Un momento di lettura distesa, magari impegnativa, ma ristoratrice. Un’idea per trovare un’occasione di svago tra le incombenze della settimana, che quasi mai sono piacevoli per chi abbia a cuore la fede in Cristo e la salvezza delle anime. È quanto Riscossa Cristiana intende offrire ai suoi lettori ogni domenica. Per quanto è possibile, ci piacerebbe richiamare alla memoria di chi l’ha vissuta e far conoscere a chi non ne ha mai avuto neppure il sentore l’atmosfera di quelle belle domeniche in famiglia in cui si andava a Messa, ci si metteva a tavola per il pranzo della festa e poi si leggevano quegli articoli così ben scritti che i giornali ora non pubblicano quasi più. Poi, sarà nuovamente lunedì, ma, come accadeva nelle belle famiglia di una volta, lo guarderemo con occhi diversi. Buona lettura.
Diva cantava
di Linda Manfredini
Da quando vivo all’estero ho cominciato a vedere l’Italia in maniera più nitida e vera. Almeno, così mi pare. Tutti i nostri borghi, i viottoli, le vigne e gli ulivi. Nel ricordo, si può ancora sentire il profumo della domenica.
Mia nonna è nata nel 1919 e da giovane cantava; aveva proprio una bella voce.
Sempre allegra, felice, Diva cantava!
“Allora, tua nonna doveva essere una cantante di successo piena di ammiratori.” Scusate, o meglio, “di follower.” Direbbero oggi.
E che ci vuoi fare, ormai non sanno più nemmeno che cosa significhi la parola: Storia!
“Ah, dici la storia che hai avuto con quella?”
Ma non è nemmeno colpa loro. Se nessuno più li educa e senza una guida luminosa, onesta e sincera, da loro, poverini, non si possono dare la felicità!
Che poi, ignorano cosa sia la vera felicità.
A proposito della parola felicità: un uomo famoso scrisse una poesia, proprio sulla felicità. Nella poesia diceva che avrebbe voluto sapere cos’era quella parola, che cosa significava. E forse a causa della sua ignoranza e mancanza d’istruzione, non la sentì mai nominare.
Mi torna in mente la vita di Liliana Campagnola – mi pare si chiami così. A quei tempi mi trovavo a Bologna e un giorno in libreria, in mezzo a tanti libri esposti sugli scaffali in bella vista, fui incuriosita da un libro che si trovava nell’ultimo scaffale, nell’angolo. Era la biografia di un personaggio famoso; ma non oggi, cento anni fa.
In quell’angolo nascosto trovai la storia della sua vita, e della morte.
È passato qualche anno da allora e adesso non ricordo più né chi fosse l’autore, né l’editore. Ma una cosa la ricordo: Liliana era bella e giovane, una soubrette e spogliarellista. Oggi direbbero: “Fa la burlèsque”! Insomma, vuol dire la stessa cosa, ma cambiando la parola, anche lo spogliarello diventa “cool”.
Aveva tutto, Liliana: beltà, ricchezza e tanti uomini di lei innamorati. Molti addirittura si suicidarono perché non poterono averla. Lei si “innamorò” perdutamente di un uomo di grande fascino: Totò!
Ma no, non scherzo, fu proprio così. Però lui era geloso!
Sai com’è, gli uomini si ingelosiscono quando la fidanzata si spoglia in pubblico.
Certe ragazze che Vloggano, immagino che potrebbero dire: “Noo, davvero?”
Eh, sì!
Insomma, alla fine Totò decise di lasciarla e lei si suicidò. Lui ne fu profondamente addolorato, tanto da chiamare sua figlia Liliana.
La poesia sulla felicità, che evidentemente non conosceva, la scrisse Totò.
“Noo”.
Davvero!
La nonna cantava di gioia, perché, nel passato – pochi lo sanno – le contadine, le donne semplici – durante tutta la giornata – al lavoro nei campi, a lavare i panni nel bozzo – strusciandoli tra il sapone e la pietra, cantavano!
Mi sono sempre chiesta perché ci piacciono tanto i musical a teatro. L’ho scoperto qualche anno fa…
In quel periodo la nonna ebbe un grave ictus e rimase quasi completamente paralizzata e muta. Pochi giorni prima – pare che se lo sentisse – mi fece promettere che, se fosse finita all’ospedale, non l’avrei mai dovuta lasciare lì da sola.
Dieci notti ho vegliato – e alla nonna all’alba cantavo. Lei, gli occhi solo muoveva, e con lo spirito pieno di gioia, attraverso la mia bocca, felice, cantava.
1 commento su “La Domenica di Riscossa Cristiana (15)”
e’ davvero una bella domenica,così.che bei tempi, quando eravamo fieri di essere cattolicia messa in primis,poi il desco fes6tivo,la il pomeriggio in parrroicchia,ritorno a casa,un gelato d’estate e la felicità che ci invadeva.antonio