Sono passati oltre un paio d’anni dalla prima pubblicazione di questo testo. Visto che aveva ottenuto un discreto riscontro, ho pensato di riprenderlo in mano perché nel frattempo mi ero accorto di qualche importante dimenticanza, volevo integrarlo con altri termini suggeriti da qualche lettore (che ringrazio), e inoltre si sono affacciate all’orizzonte anche alcune voci nuove.
Mi rendo conto che l’elenco sta diventando piuttosto lungo, quindi per facilitare chi avesse già letto la prima versione del 2016, segnalo che le parole o le espressioni aggiunte sono indicate con “nuova voce”, quelle solo modificate con “aggiornata”.
Nota: se siete ancora in vacanza, ne consiglio la lettura sotto l’ombrellone, ma lontano dai pasti.
Introduzione (Aggiornata)
Ci sono alcuni termini, nel linguaggio odierno, che pur essendo di nobili origini, e indubbiamente facenti parte del bagaglio di bene portato dal cristianesimo, vengono spesso stravolti nel loro significato; in molti casi addirittura vengono usati in senso opposto a quello che originariamente avevano, generando quindi ambiguità e incapacità di comprensione reale di ciò che si vuol dire.
Altri termini sono inventati di sana pianta, verrebbe da dire con l’apposito scopo di demolire quel poco di civiltà e di buon senso rimasti, ovviamente mediante la riduzione ad insignificanza del vero cattolicesimo per quanto riguarda la sfera pubblica.
All’epoca della prima stesura eravamo in attesa dell’uscita della madre di tutte le esortazioni, e tutto il dibattito a cui avevamo assistito prima, durante e dopo il sinodo era stato di grande ispirazione e stimolo. Soprattutto stimolo. Oggi, dopo due anni trascorsi a chiederci come applicare una roba inapplicabile, assistiamo sconsolati e impotenti all’incedere di un altro Sinodo, quello dei Giovani.
Appurato che, come dicevano i bistrattati “profeti di sventura”, il Sinodo sulla Famiglia ha assestato un colpo mortale alla famiglia, non posso che ringraziare il cielo di non far più parte della categoria dei giovani. Però siccome i giovani sono il futuro, anche nella Chiesa, non posso che solidarizzare con loro: coraggio, passerà anche questa, tenete duro e state saldi nella fede in Cristo. Ma occhio ai pastori che frequentate.
Ho di nuovo cercato di mettere in fila quelle parole che risuonano sempre con insistenza tramite i media, le istituzioni, nei Sacri Palazzi, sui documenti ufficiali prodotti dal clero, e stavolta il quadro è ancora più completo. E nonostante il registro leggero utilizzato, ancora più preoccupante.
Senza pretesa di esaustività, e in rigoroso ordine alfabetico:
ACCOGLIENZA (aggiornata)
Accogliamo senza criterio tutti, orde di popoli che portano con sé culture e religioni incompatibili con le nostre, alimentando false illusioni e perseverando nell’utopia boldriniana del multiculturalismo fuori tempo massimo, così come accogliamo le diversità LGBT al nostro interno, spacciandole per normalità o al limite per gaie eccentricità. Entrambe queste accoglienze faranno esplodere la nostra società, la prima letteralmente, la seconda dalle retrovie.
Non occorreva essere profeti, ma dopo anni di invasioni c’è ancora qualcuno che non se n’è accorto. La maggioranza degli italiani per fortuna sì, e ha pensato bene di mandare a casa chi era al governo due anni fa.
Vantava 29 comparse nella Relazione Finale del Sinodo (d’ora in poi RFS).
Quando sentite o leggete questa parola, sapete già che dovete attivare il sistema di allarme: livello 7.
ACCOMPAGNARE
Parola record per le sue 40 presenze nella RFS, è una di quelle che sprizzano bontà e misericordia, ma ogni tanto viene utilizzata in contesti un po’ sospetti. Ad esempio: occorre praticare l’ “accompagnamento in diverse situazioni”, le famiglie ferite vanno accompagnate, così come quelle “in cui vivono persone con tendenza omosessuale”. La qual cosa è vera, se per accompagnare si intende aiutare amorevolmente a ritornare al vero bene dell’uomo e della famiglia, a curare le ferite e le tendenze contronatura, senza nascondere i problemi o considerarli normalità.
