La polemica sull’insegnante lesbica di Trento. Ipocrisia e strumentalizzazioni  –  di Fabio Trevisani

In realtà si vuole negare alla scuola cattolica il diritto di educare i giovani secondo la morale cattolica. Il falso problema dei finanziamenti pubblici: uno studente di scuola paritaria costa allo Stato molto meno di uno studente di scuola pubblica. Vogliamo rassegnarci al “pensiero unico” di Stato?

di Fabio Trevisani

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Il fatto: la superiora dell’Istituto Sacro Cuore di Trento decide di non rinnovare l’incarico a un’insegnante, perché sulla stessa gravano dubbi di carattere morale. L’insegnante – confermando così le “voci” – si rivolge alle solite associazioni LGBT, che subito si impadroniscono del caso. La stampa parla di “omofobia” e anche la Ministra dell’istruzione si sente in dovere di intervenire (vedi qui, qui, e qui).

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zzprkLa madre superiora Eugenia Libratore ha fatto il suo dovere con coraggio e senza infingimenti, probabilmente sapendo anche di andare incontro ad un linciaggio mediatico. E’ la solita polemica strumentale e ideologica, solo che oggi si sta perdendo il senso critico per smascherare queste idee.

Facciamo così: proviamo a chiedere ad Arcigay di assumere (o di non licenziare mai per nessuna ragione) un super-cattolico integralista fra i suoi addetti-stampa. Secondo voi come finisce? Volete saperlo? Ve lo dico io: fa la stessa fine che ha fatto Danilo Quinto, iscritto e lungamente collaboratore del Partito Radicale e poi convertito a Cristo. Riflettiamo su come lo hanno trattato, e senza che nessuno si sia stracciato le vesti.

Sgombriamo il campo da dubbi: la scuola paritaria riceve finanziamenti non perché è cattolica, ma per il cosiddetto principio di sussidiarietà e perché svolge una funzione pubblica, perché uno studente di una scuola paritaria costa allo stato molto meno di uno studente di scuola pubblica. E li riceve perché il principio è il seguente: la libertà per la scuola non coincide con l’obbligo di frequentare una scuola pubblica tout court, ma innanzitutto con la libertà delle famiglie di poter far frequentare ai figli la scuola che preferiscono (diritto già oggi molto limitato a causa dei costi importanti, nemmeno detraibili! La scuola privata è considerata un lusso! Da vergognarsi).

Quindi, per essere brutali: lo stato non può ricattare una scuola privata dicendole di assumere questo o quest’altro (o di non licenziare, è lo stesso) per il fatto che ci sono dei finanziamenti pubblici. La scuola privata ha una sua identità ed ha piena facoltà di assumere chi vuole, come e quando vuole (nei termini dei contratti di legge, ovviamente), e ci mancherebbe che non fosse così!

Se poi esistono delle scuole poco serie, questo è un altro problema, forse vanno trovati meccanismi diversi anche d’esame, e di questo si può parlare. Ma conosco personalmente scuole cattoliche talmente serie (la scuola Madonna della Neve di Adro, per fare un esempio), dove ci si iscrive 3 anni prima per poterle frequentare! E lì non è la scuola dei lazzaroni. Quindi non facciamo di tutte le erbe un fascio.

Quanto al nocciolo della questione, si tratta essenzialmente di intendersi su questo: a cosa serve una scuola cattolica? A che cosa? Perché se serve a dare un diploma a dei ragazzi, a farli crescere in età e nozioni, ad assicurare loro un futuro, allora basta e avanza la scuola pubblica. La scuola cattolica deve proporsi un obiettivo in più, che è poi quello essenziale (poi non è mica detto che ci riesca sempre, però bisogna almeno provarci e mettere in campo tutte le forze per perseguire l’idea): far crescere persone che amino un po’ di più Gesù Cristo, e che lo considerino come un amico talmente intimo da vederlo implicato in tutte le scelte importanti della vita. Se non si cerca questo, meglio che una scuola cattolica chiuda subito i battenti, perché non serve a nulla.

Ora: quali sono i “mezzi” principali con cui perseguire l’obiettivo? Principalmente: le persone. Non possiamo girarci intorno: dei nostri professori del passato, quelli che ricordiamo con più piacere sono certo quelli che ci hanno insegnato tanto, ci hanno fatto lavorare, ma direi che l’essenziale di un insegnamento va oltre, perché sta nello sguardo, nell’attenzione, nell’amore, direi, per gli studenti che ha davanti. E l’amore non “passa” con le chiacchiere, ma principalmente con l’esempio: l’esempio della persona che sei, di ciò che ti interessa, dell’attenzione che hai, dei messaggi (anche impliciti) che passano.

