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1° settembre 2015
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La libertà che conta = = = = = = = = =
di Fabio Trevisan
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“Il mondo medievale fu molto lento nel far diventare i servi, o gli schiavi, dei contadini. Il mondo moderno è stato straordinariamente veloce nel far tornare i contadini a essere di nuovo schiavi”.
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Il 19 giugno 1935, Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) presentava un programma radiofonico alla BBC sul tema della libertà (il tutto è rinvenibile nel recente volume: “Radio Chesterton” curato da Annalisa Teggi con introduzione del presidente della Società Chestertoniana Italiana, Marco Sermarini). Sul settimanale della BBC, The Listener, furono trascritte le trasmissioni radiofoniche e si ospitarono le lettere, soprattutto di protesta, che le acute osservazioni di Chesterton suscitarono nel pubblico.
Da quel grande e coraggioso cattolico qual era, Chesterton parlò dalla radio mostrando senza mezzi termini l’essenza del cattolicesimo, con una confessione esplicita che personalmente mi ha commosso: “Mi propongo di mostrare che il cattolicesimo ha creato la libertà inglese; e che quella libertà si è conservata esattamente fino a quando tale fede si è mantenuta; e che laddove la nostra fede è interamente scomparsa, anche tutta la nostra libertà sta scomparendo”. Chesterton richiamava le origini cattoliche dei Comuni, del Parlamento, del common law e di tante altre istituzioni che avevano permeato la storia inglese: “I cattolici posero le fondamenta del concetto essenziale del liber et legalis homo, l’uomo come soggetto libero e giuridico”. Ammoniva poi il pubblico che lo ascoltava con queste parole: “Tenete a mente questa frase, perché l’intero mondo moderno sta precipitando nell’anarchia e nella tirannia per aver dimenticato ciò”.
Cosa aveva dimenticato l’epoca moderna? Che cosa aveva stabilito la cristianità? A queste domande Chesterton collegava il tema della vera libertà conservata dalla fede e, pur nella consapevolezza di essere quanto meno frainteso se non vituperato, egli chiariva: “Sapendo di rendermi ancora più sgradevole, dico che la libertà è stata quasi completamente cancellata nei Paesi non cattolici come l’America, la Prussia e l’Inghilterra”. Che tremendo paradosso per gli alfieri della presunta libertà! Vale la pena davvero di leggere queste incredibili osservazioni sorte dal confronto tra le libertà paventate dal mondo protestante e quelle effettivamente garantite dalla Chiesa cattolica: “Il mondo protestante si è concentrato esclusivamente sulla libertà di opinione; si è dimenticato di tutto il resto: la libertà di vivere, di crescere, la libera scelta nelle faccende quotidiane, della proprietà da parte di un uomo libero della propria casa, dei propri strumenti, del proprio corpo e della propria anima. All’indomani della Riforma, il concetto di libertà ha significato semplicemente questo: chiunque può scrivere un pamphlet, chiunque può guidare un partito, chiunque può fondare una setta”.
Il mondo moderno, protestantizzandosi, diventava pazzo e andava contro l’uomo comune e le sue elementari, cattoliche e basilari libertà. Ecco perché il mondo moderno era stato molto veloce nel far diventare schiavi i contadini. Favorendo, come indicava il grande scrittore londinese, le teorie a discapito delle tradizioni comuni, si era consegnato un mondo libero nelle mani di forze incontrollate anonime e anarchiche e così egli poteva ammonire in modo veemente: “Quel che voi avete fatto, con la vostra progressiva libertà protestante, è stato di sacrificare tutti i diritti e i bisogni comuni in nome del bisogno particolare di poche persone di esprimere ad alta voce le loro opinioni”. Potete immaginarvi le reazioni delle cosiddette persone “libere” alle osservazioni chestertoniane ? Se non riuscite del tutto ad immaginarle, vi consiglio di leggerle. Potrete gustare così la tremenda attualità di quelle stupefacenti riflessioni e la difesa assidua della ragione cattolica di un autentico paladino della fede, che così puntualizzava: “Il maniaco (protestante) è stato libero di predicare le sue manie, ma l’uomo libero non è più stato libero di proteggere la propria libertà”.
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Domenica 6 settembre, a San Giovanni Persiceto, conferenza del Centro Culturale Chestertoniano
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2 commenti su “L’angolo di Gilbert K. Chesterton – grandezza e attualità di uno scrittore cattolico – rubrica quindicinale di Fabio Trevisan”
La tremenda attualità: questa, gentile Fabio Trevisan, è la sua definizione
esatta di tutto quanto diceva e scriveva il “profeta” Chesterton.
Stupefacente, impressionante!
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Parole sante,profetiche, pronunciate in un tempo in cui ancora era inimmaginabile una deriva come quella di oggi. Anzi, a ben pensarci, poteva anche essere immaginabile, viste le premesse che così magistralmente Chesterton denunciava. Colpisce soprattutto questa affermazione: “Quel che voi avete fatto, con la vostra progressiva libertà protestante, è stato di sacrificare tutti i diritti e i bisogni comuni in nome del bisogno particolare di poche persone di esprimere ad alta voce le loro opinioni”. E’ insomma l’assurdo attuale: voler trasformare ogni desiderio in diritto per il compiacimento e la soddisfazione di alcuni; che siano lobby con poteri planetari, poco importa; l’essenziale è la prevaricazione e l’imposizione a tutti i costi di un certo pensiero per raggiungere scopi che nella maggior parte dei casi possono ora definirsi abietti. Alla barba del bene comune che la tradizione cattolica si è sempre sforzata di attuare.
Caro Fabio, che il Signore ci aiuti!