In tutto questo accompagnamento, purtroppo, a volte sembra di leggere una certa accondiscendenza al male.
Il livello di allarme, per ora, è minimo: 6.
ASTRATTISMO NORMATIVO (Nuova voce)
Vedere Normativismo.
CAMMINO (Nuova voce)
La Chiesa è il popolo di Dio in cammino, certo. Ma mentre una volta, pur con tutte le cadute, gli smarrimenti, le deviazioni, era ben chiaro verso dove ci si doveva dirigere, da un po’ di tempo pare che l’importante sia camminare. “L’importante non è la meta, ma il viaggio” dicono in coro uniforme tanti maestri della banalità ai nostri giovani (cantanti, attori, nani e ballerine).
I nani del pensiero però sono entrati anche in oratorio, hanno preso per mano i ragazzi e iniziato a camminare, camminare…
Ma quello più che un camminare è un vagabondare.
Livello di allarme: 8.
CLERICALISMO (Nuova voce)
Parola strana, specie se in bocca ad un prelato. Di solito viene usata da clericalisti incalliti con trave nell’occhio per addossare ad altri il proprio vizio.
Livello di allarme: 6-
COMPLESSITA’ (Nuova voce)
Quando certe situazioni sono talmente imbarazzanti che non vi è alcun modo di poterle far rientrare in un quadro di accettabilità dottrinale (oppure semplice decenza), il problema è presto risolto definendole complesse. Può essere un valido sostituto, solo un po’ più generico, dell’ammiccante irregolare-tra-virgolette, che conserva ancora qualche venatura di sano giudizio.
Livello di allarme: vago.
CONTINUITA’ (Nuova voce)
L’Amoris Laetitia è in continuità con la Familiaris Consortio.
La chiesa postconciliare è in continuità con quella preconciliare.
Il dialogo ecumenico e gli incontri interreligiosi sono in continuità con l’annuncio dell’unica vera fede.
Tarquinio e Moia sono in continuità col giornalismo cattolico.
Petizioni di principio, mai dimostrate.
Siamo sicuri che il documento che manderà in pensione l’Evangelium Vitae (affermando l’opposto di questa) sarà in continuità con l’Evangelium Vitae. Chiedete a Moia se non sarà così.
Utilizzata anche nell’orwelliano Novità nella continuità, anche questo termine sottende il contrario di ciò che dovrebbe significare. La guerra è pace, la schiavitù è libertà. Ma qua siamo oltre Orwell. La sua neolingua eliminava e modificava la forma delle parole per rendere impossibile un pensiero dissenziente dal potere. Oggi le parole rimangono esteriormente immutate, ma vengono abilmente utilizzate per celare un significato opposto.
Livello di allarme: molto alto, 10.
COSCIENZA (Nuova voce)
Sono riusciti a manomettere anche questa parola? Già, dal momento che hanno creato la contrapposizione tra Norma e Coscienza. In sostanza dicono: “Se la norma vi sta stretta potete sempre ascoltare la vostra coscienza!” come se questa potesse prescindere dalla norma.
Il concetto non era difficile quando le parole avevano un preciso significato, e all’incirca doveva suonare così: la coscienza è retta quando ci indica come aderire alla norma, non come eluderla. In tal caso è falsa coscienza, coscienza erronea.
Livello di pericolosità: 9/10.
CURARE LE FERITE (Nuova voce)
Abbiamo istituito l’ospedale da campo per curare le ferite. E sarebbe anche una buona cosa se lo facessimo davvero. Ma le cure sono troppo dolorose, meglio fingere che il paziente in fondo stia già bene così.
Vedere anche OSPEDALE DA CAMPO.
Livello di allarme: 9.
DIALOGO
Tempo fa, quando sentivo parlare di dialogo, il primo e più longevo cavallo di battaglia del progressismo postconciliarista, l’istinto era di mettere mano alla fondina. Poi un po’ l’abitudine, un po’ l’escalation di nuovi e più moderni termini, mi ci sono ahimè abituato.
