di Piero Vassallo
vedi anche la nota breve di Piero Vassallo, sullo stesso argomento, col link per richiedere il saggio di Don Ennio Innocenti
Il sonno della ragione genera i mostri è il titolo di un disegno concepito dall’ispanico Francisco Goya, per rappresentare le tragedie generate dalla modernità in fuga dal senso comune e dalla filosofia perenne.
Se non che il Novecento ha oltrepassato le più fosche previsioni del geniale pittore. La sterminata biblioteca del delirio o mal franzese si è rovesciata nelle spaventose macellerie aperte sull’ultimo tratto della via modernorum, il tempo dei sacrifici umani agli idoli generati durante la corsa della ragione verso l‘utopia.
In un film dell‘orrore sfilano i fantasmi del pensiero capovolto: la greve materia e i fantasmi dell‘inconscio, la superstizione del profitto e la smania dello scialo, l‘uguaglianza e lo strapotere totalitario, la sfrenata libertà e il campo di concentramento, il sesso facile e i suoi laidi capovolgimenti, il sogno americano e la lebbra nucleare, il lugubre totalitarismo sovietico e l‘allegro totalitarismo della dissoluzione, il passo dell‘oca e il tip tap nell‘obitorio hollywoodiano, le V2 germaniche e le bolle speculative di Bernard Madoff.
Adesso la pietà del pensiero esige la capacità di vedere il rapporto di causa ed effetto che si è stabilito tra le allegre utopie e le sciagure del secolo sterminato. Il rigetto degli errori funesti, è un compito che esige un‘enorme erudizione filosofica, una perfetta conoscenza della storia e un rigore spietato.
Per sfuggire allo sguardo della medusa gnostica occorre non lasciarsi ingannare neppure dalle arti raffinate: la languida poesia, che occulta pensieri mortiferi nel patetico cinguettio dei passeri solitari; la drammaturgia coinvolgente, che mette in scena i gemiti dei personaggi in cerca d‘autore; la retorica perbenista professata dal cantore della discarica e dei ragazzi di vita.
L‘emergenza dell‘inganno vuole che il cammino chirurgico della fede sia battuto senza esitazioni e pentimenti. Occorre chiudere la devastante parentesi della teologia che predica il contraffatto ecumenismo nell‘università San Raffaele. E‘ indispensabile che il clero e il laicato cattolici si stacchino, senza rimpianto, dalla stupida melassa che li inchioda all‘ascolto devoto dei dialoghi criptici fra gli arconti alati e i depressi gondolieri di Massimo Cacciari e/o degli oscuri fonemi di Vito Mancuso.
Il nichilismo è una malattia che esclude il ricorso alle pomate e agli impiastri pseudo–ecumenici. Il pensiero di Ennio Innocenti, il più autorevole studioso delle moderna malattie del pensiero, pertanto, fa camminare il Novecento gnostico e il Novecento dell‘aperturismo cattolico sul filo di un rasoio, che decapita le concessioni al sale dolce della teologia conciliante.
“La gnosi spuria il 900″, ultimo e conclusivo libro della laboriosa collana, che ha impegnato l‘autore per la durata di un trentennio, è una guida ideale all‘esplorazione delle fonti velenose che hanno ispirato gli architetti delle fabbriche dell‘orrore consumato nel xx secolo (non senza colpevoli distrazioni, fraintendimenti e applausi della curva catto–progressista).
Per scoprire la filigrana superstiziosa e oscurantista delle rispettate ideologie moderne non sono necessarie le luci della dietrologia e i suggerimenti dei servizi segreti: don Innocenti dimostra che basta la lettura dei testi.
Le scorribande arcaiche dei pensatori all‘avanguardia, i voli dell‘attualità da Hegel a Marcione, dalla psicoanalisi pseudomistica di Jung e Hillman ai soffiatori di carboni, dai francofortesi al buon selvaggio, sono applaudite e condivise dal pubblico di palato indulgente solo perché proposte dalla edulcorante e schermante divulgazione giornalistica.
La Cristianità è rimasta a bocca aperta di fronte davanti alle splendide vesti propagandistiche indossate dall‘empietà del pensiero.
Accecata dalla pubblicità e assordata dagli applausi, una folla di teologi superficiali e conformisti ha creduto di vedere la luce nella manifestazioni dell‘oscurantismo d‘antiquariato.
Un frastornato uditore di Martin Heidegger, Karl Rahner, ha creduto di udire la voce dell‘indeclinabile novità nelle fumose chiacchiere intorno al frammento di Anassimandro.
L‘anticaglia si è travestita da scintillante novità teologica. Trasportato da applausi e consensi attoniti, Rahner ha trasferito il suo umiliante abbaglio nelle aule del Concilio ecumenico Vaticano II, dove le tesi dedotte dal pensiero della Grecia arcaica e dalla cieca avversione al tomismo, hanno rischiato di trascinare la teologia cattolica nel gorgo nichilista.
L‘opera di don Innocenti, 464 avvincenti pagine, dunque, è uno strumento indispensabile al qualunque studioso che desideri esplorare l‘enorme sottosuolo neognostico, soggiacente all‘edificio delle filosofie e delle arti che hanno ispirato e guidato le danze macabre del secolo sterminato.
Filosofie e arti che tuttora spargono i veleni della stupidità e del vizio grazie al sostegno dei poteri forti, gli stessi che praticano l‘alchimia finanziaria e il signoraggio al fine di umiliare i popoli e renderli schiavi del vizio. Un fatto recentemente confermato dall‘identità dei promotori di un convegno tenuto a Singapore e finalizzato alla propaganda della sodomia quale nobile strumento del sistema antivitale: i potenti padroni della finanza strozzina, Giorgio Soros in testa,.
Pubblicato da un istituto ecclesiastico senza fini di lucro, il libro di don Ennio non è in commercio ma si può ottenere inviando una offerta alla Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, Via Capitan Bavastro 136, 00154 Roma.