… la politica ufficiale della C.E.I. non si limita più a quella ignavia e omissione che favoriscono la resa, ma sconfina nella intesa e nella complicità col nemico per aiutarlo a isolare e asservire i cattolici fedeli e non ancora rassegnati.
di Guido Vignelli
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La passata strategia della C.E.I.
Fino a ieri, di fronte al prevedibile pericolo di una legge iniqua approvata dal Parlamento, la C.E.I ha abitualmente applicato una fallimentare procedura che possiamo semplificare nei seguenti passaggi:
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- tranquillizzare le coscienze cattoliche rimaste reattive, illudendole che non ci sia alcun serio pericolo di una legge iniqua;
- impedire che il mondo cattolico si prepari psicologicamente ad affrontare la propaganda (culturale e mass-mediatica) che preannuncia la presentazione di un ingiusto progetto di legge (pdl);
- sminuire la gravità dell’offensiva laicista sul tema in discussione, ribadendo la dottrina della Chiesa ma sostenendo che i cattolici debbono agire in maniera responsabile e costruttiva, evitando “scontri ideologici” che mettano in crisi la pace sociale (caso della legge sul nuovo diritto di famiglia);
- evitare che il mondo cattolico, per prevenire l’offensiva laicista, proponga un pdl integralmente giusto, il quale, anche se non varato, perlomeno spingerebbe i laicisti allarmati a rinviare la loro manovra e permetterebbe ai cattolici di organizzarsi meglio;
- al pdl ingiusto, ormai in discussione, opporre come falsa alternativa un pdl “meno ingiusto”, ossia compromissorio, che si limita a “ridurre i danni” della legge in arrivo (caso del pdl sulla fecondazione artificiale) o già approvata (caso del pdl sull’aborto);
- una volta approvata la legge iniqua, impedirne un referendum abrogativo o perlomeno rinviarlo il più tardi possibile (caso del referendum sul divorzio), o proporne uno che salvi la sostanza della legge iniqua limitandosi a “ridurne i danni” (caso del referendum sull’aborto);
- infine, una volta persa la battaglia parlamentare mai combattuta e/o il maldestro referendum abrogativo, spingere il mondo cattolico alla rassegnazione e alla resa, convincendolo che una nuova iniziativa sarebbe inutile o pericolosa, in quanto “il popolo si è pronunciato” e quindi non può essere contestato;
- disinnescare la residua reattività cattolica depistandola sul binario morto dell’ “impegno pastorale”, secondo cui ormai si può solo attenuare le conseguenze economico-sociali della legge ingiusta, ma senza metterla in discussione, anzi impegnandosi ad applicarla “meno ingiustamente”.
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Fino a ieri, tuttavia, la C.E.I. aveva (quasi) sempre condannato un pdl ingiusto e aveva protestato per la sua approvazione parlamentare, sia pure rinunciando a impedirla seriamente. Ciò accadde nei casi delle leggi sul divorzio, sul nuovo diritto di famiglia, sulla droga, sull’aborto, etc.
Per la verità, un primo cambiamento nella politica episcopale sulle leggi ingiuste avvenne riguardo la questione della fecondazione artificiale. Come abbiamo accennato, in quel caso, nell’illusorio tentativo di prevenire l’approvazione di un pdl “più ingiusto”, la C.E.I. favorì ufficiosamente il varo di un pdl ritenuto “meno ingiusto” di quello temuto (la famosa legge 40, poi resa “del tutto ingiusta” dalla Corte Costituzionale). Tuttavia, anche in questo caso, l’episcopato ammise che si trattava di una legge comunque condannabile come “ingiusta”, appunto.
Il caso della legge Cirinnà-Lumia e il cambiamento di strategia della C.E.I.
Oggi però la politica del nostro episcopato verso le leggi ingiuste sta subendo un cambiamento più netto e deciso: lo dimostra la lunga vicenda del dibattito culturale, mediatico e infine parlamentare sulla legalizzazione delle “coppie di fatto” (anche omosessuali).