Lo trovo definito sui dizionari come “discorso alterno fra due o più persone” o “discussione più o meno concorde che miri a un’intesa”; di fatto, quando è utilizzato da uomini di Chiesa o cristiani adulti (che sono quelli che vanno per la maggiore), dialogo è inteso, anziché come strumento, come fine supremo da conseguire a tutti i costi, in particolare a discapito dell’annuncio della Verità; diventa un circolo vizioso: si dialoga per andare incontro ai diversamente credenti, e si va incontro a costoro per dialogare.
Ma quando, dialogando, il credente ha esplicitato la sua fede fatta di incontro ed esperienza di Cristo, ma anche di dogmi, comandamenti, doveri, preghiera, una volta appurato, sempre dialogando, che il diversamente credente di solito pratica una sua religione che può essere:
- a) falsa (protestantesimo, islamismo, induismo, buddismo, geovismo, eccetera);
- b) superata (ebraismo), quindi parimenti falsa;
- c) inventata di sana pianta a proprio uso e consumo (del tipo “sento che c’è un dio ma non può essere quello della Chiesa”);
- d) agnostica;
- e) relativista;
- f) atea e/o anticlericale;
- g) filosofie malefiche (gnosticismo);
- h) associazioni anticristiane (massoneria);
- i) varie ed eventuali;
Dicevamo, se costui non ha nessun interesse per ciò che cerchi di trasmettergli, o inorridisce alle tue “medievali” credenze, o subdolamente attenta alla tua fede insinuando il dubbio in te perché magari è più intelligente, preparato e telegenico, o nella migliore delle ipotesi, ti ascolta con interesse ma una volta esauriti gli argomenti rimane della sua convinzione, ad un certo punto il dialogo finisce e ognuno torna a casa sua. Sarà Dio, se vorrà, a fare il resto. Altrimenti, se va bene si perde tempo senza concludere niente, se va male si rischia di assorbire idee malsane fino a mettere a rischio la propria fede.
Le “Cattedre dei non credenti” o i “Dialoghi in Cattedrale” sono l’apice di questa patologia chiamata dialoghite, dove tutti parlano facendo finta, in linea di massima, di essere d’accordo. E l’unico modo per riuscirci è evitare di dire chiaramente la Verità di cui solo la Chiesa di Cristo è portatrice. “L’importante è che impariate a inquietarvi” diceva il defunto Cardinal Martini. In effetti, quelle iniziative erano veramente inquietanti.
Devo però fare una rettifica: l’apice è stato raggiunto tempo fa dal Card. Ravasi, che non soddisfatto di essersi esibito nel ballo del Pacha Mama, si è messo a dialogare apertamente addirittura con la massoneria. Inutile Cardinale, nonostante l’impegno profuso non riuscirete a demolire la Chiesa di Cristo. Né lei, né il Priore, né Mons. Galantino.
Nonostante la potenza della parola, come livello di allarme metto solo 8: ormai dovremmo esserne vaccinati.
P.S.: e quando il gioco si fa duro, il dialogo diventa ecumenico. Allora attenzione, meglio cambiare aria: sta per spuntare Enzo Bianchi.
DISCERNIMENTO (Aggiornata)
Presente 21 volte nella RFS, siamo di fronte ad una delle due parole chiave (insieme a sfide) utilizzate come cavallo di Troia in questo inizio di millennio per scardinare il cattolicesimo dall’interno. Discernimento suona bene, fa molto monastero, Enzo Bianchi vi ha intitolato anche un libro, e questo potrebbe già bastare.
Il senso di questa parola, preso da un dizionario, è “la facoltà e l’esercizio del discernere, cioè del distinguere il bene e il male, e per estensione giudizio, criterio”. Ovviamente per un cristiano, come per una qualsiasi persona sana di mente, si distingue tra il bene e il male ai fini di poter scegliere il bene (poi riuscire ad attuarlo è tutt’altra cosa); ciononostante lo si sente sempre più frequentemente inteso come “la facoltà e l’esercizio di trovare una giustificazione, in un caso specifico, per fare ciò che ci pare, anche se va contro la legge di Dio, col benestare dei preti”.
