di Cristiano Lugli
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Colpì un po’ tutti la nomina di don Erio Castellucci ad arcivescovo di Modena, a successione di Mons. Antonio Lanfranchi, venuto a mancare il 17 febbraio 2015. Il novello Arcivescovo Castellucci si fece subito riconoscere per uno stile molto “pastorale”, proprio come un prete di periferia, quale è stato dal 2009 al 2015 nella parrocchia di San Giovanni Evangelista, a Forlì.
L’arrivo del nuovo episcopo a Modena ha dato un tocco ancor più progressista, giacché don Erio appartiene ad una categoria che va oltre il limite del modernismo, egli essendo de facto un post-modernista. Per Castellucci potrebbe andar bene la Messa Tradizionale, potrebbe andar bene celebrare coram Deo nella Messa nuova (cosa che ci risulta aver fatto); nel medesimo tempo gli vanno bene gli scismatici, i luterani, l’interreligiosità e, dulcis in fundo, gli va bene anche Enzo Bianchi – che è pure suo grande amico. Insomma, un “dentro tutti”, sulla scia del grande capo Bergoglio: niente di più, niente di meno.
L’approccio del “pastore che deve puzzare di pecora” si è ben riconosciuto la scorsa estate, quando il Monsignore accompagnò una delegazione di giovani modenesi al GMG di Cracovia, dove venivano candidamente distribuiti gli opuscoli sull’educazione sessuale di cui già si parlò su Riscossa Cristiana [1], forse sfuggendo all’attenzione di preti e vescovi là presenti. O forse no.
Un altro tipo di approccio invece, inconfondibilmente bosiano, si è palesato in questi due anni di ministero episcopale in cui Castellucci ha appoggiato in quel di Modena le piccole comunità di Bose presenti sul territorio. Non solo. In data 26 Marzo 2017, in occasione della chiusura della stagione del Bper Forum Eventi di Modena, don Erio è salito sul palco del Forum Monzani per salutare e introdurre “fratel Enzo Bianchi” [2], da poco dimessosi dalla carica di “priore”…
L’Enzo Bianchi era ospite illustre per presentare il suo libro “Gesù e le donne”, edito da Einaudi, nel quale ha sostenuto i soliti luoghi comuni femministi, tanto apprezzati a Bose, e per cui tanto ci si batte con lo scopo di introdurre presto il diaconato femminile nella Chiesa. Questa è, di fatto, la verità e l’intento principe del sig. Bianchi e dei suoi seguaci bosiani; peraltro sappiamo che il Bianchi ha tanta voce in capitolo nei pressi di Santa Marta.
La cosa più sconvolgente è stato il breve discorso introduttivo tenuto da Mons. Castellucci per presentare l’amico. Ne riportiamo uno stralcio:
“Un grande filosofo non credente, Nietzsche, scrisse: se si tace per un anno si disimpara a chiacchierare e si impara a parlare. Forse è per questo che le parole che escono dalla bocca e dalla penna dei monaci, sono sempre parole vere, profonde, pesate, filtrate: non sono chiacchiere, non sono parole in più. Inoltre, fratel Enzo non dice parole sue ma fa parlare il Vangelo con franchezza, con profondità e credo che questo sia un grande servizio che ha reso, sta rendendo, e continuerà a rendere, non solo alla Chiesa, perché coloro che ascoltano e interloquiscono con lui vanno ben oltre la cerchia dei praticanti e degli stessi credenti.. Ma continuerà a parlare a tutti perché chi sa dire oggi il Vangelo riesce ad entrare nel cuore di tutti”.
Ogni commento risulta veramente superfluo, anche perché se si volesse commentare lo si dovrebbe fare a male parole, dunque meglio sorvolare.
Curiosa è anche la possibilità, trapelata da diversi fonti, che l’Arcivescovo modenese sia fra i possibili outsider che dovrebbero sostituire il Cardinal Bagnasco alla guida della CEI, fianco a fianco con Galantino. In uno degli ultimi numeri di “Noi genitori e figli”, la rivista sulla famiglia legata al quotidiano Avvenire, si trovano due pagine dedicate a Mons. Castellucci. Certo è che fra Enzo Bianchi e Avvenire, le sponsorizzazioni all’Arcivescovo per finire alla guida della CEI sono più che ottimali.
D’altronde, se a Reggio-Emilia si va in visita ad uno dei “musei” più comunisti d’Italia, a Modena si festeggia Lutero con tanto di concerti. Due cose così differenti? Nient’affatto, ambedue rappresentano il problema principale insito nella neo-chiesa, e cioè la totale mancanza di un’identità cattolica. Quando non si professa più il Cattolicesimo allora tutto viene orientato verso un agglomerato di fideismo in bassa lega, con risvolti ormai gravissimi.
In effetti quello che accade a Modena è uno dei tristi risvolti di questo fideismo luterano.