In questo caso, infatti, la C.E.I. non si è limitata ad addormentare le coscienze e a scoraggiare la potenziale reazione del mondo cattolico, per il semplice fatto che questa si è autonomamente tradotta in atto con le manifestazioni pubbliche del Family Day. Allora la C.E.I. ha dapprima condannato la reazione e poi, non potendo impedirla, l’ha il più possibile umiliata e indebolita, cercando d’isolarla dal mondo cattolico stesso. Di conseguenza, i politici laicisti hanno capito che potevano contare sulla complicità della dirigenza episcopale per bruciare le tappe, facendo approvare la legge accusata prima che la protesta cattolica risvegliasse gl’Italiani e riuscisse ad affossarla.
Inoltre, una volta approvata la legge Cirinnà-Lumia, la C.E.I. si è ben guardata dal condannarla come “immorale” o “ingiusta” (come aveva fatto anni fa con i meno gravi e falliti pdl sui Pacs e sui Dico), ma si è limitata a criticarla molto blandamente come “pericolosa” e “sbagliata”, ossia ha emesso un giudizio non etico ma politico e tecnico, riguardante la correttezza costituzionale, l’opportunità giuridica e la procedura approvativa (cfr. Avvenire, 12-5-2016). Secondo Marco Tarquinio, direttore del quotidiano episcopale, se la legge Cirinnà avesse ammesso le unioni (anche omosessuali) tra le “formazioni sociali costituzionalmente riconosciute”, sarebbe stata giusta; se avesse esagerato parificando quelle unioni alla famiglia, concedendo ad esse il diritto di adozione, sarebbe stata ingiusta; siccome invece si è limitata ad omologare quelle unioni alla famiglia, allora è solo “sbagliata” (cfr. Avvenire, 14-5-2016).
Una cosa analoga accadde nel 1903-1904, quando l’Assemblea Francese discusse la famosa legge sulla “laicità”, ossia sulla separazione dello Stato dalla Chiesa con conseguente espropriazione statale dei beni ecclesiastici. Come osservò allora il socialista Jaurès, mentre i parlamentari laicisti facevano valere argomenti forti di principio e di setta, quelli cattolici si limitarono ad opporre obiezioni deboli, meramente tecniche e di opportunità, condannandosi quindi alla sconfitta: la legge fu infatti approvata. Ma allora, almeno, l’episcopato francese e il Papa le si opposero coraggiosamente!
Definendo la legge Cirinnà come “sbagliata”, la C.E.I. l’ha messa al riparo da qualunque condanna sostanziale e ha scoraggiato il mondo cattolico dal tentarne l’abolizione. Infatti, sia direttamente per bocca del quotidiano episcopale Avvenire (13-5-2016 e 14-5-2016), sia indirettamente per bocca del Forum delle Associazioni Familiari e della Unione dei Giuristi Cattolici, la C.E.I. ha ammonito i politici e i funzionari cattolici a non fare obiezione di coscienza alla legge Cirinnà e ha ammonito l’associazionismo ecclesiale a non appoggiare la preannunciata proposta di abrogazione referendaria: un’abrogazione che, si badi bene, non renderebbe giusta quella legge, ma si limiterebbe, ancora una volta, a “limitarne i danni”; ma anche questo sembra troppo audace alla C.E.I!
Dunque l’episcopato ha finalmente espresso una netta presa di posizione sulla legge Cirinnà… ma in sua difesa! In tal modo, esso tenta d’impedire che quella legge diventi una “pietra d’inciampo” a danno della sua opportunistica politica d’intesa col governo Renzi, e tenta anche di mettere una pietra tombale sulla reattività cattolica alle leggi ingiuste che violano i famosi “valori non negoziabili”: valori ormai diventati non solo negoziabilissimi ma anche vendibili basso prezzo (almeno quelli che non riguardano l’ecologia, la povertà e l’accoglienza ideologizzate). Le dichiarazioni del tuttofare segretario della C.E.I, il solito mons. Galantino, sono inequivocabili al riguardo (a cominciare dalla intervista apparsa sul Corriere della Sera, 15-1-2016).
