Michela Marzano, una granitica garanzia per la cultura e la libertà, giustamente valorizzata dal Rettore dell’Ateneo padovano.
di Patrizia Fermani
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L’università italiana ha mostrato nel tempo tutta la propria vocazione a porsi come propulsore di civiltà. Lo ha fatto anche attraverso il pensiero dei suoi Magnifici Rettori. Basti ricordare la posizione assunta da quello della Sapienza, Renato Guarini, nella vicenda in cui fu impedito a Benedetto XVI di tenere un discorso accademico. Anche l’Università di Padova, più antica e più gloriosa, ha una grande storia che si è espressa in modo particolare da cinquant’anni a questa parte, nella sensibilità culturale, artistica e politica di questo o quel Magnifico Rettore.
Negli anni indimenticabili della contestazione, quando el pueblo estudiante unido occupava il palazzo centrale per spegnere a sassate ogni focolaio di una possibile reazione, o impedire di entrare a chiunque non facesse pubblica professione di fede rivoluzionaria, il Rettore Enrico Opocher, maestro di Toni Negri che era a capo delle milizie rivoluzionarie, a chi gli chiedeva imprudentemente di chiamare la forza pubblica, rispondeva con lapidaria veemenza: “io non chiamerò mai i carri armati a Praga”.
Qualche lustro più tardi, quando la nuova coscienza politica aveva ormai steso la propria forza santificante sul c.d. tessuto accademico, un altro Rettore Magnifico, conscio della forza evocatrice delle arti, commissionò al Kounellis un monumento che commemorasse gli illustri accademici distintisi nella Resistenza. Esso, a distanza di più di vent’anni, fa bella mostra di sé e della propria specifica resistenza. Si presenta come una parete di travi di legno di risulta, acquistate dall’artista in una falegnameria del contado, e incollate fino a ricoprire da capo a piedi un muro del bel cortile degli anni trenta. Al turista sprovveduto che dopo la visita all’antico teatro anatomico e alla cattedra di Galileo, scambiasse ingenuamente il manufatto per qualcosa che abbia a che fare con “ lavori in corso”, una targa dorata chiarisce come esso sia invece il frutto del connubio fecondo tra arte e coscienza politica. Tanto fecondo che a suo tempo fece meritare all’artista un compenso di molte decine di milioni di lire. Il giorno della inaugurazione le autorità accademiche, come del resto lo stesso Kounellis, poterono ripetere orgogliosamente tra sé: exegi monumentum aere perennius.
È così che il Rettore Rizzuto, informato dello spettro oscurantista che si aggira per la città, e consapevole di essere depositario di una grande tradizione, ha sentito il dovere morale di tenere alta la bandiera della patavina libertas, e offrire un pulpito alla Marzano, cui era stata negata una sala comunale chiesta con evidente intento provocatorio, per propagandare il proprio libro “Mamma, papà e gender”. Ma ci è andato con i piedi di piombo, il rettore. La cosa è politicamente doverosa, deve aver pensato, ma questa tizia non la conosco, magari mi ritrovo una mezza calzetta a parlare in queste aule prestigiose e mi faccio pure ridere dietro. Ho bisogno di avere delle referenze. Forse non è lettore del Foglio e questo gli ha impedito di giovarsi della accurata, approfondita e insuperabile esegesi del pensiero marzaniano fatta lì a suo tempo da Guido Vitiello con un articolo intitolato “La vispa Michela” (clicca qui). Così , da uomo di scienza qual è, il rettore Rizzuto si è rivolto a quei colleghi che ha ritenuto più attendibili conoscitori del panorama culturale nazionale, per avere lumi accademici sul valore della conferenziera. Gli è stato risposto: “è persona autorevole”, come egli stesso ha dichiarato alla stampa. Così rassicurato ha aperto il Bo’ alla libera espressione del pensiero, non senza ricevere prima la signora in udienza privata, per “informarsi sulla situazione francese “ dopo le stragi di venerdì (Il Mattino). La filosofa gli ha fornito i lumi necessari che non ha mancato poi di elargire a tutti, come vedremo, insieme ad una oculata analisi geopolitica ed originali proposte sul da farsi.
La stampa ha potuto celebrare l’evento accademico, con incontenibile soddisfazione per l’arricchimento da esso portato alla cittadinanza (Il Mattino titolava con evidente emozione: “è stato travolgente l’abbraccio di Padova a Michela Marzano”) e ne ha fornito un resoconto esauriente.
Abbiamo letto sul Corriere del Veneto come la signora che, al contrario di Socrate, notoriamente sa di sapere, e sa di quali talenti sia stata dotata, abbia esordito scusandosi perché a causa della emozione per gli eventi parigini, sarebbe stata meno brillante del solito.
