di Rodolfo de Mattei
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Sta facendo il giro del mondo la foto di gruppo delle «first lady» al Vertice Nato di Bruxelles dove assieme a 9 donne spicca un uomo in giacca e cravatta, apparentemente un “intruso”, circondato dalle compagne e mogli di presidenti e premier internazionali.
Chi è il guascone in posa tra Brigitte Trogneux, moglie di Emmanuel Macron, Melania Trump, Emine Gülbaran, moglie del presidente turco Erdogan, la regina Mathilde del Belgio, Ingrid Schulerus,compagna del segretario generale della Nato Stoltenberg, Desislava Radeva, compagna del presidente bulgaro, Amelie Derbaudrenghien, compagna del premier belga, Mojca stropnik, partner del primo ministro sloveno e Thora Margret, first lady d’Islanda ?
QUADRETTO SOCIO-CULTURALE
La risposta è sconfortante e rappresenta, ancora una volta, emblematicamente il concreto e surreale mutamento socio-culturale in atto nella nostra società.
Il decimo componente, “beato tra le donne”, ha infatti, secondo il diktat etico globale, tutti i “titoli” per mettersi in posa assieme alle altre première dame poiché è Gauthier Destenay, marito di Xavier Bettel,premier del Lussemburgo e in quanto tale “first lady” alla pari di tutte le altre.
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Il protocollo “politicamente corretto” prevede dunque di includere anche lui nelle foto di gruppo delle “first lady” nonostante l’evidente macroscopico controsenso derivante dall’appartenenza all’altro sesso. C’è da scommetterci che d’ora in avanti vedremo lentamente sparire dal linguaggio giornalistico il termine “first lady” in nome di un più inclusivo e rispettoso “first partner” .
IL CAVALLO DI CALIGOLA & DESTENAY
Tale patetica vicenda ricorda l’episodio di Caligola che fece senatore il proprio cavallo rispettando alla lettera tutte le disposizioni giuridiche necessarie alla sua, formalmente valida, elezione.
Una visione capovolta per la quale è il diritto positivo, inteso come legge posta dall’uomo, a costruire a proprio piacimento la realtà e, non viceversa, quest’ultima a ispirare e determinare le norme stabilite dal legislatore.
Così come il cavallo di Caligola, seppur fosse stato il miglior ronzino in circolazione non poteva in alcun modo ambire allo status di senatore in quanto, non essendo un essere umano, era privo ontologicamente dei requisiti necessari, allo stesso modo, Gauthier Destenay immortalato in posa tra le donne come “first lady” è, nella realtà, sprovvisto per natura delle prerogative essenziali per essere considerato una “prima donna”.
In questo senso la foto del Vertice Nato di Bruxelles è un pugno in un occhio alle realtà e al buon senso.
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13 commenti su “La foto di gruppo delle “first lady”, il cavallo di Caligola e Destenay – di Rodolfo de Mattei”
Giustamente il giornalista cattolico Maurizio Blondet nel suo sito pubblicando la notizia e la foto osserva che l’ iniziativa NON è partita dai due ,ma dai poteri forti che hanno deciso che quello era il momento e le occasioni ( Quirinale e Santa Sede)per fare un ulteriore passo in avanti nello sdoganamento e nell’ imposizione e nell’accettazione dell’omosessualità a livello planetario.
Quirinale quando il Primo Ministro ha presentato suo ” marito” a Mattarella e poi a tutta la gerarchia ecclesiastica quando sono andati in Vaticano…….
Giusto! Ma se persino il Vaticano lo ha ricevuto nel mese scorso come tale con tutti gli onori……
Qualcuno mi corregga se sbaglio e se ricordo male. Ci fu , sotto Papa Benedetto XVI regnante , un tentativo di far accreditare come ambasciatore presso la Santa Sede a Roma di un ambasciatore dichiaratamente omosessuale da parte della Francia ( cioè da parte di Hollande) poi respinto ? Grazie.
No, fu respinto già regnante Bergoglio, dopo un braccio di ferro lungo un anno tra Francia (che insisteva a candidare un omosessuale pubblicamente favorevole alle nozze gay) e Santa Sede, dove almeno fino ad un anno fa permanevano forse sanamente cattoliche: http://tinyurl.com/jkv7d8r
Oggi Stefanini è ambasciatore all’UNESCO, dove non mancherà di far danni viste le funzioni di quest’organismo mondiale.
Grazie, Nicola.
Caligola è morto, il cavallo pure. La storia, comunque interpretata, ne ha parlato come follia. Diamoci da fare. Torniamo ai fatti naturali, alla ragione. Consegniamo i folli, che questo sono, alla storia. Il nuovo totalitarismo si è insediato nella mente. Riuscirà il sistema nervoso di ognuno ad espellerlo?
La perdita del senso del ridicolo è una delle componenti (e non la meno importante) del disastro antropologico che stiamo vivendo. Il demonio ci fa abituare a tutto e nessuno ha il coraggio di gridare a quelle persone: Vivete in privato come vi pare, ma non assumete in pubblico atteggiamenti languidi, come appoggiare amorosamente la testa sulla spalla del vostro partner, che sarebbero di cattivo gusto anche tra coniugi eterosessuali perché le manifestazioni di affetto sono cose private. E soprattutto non definitevi “mariti” tra uomini e “mogli” tra donne, anche se tra voi è intercorsa la pagliacciata del matrimonio gay, perché allora dimostrate proprio di toccare il fondo della stupidità e chi ha ancora una molecola di buon senso non dovrebbe provare stima o ammirazione per voi, neppure se siete diventati capi di stato, benefattori dell’umanità o vincitori di premi Nobel.
Siamo al mondo (ai mondi) così ben rappresentati da Hieronymus Bosch nei suoi dipinti allucinati.
Quale contrasto il silenzio dignitoso di Gesù alla corte del flaccido e lussurioso Erode Antipa. Un silenzio di tomba su quegli spiriti morti alla luce del Cristo. Si guardi bene quella foto: a parte il sorriso di circostanza sembra un gruppo che esce da un funerale e l’unica persona ad avere i panni acconci era la moglie del turco Erdogan, il cui manifesto cipiglio vale come profetico segnale.
Beh, piuttosto della scafandrata mussulmana, butterei un occhio alla sua sinistra. Suvvia, va bene tutto, ma preferire una brutta islamica ad una bella cristiana…
Ma non dovrebbe esserci anche il marito della Merkel come “principe consorte” nel gruppo delle prime donne?
che faccia da deficiente: e si sente un grande!