Insomma, nel centenario delle Apparizioni a Fatima una certa chiesa ha deciso di commemorare invece il grande eresiarca del XVI secolo; poi magari, nel tempo libero, vi è pure il tempo per fare una scappata a Fatima proprio perché per il fideismo panteista di Bergoglio c’è posto per tutti, e la guerra a Cristo può camminare insieme al più grande monito escatologico della storia lanciato da Maria Santissima. Tant’è che, proprio nella vigilia del Centenario, ovvero il 12 Maggio, nella Parrocchia di Gesù Redentore di Modena proseguirà il ciclo di concerti iniziato già il 31 Marzo scorso e titolato “Musica e spiritualità nella riforma protestante”, sotto l’organizzazione del Consiglio delle chiese cristiane (sic) di Modena.
In questo secondo concerto si ascolteranno “I corali di Johann Sebastian Bach – un percorso liturgico fra Passione e Pentecoste”, con il commento del pastore metodista di Bologna Michele Charbonnier, già membro del Comitato centrale del consiglio mondiale delle chiese.
Tutto proseguirà fino a novembre con altri tre concerti, sempre a tema con la rivoluzione protestante e che, come detto nel titolo stesso della locandina che si può vedere qui sopra, ricordano “il 500º anniversario della Riforma protestante” – si badi che nel titolo si è pure voluta mettere la maiuscola alla “R” di “riforma”, il che indica chiaramente l’alta considerazione per un sì illustre evento.
In una parrocchia che teoricamente dovrebbe essere cattolica dunque, non solo si lasciano fare concerti, quasi fosse un palazzetto dello sport, ma in più si ospita un pastore metodista (eretico, è bene ricordarlo) per festeggiare il porcus Saxoniæ fra cimbali e arpe.
Verrebbe da rimettere, se a queste cose non fossimo già ben abituati. La Parrocchia di Gesù Redentore è poi ben disposta ad accogliere un’idea di “fede” interreligiosa: lo testimoniano le collaborazioni con la Sant’Egidio e il compulsivo richiamo all’immigrazionismo di massa, alle Ong (ops, tasto dolente!), da cui trapelano già le canonizzazioni di San Profugo e San Clandestino, presto visibili sugli altari romani con tanto di reliquie affisse sugli amboni e tavole protestanti di Santa Marta.
Questo è giust’appunto il leitmotiv della Parrocchia modenese, ben appoggiata dalla Diocesi e dal vescovo. La musica è un arte, e in quanto tale ha l’unica sua ragion d’essere nella Lode a Dio. Ecco, in questo caso si inverte il solenne principio, visto che l’eresia offende Nostro Signore. Ma di questo, a Modena come a Reggio, e come in tutto il resto del mondo ormai, non frega niente a nessuno. Gli Enzo Bianchi pontificano eresie introdotti dall’Arcivescovo, i comunisti deridono la Chiesa che si inchina al loro cospetto, i Vescovi elogiano lo stato d’Israele (Mons. Camisasca docet) che odia Cristo. E via che si va, tutto in salsa vaticansecondista e più che mai bergogliana.
A Modena esistono tanti gruppi, circoli e circoletti tradizional-parrocchiali. Questi sono sempre impegnati ad organizzare eventi di cultura, conferenze in grado di smascherare le oscenità luterane che vengono proposte dai vertici della Chiesa Romana. Tutto molto bello, ma pare che ciò avvenga quando il problema risulti molto lontano, quasi come se si avesse la certezza di non essere ascoltati, o di non rischiare nulla.
Quando il veleno lo si ha in casa, invece, è sempre più comodo tacere poiché è lì che si rischia davvero. Vedremo se qualcuno di questi ardenti difensori della causa cattolica avrà il coraggio di esporsi contro il proprio Arcivescovo, ben convinti che i concerti luterani si terranno con il silenzio corale di tutta la diocesi, per la buona pace di tutti. Quella stessa pace umana che tiene più allo scranno che alla strenua battaglia contro i nemici della Fede Cattolica.
Però … memento, homo: “Se tacerete lo grideranno le pietre”.
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10 commenti su “La Diocesi di Modena e i suoi satelliti luterani – di Cristiano Lugli”
In relazione all’articolo più che di ” fideismo panteista “io parlerei di cerchiobottismo….
Ma d’ altra parte nella nel Chiesa annunciata dalle visioni della Beata Catherina Emmerick c’ è posto per tutti i tipi di scismatici , questi sono i tempi predetti dalla Beata che si stanno realizzando in modo impressionante, per cui perché meravigliarsi che ci sia posto per il Porcus Saxoniae ? Il sito ( ora chiuso per motivi di sicurezza) anonimidellacroce con le sue anticipazioni ci ha avvisato dello stato ” avanzato” di questa ” fusione” immonda tra l’ex Chiesa Cattolica e tutte le sette protestanti che partoriranno il mostro di Chiesa entro fine anno, in tempo per festeggiare il “giubileo” luterano.
Non so se continuerò a dare l’8 per mille alla Chiesa Cattolica… Questi preti progressisti capiscono solo i quattrini. Quello è il loro tasto dolente. Occorreranno sacerdoti fedeli al dogma di Cristo che si faranno riconoscere e andare alle loro messe.