Ma allora, che valore avevano la famosa Nota sui progetti di riconoscimento delle unioni omosessuali, promulgata dalla Congregazione della Dottrina della Fede solo 13 anni fa, e la Nota riguardo iniziative legislative in materia di unioni di fatto, promulgata dalla stessa C.E.I. appena 9 anni fa? Erano solo dichiarazioni teoriche lecitamente violabili dalle concrete scelte politiche? Oppure erano solo pronunciamenti provvisori tranquillamente smentibili da un magistero in perenne “evoluzione pastorale”?
Dalla omissione alla complicità alla persecuzione
Ciò che accade oggi riguardo la legge Cirinnà, potrà ripetersi domani riguardo quei pdl per l’educazione al “gender” e contro la “omofobia” che presto arriveranno al finale voto parlamentare. Un illustre docente di pedagogia, consulente dell’episcopato in materia, mi ha apertamente confessato che la C.E.I. non solo non si opporrà a quegl’infami pdl, ma anzi s’impegnerà a “rispettarli e applicarli lealmente”. Infatti scuole, istituti e vescovadi cattolici già stanno organizzando corsi di aggiornamento preventivo al fine di convincere i genitori a “non discriminare” le potenziali “tendenze sessuali” (almeno 15!) che verranno tutelate e insegnate per legge ai loro sventurati figli. Ne deriva l’ostilità della C.E.I. ad ogni organizzazione educativa, come la scuola parentale, che rischi di “dividere il popolo” e di “minare la pace sociale” facendo concorrenza alla scuola laicista di Stato e a quella para-laicista sedicente cattolica.
E’ tanto inevitabile quanto superfluo aggiungere che questo cambiamento episcopale è risultato non tanto della formale “presidenza Bagnasco” o della reale “gestione Galantino”, quanto della travolgente “svolta Francesco”, ossia della politica ecclesiastica avviata dal Santo Padre. Egli stesso infatti ha più volte lanciato non solo suggestioni e allusioni, ma anche direttive e ammonimenti a non “non occuparsi di politica”, ossia a “non disturbare il conducente” laicista, anche quando costui vara leggi che violano insieme il diritto naturale, il diritto delle genti, il diritto cristiano e i diritti della Chiesa stessa. A differenza della vecchia “Costituzione Civile del Clero” (1790), questa sorta di nuova “Chiesa costituzionale”, implicita conseguenza del Concordato del 1984, è stata tacitamente approvata non solo dall’episcopato ma, ahinoi, perfino dal Papa.
A questo punto, appare evidente che chi oserà opporsi alla politica anticristiana del governo laicista verrà criticato come “ribelle”, “eversivo” e “anarchico”, mentre chi oserà criticare la “svolta pastorale” dell’episcopato verrà criticato come “scismatico”, “settario” e “protestante”. Ciò significa che la politica ufficiale della C.E.I. non si limita più a quella ignavia e omissione che favoriscono la resa, ma sconfina nella intesa e nella complicità col nemico per aiutarlo a isolare e asservire i cattolici fedeli e non ancora rassegnati. Prepariamoci dunque a subire una persecuzione laicista munita di bollo episcopale…
…almeno finché l’offensiva anticristiana non giungerà ad abolire i (pochi) privilegi e i (molti) beni tuttora goduti dalla C.E.I; allora forse l’episcopato si deciderà ad opporsi a una tale “esagerazione”, col rischio però che sia troppo tardi e che la Chiesa diventi sì “povera e debole”, ma non per libera ascesi penitenziale, bensì per brutale costrizione settaria. E tuttavia, perfino questa oppressione potrebbe diventare una occasione di purificazione e di riscossa per una Chiesa che non ha voluto ascoltare i celesti ammonimenti. Dio regnerà comunque, se non con i suoi benefìci, almeno con le sue punizioni.