La professoressa in questione è lesbica? Una scuola cattolica non solo può non gradire, ma NON DEVE accettarlo. Come dovrebbe essere, mutatis mutandis, verso chiunque si trovi in situazioni matrimoniali irregolari. La scuola cattolica deve essere chiara nei messaggi che passano verso gli studenti: altrimenti passa il messaggio che in fondo, essere gay o lesbica o normale (sì, normale! cioè eterosessuale, perché essere gay non è la norma!) è in fondo la stessa cosa, che nella vita non cambia nulla. Non è così! Non è così!

La professoressa non sbandierava la sua condizione? OK, meglio di nulla, e tuttavia se le voci circolavano significa che la cosa era risaputa, e quindi era urgente intervenire. Del resto non sembra proprio innocente, l’interessata: lei non sbandierava la sua situazione, però ha denunciato la cosa pubblicamente, ai giornali. Una verginella? Nel migliore dei casi si fa usare da associazioni come Arcigay per fini propagandistici. Ma questo solo nel migliore dei casi….

Si può affermare che ci sono anche altri peccati che dovrebbero essere puniti con l’esclusione dalla scuola, che sono di scandalo per i ragazzi. Può darsi, anzi, è vero. E tuttavia, come fare a giudicare? Qui è il problema. Perché devono essere chiare due cose:

1) la condizione di lesbica (come di concubinato) è di grave scandalo per il popolo di Dio, perché si tratta di una situazione di peccato continuato, dovuto ad una scelta di vita, una scelta di fondo, fatta coscientemente e continuativamente (quella che il Vangelo chiama “il peccato contro lo Spirito Santo”) che esclude dalla comunione di Dio non perché Dio ti castiga, ma semplicemente perché tu hai deciso che l’amicizia con il Signore non ti interessa abbastanza; altri peccati, invece, oltre a non essere pubblici, appartengono alla coscienza individuale e non hanno valenza pubblica (come faccio a sapere chi ha votato che cosa? o se qualcuno ha frodato o non ha pagato le tasse? o se qualcuno ha il cuore duro con i poveri e gli immigrati? Diverso, è ovvio, è il caso di affermazioni pubbliche magari piene di livore contro qualcuno o contro gli immigrati, ad esempio, ma questo è un altro discorso).

2) In ogni caso deve essere chiaro che non si sta assolutamente giudicando la persona nel momento in cui non le si rinnova il contratto ma solo il suo comportamento pubblico. La persona può sicuramente essere molto apprezzabile e, comunque, la giudica solo Nostro Signore. Semplicemente si sta seguendo la coscienza: perché la sua posizione oggettiva non è compatibile con gli scopi di una scuola cattolica (tra le altre cose, è bene specificare che non si tratta di licenziamento; semplicemente il suo contratto è scaduto e hanno ritenuto di non rinnovarlo).

Il resto è sterile propaganda, il cui vero scopo è chiaramente un altro: togliere finanziamenti alla scuola privata, in particolare quella cattolica, che dà enormemente fastidio, e indirizzare tutti verso la scuola di stato, così da indottrinare un numero sempre maggiore di ragazzi fin dalla più tenera età (pensiamo a cosa vogliono insegnare – e in molte scuole già insegnano – ai bambini dell’asilo e delle elementari, distruggendo la loro radicale innocenza. Vergogna, vergogna!!!).

10 commenti su “La polemica sull’insegnante lesbica di Trento. Ipocrisia e strumentalizzazioni  –  di Fabio Trevisani”

    1. Mi unisco a quanto scritto da Maria. Altro non aggiungo, potrei andare oltre il limite consentito. Su questi argomenti sono solita trattenermi, tale e grande è lo sdegno che provo.

  1. La madre superiora ha fatto il suo dovere, anche perchè di solito se uno manda il figlio in una scuola cattolica è anche perchè riceva un’educazione cattolica. E che educazione cattolica può dare una maestra omosessuale praticante? ovviamente nessuna, è un’ipocrisia. Sinceramente però non si trova spesso questo coraggio e questa integrità nelle scuole gestite da suore e preti, purtroppo ho avuto esperienze veramente deludenti. Ultima una scuola materna dove avevamo iscritto nostro figlio, gestita da suore, dove un’insegnante (laica), di fronte alle nostre domande generiche che le abbiamo rivolto in un colloquio, ha ammesso di essere a favore dell’ideologia gender e che sarebbe stata ben felice di esporla e diffonderla ai bimbi a lei affidati. Ovviamente abbiamo ritirato subito nostro figlio motivando la nostra scelta, e di fronte alle nostre considerazioni la suora responsabile e il parroco direttore della scuola hanno minimizzato e difeso l’insegnante. Siamo rimasti schifati.

