di P. Giovanni Cavalcoli, OP
PREMESSA: in questi ultimi giorni ho avuto occasione di esternare a Padre Cavalcoli l’amarezza che deriva dal vedere tanti fenomeni di disgregazione all’interno della Chiesa, di “concorrenza” tra diversi movimenti laicali, e spesso di diffusione di vere e proprie eresie.
Al proposito Padre Cavalcoli mi ha inviato questa lettera, che ben volentieri condivido con Voi, amici lettori
PD
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Carissimo Dott.Deotto,
riprendendo quelle considerazioni che faceva nella sua ultima circa le vicende di alcuni gruppi cattolici, volevo aggiungere qualche mio pensiero ritenendo che possa esserLe utile per mitigare quel senso di amarezza per non dire sgomento che Lei – ed io insieme con Lei – prova nel constatare, soprattutto a partire dal ’68 (anno anche dell'”Humanae vitae”!), la disgregazione del mondo cattolico diviso dalle discordie e dall’eresia.
Innanzitutto si ricordi che questo triste e sconcertante fenomeno non intacca per nulla l’unità, la cattolicità e la santità della nostra Santa Madre Chiesa Cattolica, assistita dallo Spirito Santo e sotto la guida del Papa.
Tuttavia, accanto a questo fatto ed insieme con esso, la suddetta disgregazione è innegabile: essa rappresenta l’aspetto umano, di fragilità e di peccato, proprio della Chiesa terrena (quella celeste ne è esente).
Una svolta storica della vita ecclesiale è avvenuta col passaggio dall’era di S.Pio X a quella del Concilio Vaticano II per quanto riguarda il problema dell’eresia. S.Pio X denunciò una vasta presenza dell’eresia all’interno della Chiesa (“modernismo”) e prese provvedimenti severi. Ma il modernismo, rimasto in clandestinità, è riemerso apertamente nel postconcilio con arroganza ed anzi ritenendosi e presentandosi come Chiesa d’avanguardia (“progressismo”).
Oggi il modernismo è più grave, più potente e più diffuso di quello dei tempi di S.Pio X. Il cambiamento, dal punto di vista pastorale, dai suoi tempi ai nostri, è che allora si cercava di isolare gli eretici e di evitarli. Oggi questo è impossibile, perchè ormai si trovano dappertutto: tra i pastori, tra i teologi, negli istituti della Chiesa, nelle scuole, nella cultura, nella politica, nelle famiglie, negli ambienti di lavoro, nelle diocesi, nelle parrocchie, nei movimenti, nelle comunità religiose. L’ “haereticus vitandus” oggi è il cattolico veramente fedele alla Chiesa.
Dobbiamo abituarci a vivere fianco a fianco con i modernisti con discernimento, carità e prudenza, senza lasciarci influenzare ma anzi dando loro un buon esempio di sopportazione o di fermezza a seconda dei casi, cercando di confutare i loro errori se ci è possibile, difendendo le verità che essi negano, denunciando gli scandali, lottando per la giustizia e il buon costume, appoggiando le forze poiltiche che sostengono la Chiesa (qui Riscossa Cristiana sta facendo un lavoro prezioso), nella speranza del loro ravvedimento, pregando ed offrendo sacrifici per la loro conversione, nella certezza che Cristo non abbandona la sua Chiesa, ma la conduce, come dice il Concilio, alla pienezza del Regno.
Con amicizia P.Giovanni
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