32 commenti su “La politica della C.E.I. verso le leggi ingiuste: dopo la Cirinnà, verso un cambiamento di strategia? – di Guido Vignelli”
Ingerenza clericale in politica, è commentare/criticare/favorire l’una o l’altra forma di governo, l’una o l’altra normativa regolamentare sulla formazione e sul funzionamento degli organismi costituzionali; tutto ciò non riguarda il clero.
Fedeltà al Vangelo di Gesù, obbedienza al mandato pastorale, difesa del gregge fino a dare la vita contro i lupi che lo assalgono, è invece l’illuminazione chiara delle coscienze, chiamando bene ciò che è bene, e male ciò che è male, con tutte le opere di isericordia spirituale tra le quali gravissima l’ammonizione dei peccatori e di coloro che (peggio) istigano altri al peccato.
Giudizio ineccepibile su un clero da rigettare come complice dei nemici di Cristo.
Concordo completamente con lei!
Bellissimo intervento !!!
Tutte queste conclusioni sono corrette, però vi è un’evidente difficoltà: che ce ne facciamo di un clero così? Se esso è il pastore del gregge, se solo esso è consacrato, a chi affidarci? Pretendere di rivolgerci direttamente a Gesù è corretto per la preghiera individuale, ma non oltre, pena il cascare direttamente nelle eresie protestanti, e saltare così a piè pari la mediazione della Chiesa. No, neanche a parlarne! Idem per scismi, sedeprivazionismi o sedevacantismi: tutta zuppa diabolica, che mina nei credenti la fede nell’inerranza della Chiesa, e spezzano così l’unità del Corpo Mistico di Gesù. No, zero! Ma allora che cosa fare, come reagire, come scuotere dal torpore il clero?
Anzitutto ignorandoli. Non siamo -proprio per “statuto della Chiesa”- i pastori dei Pastori.
Il celebrante è eretico? Adoro Gesù Cristo nell’Ostia Santa, dimentico rapidamente l’omelia, non do l’offerta, che finirebbe in pessime mani. Se ho il fegato, dico una preghiera per lui e per i consacrati apostati.
La Chiesa erra abbondantemente da sempre (tranne il Magistero Solenne), ma scandalizza il gregge da quando molti preti “non ce la fanno a dire Messa” (Guareschi)
In effetti, la tua soluzione – caro Raffaele – è quella più ragionevole: 1) la fede nella Ss.ma Presenza del Corpo e Sangue di Gesù non è dipendente dalle irriverenze (o peggio) del celebrante; 2) le omelie si possono accettare o no (dipende dalla loro correttezza e serietà rispetto al depositum fidei); 3) pregare per la Chiesa universale è dovere severo per ogni credente. Solamente non concordo con la mancata elargizione dell’offerta; la S.Messa è costosa (particole, ostia, vino, elettricità, usura dei paramenti, etc.), e “sovvenire alle necessità materiali della Chiesa stessa, secondo le proprie possibilità” è uno dei precetti, in ragione del quale S. Pio X precisava che esso è finalizzato al “conveniente esercizio del culto” e “all’onesto sostentamento dei ministri di Dio”. Che spesso e volentieri non se lo meritino…. ahimè, c’è poco da fare.
Grazie di cuore
Quando l’enorme peccato commesso da questi rinnegatori di Cristo gli si riversera’ contro colpendoli in ciò che hanno di più caro, cioè i loro sporchi interessi, allora tenteranno invano di salvare faccia e tasche, ma, come avviene negli empi accordi e commerci demoniaci, sarà troppo tardi e la Chiesa, distrutta spiritualmente e materialmente dovrà inevitabilmente ricominciare da quel minuscolo gregge bistrattato che santamente ostinato non ha voluto piegarsi alla deriva. Sarà di sicuro una santa e misericordiosa punizione.