Un po’ come succedeva con coscienza, termine un po’ desueto che veniva invocato in modo erroneo, come insegnava il compianto Palmaro, in particolare dai politici cattolici per giustificare le più sbagliate ed eterodosse prese di posizione. Bastava rivendicare la libertà di coscienza, ed uno poteva votare ciò che gli pareva, o che il partito imponeva, per quanto aberrante fosse.
Oggi la parola è divenuta, se possibile, ancora più insidiosa, tanto che potremmo affermare: discerno ergo sum. Se non fai professione di fede nel discernimento non sei degno di esistere.
Livello di allarme massimo: 10.
DIVERSITA’
La diversità è una ricchezza, ci dicono tutti. Ovviamente dipende da cosa si intende con questa parola.
Componente fondamentale del linguaggio correct, da tempo è stata adottata dagli schizzinosi per definire una situazione o una persona in base a ciò che non è: diversamente abile, diversamente credente, diversamente giovane, diversamente qua, diversamente là, e tutto ciò poteva anche fare sorridere.
Solo che poi si è cominciato a parlare di diversi valori, famiglie diverse, genitorialità diverse, diverse tendenze sessuali, e la faccenda si è fatta più seria. Oggi, pensando a quelle povere creature come Zackary, Elijah, e ultimo arrivato il piccolo Tobia Antonio, bisogna ammettere che la situazione è drammatica.
Un giorno arriveremo al diversamente diverso, e forse a quel punto, scavalcato il crinale della follia, torneremo normali.
Livello di allarme: 9.
DIVISIVO (Aggiornata)
Non sono più sicuro che non sia ancora entrato nei documenti ufficiali del clero, comunque si tratta di un orrendo neologismo molto in voga tra politici e giornalisti; sta ad indicare in senso negativo un argomento che sarebbe meglio lasciare da parte perché crea spaccature, quindi poco funzionale al dialogo.
“Insieme si può lavorare ad un testo condiviso e non divisivo” diceva il 17 febbraio dal SIR il presidente del Forum delle Associazioni Famigliari Gigi De Palo, in seguito all’approvazione della Cirinnà al Senato, terminando con “Chiudiamo in soffitta gli elementi di divisione”. Peccato che l’unica decisione accettabile sarebbe quella di non legiferare affatto in materia, per non riconoscere alcuno status giuridico alle unioni di fatto etero o omo che siano, e sarebbe la più divisiva di tutte: dividerebbe una cosa sbagliata da una giusta, evitando di privilegiare la prima.
Chiudere in soffitta gli elementi di divisione sarebbe come dire: “Mettiamo da parte le cose importanti, accordiamoci sulle bazzecole”. Gli elementi di divisione più li nascondi più prepotentemente torneranno a farsi vivi in seguito, perché non sono accessori, sono l’essenziale.
Livello di allarme: 8. Livello di orrore: 10.
DUBIA (Nuova voce)
Una volta domandare era lecito, rispondere veniva considerato il minimo per non sembrare scortesi.
Dal 2013 nella Chiesa puoi domandare e sperare in una risposta solo se ti chiami Eugenio, hai più di novant’anni, scrivi omelie laiciste che nessuno legge e sei ricco sfondato.
Due dei quattro sprovvisti delle caratteristiche sopradescritte, che avevano osato chiedere un chiarimento filiale su quel pasticcio colossale chiamato Amoris Laetitia, nell’attesa sono addirittura defunti. Ancora un po’ e se ne andranno pure i due sopravvissuti, e l’obiettivo di lasciare la Chiesa nel caos sarà finalmente centrato.
E dire che per facilitare il chiarimento avevano messo pure le risposte a crocette…
Livello di allarme: ormai superato.
ECOLOGIA (Nuova voce)
Fare attenzione ai cambiamenti climatici, ridurre l’ossido di carbonio, evitare la plastica, differenziare i rifiuti, utilizzare il tram, chiudere i rubinetti, spegnere la luce, coprirsi e spegnere anche il riscaldamento, piantare un albero e fare pure car-sharing.
