di Patrizia Fermani
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Maurizio Vitali a nome di CL e Massimo Introvigne, a nome proprio, hanno dunque sentito l’urgenza di tracciare un accurato organigramma delle varie componenti del tradizionalismo, o fondamentalismo cattolico, che da posizioni molto variegate confluiscono tutte nella critica severa alla dottrina teologico politica bergogliana. Il tutto, anche a scopo garbatamente minatorio.
Entrambi gli autori però, mentre spiegano chi sono i tradizionalisti, riescono soprattutto a mostrare, per contrasto, il proprio orizzonte culturale e teologico. Orizzonte già noto nella sostanza, ma che ora appare proprio senza veli.
Per Vitali l’humus tradizionalista è quello del “mondo non progressista e di sensibilità popolare, che ha paura del crollo delle evidenze e cerca una difesa per farvi argine, i ‘buoni cattolici’ decisi a difendere i valori morali, a cominciare dalla famiglia, quelli che vorrebbero difendere il crocifisso dalla mezzaluna…..e poi quelli che hanno paura del gender, degli immigrati e dei ladri e che si sentirebbero meglio se il papa guidasse una crociata in difesa dell’Occidente e dei suoi valori”. Se la lettura si fermasse qui, potremmo pensare che anche l’autore condivida le idee di questa specie “non progressista e di sensibilità popolare”. Invece, a sorpresa, leggiamo che: “lungo queste derive” (?!), i tradizionalisti passano a criticare l’attuale pontefice perché non indice la crociata in difesa dei valori di cui sopra, “con la temerarietà disarmata e ‘ingiusta’ della Misericordia”.
Ora, del fatto che Bergoglio si guardi bene dall’indire crociate a difesa della famiglia, del crocifisso, dei valori morali, perché non ha paura del gender, degli immigrati e dei ladri, lo avevamo capito da tempo. Che lo faccia, forte di quella Misericordia, che induce “ad un cambiamento di mentalità, e fa abbracciare una logica diversa, nuova e spregiudicatamente libera, rispetto all’economia, all’Islam, alla sessualità”, cioè che la nuova logica sia suggerita a Bergoglio proprio dalla Misericordia, lo apprendiamo ora.
Insomma, se la Misericordia con la lettera maiuscola è per convenzione secolare quella di Dio, il Bergoglio, in veste di suo amministratore delegato, ha finalmente aperto la Misericordia divina alla nuova logica. E di conseguenza se l’Onnipotente adotta per bocca di Bergoglio una logica nuova, è perché ha deciso di abbandonare la logica vecchia espressa per troppo tempo con le proprie leggi, ora superate. Così si spiega bene come mai le crociate su una legge in disuso non abbiano ragion d’essere, e sia invece nigro signanda lapillo tutta la resistenza tradizionista che si ostina ad osservare una legge buttata via proprio dal suo antico creatore. Vale la pena di ricordare, a questo proposito, come la nuova logica risulti particolarmente efficace in tema di sessualità, dove la potenza della Misericordia secondo Bergoglio si dispiega con illuminante prepotenza.
Queste idee di fondo vengono approfondite nel contiguo intervento in forma di intervista, di Introvigne. Egli alza la critica al tradizionalismo alias tradizionismo o fondamentalismo, alle altezze teologiche attraverso il nuovo significato da attribuire alla Tradizione. Un concetto nuovo di Tradizione che sfugge irrimediabilmente ai tradizionisti immeritevoli, per la loro ottusità antibergogliana, persino di essere chiamati tradizionalisti.
Infatti che cos’è la vera Tradizione? Introvigne risponde: È “un dato vivente e che cosa essa sia oggi lo definisce il Papa”. In altre parole, la tradizione è una figura imprecisata, schizzata di volta in volta dal suo disegnatore, ovvero una materia malleabile nelle mani di chi la plasma in modo creativo. Ma poiché i tradizionisti commettono invece il peccato di “contrapporre un’idea prefissata di Tradizione all’autorità vivente del papa”, ne ricaviamo che la cosa vivente buona con cui neutralizzare quella cattiva dei tradizionisti, è la stessa volontà nuda e cruda di Bergoglio. E che di volontà nuda e cruda Bergoglio ne abbia da vendere, nessuno lo ha mai messo in dubbio. Non per nulla lo stesso Introvigne ricorda con una certa soddisfazione, per averlo appreso quando era visiting professor in Argentina, che Bergoglio proviene dalla “Guardia de Hierro”, l’ala più peronista, del peronismo. Dunque, tornando alla Tradizione attuale, essa è quella che sgorga dalla volontà dell’inquilino di Santa Marta. E se addirittura voglio sapere se sono cattolico, devo chiederlo a lui.