Ormai non è neppure più il caso di preoccuparsi troppo delle leggi inique che i laicisti,modernisti,marxisti,satanisti e massoni sfornano una dopo l’altra; saranno spazzate via tutte fra non molto tempo,durante il realizzarsi dei dieci segreti di Medjugorie e,nella nuova era di pace che seguirà al trionfo del Cuore Immacolato di Maria,non resterà traccia di tutte le porcherie che sono state fatte in questi ultimi decenni.
Anch’io credo che presto (2017?) Qualcuno (attraverso qualcosa) spazzerà via questa immondizia morale che ormai tracima.
Non mi preoccupo più di tanto, ma sono letteralmente schifato dalle 2leggi inique” (e non solo…).
Dante dove ha collocato gli ignavi?
Caro Deotto, mi faccia un favore: in futuro non mi sottoponga al supplizio di dovermi imbattere nella faccia di Bergoglio. Grazie.
recentemente sono andato a confessarmi e ho chiesto al sacerdote se il peccato che avevo commesso e’ mortale o veniale. Mi ha risposto che la distinzione tra peccati mortali venali e’ vecchia e superata, non c’e’ piu’ siamo tutti peccatori e saremo tutti salvati dalla misericordia di Dio…
E’ un’amnistia generale allora….come quella che auspicava Pannella!
Per il mese di maggio, alla fine del rosario quotidiano, davanti a un altarino allestito in casa in onore della Madonna, facciamo una piccola meditazione leggendo esempi su un libricino di circa vent’anni fa. Quello che è incredibile, è come in questo lasso di tempo, neanche lunghissimo, il modo di ammonire e di consigliare si sia totalmente rovesciato, tanto che quei pensieri, pur espressi in epoca già postconciliare, ancora avevano il sapore della Chiesa di un tempo. La corruzione è venuta pian piano, come il ladro di notte, e ora eccoci qui in mezzo alla melma. Ci aiuti la Madonna a uscirne fuori.
Purtroppo quanto è avvenuto non ha consentito al popolo cristiano di rendersi conto dello tsunami che stava per travolgere tutto con il sostegno di quanti in poltrona e per “trenta denari” si sono limitati a fare “ammuina” barando le carte, truffando la fede pubblica, ed inchinandosi ai ricatti ed agli accattivanti opportunismi del “monarca”.
Ora questo popolo si sta rendendo conto a poco a poco dell’infamia consumata e perplesso si chiede come tutto questo sia potuto accadere.
Per non abbandonare l’impari battaglia, ci sia di conforto la promessa di nostro Signore Gesù Cristo sul fatto che le forze del male alla fine non prevarranno. (non prevalebunt)
Franco
Non so voi, ma il sottoscritto da due anni (più o meno dall’era galantina) non versa più l’obolo dell’8xmille alla Chiesa Cattolica (cioè alla CEI).
Mi dispiace caro Grog, ma a mio avviso sbagli. Lo scrivevo poco fa con Raffaele. Innanzitutto, rammenta che la S.Messa è costosa (particole, ostia, vino, elettricità, usura dei paramenti, etc.); inoltre “sovvenire alle necessità materiali della Chiesa stessa, secondo le proprie possibilità” è uno dei precetti, in ragione del quale S. Pio X precisava che esso è finalizzato al “conveniente esercizio del culto” e “all’onesto sostentamento dei ministri di Dio”. So benissimo che spesso e volentieri alcuni preti meriterebbero di andare a lavorare in miniera, così da non fare danni. Ma vi è un’obiezione inevitabile, cruda, se vuoi volgare, ma ineludibile: e gli altri? Quei sacerdoti, quelle monache (claustrali o no), tutto quel clero che persevera nella fede ed è araldo della retta dottrina? Accusami pure di essere il solito tradizionalista milanese “che el pensa semper ai danée”. Però i soggetti che citavo in precedenza sono operai della vigna del Signore, cui spetta la giusta mercede (Luca, X, 7).