Il fortunato pubblico, preso atto del preventivato calo di brillantezza, ha potuto apprendere nonostante tutto che “ in tema di affettività e sessualità le cose non si scelgono”, e perciò “esiste il diritto di tutti all’uguaglianza”, “anche se c’è ancora tanta gente che si ostina a pensare la eterosessualità come superiore alla omosessualità”, mentre, come è noto, “la teoria del gender non esiste”. Inoltre poiché “ la paternità e la maternità non c’entrano niente con i dati biologici”, sempre per il principio di uguaglianza è evidente che gli omosessuali debbano potersi sposare tra loro, e diventare genitori di chicchessia. In nome dell’amore, che essendo cattolico per antonomasia, appiana le eventuali differenze capaci di disturbare la omologazione universale.
Infine, nonostante che la teoria del gender non esista, (come ormai ha appurato il partito democratico al completo), “la varietà degli studi di genere ha lo scopo di favorire l’uguaglianza tra uomo e donna, tra omosessuali ed eterosessuali, combattendo la violenza e le discriminazioni”(Il Gazzettino).
Questo deve essere l’effetto degli studi di logica fatti alla Normale di Pisa, gli stessi forse frequentati per corrispondenza della Fedeli e dalla Puppato, nonché dalla ministra della pubblica istruzione, dopo che era uscita dal collegio delle suore a Pavia. Ma qui bisogna spezzare una lancia a favore di queste signore impegnate nella politica e nella accademia perché, come ha detto Bergoglio a Santa Maria del Fiore, sotto l’occhio attonito di Giovanni Acuto, tutto vestito di verde da Paolo Uccello, “ bisogna fuggire dalla tentazione del ragionamento logico e chiaro” che “perde la tenerezza della carne del fratello”.
Ecco dunque, come il folto pubblico ha potuto giovarsi a buon diritto del pensiero illuminante di una “cattolica” perfezionata che si intende bergoglianamente di santa illogicità e di tenere carni sessualmente indifferenziate .
Tuttavia bisogna riconoscere che la filosofa internazionale il meglio di sé non lo lesina neppure quando affronta i temi di geopolitica. Il suo pensiero viene riportato senza veli dal cronista del Corriere di Verona, forse più disinibito dei colleghi padovani. Sui fatti di Parigi, la signora dice nell’ordine:
1) C’è evidentemente un problema legato al Magreb.
2) Quanto è successo non è solo un problema di politica estera, è un problema che ci si porta dietro dalla fine della colonie.
3) C’è un problema legato alle guerre che sono state fatte in Iraq e non solo.
4) Il mio cuore è a Parigi. Impegniamoci a riaprire il dialogo.
Bisogna però riconoscere che il meglio del pensiero marzano viene fuori quando si ha a che fare con i principi democratici. A chi si ribella pervicacemente contro l’imposizione del gender, che pare proprio esistere se viene inserito a forza nei programmi scolastici, la nostra filosofa internazionale risponde: i genitori non debbono intromettersi nella educazione dei figli perché è ovvio che questa spetta allo Stato.
Una analoga performance tenuta dalla filosofa morale a Valdagno è stata commentata così dal sindaco Acerbi: “l’apprezzata presenza della professoressa Marzano e il folto pubblico, confermano la tradizione di dibattito culturale approfondito e di alto livello che da molti anni si respira in città”.
Insomma, sembra proprio che anche la vispa Michela risponda alle aspettative di “più alto livello”, quelle di quanti lavorano alacremente all’annichilimento generale sia dall’interno come dall’esterno. Infatti la sua forza innegabile sta nel fatto di essere in perfetta sintonia con quella variegata, ormai immensa moltitudine di persone che di una cosa sono sicure: la testa, come dicono a Napoli, serve solo a tenere separate le orecchie.
13 commenti su “La Cultura, l’Università e la Vispa Michela – di Patrizia Fermani”
“I genitori non debbono intromettersi nella educazione dei figli perché è ovvio che questa spetta allo Stato”: questa è una delle frasi più stupide e illogiche che abbia mai sentito…e viene addirittura ritenuta una cosa ovvia…essa ci fa comunque capire che la pseudofilosofa si è prostrata al pensiero unico dominante nel modo più patetico possibile…addirittura una velata minaccia ai genitori…e magari spera pure di fare paura a qualcuno!
Per quel che riguarda la frase di Bergoglio, posso solo dire che è una banalità acattolica che va oltre il modernismo, siamo alla disintegrazione totale della logica…anticattolicesimo puro…peggiorato ulteriormente dal contesto e dal dire che il ragionamento logico e chiaro porta al soggettivismo…quando in realtà è proprio Bergoglio che con la Comunione agli adulteri “caso per caso” e con la libertà di coscienza inneggia al soggettivismo!