Quod principi placuit legis habet vigorem, dicevano gli antichi. Ed è quello che capitava con gli imperatori romani i quali, essendo divinizzati, qualunque cosa dicessero o facessero, da Nerone a Eliogabalo, rimanevano divini fino a quando i pretoriani non decidevano di dare un taglio in senso tecnico alla commedia. Non che si possa paragonare Bergoglio per esempio ad un Caligola, anche se pure lui ha il vezzo di elevare ad alte cariche ecclesiastiche qualche somaro, ci mancherebbe. Resta il fatto però che secondo Introvigne chi voglia sapere se una cosa è, o non è, conforme alla nuova tradizione, deve andare a Santa Marta a sentire le “bellissime omelie”, o prendere un aereo, e allora, fra conigli e pasticcerie, pelagiani e cattolici rigidi, accoglienze misericordiose e indiscriminati pregi unisex, zitelle e rifiuti organici, prima o poi capirà che cosa è oggi la tradizione.
Tuttavia si capisce subito come ad Introvigne si sia presentato un problema serio. Quello di mettere d’accordo la cosa vivente di Bergoglio, cioè la sua tradizione aggiornata, con un’altra Tradizione, quella che lo stesso Introvigne ha seguito devotamente accanto a Monsignor Lefebvre fino a quando questi non si è messo a reiterare i sacramenti già amministrati da preti conciliari. Fino a quel punto, infatti, anche il nostro era un tradizionalista puro perché seguace della retta Tradizione. Dunque ci sono per lui almeno due tradizioni rispettabili, e una terza inaccettabile: la prima è quella lefebvriana del tempo delle mele, la seconda quella nuova e vivente di Bergoglio. La terza, quella lefebvriana non aggiornata e fossilizzata che sta tutta nelle aberrazioni della galassia “tradizionista”, delle cui componenti è stata stilata con cura la lista di proscrizione.
Si dà però il caso che secondo Monsignor Lefebvre la Tradizione era, come è, “ il depositum fidei trasmesso dal magistero della Chiesa di secolo in secolo”. Il deposito “datoci dalla Rivelazione, ossia la Parola di Dio affidata agli apostoli, la cui trasmissione è assicurata dai loro successori”. Si dà il caso, del resto, che tradizione significa trasmissione di qualcosa a qualcuno, deriva da traditio che indicava la consegna appunto di una cosa e già per i latini diventava, in senso figurato, consegna mediante parole, insegnamento, esposizione di precetti, e anche per noi significa comunemente trasmissione di testimonianze, consuetudini e ammaestramenti da una generazione all’altra.
Quello che la Chiesa ha avuto l’incarico di trasmettere è la legge di Dio, i suoi immutabili comandamenti riproposti da Cristo venuto a proclamare la “volontà del Padre mio”. Se il depositum fidei viene sostituito arbitrariamente con qualcos’altro, allora viene consegnato un aliud pro alio, cioè una patacca, magari anche vivente: se il depositum fidei viene sostituito dalla volontà vivente di Bergoglio, il risultato è appunto una patacca.
Ora bisogna convenire che per Introvigne il problema di dover conciliare la tradizione di Lefebvre, che è trasmissione del depositum fidei, con quella di Bergoglio, che coincide con il suo pensiero “vivente”, se non vivace, deve essere stato drammatico, almeno all’inizio.