E’ vero come dice Alessandro….è meglio continuare a dare l’otto per mille per tutti quei religiosi che sono ancora fedeli alla dottrina cattolica ed io oso sperare che,nonostante tutto,siano ancora la maggioranza!
Capisco le tue obiezioni Alessandro, però l’idea, il semplice sospetto, che i miei soldi (pochi o tanti che siano non importa) vadano a finanziare la “nuova chiesa” dell'”accoglienza” e della “misericordia” (prego notare le virgolette) mi fa venire il mal di pancia o peggio. Personalmente ho risolto finanziando nelle mie possibilità persone e/o associazioni cattoliche al di sopra di ogni sospetto e di cui metto la mano sul fuoco sulla loro fedeltà al Verbo di Cristo. La mia speranza è che molti altri facciano la stessa cosa…
“Dio regnerà comunque, se non con i suoi benefici, almeno con le sue punizioni.” Conclusione lapidaria, preoccupante, ma esatta e, ahinoi, salutare. Che pena, più che pietà, i pastori che prima si ubriacano nelle bettole e nei postriboli del mondo (cioè le mezze teologie e false filosofie in voga) e poi, dopo aver perso 99 pecore, vendono l’ultima ai macellai per continuare a bere… Ma “Düra minga”, diceva il grande uomo del Cynar…
non può durare, questo logorio della vita moderna, pardon, della Chiesa moderna (modernista, sedevacantista, senza più fede)
scusate, volevo dire “vaticansecondista”, il che equivale a protestante, comunista, ecumenista suicida e massonica, tanto per esser chiari. A’ bon entendeur…salut ! come dicono in Francia.
«Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza» (Lc 16,13) ormai sono giunto alla triste conclusione che il motivo di tutto questo sfacelo sia il cedimento al ricatto economico che il Potere pone alla Chiesa in ogni trattativa sui principi insindacabili !
Articolo bellissimo, molto importante. Grazie !!!!!!!!! Sono pienamente d’accordo con i commenti di Alessandro e Raffaele. Una precisazione sul caso della legge 40 del 2004 sulla fecondazione artificiale. Leggo che “in quel caso, nell’illusorio tentativo di prevenire l’approvazione di un pdl più ingiusto, la CEI favorì il varo di un pdl ritenuto ‘meno ingiusto’ di quello temuto (la famosa legge 40 poi resa ‘del tutto ingiusta’ dalla Corte Costituzionale). Tuttavia, anche in questo caso, l’ Episcopato ammise che si trattava di una legge comunque condannabile come ‘ingiusta’, appunto.”
Questa la mia precisazione. La legge 40 ha autorizzato la tecnica di generazione extracorporea, limitandola alla forma omologa, con divieto di eterologa (ossia con gameti di estranei alla coppia). per difendere la famiglia (così dicevano!), divieto di produrre più di tre embrioni (perché non fosse abortiva, così dicevano!), divieto di selezione pre-impianto (perché non fosse eugenetica, così…
proseguo il commento: così dicevano). Fin dalla sua promulgazione nel 2004 abbiamo sempre letto su Avvenire che “la legge 40 è una buona legge, anche se imperfetta”; mai l’abbiamo sentita chiamare una legge ingiusta, tant’è che il compianto Prof. Mario Palmaro diceva che con la legge 40 è stata inventata una categoria di leggi mai esistita: la cate4goria delle leggi imperfette. Infatti, diceva, le leggi o sono giuste o sono ingiuste, non esistono le leggi imperfette. Ora, la legge 40, pur con i divieti per renderla meno grave, è una legge ‘gravemente ingiusta’. Perché è gravemente ingiusta? Perché rende legalmente lecito un modo di procreare moralmente illecito. Perché solo il marito è lecito che metta incinta la moglie, perché la vita del figlio deve avere inizio nel grembo della sua mamma e non nel freddo e la solitudine di una provetta di laboratorio. Questo è il male della generazione extracorporea (chiamata impropriamente procreazione medicalmente assistita): è gravissima offesa…
Certo. E non solo per il bene del figlio, ma anche per il bene e la dignità della madre. Che è considerata pari a zero dagli omosessuali “genitori”
è gravissima offesa al Creatore della vita, è l’uomo che rifiuta di riconoscere la legge naturale che il Signore ha fissato! Ricordiamoci che alla generazione extracorporea è connessa la crioconservazione degli embrioni cosiddetti sovrannumerari (è tecnica connessa alla fecondazione in vitro – sia omologa che eterologa – in quanto può sempre accadere che embrioni ‘prodotti’ in vitro non possano essere subito impiantati) e qui abbiamo una moltitudine di concepiti la cui vita è bloccata nel gelo delle provette, e SONO FIGLI CHE, IMPOSSIBILITATI A CRESCERE E SVILUPPARSI, SONO IMPEDITI PERFINO DI MORIRE !!!!!!!!!