Cos’è, uno dei soliti documenti dell’ONU per ostacolare la vita ai povericristi? Gli appunti per una delibera del consiglio comunale? La strofa di una nuova canzone dello Stato Sociale? Nulla di tutto ciò, sono le nuove priorità della nuovissima chiesa.
Sono importanti anche l’ordine e la pulizia, passare chiedendo permesso, grazie, scusa, mi consenta, salutare quando si arriva e si va via, soffiarsi il naso senza fare troppo rumore, mano davanti quando si sbadiglia, tirare l’acqua e lasciare un po’ aperta la finestra. Non c’è proprio tutto, ma quasi, nella Laudato sì.
In ogni caso occorre una “conversione ecologica”. Quell’altra, verso quel tale crocifisso, pare non sia più necessaria. Quando si dice: “Andarono per convertire e tornarono convertiti…”.
Livello di allarme: deprimente.
ESPERIENZA
Mantra tipicamente ciellino, ma non solo, è l’esperienza, che traducendolo dall’accezione deviata in parole brutali sta ad indicare una ricerca tanto incessante quanto inconcludente di novità suggerita da un atteggiamento eternamente adolescenziale o sentimentalista.
È chiaro che l’incontro con Cristo è un’esperienza fondamentale per un cristiano, ma una volta incontrato non c’è bisogno di cercare altro; rinnovare l’esperienza con Lui va bene, ma inseguire continuamente nuove sensazioni, emozioni, in una sorta di ansia da prestazione religiosa, mi perdoneranno alcuni amici, ha qualcosa di patologico.
Livello di allarme contenuto: 7.
FAKE NEWS (nuova voce)
Un’altra moda da cui la chiesa moderna è stata penosamente contagiata, anche se probabilmente gli alti prelati non si immaginano nemmeno che i veri inventori e diffusori delle più grosse falsità sono quelli che dicono di combatterle.
La “vera” fake, come insegna Marcello Foa, è in origine istituzionale, ovvero studiata e messa in circolo da governi, organismi internazionali, grandi aziende. Poteri forti che muovono enormi interessi, e non si fanno scrupolo ad inventare che so, che Saddam ha le armi chimiche, che le primavere arabe sono spontanee, che Obama era pacifista, che entrare nell’euro è stato un affare, che l’immigrazione ci fa bene, che “ho appreso dei dubia dai giornali”, eccetera. Detti poteri si sono inventati che chi riesce a smascherare le loro frottole (a volte palesi balle), è un diffusore di falsità. Il nuovo untore.
Ha ammonito il pontefice che “Nessuno di noi può esonerarsi dalla responsabilità di contrastare queste falsità”. Varrà anche per il fake magisterium? Noi lo prendiamo in parola.
Livello di allarme: altissimo, si profila una pericolosissima censura globale del pensiero indipendente.
FEMMINICIDIO
Primo: perché gli inventori di parole inutili non fanno almeno lo sforzo di crearle sopportabili all’orecchio?
Secondo: e il maschicidio allora dov’è? Perchè non è stato inventato? E l’obesicidio, il giornalisticidio, il preticidio? Semplicemente ridicolo.
Livello di allarme: 6+. Livello di nausea: 10.
FERITE
Abbiamo appreso nel sinodo che ci sono molte famiglie ferite. A dire il vero lo sospettavamo già: guardandoci intorno orma vediamo più coniugi con problemi, separati o divorziati che ancora uniti, solo che le chiamavamo famiglie a rischio, in pericolo, o distrutte, spezzate, scoppiate; ma va bene anche ferite. Però se sono ferite vanno curate, cosa difficilissima e non sempre possibile; se sono ferite vuol dire che sono infette da qualcosa di malvagio che andrebbe prima o poi estirpato. Ma soprattutto, e mai come in questo caso, andrebbe fatta opera di prevenzione.