Ma presto si deve essere tranquillizzato, ha capito che tutto passa, onori, amori, scemenze e valori. E siccome siamo in autunno, si è ricordato delle foglie morte e di Yves Montand che cantava “la mer qui efface sur la sable les pas des amants desunis” (il mare che cancella sulla sabbia i passi degli amanti ormai separati). La cosa gli è tornata a proposito per ricordare a tutti che “Gesù Cristo, siccome scriveva sulla sabbia, ha visto le proprie parole portate via dal vento”. Poi gli apostoli hanno scritto un resoconto postumo dei suoi detti e fatti, quando essendo ormai anche un po’ stagionati, ricordavano le cose un tanto al chilo. Dunque possiamo stare tranquilli. Anche del depositum fidei possiamo, anzi dobbiamo fare a meno come vuole Bergoglio, perché è acqua passata.
Ecco le ragioni per cui i tradizionisti, gente senza i piedi per terra e con anche la pretesa di elaborare un inattuale pensiero geopolitico, devono essere spazzati via. Invece chi abbraccia la logica nuova può stare tranquillamente in pace col mondo e risparmiarsi inutili fastidi servendolo a dovere.
Cristo è morto, Lefebvre è morto, i tradizionisti morranno presto, ha pensato Introvigne. Invece io e Bergoglio ci sentiamo ancora bene.
24 commenti su “La Rivelazione di Bergoglio secondo Introvigne – di Patrizia Fermani”
Introvigne si è inventato un’oscena, inesistente e ridicola “tradizione” a suo uso e consumo, una tradizione completamente priva di logica, che è un’offesa a Colui che questa Tradizione ci ha lasciato!
La sua idea è quella di una “religione senza contenuti”, che il Papa di turno potrebbe riempire a suo piacimento: più o meno quello che pensano tutti gli acattolici papolatri!
Introvigne non sa (o finge di non sapere) che il Magistero definitivo e quello definitorio sono vincolanti anche per i Pontefici e che neppure loro potrebbero validamente contraddirli, neppure ricorrendo al Magistero Straordinario.
Introvigne non sa (o finge di non sapere) che non è lecito a nessuno, neppure ai Pontefici, contraddire il consenso unanime dei Padri della Chiesa.
Introvigne non sa (o finge di non sapere) che il Depositum Fidei (= Rivelazione = Sacra Scrittura + Sacra Tradizione) è al di sopra del Magistero e che il Magistero può soltanto custudirLo, senza poterLo cambiare di una virgola.
Dovrebbe studiare di più: se ne intenderà di sette ma le sue conoscenze dottrinali appaiono ridicole!
Brava! Bisogna stare attentissimi fino alla fine, il caso Introvigne deve far riflettere come invecchiando sia facile cadere vittima delle illusioni. Di queste cose bisognerebbe parlare in particolare ai giovani. Avvisarli.
Articolo eccellente e inattaccabile.
L’idea di “tradizione vivente” è una delle cose più cretine che io abbia mai sentito e trasforma il cattolicesimo in una religione sciamanica, in un partito politico col culto del capo o in un fanatismo verso una ‘star’/santone: niente leggi divine e verità divina immutabili.
La cosa ancora più assurda è che tale idea- presentata come l’essenza del cattolicesimo- è l’argomento che secondo alcuni dovrebbe CONVINCERE (!) a credere e a obbedire a Bergoglio (o a qualunque altro Papa, qualunque cosa faccia).
A me la “tradizione vivente” ha invece convinto definitivamente che un Papa può sbagliare (e in certe condizioni ci può essere la sede vacante).
Se il cattolicesimo è “credere e obbedire al Papa attuale, qualunque cosa dica e faccia”, allora non voglio essere cattolico. Anzi, se il cattolicesimo fosse quella roba, sarebbe la prova che è una falsa religione (perché contraddittoria e relativista).
Dirò di più: oggi se il papa non va a genio ai padroni del mondo, viene cambiato. Quindi la “fede cattolica” OGGI viene anche da Obama.
” La terminologia che designa la Scrittura e la Tradizione come due FONTI DELLA RIVELAZIONE, già presente nel Vaticano I (cfr. la relazione del teologo W. Maier: Mansi 52, 25 A-B; 53, 239 A-D), divenne di uso corrente da Pio IX in poi (cfr. Epist. Inter gravissimas, 28 ottobre 1870: Pii IX Pont. Max. Acta, Pars I, t. V, 259) “. Da http://www.gliscritti.it/blog/entry/369. Il maiuscolo è mio.
