siamo a disposizione per incontrare gli amici che intendono impegnarsi in questa impresa. Per questo, si faccia riferimento all’indirizzo di posta elettronica della Lega di riparazione, legariparazione@email.it , e troveremo il modo e il tempo per farlo.
Sia lodato Gesù Cristo
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LETTURA DI FORMAZIONE
Sulpicio Severo
Vita di Martino
per scaricare il testo in formato pdf, clicca qui
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Severo al dilettissimo fratello Desiderio
1. Io per mia parte, o unanime fratello, avevo deciso di lasciare incompiuto nei suoi appunti e di non pubblicare il piccolo libro che avevo scritto sulla vita di san Martino, trattenendolo tra le pareti domestiche, perché, di natura timorosissima quale sono, cercavo di evitare il giudizio degli uomini, temendo di dispiacere ai lettori, con il mio stile troppo rozzo, e di esser ritenuto degno in sommo grado della generale riprovazione, ciò che penso accadrà, io che m’ero appropriato impudentemente d’una materia giustamente riservata a scrittori eloquenti; ma non ho potuto rifiutarmi alle tue ripetute richieste. Che cosa vi sarebbe, infatti, che io non tributerei al tuo affetto anche a danno del mio onore? 2. Eppure t’ho consegnato il libretto perché sono fiducioso e credo che non lo rivelerai a nessuno, poiché me l’hai promesso. Ma temo che tu sarai per lui come una porta d’uscita, e una volta uscito non possa esser richiamato indietro. 3. Se ciò dovesse accadere e ti accorgerai che sia letto da alcuni, con buona grazia chiederai ai lettori che valutino la sostanza più della forma, e con animo equo tollerino se un modo di esprimersi forse difettoso offenda le loro orecchie, poiché il regno di Dio si fonda non già sull’eloquenza bensì sulla fede. 4. Rammentino anche che la salvezza fu predicata al mondo non già da oratori – certamente, se fosse stato utile, il Signore avrebbe potuto predisporre anche questo –, bensì da pescatori. 5. Io infatti, non appena m’indussi a scrivere, poiché ritenevo empio lasciar nell’ombra le virtù di un uomo così eminente, fra me e me decisi di non arrossire di eventuali sgrammaticature: poiché non ho mai posseduto una grande scienza in tale materia, e se qualcosa di tali studi ho forse una volta assaporato, l’ho tutto smarrito nella desuetudine di così gran tempo. 6. Ma tuttavia, per risparmiarci una così molesta difesa, soppressone il mio nome, se ti sembra, il libretto sia pure pubblicato. Per far ciò, raschia il titolo sul frontespizio, affinché la pagina sia muta e, quel che basta, parli della materia, non parli dell’autore. Addio, venerabile fratello in Cristo, onore di tutti i buoni e di tutti i santi.
Vita del santo Martino, vescovo
1,1. Moltissimi mortali, vanamente dediti al desiderio della gloria mondana, credettero d’immortalare la memoria del loro nome, se avessero illustrato con la penna la vita degli uomini illustri. 2. Tale inganno apportava un frutto non certo perenne, ma tuttavia di una sia pur piccola entità, alla speranza che avevano concepito, poiché propagavano, sebbene vanamente, la memoria di sé, e con il proporre ai lettori esempi di grandi uomini suscitavano una considerevole emulazione. Ma tuttavia questa loro cura non riguardava per nulla quell’altra vita beata ed eterna. 3. Che cosa giovò a essi, infatti, la gloria dei loro scritti destinati a scomparire con il mondo? O quale beneficio ottenne la posterità dal leggere le battaglie di Ettore e il filosofare di Socrate, quand’è non solo stoltezza l’imitarli, ma anche follia non contestarli con ogni asprezza, in quanto essi, stimando la vita umana soltanto per le azioni presenti, affidarono le loro speranze alle favole, le anime ai sepolcri? 4. Essi in effetti credettero di doversi perpetuare soltanto alla memoria degli uomini, mentre dovere dell’uomo è ricercare la vita eterna piuttosto che l’eterna memoria, non già con lo scrivere o il combattere e il filosofare, ma con il vivere piamente, santamente, religiosamente. 5. E questo umano errore tramandato nella letteratura prese tanto vigore, che esso ha trovato davvero molti emuli sia di questa vana filosofia, sia di quel folle eroismo. 6. Onde mi sembra che farò opera degna, se scriverò la vita d’un uomo santissimo, che in seguito sarà ad altri di esempio, per cui certamente quanti leggeranno saranno spronati alla vera saggezza e alla celeste milizia e alla divina virtù. E in ciò traiamo ragione anche di nostro vantaggio, nella misura in cui ci aspettiamo non una vana memoria tra gli uomini, ma un eterno premio da Dio, poiché, sebbene noi stessi non così abbiamo vissuto da poter essere di esempio ad altri, tuttavia ci siamo adoperati a non lasciar in ombra chi dovesse essere imitato. 7. Dunque inizierò a scrivere la vita del santo Martino, quale fu la sua condotta sia prima dell’episcopato, sia durante l’episcopato, sebbene inutilmente io abbia tentato di accedere a ogni suo atto; così sono ignote le azioni di cui egli solo fu testimone davanti a sé stesso, poiché non ricercando l’elogio degli uomini, per quanto fu in lui, volle che tutte le sue virtù restassero in ombra. 8. Quantunque anche dei fatti che ci erano noti, molti ne abbiamo omessi, poiché abbiamo ritenuto bastasse ricordarne soltanto alcuni di maggior rilievo. Nello stesso tempo è stato necessario pensare anche ai lettori, affinché una affollata abbondanza non procurasse loro qualche molestia. 9. Scongiuro poi coloro che mi leggeranno, di prestar fede alle mie parole, e di non ritenere che io abbia scritto alcunché se non ben noto e accertato; altrimenti avrei preferito tacere piuttosto che dir cose false.