Stamattina alla Santa Messa ho trovato nell’ultima pagina del foglietto della Messa, questa notizia :” Cardinale Angelo Scola. Riprendono i Dialoghi di vita buona a Milano”. Per spiegare cosa sono i Dialoghi di vita buona allego per la Redazione e gli amici lettori, alcuni link con articoli. In pratica si tratta di incontrarsi con persone atee e di altre religioni e diverse formazioni culturali, SENZA ANNUNCIARE CRISTO. Ovvero, rimaniamo così ATEI come siamo adesso che va bene così. Ecco i links.http://agensir.it/quotidiano/2017/2/22/fede-e-cultura-milano-dialoghi-di-vita-buona-mons-tremolada-corpo-e-anima-sono-un-tuttuno-sono-una-identita/
http://www.famigliacristiana.it/articolo/parigi-scola-presenta-i-dialoghi-di-vita-buona-e-rilancia-sulla-moschea-a-milano.aspx
https://it.zenit.org/articles/dialoghi-di-vita-buona-a-milano-scola-confronto-tra-uomini-con-diverse-visioni-del-mondo/
http://www.acistampa.com/story/il-papa-a-milano-con-sullo-sfondo-i-dialoghi-di-vita-buona-5669
Caro Nicola, di cosa possiamo meravigliarci più? E’ un mondo che corre vorticosamente verso un orribile precipizio; come la legione di demoni scacciati da Gesù.Non ci resta che Una sola: l’Auxilium Christianorum, solo Lei, l’ancora a cui aggrapparci con la forza di tutta la nostra fede.
Oggi a mezzogiorno recitiamo la Supplica alla Madonna di Pompei.
Sì, cara Tonietta, tanto più che questo mese di maggio ci presenta 3 solennità mariane di primaria importanza : la Madonna del Rosario di Pompei, il giorno 8, la Madonna di Fatima, il giorno 13, Maria Auxilium Christianorum il giorno 24. un trittico mariano imperdibile , da celebrare con entusiasmo e intensità dii preghiera (il S. Rosario, principalmente). “Evviva Maria, e Chi La creò”, si cantava una volta: niente di meglio della “Debellatrice di tutte le eresie” per mettere a posto una volta per tutte Bergoglio, Scola, Galantino, ecc.
Scola cerca la verità nel dialogo, perché nessun uomo può dire di possederla. In questo d’accordo col suo papa Bergoglio (che guai contraddirlo, ti silura…). E d’accordo soprattutto col suo maestro Don Giussani che afferma che Gesù non è ‘la’ verità ma solamente il ‘metodo’ per arrivare alla verità ( chissà poi quando e chissà poi – sarà un frutto sorpresa del metodo!).Difatti, Gesù ha passato la sua vita, ha svolto il suo ministero pubblico, sempre ‘dialogando’ con i Giudei, tanto che questi, nemmeno di un pollice si sono smossi dalle loro posizioni, e hanno rifilato Gesù in Croce! Ma tant’è, il dialogo continua, deve continuare, ora ci provano Bergoglio detto papa e Scola di Giussani: la verità come pretesto per un dialogo eterno e la verità come l’araba fenice: che ci sia ognun lo dice dove sia nessun lo sa. Dialoghiamo, mentre diamo gli ultimi rantoli….tra l’esultanza delle nostre controparti!
… e aggiungo:
cosi pensando il Giussani maestro di Scola C&L nega la divinità di Gesù, perché, afferma, questa è inerente al Verbo e non al Figlio di Maria: alla Verità, che è di Dio, del Verbo, a questa verità , Gesù opera – dialogando certo – per condurci. Gesù come metodo, come ‘via’, non Gesù come identica persona del Verbo , quindi Verità incarnata.
Altro che Chiesa di Efeso: questa è la Chiesa del VaticanII (che nega anche l’esitenza del Verbo, per farla tutta, cfr Nostra retate ):
un’altra chiesa, anzi, il rifacimento di tante chiese storte antiche!
avanti con questi figuri da periferia, Zuppi, a Bologna, Perego, a Ferrara, ora questo Castellucci, a Modena…Bell’ Emilia, s eli merita tutti! ( ho avuto ocacsione di vedere il Zuppi periferico qui dove abito a spasso con altri suoi compari da periferia… la prima impressione è stata quella non di personafggi da periferia, ma di una comparsata da carnevale…). Comunque a me piacciono i centri cittadini, le periferie mi fanno schifo…
La chiesa fortunatamente va avanti rileggendo il vangelo e le parole di amore e liberatrici di Gesù. Certo per noi vissuti e nutriti per millenni da una tradizione senz’altro buona ma che non ha cambiato quasi niente, è faticose ascoltare pastori come il papa e il vescovo di Modena che dicono parole nuove. Non dobbiamo avere paura. Le parole di Gesù sono parole di salvezza non solo per l’aldilà ma per salvare il mondo di oggi per la pace, per i poveri, per tutto il creato.
Beppe Manni