Il problema, specie sotto l’attacco del Protestantesimo liberale, è stato sempre: “Solo la Scrittura è fonte della Rivelazione, o anche la Tradizione della Chiesa ha tale dignità? “. Risposta: ENTRAMBE sono Fonti della Rivelazione Divina.
La questione “Arriva un Papa che dice il contrario di ciò che “sempre, ovunque, da tutti è stato creduto”, e bisogna affrettarsi a dirgli “Certo, hai tutte le ragioni, sei un Dono dello Spirito che fa nascere la Nuova Chiesa” ” non è stata MAI posta, se non a livello di caso di scuola
Non è novità di Introvigne la tradizione vivente ma è dottrina dei modernisti, condannata da San Pio X, dal Sillabo,,Quanta cura,Pascendi dominici gregis, Lamentabili…ora è neo-modernismo, riciclo della somma delle eresie dall’inizio del cristianesimo a ora: colpo finale. Ma la Chiesa è SANTA per cui questa gente sta attaccata alla Chiesa come una parrucca, un paio di stivali deformati (e deformanti), un bubbone appiccicato con lo scotch.
“…Invece io e Bergoglio ci sentiamo ancora bene”: tranquilli, non è ancora arrivato il 2017!
Esattamente, caro Ioannes. Aspettiamo in preghiera.
grande la prof Fermani!
Il Cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno. Quindi il papa non papa ed eretico Bergoglio non riuscirà a distruggere la Parola, anzi sarà questa Parola la fine di questo suo bizzarro e anticristiano diciamo improprio pontificato”. Mettersi contro Dio ha portato sempre male. La Parola ammonisce: Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!».
Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo. Se Bergoglio è da Dio non si deve temere, se dal diavolo sarà sconfitto e con lui tutti i suoi seguaci.
Santa ironia la sua, cara dottoressa Fermani!
Superlativo! Me lo sono proprio gustato. Grazie prof.ssa Fermani!
Mi pare che stia montando, nel buon gregge cattolico, una confusione fra tradizione e tradimento.
Marco Zanini
da ciellino difendo con tutte le mie forze il diritto alla mia libertà e pertanto quanto scritto da maurizio vitali e il documento di cl sul referendum NON rappresentano assolutamente il mio pensiero. non solo ,da tutto quanto detto sia da vitale che da cl prendo decisamente le distanze.NOT IN MY NAME! grazie prof.ssa fimiani
Grazie Patrizia, cara sorella in Cristo.
Purtroppo, Bergoglio e i suoi seguaci non sanno che le loro anime sono in grave pericolo … satana è molto più furbo di loro.
Invito tutti a pregare per la salvezza delle loro povere anime.
Ave Maria, gratia plena …
Intro vigne si é perso nelle vigne del mondo, ma ha trovato Bergoglio. Se un cieco guida un altro cieco .. Per trovare le vigne del Signore basta seguire la Tradizione. É la Tradizione chi ci consegna le Sacre Scritture e il suo senso auténtico. Bergoglio é Papa sólo quando fa il Papa, non quando fa il Bergoglio.
Grande Patrizia! Ti ricordo dalla Cova da Iria, dove sono in questi giorni, e assieme a te ricordo il Direttore e tutti coloro che scrivono nel sito di RC.
Non credo che Nostra Signora vi abbia inserito in alcuna “lista di proscrizione”!!!
Bruno – PD
Vorrei riportare quello che mi ha detto un uccellino: il termine “tradizionalista”, con cui vengono indicati i cattolici critici con Bergoglio e la schiera dei sui pretoriani, non è corretto, questi “tradizionalisti” sono CATTOLICI senza aggettivi; il Bergoglio & C, invece sono MODERNISTI. Per i dettagli il Dr. Introvigne & C, potranno rilegersi l’enciclica di San Pio X: PASCENDI DOMINI GRECIS. È un po’ cattolica, ma al momento non mi viene in mente nient’altro.