2,1. Dunque, Martino era originario della città fortificata di Sabaria, nelle Pannonie, ma fu allevato in Italia, a Pavia; i suoi genitori erano di rango non basso, secondo la valutazione del mondo, ma pagani. 2. Suo padre fu dapprima semplice soldato, poi tribuno militare. Egli stesso, seguendo da giovane la carriera delle armi, militò nella cavalleria della guardia sotto l’imperatore Costanzo, poi sotto il Cesare Giuliano; tuttavia non a suo buon grado, poiché, quasi fin dai primi anni, la santa infanzia del nobile fanciullo aspirò piuttosto al servizio di Dio. 3. Infatti, in età di dieci anni, contro il volere dei genitori, si rifugiò in una chiesa e chiese di diventare catecumeno. 4. Poi, in mirabile modo, convertitosi interamente al servizio di Dio, in età di dodici anni desiderò ardentemente il deserto, e avrebbe soddisfatto a quei voti, se la debolezza dell’età non gli fosse stata d’impedimento. L’animo suo, tuttavia, sempre proteso verso le celle degli eremiti o verso la Chiesa, già nell’età puerile meditava ciò che in seguito compì religiosamente. 5. Ma essendo stato prescritto dai sovrani che i figli dei veterani fossero coscritti nella milizia, per rivelazione del padre che considerava ostilmente la sua santa condotta, in età di quindici anni fu preso, incatenato e obbligato ai legami del giuramento militare, pago di un solo servo per compagno, al quale tuttavia, con ruoli rovesciati, il padrone fungeva da servitore, così che per lo più era egli stesso a togliergli i calzari, egli stesso a detergerli, e insieme prendevano cibo, ma era egli più sovente a servire in tavola. 6. Trascorse quasi tre anni sotto le armi prima del battesimo, integro tuttavia dai vizi dai quali quel genere d’uomini è solito essere intricato. 7. Grande la sua benignità verso i commilitoni, mirabile la gentilezza, ma la pazienza e l’umiltà oltre l’umana misura. Non è infatti necessario lodare in lui la frugalità, come fu a tal segno da lui praticata, che già in quel tempo lo si sarebbe creduto non soldato, ma monaco. Per queste sue virtù aveva così strettamente avvinto a sé tutti i commilitoni, da esserne venerato con mirabile affetto. 8. Non ancora rigenerato in Cristo, egli si comportava bensì come un candidato al battesimo per le opere di carità: assistere i tribolati nelle malattie, soccorrere gli sventurati, nutrire i bisognosi, vestire i nudi, nulla riservare a sé della paga della milizia, fuorché quanto servisse al sostentamento quotidiano. Già da allora egli era un ascoltatore non sordo ai precetti del Vangelo, e non si curava del domani.
3,1. Così, un giorno, non avendo nulla indosso oltre alle armi e al semplice mantello di soldato, nel pieno d’un inverno che s’irrigidiva più aspramente del solito, al punto che moltissimi soccombevano alla violenza del gelo, gli accadde d’incontrare sulla porta della città di Amiens un povero nudo. E poiché questi pregava i passanti di aver pietà di lui, e tutti passavano oltre senza curarsi dello sventurato, quell’uomo ricolmo di Dio comprese che, siccome gli altri si rifiutavano a un atto di carità, quel povero era riservato a lui. 2. Ma che fare? Non aveva null’altro che la clamide, di cui era vestito; infatti aveva già sacrificato tutto il resto in una uguale opera buona. E così, brandita la spada che aveva alla cintura, divise la clamide a metà, e ne donò al suo povero una parte, dell’altra si rivestì. Frattanto alcuni astanti si misero a ridere, poiché lo trovarono indecoroso in quella veste mutilata; molti tuttavia, di animo più saggio, si diedero a gemere profondamente per non aver fatto nulla di simile, poiché possedendo senz’altro più di lui, avrebbero potuto vestire quel povero senza ridursi alla nudità. 3. Dunque, la notte seguente, essendosi abbandonato al sonno, vide Cristo vestito della parte della sua clamide, con la quale aveva coperto il povero. Gli fu ordinato di considerare attentamente il Signore, e di riconoscere la veste che aveva donato. Subito dopo, udì Gesù dire con chiara voce alla moltitudine di angeli che stavano intorno a lui: «Martino, che ancora non è che un catecumeno, mi ha coperto con questa veste». 4. Davvero memore delle sue parole, il Signore, che un tempo aveva proclamato: «Ogni volta che avete aiutato una di queste mie umilissime creature, avete aiutato me» (Mt 25,40), dichiarò di essere stato vestito nella persona di quel povero; e a confermare la testimonianza di una così buona opera, Egli non disdegnò di mostrarsi in quel medesimo abito che il povero aveva ricevuto in dono. 5. Ciò visto, il santissimo uomo non si esaltò d’orgoglio umano, ma riconoscendo nella sua opera la bontà di Dio, mentre era in età di diciotto anni s’affrettò a ricevere il battesimo. E tuttavia non rinunziò subito alla condizione di soldato, trattenuto dalle preghiere del suo tribuno, al quale lo legavano vincoli di amichevole cameratismo: infatti costui s’era ripromesso di ritirarsi dal mondo una volta trascorso il tempo del suo tribunato. 6. Trattenuto da questa attesa, Martino, quasi per due anni dopo aver ricevuto il battesimo, continuò il servizio militare, benché soltanto di nome.
(1 – continua)