Che idea di prevenzione e protezione della famiglia potrà avere una Chiesa che discetta di comunione ai divorziati, semi di bontà nelle coppie fronte-retro, e accetta in silenzio che venga legiferato contronatura perché “non si immischia nella politica italiana”?
Che ferite potrà curare una Chiesa che ha smesso di parlare di indissolubilità del matrimonio, e che accetta di sposare chiunque senza che abbia la più pallida consapevolezza di ciò che va facendo, o che si sposa in chiesa per avere delle belle fotografie? Quanti matrimoni sono oggi effettivamente validi?
A dire il vero sembra che su questo argomento vi sia nei documenti sinodali una parvenza di lucidità, un barlume di presa di coscienza: è pressoché inutile correre dietro ai buoi dopo che sono scappati (punti 57 e 58 della relazione finale).
Speriamo, comunque il livello di allarme è 9.
FRAGILITA’
Certo, siamo tutti fragili, come negarlo. Fragili in quanto deboli di fronte al male, inclini a cadere nel peccato e cedere alle tentazioni. In tutte le sue varianti la fragilità compare 15 volte nella RFS, quindi meglio prestarvi attenzione.
Un po’ come accade con le ferite, la sensazione è che ci si crogioli un po’ in questa situazione, che se ne prenda atto come di una cosa neutrale, quasi positiva. No, la fragilità è negativa, occorre che la Chiesa attraverso i suoi pastori ci aiuti ad essere forti, con massicce dosi di ricostituenti: preghiera & dottrina, Carità & Verità.
Si accompagna volentieri ad immaturità, quasi a compiacersene.
Livello di allarme: 7, la parola è debole di per sé.
INCLUSIVO (Aggiornata)
Come divisivo, anche inclusivo fa parte dei termini che piacciono alla gente che piace. Il tipico termine, per capirci, che suona bene in bocca alla Boldrini, che ad esempio una volta ebbe a dire: “Ricorderò il discorso di Mattarella per la sua inclusività. È stato completamente inclusivo: sono stati rimessi al centro tutti gli italiani che non hanno voce”. Meglio non soffermarsi, queste sono incredibilmente le più alte cariche dello stato (Una non più. L’altra, purtroppo, è ancora lì).
Poi c’è il partito inclusivo per antonomasia, che mantenendo l’assonanza potremmo ribattezzare PI, dove c’è posto per tutti, basta che a comandare sia uno; e che tra quei “tutti” non ci siano portatori di idee sane e vagamente cattoliche. Solamente Avvenire infatti si può stupire se a Bologna cacciano fuori dalla lista dem per le amministrative della città l’unico candidato sospettato di non avere simpatie pro-gender: “Ma è questo il vero PD?” si chiedono Tarquinio e i suoi. Ehilà, c’è nessuno in casa? Ma dove siete stati negli ultimi dieci anni, viene da dire: certo che è questo, e non potrà che essere sempre peggio.
Livello di allarme: 8. Livello di fastidio: 10.
INTEGRAZIONE
Dopo aver accolto, occorre integrare. È vero che ormai il cosiddetto Occidente, avendo rinnegato le proprie radici cristiane, non ha più da offrire granché a livello di proposte umane, civili, sociali, culturali. Non parliamo poi dei “valori” occidentali, sbandierati da tanti, ma che nessuno elenca di preciso, o tuttalpiù si parla di una generica libertà (vedi alla voce successiva): visto che c’è libertà, e un vuoto di contenuti, chi viene tenderà a riempirlo con i suoi, e alla fine saremo noi che ci dovremo integrare. Però avverrà a forza, con l’alternativa di sparire, come già succede da tempo in paesi come Iraq, Siria, Pakistan, ecc.
E su San Pietro sventolerà la bandiera nera dello stato islamico. Sarà finalmente contenta la (ex) Presidenta che auspica un’invasione di 400.000 stranieri l’anno?
Livello di allarme: 8 e ½.
LIBERTA’
La voce è tra le più impervie, mi limito ad un riverente accenno.
Liberalismo, libertarismo, libertarianesimo, libertinismo, libertinaggio, arbitrarietà: la parola libertà solitamente viene associata ad una di queste sue derivate deviate, ognuna con una propria storia, una propria filosofia erronea derivante dall’elevazione a totalità di un aspetto o da una perversione interpretativa dell’originale.
