Le radici dell’Europa – di Federico Gatti

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di Federico Gatti

san-colombanoL’Europa affonda le radici più profonde nella mitologia greca, è nella culla della civiltà dell’Occidente infatti che si viene a creare il mito del vecchio continente. Figlia di Agenore, re di Fenicia, Europa fu rapita da Zeus che, nelle sembianze di un toro, la condusse a Creta e fu li che giacendo con il re degli dei, nacque Minosse, re civilizzatore e legislatore. L’etimologia della parola Europa, di origine semitica, indicava il ponente per i marinai fenici. Il nostro continente stava dunque ad indicare un concetto geografico, l’estremo occidente del continente eurasiatico.
Ma quand’è che si ha una vera e propria presa di coscienza dell’essere europei? Di far parte di un corpo mistico segnato da un destino comune?
A metà dell’VIII secolo un anonimo chierico di Toledo registrava la vittoria riportata a Poiters dagli “Europei” sugli Arabi; questa breve annotazione è considerata la prima manifestazione del formarsi di una coscienza dell’unità culturale degli abitanti del continente. E’ dunque l’incontro-scontro con una differente cultura che fa nascere il sentimento di appartenenza. In questo processo è ovviamente di primo rilievo il ruolo svolto dalla Cristianità, ponte culturale fra i popoli germanici e le sponde mediterranee nel post impero romano. Con il termine christianitas si andava definendo l’unità culturale e spirituale degli europei. Il paganesimo, di contro, era espressione frammentaria di localismi. Non si può parlare certo di una radice pagana dunque come concetto unitario, al massimo come importante elemento sintetizzato poi nell’Europa cristianizzata. Tanto meno, si può fare riferimento ad eventuali radici giudaiche considerato il fatto che è per natura della più antica religione abramitica l’auto ghettizzazione piuttosto che la mescolanza con i “gentili”. Per gli ebrei si può parlare certo di una presenza attiva, di una parte rilevante specie nell’ambito commerciale, ma non di elemento distintivo e caratterizzante della cultura europea.
E’ innegabile dunque la strettissima coincidenza fra il concetto di Europa e quello di cristianesimo; che poi riforme protestanti e rivoluzioni giacobine ne abbiano stravolto l’ordine, ciò non cambia di una virgola la genesi di una struttura sorretta dai pilastri del diritto romano, della cultura greca e della spiritualità cristiana.
Ma oggi cosa ci rimane di queste radici? Qual è lo spirito che anima i popoli europei? Viviamo l’era della “pax usuraia” sancita a Maastricht dai burocrati assoggettati al potere bancario.
Secondo Ippocrate gli Europei si caratterizzavano per il coraggio, pronti a battersi e anche a morire per la libertà; pare che il crescente melting pot abbia levigato, e di molto, queste peculiarità.
La riscossa può partire dall’incontro fra la cristianità europea occidentale  e quella orientale, della grande madre Russia e del fiero popolo serbo. Per non piegare la testa di fronte all’imperialismo culturale, economico e militare targato stars and stripes.

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