di Andrea Moretti
Un minimo di decenza vorrebbe che prima di parlare di un fatto tragico come il suicidio del quattordicenne romano ci si assicurasse di avere la lingua collegata al cervello. Ma nessuno può sfuggire alle leggi di natura e le iene accorrono quando sentono l’odore del cadavere.
Le iene, quelle a quattro zampe, come tutti gli animali seguono l’istinto e quindi non possono fare né male né bene. Ma ci sono iene che camminano su due zampe e che dovrebbero avere ancora, almeno sul fondo delle scarpe, un residuo di moralità. Non è così. Questa categoria di iene, che emettono anche suoni modulati e li spacciano per elevati pensieri politici, hanno perso ogni moralità e non esitano a usare una tragedia per gorgogliare le loro eterne idiozie.
Un ragazzo di quattordici anni si uccide e pare che lo abbia fatto perché i compagni lo prendevano in giro, dandogli dell’omosessuale. Ma è di certo un cadavere eccellente, da usare per i loschi fini di propaganda e le iene bipedi gioiscono, a principiare da quella signora Boldrini che se fosse seria dovrebbe dimettersi da Presidente della Camera, carica “super partes”, e dedicarsi solo all’attività di partito, nel qual caso potrebbe legittimamente esprimere tutte le opinioni di parte che vuole (magari per errore potrebbe anche averne di intelligenti). “Bisogna approvare subito la legge sull’omofobia” tuona la signora Presidente non-imparziale. Le fanno eco i rappresentati di quelle sciagurate associazioni che da anni hanno reso gli omosessuali infelici e buffoni. Sproloquia Flavio Romani, presidente dell’Arcigay, sproloquia anche Grillini, decano o giù di lì della categoria. Il ritornello è sempre lo stesso: la legge sull’omofobia è un’urgenza drammatica, bla bla bla.
Nessuno di questi incoscienti si interroga sul perché tanti giovani siano così indifesi, deboli, smarriti, da arrivare a gesti irreparabili. No, non c’è tempo per usare il cervello e nemmeno l’onestà. L’occasione è troppo ghiotta, il cadavere è lì, venite amici, ce ne sarà per tutti.
Abbiamo letto di adolescenti che si sono uccisi per una bocciatura, per una delusione amorosa (magari, che vergogna, con una persona dell’altro sesso), perché presi in giro dai compagni per la loro obesità, per la loro miopia, per l’apparecchio ai denti, per quell’infinità di crudeltà che purtroppo i giovani, ancora non moralmente attrezzati, sanno avere.
Se un adolescente si suicida perché preso in giro per le sue (presunte) tendenze omosessuali, le iene bipedi si lanciano. Con la stessa logica da queste adottata, bisognerebbe legiferare sulla chiusura delle scuole, per non avere più bocciati, sul divieto a innamorarsi, per non avere più suicidi per amore infelice, sulla dieta obbligatoria, per non avere più obesi presi in giro… e vogliamo andare avanti a dire pazzie?
In Italia ogni anno avvengono circa 4.000 suicidi. Il 10% di questi sono suicidi adolescenziali. Il suicidio è la seconda causa di morte ,dopo gli incidenti stradali, per i giovani sotto i 21 anni. Sono cifre altamente preoccupanti, ma delle quali si direbbe che non freghi niente a nessuno. Nessuno si interroga sulle cause profonde, anche perché le risposte metterebbero in imbarazzo le menti progressiste e illuminate che hanno distrutto questa Società con le loro paranoie.
Però ci sono i dati degli studi fatti con serietà, da cui emerge che tra i fattori familiari facilitanti il suicidio è stata osservata un’alta frequenza di separazioni, l’assenza della figura paterna (cari signori, il divorzio è stata una “conquista civile”, nevvero?), i disturbi psichiatrici di uno o entrambi i genitori, e la presenza di incesti o comunque di un clima incestuoso.
Che dire poi del devastante effetto di una non-educazione che coccola il giovane nella bambagia, non insegnandogli che la vita è sacrificio, dolore, dovere prima che diritto, fatica, tutte cose da saper affrontare per diventare forti e adulti? Che dire di famiglie che hanno rinunciato, sull’onda lunga del sessantotto, al dovere dell’educazione, del divieto, della severità?
Che dire infine di una “cultura” del relativismo che ha tolto ogni certezza, ogni punto saldo di riferimento, ogni sano modello di vita?
Gli sciagurati che oggi si spartiscono il cadavere di quell’infelice ragazzo di Roma sanno che l’alcolismo è una piaga tra i giovani già a partire dai 13 – 14 anni di età? Sanno che già nella scuola media si stima che circa il 50% dei giovani abbia provato a usare stupefacenti, percentuale che sale al 70% in alcune scuole superiori?
Lo sanno, le iene bipedi, ma non gliene frega nulla, ché anzi la devastazione della gioventù è uno dei loro fini, assetati come sono di morte. Ma ecco che se un suicidio pare indotto da dileggi per omosessualità, vera o presunta, allora si alzano le grida di lamento e subito si invoca la legge sull’omofobia.
Parliamoci chiaro: la legge sull’omofobia, se verrà approvata, sarà una tragedia anche per i giovani, perché, vietando ogni possibilità di una sana educazione sessuale e affettiva, getterà proprio i più sprovveduti, gli adolescenti, nelle braccia dei demoni che vogliono insegnare la “normalità” del vizio sordido e ripugnante dell’omosessualità. L’adolescente, nella fase critica della formazione, sarà bombardato di false informazioni che lo getteranno in uno stato confusionale dal quale difficilmente potrà difendersi, visto che la tanto auspicata legge punirà chiunque volesse dargli l’educazione e le informazioni per una vita sana e serena. Poiché però nessuno potrà mai cambiare le leggi di natura, come si troverà l’adolescente praticamente costretto ad accettare e approvare i ripugnanti rapporti contro natura? Si troverà smarrito e schifato, in un mondo schifoso. E si troverà solo, perché la “Legge”, nuova divinità a cui inchinarsi, gli impedirà di avere vicine voci veramente pensose del suo bene e della sua crescita.
L’alluvione progressista che ha travolto il Paese ha creato generazioni di giovani sbandati e smarriti, ha generato il bullismo e il vittimismo, due facce della stessa medaglia, che è la mancanza di valori solidi e veri di riferimento. La progettata legge sull’omofobia sarà un passo in più verso la fogna. Esattamente ciò che vogliono le iene bipedi che ora fanno le lacrime da coccodrillo per un giovane morto tragicamente, che pesa anzitutto sulle loro coscienze sporche.