Luciano: “…il termine “tradizionalista”, con cui vengono indicati i cattolici critici di Bergoglio e la schiera dei suoi pretoriani,
………….non è corretto, questi “tradizionalisti” sono CATTOLICI senza aggettivi…”…………………..
Ben osservato, signor Luciano: per maggiore chiarezza i Cattolici dovrebbero chiamare se stessi CATTOLICI APOSTOLICI ROMANI, e chiamare tutti gli altri con il loro proprio, vero nome di ERETICI. La differenza è abissale in quanto, cosí facendo, sarebbe chiaro che i Cattolici rimarrebbero a rappresentare la Chiesa di Gesù Cristo, mentre tutti gli altri sarebbero considerati come FUORIUSCITI dalla Chiesa, vale a dire SCISMATICI, quali sono nella realtà. Stiamo assistendo al medesimo errore fatto dai NORMOsessuali quando hanno supinamente ed acriticamente accettato il FALSO termine di OMOFOBO diabolicamente coniato dagli omosessuali.
È proprio vero: le forze del male sono estremamente ATTIVE nell’uso malvagio della loro intelligenza malata, mentre le forze del bene stanno PASSIVAMENTE ad allocchire!
Le affermazioni sul significato di tradizione portano alla conclusione di un introvigne legato al mondo della massoneria che vuole imprimere nel pensiero cristiano il concetto che nulla e’ prestabilito e tutto e’ fluido o dir si voglia liquido e puo’ essere messo in discussione.
Strano, proprio Introvigne parla di fondamentalismo cattolico quando egli stesso fa parte di una realtà che puzza di servizi e che si spaccia per controrivoluzionaria! Fondamentalisti saranno magari quelli della TFP, miliziani del latifondo, soprattutto culturale, dediti a pratiche di soppressione fisica di inermi contadini. A me, tutto questo, non sembra molto cattolico. Tra lepri esoteriche che ruminano e uccellini parlanti, Introvigne dovrebbe fare un esame di coscienza.
“Cristo è morto, Lefebvre è morto, i tradizionisti morranno presto, ha pensato ….”. Eccellente ! Ricorda il noto aforisma ripreso da Woody Allen : “Dio è morto, Marx anche, ed anch’io non mi sento molto bene” (…). Il problema è che qui c’è poco da ridere, molto di cui preoccuparsi, a cominciare dai toni minacciosi utilizzati, come giustamente osservato dalla dott.ssa Fermani. Poi il panegirico sulla – neo – Tradizione, un quid di indefinito, dai contenuti deprivati e manipolati secondo i personali orientamenti. Liquidi, volendo richiamare un concetto filosofico contemporaneo. Il dissenso dunque non è frutto della ostinazione dei ( fondamentalisti ) Cattolici, colpevoli perché legati ad un passato che queste cordate considerano molto e sepolto. No. Gli appelli, le suppliche accorate, i commenti accesi nascono solo dallo sconcerto, dalla disperata resistenza di quanti fermamente credono. Credono nell’unica Fede rivelata, nella Sacra Scrittura e nell’insegnamento dei Padri della Chiesa. E nel Magistero FEDELE dei Papi.
Diciamo, prof.ssa Fermani, che il prezzo di un ‘posticino in Paradiso’ aumenta di giorno in giorno, e solo chi è ricco di una Fede aurea può permettersi di assicurarselo. Tutti gli altri – i moltissimi altri fra cui Introvigne e tutti i mammasantisima di questa Terra – scelgono di passare la mano.
Questi sono i tempi della ‘prova del nove’ della nostra Fede personale. Sono i tempi in cui tutti i poteri mondani tornano cartastraccia! Il cronicamente CONFUSO Bergoglio farebbe cosa assai saggia di far seguire al Giubileo della Misericordia quello della Giustizia, spiegando al mondo la dinamica del Libero Arbitrio con il quale ognuno di noi finisce, ironicamente, con il GIUDICARE se stesso!
Verrà il giorno che sanfrancesco iscariota si troverà a delirare nel bunker, ma insieme ai suoi goebbels e bormannucci vari!
Io sono tranquillo
Tanto alla fine vince lei…
Cuore immacolato.
Il problema è da che parte staremo…?