Senza bisogno di ricorrere a Papa Gregorio XVI che definiva la libertà di coscienza semplicemente “un delirio”, nel più recente Catechismo troviamo scritto che “Non c’è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia” (CCC 1733); “La libertà dell’uomo è finita e fallibile” (CCC 1739); “La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine” (CCC 1731).
Altrimenti non rimane che “una baldracca metà fangosa e metà scarlatta, che con altissimi grugniti chiamano la Libertà” (Mademoiselle Liberté, in Tizzi e Fiamme, Domenico Giuliotti).
Livello di allarme: dipende molto dal contesto.
MIGRANTE (Nuova voce)
È diventato in breve tempo il nuovo Sacro Graal del progressismo, sia religioso che laicale. Se nei tuoi discorsi, nelle tue omelie, nei tuoi editoriali non lo citi come minimo una volta ogni dieci parole, sei squalificato e deportato nel girone dei populisti, dove ti costringeranno a guidare la ruspa in canottiera.
Una volta c’erano solo gli immigrati e gli emigrati, oggi sono tutti migranti, a sottolineare non tanto la precarietà della condizione umana, quanto il continuo movimento, la liquidità, l’apolidismo che qualcuno, vendendo schiavitù spacciata per libertà, vorrebbe diventassero caratteristiche comuni a tutto il genere umano.
Qua da noi, in Italia, la Bonino è il suo braccio destro; suor Emma, protettrice dei migranti, perpetua degli speculatori finanziari.
Livello di allarme: rosso, come le magliette degli invasionisti.
8 commenti su “Le parole che ti fregano (edizione 2018) Mini dizionario semiserio del pensiero ecclesialmente corretto ai tempi di Francesco (prima parte) – di Marco Manfredini”
Ottimo articolo, grazie.
Io inserirei anche l’espressione “mettersi in gioco”, che sarebbe la versione per i fedeli del “pastori con l’odore delle pecore”.
Ottimo. Grazie all’autore
Poi c’è la pecora smarrita. Tutti quelli che non accettano Cristo sarebbero tutti pecore smarrite. Anche il Figliol prodigo sarebbe tale e giustificherebbe l’abbandono del gregge per recuperarlo…..senza che ”torni in sé ”…e magari riportarlo alla casa del Padre con tutte le prostitute.
Attenzione: Anche dietro parole come ”fragilità …coscienza…” si nasconde la negazione della libertà dell’uomo che ,invece, puo’ scegliere sempre tra bene e male, ogni momento. Altrimenti tutta la Rivelazione sarebbe unna sciocchezza di Dio rivolta a persone incapaci, senza coscienza e libertà. E dove viene negata la libertà di scelta nasce la dittatura.
..bellissimo articolo, esaustivo, geniale nella sua esposizione..grazie!
Concordo pienamente e mi complimento per la freschezza dell’esposizione che però non riesce a mitigare l’amarezza che provoca questa realtà.
Interessanti riflessioni….ma forse non e’ possibile concludere …da quale parte stia la verita’ per me testa un mistero. Mia madre diceva spesso ” chi lo sa e” bravo!
La verità sta dalla parte della… Verità.
Avrei una supplica : che si rinunci per sempre a parlare di “cristiani adulti”. Ci si rivolge ai bambini esortandoli all’impegno, al rispetto nei confronti della famiglia, degli insegnanti, delle regole in genere; in poche parole li si invita a “crescere”, nella Fede, nella conoscenza, nell’amore per il prossimo. Ma rispetto al Signore, al Vangelo, al mandato ricevuto con il Battesimo il nostro obiettivo è quello di crescere in santità, e quindi di farci più piccoli per lasciare spazio alla Sua Volontà, come ci ha indicato il Battista sino al Martirio. Il nostro compito non è quello di interpretare in senso evolutivo i contenuti della Rivelazione ma di accoglierli in santa umiltà. Ed è un percorso che dalla vita terrena ci conduce a quella Celeste.