Da Claudio Cia, consigliere comunale di Trento, abbiamo ricevuto questa lettera, che volentieri pubblichiamo
Riporto di seguito la lettera che ho inviato ai quotidiani locali (l’Adige, Trentino e Vita Trentina) che l’hanno pubblicata.
Cordialità
Signor Direttore,
il 12 e 13 maggio a Roma 121 associazioni (non solo cattoliche) e tanti cittadini si sono dati appuntamento per un evento dove si é parlato e marciato in favore e a difesa della vita sotto lo slogan “chi salva una vita salva il mondo intero”. Un avvenimento unico grazie al quale, senza eccessi e ipocrisia, circa 20 mila persone provenienti da tutta Italia, da diversi paesi europei e perfino dall’Africa hanno voluto prendere posizione a favore di tutti i concepiti perché possano “vedere la luce e dare gloria a Dio”. Non un’accusa, non una condanna contro qualcuno ma ascolto, attenzione e rispetto senza limiti e senza giudizio verso chi vive il dramma di scelte obbligate fatte o da farsi che, di fronte ad una gravidanza inaspettata e non voluta, suo malgrado si é trovato o si trova a “dialogare” con la legge 194: una legge che sopprime figli d’uomo, iniqua e contraria al diritto naturale e per ciò non da considerarsi tale (Norimberga insegna). Siamo abituati a vedere marciare per la pace, per l’acqua, per i diritti dei lavoratori, ecc.; gli unici che non marciano sono questi bambini che attendono e vorrebbero nascere, ma che cultura e politica discriminano con leggi ipocrite che annullano il diritto alla vita e che, illudendo la madre, la lasciano poi sola al suo destino di sofferenza per quel figlio mai nato. A questo proposito toccanti e strazianti sono state le testimonianze di chi vive questo dramma. L’iniziativa di questo evento è partita da semplici cittadini di Trento e ha visto la partecipazione di oltre 100 trentini, ma molti di più sono quelli che l’anno organizzata e pubblicizzata. Ciò che rattrista é il fatto che, mentre per le penne degli alpini (sfilata nazionale) l’organo ufficiale della diocesi “Vita Trentina” ha trovato tempo e dedicato tanto spazio, per quest’evento solo quattro misere parole mimetizzate in un articolo che parlava di tutt’altro. Mi chiedo quale siano le priorità di questo giornale. Qualcuno alla marcia aveva uno slogan “marciare o marcire”; sarebbe bello che anche la nostra Chiesa trentina senza ambiguità si mettesse in marcia per i diritti del più piccolo, povero e indifeso degli esseri umani: il concepito senza scordare la sua mamma che, comunque vada, sarà sempre mamma.
CLAUDIO CIA
– Consigliere Comunale di Trento
– Infermiere
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