  2. E’ vero che per la formazione dei nostri figli, la scuola del Sacro Cuore riceve denaro pubblico ma è anche vero che un docente, proprio perché stipendiato con tale denaro, non può abusare del suo ruolo per trasmettere messaggi e tendenze che riguardano la sua vita privata. Come genitore non voglio dover scoprire dai miei figli che un insegnante improvvisa progetti e contenuti educativi all’insaputa della scuola e dei medesimi genitori. La famiglia deve rimanere il protagonista dei percorsi pedagogici dei figli e non dover subire la volontà altrui. Se è vero che «nessuno può intrufolarsi nel mio letto», così pare abbia dichiarato l’insegnante a cui non è stato rinnovato il contratto, è altrettanto vero che le sue lenzuola non le può scuoterle addosso ai ragazzi affidati alla sua docenza, …sono i nostri figli.

  3. Tutta questa propaganda omosessualista e robaccia varia è noiosa e nauseabonda come lo è il principale promoter: Satana !

  4. Peccato che troppo spesso, nel tritacarne vadano semplici suore e sacerdoti mentre i nostri vescovi se ne stiano tranquilli e in pace con tutti nelle loro residenze. Qualche giorno fa ho chiesto conferma, incoraggiamento e appoggio al mio Arcivescovo perché nella scuola pubblica che frequentano i miei figli (purtroppo abito in un paese piccolo e anche se volessi non ho scelta) , stanno cominciando a entrare come partner di un progetto associazioni politiche di sinistra e di ideologia Gender. Mi ha fatto rispondere dal segretario Uff. scuola consigliandomi di prendere contatto con le insegnanti di religione dell’istituto. Francamente mi sento abbattuto…..

  5. Io spero ardentemente che la direttrice dell’Istituto del Sacro Cuore non si faccia intimidire da questa persecuzione mediatica. Viviamo in tempi difficili dove è richiesto coraggio e addirittura eroismo. Non fate come Barilla.

  6. Ho sempre detto che mi reputo fortunato.
    A pochi metri da casa ho un istituto paritario, gestito da bravissime suore. Tanto brave che, ci tengono a dire che, con Il Vat.II, gli altri istituti hanno modificato l’abito togliendo qualche cosa, loro hanno aggiunto la mantellina che prima non avevano
    I miei figli vi hanno frequentato le elementari. Ebbene, le cose sono cambiate anche qui.
    I maestri hanno realizzato uno spettacolo di fine anno, basato su testi comprati dalle Paoline, che era tutta una professione di fede MASSONICA. “I 5 ELEMENTI”, IL QUINTO ELEMENTO, IN PRINCIPIO ERA L’AMORE, etc.e che comprendeva, tra l’altro anche canzoni di LADY GAGA. Diversi genitori si sono lamentati. LA superiora ha affermato che lei non né sapeva, né tanto meno capiva nulla. I maestri, hanno detto che, in definitiva l’hanno comprato dalle Paoline, E si chiude il cerchio. Aggiungiamo che i programmi di Ins. RELIGIONE Cattolica sono un corso di religioni comparate e che quelli di scienze partono da Darwin, l’unica differenza (non da poco, ma l’unica) è che non si sciopera, i programmi sono svolti con scrupolo. E la matematica che fanno è tale che, i miei figli, alle medie, in quelle ore si annoiavano.

  7. Forse sarebbe il caso di precisare che una persona che avesse tendenze sessuali omosessuali, fosse cattolica, e pensasse di farsi santa nella castità e astinenza, NON sarebbe di scandalo, ma che lo è la PRATICA sessuale omosessuale a cui si abbandonasse e che è quella che sarebbe di scandalo!… Non tradiamo il Vangelo e il Magistero, per cortesia! Giovanni Paolo II si è espresso con estrema tenerezza verso le persone con tendenze sessuali omosessuali e la loro tribolata condizione interiore… Non aggiungiamo al danno (della tendenza) anche la beffa (di essere generalizzati): se ho tendenze omosessuali e intendo sublimarle nella castità e astinenza non sono da discriminare ma da valorizzare ed esaltare come buon esempio (ovvio che se questi sono i miei intenti, non mi rivolgo a una lobby omosessualista perché i miei pretesi diritti vengano difesi!… E che quindi questo non è il caso della Prof. descritta dall’articolo… Ma fare i dovuti distinguo è importante!).

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