Lo strano effetto degli studi di logica deve essere un effetto domino che prende molti. Tra questi va sicuramente annoverato il caso di padre Lombardi, che ogni volta per spiegare Bergoglio, deve far passare per normale cio’ che normale non e’, per ortodosso cio’ che continuamente contraddice la dottrina.
Caro Ulysses, ecco perché ho soprannominato p. Lombardi “Tappabuchi”… 🙂
magnifico articolo tragica realtà – Elemiro Zolla sosteneva che il calcio al pallone arriva prima dell’esistenza del piede – la matta parola arriva prima del pensiero normale – la malattia mentale precede la ragione – Herbert Marcuse accusò Aristotele di fascismo – l’antifascismo mentale altrimenti detto neurologia capovolta ha vinto – dopo la camicia nera Aristotele la camicia di forza di Basaglia: un amico romano (medico in pensione, ex primario del pronto soccorso a Roma) mi ha raccontato la tragica, sanguinaria storia del primo giorno di vigenza della legge Basaglia – al proposito: Valdagno è una città manicomiale/basagliana? o una parrocchia bergogliana?
“C’è evidentemente un problema legato al Magreb”. Perchè non ci va lei in Magreb a esporre quanto detto da qui noi?
“Questo deve essere l’effetto degli studi di logica fatti alla Normale di Pisa,” : cara Patrizia, gli anni che io ho trascorso alle Normali di Pisa, nei lontani anni ’60 (proprio nella seconda metà, con la contestazione generale, le rivolte studentesche, la nascita di Potere Operaio) non hanno avuto lo stesso effeto che hanno avuto sulla dr.ssa Marzano, anzi, hanno rafforzato la mia fede cattolica e la mia ancestrale avversione ai comunisti, alle sinistre ed a tutte le loro folli utopie (nonostante i tentativi di lavaggio del cervello che veniva fatto alle matricole dai “figli di papà”, rivoluzionari ben foraggiati di soldi dai ricchi genitori). No, lo studio rigoroso, “pazzo e dsperatissimo” che si faceva in quella istituzione (specilmente da parte di studenti poveri) l’ho vissuto come un dono di Dio per la mia elevazione cultrale, per un riscatto sociale e non mi è nemmeno passato per la testa di unirmi alla follia rivoluzionaria di quegli anni.
Caro Catholicus,
alcuni, come Te e pochi altri, sanno trarre frutti anche dalle situazioni più disagevoli, altri se ne lasciano traviare!
Le Normali di Pisa sono un’ottima Università, la più difficile e prestigiosa d’Italia…è solo un vanto averle frequentate e superate…nonostante questo c’è gente che esce da esse imbottita di luoghi comuni e con capacità di ragionamento autonomo pressoché nulla…proprio a causa di Potere Operaio, della contestazione, delle rivolte studentesche…e dei figli di papà di cui hai parlato, che hanno traviato coloro che erano più influenzabili…ora che alcuni di loro saranno diventati professori, continueranno la loro nefasta opera corruttrice: fortunatamente ci sarà sempre qualcuno in grado di usare la testa al punto tale da non lasciarsi pervertire da loro!
Caro Catholicus, ovviamente qui mi pare interessante considerare solo l’esito che lo studio ha sortito sulla vispa Michela …….
Non durerà molto questo teatro degli orrori accademici, ma mi chiedo quanti di questi interventisti dell’ultima ora che, ne sono certo, non credono affatto a quanto dicono di credere, saranno pronti a dire di avere sempre creduto il contrario. L’ora del redde rationem non è distante. Gli eventi incalzano e quando si odono i venti di guerra la ricreazione delle marionette è alla farsa finale.
Ne sono convinta.
Anch’io.
Bisogna però riconoscere che il meglio del pensiero marzano viene fuori quando si ha a che fare con i principi democratici. A chi si ribella pervicacemente contro l’imposizione del gender, che pare proprio esistere se viene inserito a forza nei programmi scolastici, la nostra filosofa internazionale risponde: i genitori non debbono intromettersi nella educazione dei figli perché è ovvio che questa spetta allo Stato.
Infatti la signora può contare su alleati, a quanto pare anonimi, che da poco hanno aperto una lista di proscrizione on line per segnalare “razzisti e omofobi” ….in attesa della legge antidemocratica e bavaglio chiamata “legge sull’omofobia”
Pubblicato il “Registro Italiano dei Razzisti e Omofobi”: una lista di proscrizione online degli oppositori al diktat etico dominante
http://osservatoriogender.famigliadomani.it/pubblicato-il-registro-italiano-dei-razzisti-e-omofobi-una-lista-di-proscrizione-online-degli-oppositori-al-diktat-etico-dominante/
Super brava.