L’aspetto più grave della fecondazione extra corporea e’ la elevatissima mortalità degli embrioni che è di circa il 90% cioè almeno tre volte la mortalità embrionale che si stima esista anche nel concepimento naturale. Ciò significa che per avere un ” bambino in braccio” bisogna prevedere in media il concepimento di dieci embrioni, cioè di dieci esseri umani, di cui uno solo vedrà la luce.
Questo fatto è poco noto perché volutamente è stato tenuto nascosto anche dalla maggior parte dei media cattolici e perché, sempre volutamente, non è stato oggetto di alcun intervento in Parlamento.Eppure si trattava di un fatto scientificamente certo, perfettamente “laico” e di estrema importanza.Avete mai visto Famiglia Cristiana o Avvenire scrivere di questa strage di embrioni umani prima o dopo la approvazione della legge 40?
Vogliamo forse non servirci delle “mirabili” potenzialità dell’ Evo Moderno? Vogliamo forse non ringraziare il Diavolo di Place de la Bastille, duce dell’ Età dei Lumi?
E’ tutto giusto quello che scrive Roberto, ma non è tutto. E’ verissimo che la fecondazione extracorporea ha una elevatissima mortalità di embrioni, che muoiono a causa della tecnica e perciò per colpa dell’uomo (a differenza degli embrioni che, dopo un concepimento naturale, può avvenire che non si impiantino , ma questa è morte naturale e qui non ci interessa…). Fin qui è tutto chiaro e siamo d’accordo. Ma “il male” della fecondazione in vitro viene prima : è il modo di concepire che è contro il disegno di Dio.
Il sorgere della vita umana è atto creativo di Dio. Il Signore chiama gli sposi a collaborare al suo atto generativo mediante l’atto di amore unitivo: questo è il disegno di Dio. Nella generazione extracorporea non c’è l’atto unitivo sponsale, tutte le fasi del procedimento sono moralmente illecite; la penetrazione dello spermatozoo nell’ovocita, che è il momento del concepimento, avviene ad opera di persone estranee con atti medici al di fuori del grembo materno…
Aggiungo che gli embrioni che muoiono a causa della tecnica sono una conseguenza – gravissima! – della fecondazione in vitro … ma non è tutto! C’è una moltitudine di embrioni crioconservati, mantenuti in vita nelle provette ghiacciate, che sono persone che, già impossibilitate a crescere e svilupparsi, sono impedite perfino di morire !!!!!!!!!!!!!
Non dico altro … C’è il bellissimo documento “Donum Vitae” della Congregazione per la Dottrina della Fede del 22/2/1987 che spiega molto bene. Dobbiamo pregare molto per riparare le offese al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato a causa dei peccati contro la vita umana fin dal concepimento, così come ci ha chiesto il Santo Padre Giovanni Paolo II nell’enciclica “Evangelium Vitae”, che è un documento splendido!